L'amica di mia figlia

di
genere
prime esperienze

Entro nel pieno possesso della proprietà della casa al mare quando mia figlia compie 18 anni, prima facevamo tre settimane di vacanze in giro durante le ferie, e al ritorno pochi giorni condividendola con i genitori e mia sorella, da quell’estate abbiamo optato per le vacanze classiche presso la nostra casetta.
Devo dire che mi è tornata molto utile sin dal primo anno, distante dal paese in cui abito 20 minuti di macchina, non troppo vicina per arrivi improvvisi di mia moglie, non troppo lontana da raggiungere per un incontro fedifrago.
Le storie che pubblico danno il senso del mio stile di vita, sono sposato felicemente, amo la mia famiglia, ma mia moglie non è mai riuscita a soddisfarmi completamente dal punto di vista sessuale, i soliti rapporti che a lungo andare sfociamo nella monotonia, mai una variante, mai un pizzico di fantasia, per questo ho sempre cercato di tenere viva l’attenzione saltando da un tradimento all’altro e non disdegnando nemmeno dei rapporti incestuosi. Mi accingo adesso a raccontare una storia che magari tanti non condivideranno, ma poco importa alla fine non è stato niente di tragico. Buona lettura.
Tutto inizia dopo due anni di vacanze presso questa casa, nei due anni precedenti mia figlia (come succede in questi residence) conosce un gruppetto di coetanee con le quali passa buona parte della giornata e tutte le serate passeggiando per i vialetti e frequentando l’animazione del condominio, tra le sue amiche ce ne sta qualcuna molto bella, un paio addirittura dimostrano fisicamente qualche anno in più rispetto a quelli reali, ma c’è una in particolare che si lega alla nostra famiglia, si chiama Emma, ha una storia familiare un po’ particolare, figlia della seconda moglie di un anziano finanziere con modi di pensare militareschi, persona atletica non una mattina senza fare una corsa massacrante sulla battigia, la moglie abbastanza più giovane di lui da l’impressione di essere una donna sottomessa, Emma ha un fratello di due anni più grande di lei che la comanda come fosse il padre, il classico tipo radiato dai campi di calcio per risse continue, lei poverina sembra cercare rifugio presso di noi durante le vacanze, capita che il padre l’anno prima spostando dei mobili a casa gli va a cadere uno stipetto sul piede e se lo frattura, un lungo periodo di convalescenza, il pensionamento, riduzione dell’attività fisica lo mandano in depressione, si chiude dentro casa e nemmeno esce, la mamma è scoppiata non regge la situazione ( e penso si sia trovata qualcuno con il quale sollazzarsi, ma non sono affari miei), Emma sta sempre di più a casa nostra, è trattata come una figlia, può muoversi liberamente in casa, scende al mare con noi, mangia spesso con noi, si è molto affezionata sia a me che a mia moglie, appena mi vede mi butta le braccia al collo, insomma sembra mia figlia più lei che la mia stessa figlia.
La mia casa per loro è diventata un ritrovo, mia moglie preferisce che le ragazze stiano a casa nostra anche se sporcano e poi deve pulire anziché vadano in giro,e così loro ne approfittano. Io sto spesso con loro a volte chiedono qualche consiglio, qualche volta mi riempiono la testa fino a quando non le carico in macchina e le porto a passeggiare nel borgo marinaro, insomma mi hanno preso la mano come si suol dire. Una sera sono radunate sotto il porticato sedute alle poltroncine a discutere, stanno in penombra arrivo e sto in piedi girando dietro le loro spalle, loro continuano a parlare liberamente, prendo uno sgabello e mi siedo dietro ad Emma, ascolto ancora quello che dicono, intervengo su qualche argomento, poi poggio un braccio sullo schienale della poltroncina di Emma e quasi involontariamente la mia mano sfiora il suo collo, al contatto allontano la mano giusto quanto per non sentire la sua pelle, Emma allunga una mano sulla mia e me la riposiziona sul collo, rimango esterrefatto, indugio un po’ senza fare niente ma visto che Emma la mia mano non la molla gli faccio una carezza, lei gira il collo dal lato opposto e me lo offre totalmente, glielo massaggio, non resisto, mi alzo in piedi e mi metto dietro di lei, gli prendo il collo con entrambe le mani, le compagne sono impegnate a ridere e nella penombra non si accorgono di nulla, decido di smetterla, ma che cosa sto combinando?, mi risiedo, riorganizzo le idee e decido di allontanarmi da quella situazione, sono frastornato, entro in casa e sprofondo sul divano, Emma si alza dalla poltrona con la scusa di andare in cucina a bere un po’ d’acqua, mi passa davanti, si disseta e al momento di ripassare mi viene dietro e mi da un bacio sul collo, allungo le mani per prenderla ed attirarla a me ma è lontana, infila la porta e raggiunge le compagne, finisce la quella serata, loro rimangono a fare schiamazza fino a tardi, io mi ritiro in camera e mi metto a dormire. Passano alcuni giorni, cerco di farmi passare la cosa, ma non è facile, il pensiero batte sempre a quelle scene, ma devo riuscire a dimenticare, Emma di sicuro non agevola il dimenticare, ogni volta che mi passa vicino mi mette una mano e mi accarezza i fianchi, mi si butta al collo, anche di fronte a mia moglie la quale guarda e ride, dicendo sempre poi frasi tipo “sono dispiaciuta per la situazione familiare di Emma”, “povera ragazza ha bisogno di tanto affetto che la famiglia non gli da e si rifugia da noi”, e altre similari, io annuisco sempre a quello che pensa mia moglie e sono dispiaciuto quanto lei.
Una sera esco per andare a fare il turno di notte, decidiamo per l’indomani di trascorrere una giornata al mare, i miei promettono di scendere presto in spiaggia, io mi impegno a passare dopo aver smontato dal lavoro dal negozio e comprare panini imbottiti, frutta, bibite e quant’altro può servire per rimanere in spiaggia, passata la nottata il collega che deve darmi il cambio arriva scusandosi con quasi un’ora di ritardo, ma può capitare, faccio in fretta a passare del negozio, compro l’occorrente e di corsa a casa, regna il silenzio, il miracolo si è avverato sono già scesi al mare, c’è il caffè anche pronto, una colazione frugale, sento l’esigenza di fare una doccia, salgo al piano di sopra e via sotto la doccia, uscito dal box e indossato l’accappatoio sento da sotto chiamare il nome di mia figlia, rispondo:
“chi è?”,
“Arturo, sono Emma, ma sono già scesi al mare?”,
“Si sono scese presto, se aspetti scendi con me” ,
“Ok ti aspetto di sotto”.
Mi prende un fremito, ho i vestiti da mettere al piano di sotto, cosa faccio? Sono costretto a scendere, l’accappatoio non ha nemmeno la cintura, lo tengo chiuso con una mano, sono scalzo prendo le scale e scendo, arrivato sull’ultimo ballatoio mancano ancora tre gradini, mi ritrovo davanti Emma chinata sullo schienale del divano che gioca con Snoopy il mio cagnolino che sta seduto davanti sul divano, mi fermo e ammiro lo spettacolo, Emma indossa un piccolo top che gli lascia tutta la schiena scoperta, e un gonnellino che a malapena gli copre il costume e sta alzata, quindi è in bella mostra il suo bel culetto tondo e sodo, il costume leggermente spostato gli entra nelle labbra della vagina lasciandone una ben visibile con un ciuffettino di peli neri, a quella vista vado subito in erezione, Emma che non si è ancora accorta della mia presenza ma appena alza un po’ la testa si ritrova davanti una cristalliera e attraverso gli specchi vede la mia sagoma sulla scala, si gira, si mette in piedi ed esclama “Arturooooo”, detto questo viene verso di me con le braccia spalancate per abbracciarmi, rimane un gradino più bassa di me, appena è vicina a mia volta esclamo “Emmuzzaaaaaa” e apro le braccia per abbracciarla anche io, lei si butta a cingermi dai fianchi, ma inevitabilmente all’apertura delle mie braccia l’accappatoio si spalanca e me la ritrovo abbracciata con la testa appoggiata all’altezza del mio sterno nudo, resasi conto di come stavo messo toglie le braccia da sopra l’accappatoio e le infila di sotto sempre sui fianchi, mi stringe e il mio pene va a cozzare contro il suo petto, Emma si scosta un pochettino e da una sbirciata, sbarra gli occhi, non capisco se è impressionata positivamente o impaurita, poi fuga i miei dubbi mi chiede “posso toccarlo?”, apro completamente l’accappatoio e gli rispondo “certo”, sposta timidamente la mano e la appoggia di sopra, allora li metto le mani sulle spalle e spingendola un po’ verso dietro gli indico di scendere i gradini, io la seguo e la faccio indietreggiare fino alla spalliera del divano, la spingo dalle spalle verso giù e la faccio mettere accovacciata “così puoi vederlo e toccarlo meglio”, Emma non si scompone, lo prende con una mano e lo tiene come a soppesarlo, sento che adesso è sotto il mio controllo, decido di fargli qualche domanda:
Io: lo avevi mai visto dal vero?
Emma: no mai, solo su qualche giornalino.
Io: ci tenevi tanto a vederlo?
Emma: era una mia curiosità e grazie a te me la sono tolta.
Io: ti fa paura?
Emma: se fosse di qualcun altro si, ma sei tu e non ho paura, so che mi vuoi bene.
Io: ti va di baciarlo?
Emma: se tu mi dici come devo fare lo faccio volentieri.
Non perdo altro tempo, glielo faccio avvolgere con una mano e gli dico di spingere piano piano verso giù, lei affascinata lo vede lentamente scappucciarsi, adesso ha davanti ai suoi occhi la cappella rosata, gli dico di passargli la lingua di sopra, lo fa in modo impacciato, ad un certo punto gli dico di chiudere gli occhi e tenere la bocca aperta, lei ubbidisce, glielo appoggio lentamente in bocca, spingo e gli arrivo vicino alla gola, lei si sente affogare, ha come un conato di vomito, allento un po’ e glielo faccio succhiare, ad un tratto non so cosa mi prende, perdo il controllo, la faccio alzare, gli ordino di sbottonare la gonnellina e di girarsi, lei lo fa un po’ impaurita, cerco di tranquillizzarla, gli abbasso la mutandina del costumino da bagno, la prendo dalla testa e la faccio chinare sullo schienale del divano, sta con le gambette aperte, vedo la sua vagina ricoperta di peluria nera corvina, gli appoggio una mano sopra e con due dita la tengo un po’ aperta, con l’altra mano impugno la mia verga, do qualche colpo di masturbazione poi lo avvicino sulla sua apertura di carne rosata e comincio a sfregarglielo di sopra, lei sospetta che sta accadendo qualcosa che gli cambierà la vita, con voce smorzata mi chiede “Arturo cosa mi stai facendo?”, era una domanda ma nascondeva una richiesta “non farlo” sentendo queste parole ho un po’ rallentato e gli ho risposto “tranquilla piccola, non ti farò del male, però devi fare quello che ti chiedo”, lei ha annuito, ho potuto così continuare a sfregarglielo tra le labbra della vagina la quale lentamente ha cominciato ad inumidirsi ad un certo punto mi sono fermato, ho allargato ben bene le labbra ho puntato il glande sul buchetto e l’ ho spinto dentro dolcemente fino a quando lei non ha urlato “sento dolore”, ero riuscito a penetrarla con mezza cappella, son stato fermo piantato dentro di lei per circa quindici secondi che a me son sembrati un’eternità, e anche a stare fermo piano piano è montata l’eiaculazione, l’ho sfilato ho fatto rimettere Emma abbassata lungo lo schienale del divano e glielo ridato in bocca, “succhialo adesso, con la bocca senti meno dolore”, caspita era già migliorata lo ha succhiato senza più indicazioni, ma è bastato poco che senza avvisarla gli ho schizzato nella gola, lei si è subito allontanata dandomi dello scemo, però si è messa a ridere, ci siamo ripuliti e siamo andati a trascorrere il resto della giornata con gli altri in riva al mare.
scritto il
2012-08-09
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