Desiderio di essere gravida (prima parte?)
di
Sta
genere
trio
Era stesa, davanti a me, sul letto ricoperto di biancheria profumata. Canottiera, orecchini e nient'altro. Una bellezza candida, che tentava di dissimulare la sua sensualità.
Il loro obiettivo era una gravidanza, ed io potevo essere una soluzione, nulla più. Lei non doveva piacermi, e non doveva godere di quella unione. Non avevano usato queste parole, ma la sostanza era questa. Aveva ostentato una austerità in contrasto con ciò che avremmo fatto, ciò che stavo per fare. Lui era lì vicino, sedeva paziente e disponibile. Un bravo ragazzo che cercava di sciogliere quel nodo che li attanagliava.
Lei era bionda, come era biondo il suo pube. Pelle candida, vellutata. I suoi fianchi erano leggeri alla vista e al tatto, le cosce fredde come la sua espressione. Gli orecchini ai lobi delle orecchie portavano l'attenzione sul suo collo sottile e le spalle piccole e delicate. In qualche modo, era convinta che sarei riuscito ad avere un rapporto con lei anche se fosse rimasta fredda come il ghiaccio. Quella sicurezza derivava sicuramente dalla dedizione del marito, che la adorava e probabilmente era sempre pronto ad appagarla, se solo lo chiedeva.
Fatto sta che ero effettivamente pronto a darle ciò che voleva, e non mi sarebbe servito alcun incentivo, complice il periodo di astinenza che mi avevano pregato di mantenere prima dell'incontro, e che io avevo rispettato.
Mi portai sopra di lei, e diressi il pene a contatto con la sua vulva, la accarezzai un poco prima di entrare. Temevo di trovare resistenza, ma non fu così, e ne fui felice. Cercavo il suo viso per leggerne l'espressione. Era voltata da una parte, guardava nel vuoto, con una espressione però più rilassata di prima. Le gambe alzate portavano le cosce, ancora fredde, sui miei fianchi. Cercai di darle più calore possibile, mentre andavo alla ricerca del mio piacere, per poterla riempire.
Il rapporto si fece via via più intenso, i movimenti incalzanti, come le onde di un mare improvvisamente agitato. Il mio respiro diventava più veloce, ma anche il suo. Schiuse le labbra, forse per prendere fiato. Il viso si ostinava a mantenersi impenetrabile, mentre il suo corpo era completamente schiuso, e accoglieva il mio con languore. Mi avvicinavo al culmine, con le mani le presi i fianchi per gestire meglio i colpi nel momento in cui mi sarei scaricato. Ormai c'ero, e lei lo sapeva. Fece un cenno con la testa, come di assenso, e chiuse gli occhi.
A quel segnale partirono le mie ondate calde dentro di lei, a riempire la profondità della sua vagina, per renderla fertile. Ed era tale la sua devozione alla fertilità, al ricevere un seme nella speranza di rimanerne gravida, che non potè più trattenersi. Venne. Venne con gemiti che seguivano il ritmo dei fiotti di sperma, stringendomi verso di lei.
Quando se ne pentì, ormai era tardi. Non ebbe il coraggio di guardare il marito in faccia. Pensava che sarebbe riuscita a mantenere la sua freddezza fino alla fine, come se si trattasse di una operazione medica, ma era umana ed aveva ceduto. Si coprì il viso con la mano, e rimase lì, immobile, attendendo che fino all'ultima goccia di sperma penetrasse il suo utero.
Lui la guardava, e mostrava un sollievo rassegnato in volto. Io mi ero alzato, in ginocchio sul letto, e stavo per uscire dalla stanza quando mi accorsi, per caso, che il marito aveva una enorme erezione.
Continua? Se desiderate che il racconto continui, scrivetelo nei commenti, grazie.
Il loro obiettivo era una gravidanza, ed io potevo essere una soluzione, nulla più. Lei non doveva piacermi, e non doveva godere di quella unione. Non avevano usato queste parole, ma la sostanza era questa. Aveva ostentato una austerità in contrasto con ciò che avremmo fatto, ciò che stavo per fare. Lui era lì vicino, sedeva paziente e disponibile. Un bravo ragazzo che cercava di sciogliere quel nodo che li attanagliava.
Lei era bionda, come era biondo il suo pube. Pelle candida, vellutata. I suoi fianchi erano leggeri alla vista e al tatto, le cosce fredde come la sua espressione. Gli orecchini ai lobi delle orecchie portavano l'attenzione sul suo collo sottile e le spalle piccole e delicate. In qualche modo, era convinta che sarei riuscito ad avere un rapporto con lei anche se fosse rimasta fredda come il ghiaccio. Quella sicurezza derivava sicuramente dalla dedizione del marito, che la adorava e probabilmente era sempre pronto ad appagarla, se solo lo chiedeva.
Fatto sta che ero effettivamente pronto a darle ciò che voleva, e non mi sarebbe servito alcun incentivo, complice il periodo di astinenza che mi avevano pregato di mantenere prima dell'incontro, e che io avevo rispettato.
Mi portai sopra di lei, e diressi il pene a contatto con la sua vulva, la accarezzai un poco prima di entrare. Temevo di trovare resistenza, ma non fu così, e ne fui felice. Cercavo il suo viso per leggerne l'espressione. Era voltata da una parte, guardava nel vuoto, con una espressione però più rilassata di prima. Le gambe alzate portavano le cosce, ancora fredde, sui miei fianchi. Cercai di darle più calore possibile, mentre andavo alla ricerca del mio piacere, per poterla riempire.
Il rapporto si fece via via più intenso, i movimenti incalzanti, come le onde di un mare improvvisamente agitato. Il mio respiro diventava più veloce, ma anche il suo. Schiuse le labbra, forse per prendere fiato. Il viso si ostinava a mantenersi impenetrabile, mentre il suo corpo era completamente schiuso, e accoglieva il mio con languore. Mi avvicinavo al culmine, con le mani le presi i fianchi per gestire meglio i colpi nel momento in cui mi sarei scaricato. Ormai c'ero, e lei lo sapeva. Fece un cenno con la testa, come di assenso, e chiuse gli occhi.
A quel segnale partirono le mie ondate calde dentro di lei, a riempire la profondità della sua vagina, per renderla fertile. Ed era tale la sua devozione alla fertilità, al ricevere un seme nella speranza di rimanerne gravida, che non potè più trattenersi. Venne. Venne con gemiti che seguivano il ritmo dei fiotti di sperma, stringendomi verso di lei.
Quando se ne pentì, ormai era tardi. Non ebbe il coraggio di guardare il marito in faccia. Pensava che sarebbe riuscita a mantenere la sua freddezza fino alla fine, come se si trattasse di una operazione medica, ma era umana ed aveva ceduto. Si coprì il viso con la mano, e rimase lì, immobile, attendendo che fino all'ultima goccia di sperma penetrasse il suo utero.
Lui la guardava, e mostrava un sollievo rassegnato in volto. Io mi ero alzato, in ginocchio sul letto, e stavo per uscire dalla stanza quando mi accorsi, per caso, che il marito aveva una enorme erezione.
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