Paolo e Chiara

di
genere
incesti

Chiara è in attesa di imbarcarsi sul volo per l'America, grazie a una
importante borsa di studio. È la realizzazione di un sogno.
Il padre, Paolo, si dice contento, però da più giorni se ne sta stranamente
triste. Dalla sera prima della partenza, non parla più. Mentre accompagna
Chiara all'aeroporto, continua a tacere. E così, zitto, se ne sta fino
all'ultima chiamata per il volo. Quando la chiamata arriva, Paolo prende la
mano di Chiara, il gesto è quello del saluto, l'atteggiamento è quello della
supplica a restare. Paolo con la mano pare incollato a Chiara, come se non
riuscisse proprio a staccarsi da lei, piange silenziosamente. Intanto la
madre, Francesca, leggiadra sta lì accanto, ma è come se fosse il
personaggio di un'altra storia, che non c'entra nulla con quanto sta
avvenendo sotto i suoi occhi. Non vede, non può vedere. Del resto come
potrebbe vedere la tristezza e l'abbandono in un evento tanto bello, che, se
fosse capitato a lei, chissà quanto l'avrebbe resa felice. In questo
periodo, poi, per lei va tutto più che bene, ha finalmente trovato il lavoro
che tanto desiderava e che la gratifica al massimo, che la fa sentire
importante, bella, "realizzata" come non mai.

Francesca non vede e interpreta il silenzio e il pianto di Paolo solo come
segni di una semplice e normalissima commozione. Non ne può intuire il
dramma. Il rapporto di coppia con il marito non ha mai raggiunto grandi e
profondi livelli di intimità. Pur volendosi bene, non si conoscono
veramente, meno che mai si sono veramente affidati l'uno all'altra.
Lei non ha mai riconosciuto il bambino solitario e incompreso, che è rimasto
dentro Paolo. Un bambino mai confermato dal padre e mai voluto fino in fondo
dalla madre.
Solo Chiara ha inconsciamente percepito quel lato così fragile del
genitore. Nelle lunghe ore in cui la madre restava al lavoro, c'era solo
lei in casa con quel padre tanto complesso, con quel suo bambino ferito
nascosto dentro. Come non essere affettivamente soggiogata, come non
prenderlo emotivamente in sé quel bambino abbandonato, che nessuno, meno di
tutti la madre, aveva mai davvero visto e amato.

Il sesso non è necessario, per dar vita ad una relazione di coppia.
Così, ancor prima della notte in cui fecero l'amore per la prima volta,
Paolo e Chiara erano già una coppia incestuosa.
Bastarono dei semplici sguardi da cane abbandonato in cerca di aiuto,
affinché la fragilità di Paolo prendesse possesso psicologicamente della
figlia.
Quella fatidica sera, Francesca aveva avvertito che non poteva tornare a
casa. Doveva rimanere in ufficio tutta la notte, a causa di una emergenza.
La notizia fu accolta senza molta sorpresa o scompiglio. Le assenze per
lavoro di Francesca erano diventate la norma. Ormai alla casa pensava
Chiara, che si divideva tra lo studio e le faccende domestiche.
Mentre lei preparava la cena, Paolo apparecchiava la tavola. Erano in
perfetta sintonia, parlavano di ciò che era capitato loro durante la
giornata: delle noie sul lavoro, una interrogazione andata meglio del
previsto.
Quando tutto fu pronto, Paolo andò a chiamare Celeste, la figlia più
piccola, che nella sua cameretta stava finendo i compiti.
Paolo e Chiara si sedettero a capotavola e Celeste nel mezzo. L'assenza di
Francesca non si avvertiva affatto. Mangiarono tranquillamente, come una
bella famigliola, riunita intorno al desco.
Dopo cena si misero a vedere una classica commedia commovente "Autumn in
New York". Unico maschio in famiglia, Paolo ormai si era adattato a questo
genere di film, che in fondo non gli dispiaceva affatto.
Mentre guardava lo spettacolo, gli venne naturale cingere con il braccio
Chiara e tenerla stretta a sé, come fosse la sua fidanzatina. Ma se il padre
sembrava mosso da impulsi, non coscienti, la figlia intuì il significato di
quel comportamento e, non volendo respingere o ferire il padre, si abbandonò
a quella stretta, poggiando la testa sul petto paterno.
Durante le scene più romantiche e commoventi, Paolo baciava teneramente la
fronte della figlia, che rispondeva con un dolce sorriso. Celeste stava
seduta in terra ai piedi del divano, di tanto in tanto rivolgeva una furtiva
occhiata al padre e alla sorella, non poté fare a meno di paragonarli ai
protagonisti del film. D'altronde la bambina non aveva mai visto il padre e
la madre in atteggiamenti così intimi e teneri.

All'apparire dei titoli di coda, Paolo e Chiara sembrarono quasi destarsi da
un sogno, ricordarono le loro incombenze e per prima cosa cominciarono a
lottare con Celeste per farla andare a letto, visto l'ora ormai tarda.
Messa la piccola sotto le coperte, toccava fare i conti con i piatti
sporchi, che giacevano nel lavello.
Dopo che l'ultimo piatto era stato pulito e messo a posto, Paolo fu preso da
un improvviso impulso e baciò a fior di labbra Chiara. Ma già nell'istante
in cui le sue labbra sfiorarono quelle della figlia il panico lo colse. Non
era mai stato audace in questo genere di cose. Atterrito, guardò negli
occhi la ragazza, per cercare di scorgere quanto l'avesse fatta grossa. Ma
lei era impassibile, non lasciava trasparire nessuna indignazione.
Rinfrancato da ciò, provò di nuovo a baciarla, ma più a lungo e con un po'
più di passione. Anche questa volta si fermò per vedere se la figlia
mostrasse qualche accenno di collera.
Poiché Chiara non dava alcun segno di reazione, Paolo perse ogni timore e si
fece guidare dal suo desiderio.
Lei si lasciava baciare e toccare, nel suo recondito era convita di essere
la più forte e che fosse il padre la parte della coppia più debole e
bisognosa di protezione. Se con il suo corpo poteva consolare e alleviare
qualche pena, perchè negarlo alla persona che amava.
Non si sentiva in grado di opporre alcun rifiuto.

Il padre la condusse sul letto coniugale, a sancire oltre ogni evidenza la
sostituzione della moglie, alla quale nulla più sembrava legarlo.
Spogliò la figlia, tutto tremante e in modo impacciato, sicché lei dovette
persino aiutarlo.
Per non rendere la cosa ancor più imbarazzante, Chiara decise di essere più
attiva, mostrando quella fermezza, che riteneva di avere.
Un solo attimo di esitazione ed impugnò il cazzo del padre. Inizialmente
glielo menò con troppa forza, giusto il tempo per poter digerire la
situazione.
Quindi continuò a masturbarlo con più dolcezza ed abilità, i sospiri del
padre evidenziarono questo cambiamento.
Sebbene la sega che stava ricevendo non fosse male, Paolo avrebbe voluto
farselo succhiare, ma avendo sempre avuto paura di essere rifiutato non
osava chiedere. Per fortuna sua, Chiara intuiva che doveva concedere tutto,
senza che le fosse chiesto alcun che, per farlo finalmente sentire amato ed
accettato.
Prese in bocca quel cazzo, leccò e succhiò con tutta la passione che sentiva
dentro di sé. Ma l'impresa non fu facile affatto, perché il padre , sebbene
eccitato, non riusciva a rilassarsi del tutto e quindi quel maledetto pezzo
di carne, gonfio di sangue, non riusciva a liberare il seme, che premeva da
qualche parte tra le palle e i dotti spermatici.
Quando copioso uscì quel liquido tanto atteso, fu una vera liberazione per
entrambi. Paolo non aveva più bisogno di essere rassicurato, comportandosi
come l'uomo che non era mai stato, ordinò alla figlia di mettersi a quattro
zampe e la penetrò energicamente. Le mani salde sulle chiappe della figlia,
con forti e violente spinte, fotteva la figlia. Mai si era sentito così
bene, mai era riuscito a riprendersi così velocemente dopo essere venuto.
La ritrovata sicurezza del padre e il conseguente vigore sessuale,
cominciarono a far bagnare la fica di Chiara, che si vergognò di questa
reazione involontaria del suo corpo. Far godere il padre non era immorale o
osceno per lei, ma godere del cazzo del padre lo era. Per mantenere puro il
suo gesto d'amore, non avrebbe voluto provare piacere. Ma il suo corpo la
tradì.
I gemiti della figlia inebriarono ulteriormente Paolo, che si fermò un
attimo e si allungò verso il comodino, per prendere la crema per il viso
della moglie. Aveva sempre detestato il profumo dolciastro di quella crema,
che ora non sembrava tanto male.
Unti per bene il cazzo e il buchetto del culo della figlia, procedette alla
deflorazione anale lentamente ma senza indecisioni. Quando il suo membro
entrò tutto, si fermò un attimo per permettere alla figlia di abituarsi un
poco alla nuova sensazione.
Quindi prese a incularla in modo quasi animalesco, godendo soprattutto per
il sentimento di possesso che la situazione gli infondeva.
Chiara era contenta di sottomettersi e lasciarsi dominare, perché finalmente
percepiva il padre come un uomo sicuro e senza incertezze.
Non dormirono neppure un attimo durante la loro prima notte, il padre si
mostrò instancabile e fiero di esserlo. Tra una scopata e l'altra si
intrattenerono in chiacchiere e in giochi da amanti appena innamorati.

All'insaputa di Francesca, che continuava a non vedere niente, la loro
relazione perseguì tra alti e bassi, come una qualsiasi coppia.
Ci fu il breve idillio dei primi tempi, a cui subentrò una tranquilla
routine, che durò molto. Alla fine arrivò anche la crisi, quando Chiara era
all'ultimo anno dell'università ed ormai era una giovane donna desiderosa di
uscire dalla gabbia della famiglia ed avventurarsi nel mondo.
Paolo ovviamente tentò di ribellarsi a questo desiderio di autonomia, ma
Chiara resistette e la spuntò. Il padre ora, e' un po' rincuorato da una promessa della figlia " non ti abbattere papi, faremo l'amore su Skype, voglio vederti sborrare tutti i giorni per me, mi offriro' nuda e vogliosa a te e poi a Natale e in estate sono da te e godiamo ancora di più " figlie, confidatevi con me : antonioporcello145@gmail.com
scritto il
2022-04-25
8 . 7 K
visite
2
voti
valutazione
6.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.