La mia "prima volta" da cuck

di
genere
prime esperienze

Recentemente ho realizzato un mia nuova fantasia erotica. Navigando in Internet mi è capitato di imbattermi in siti e forum per cuck. A sentir loro, essere cuck è tremendamente eccitante. Ho già "condiviso" più volte Francesca, sia con uomini che con coppie, ma essendo sempre io quello che conduce il gioco. Specialmente con i singoli, i patti erano che non dovevano prendere iniziative, ma attenersi strettamente alle mie indicazioni. Ora, però, volevo provarle, queste sensazioni nuove, volevo capire cosa ci fosse di così eccitante nel fare prendere l' iniziativa al bull, senza poter interferire nelle "sue" decisioni. Dopo averne parlato con Francesca, spiegandole per filo e per segno cosa significasse, per me ma anche per lei vivere una esperienza del genere, e avutone il consenso, mi sono quindi accordato con uno degli amici che già avevamo incontrato, spiegando anche a lui la situazione che volevo realizzare. Ho ideato che lui e Francesca si recassero in un locale (un American Bar) nel quale io e lei andiamo spesso, dove siamo quindi conosciuti come coppia, e dove ci scambiamo effusioni più o meno spinte, a seconda delle circostanze. L’ idea era, per l’ appunto, che Francesca rivivesse la stessa situazione con il bull al posto mio.
A lui, ho detto chiaramente che gli davo carta bianca sul come gestire la serata. D’ altronde, lo conosciamo ormai da più di un anno, e si è sempre meritato la fiducia che gli accordavo.

Francesca indossava un vestitino di maglia grigio scuro, praticamente trasparente e molto, molto scollato. Sotto, solo autoreggenti nere a 40 den.
L’ “effetto nudo” era sconvolgente. Il nero delle calze metteva in risalto il bianco del culo nudo.

L’ appuntamento era nel parcheggio di un Autogrill. Quando arrivammo, benché in anticipo, trovammo il bull ad aspettarci.

Un breve saluto, gli ripeto che può comportarsi come meglio crede, che la Troia era stata adeguatamente “istruita”, poi lei sale sulla sua macchina e partono verso la loro destinazione.

L’ appuntamento è dopo un’ ora. Esco dall’ autostrada e anch’ io, tutto solo, vado in un Pub a sorseggiare un whisky e ad ammazzare il tempo che sembra non passare mai. Sono impaziente…anzi, ansioso. Non vedo l’ ora di rivederli, di…sapere cosa è successo. L’ ansia è mista ad eccitazione. Finalmente l’ ora dell’ appuntamento si avvicina. Finisco il distillato e salgo in macchina, recandomi al luogo convenuto.

E’ un parcheggio sull’ Aurelia, di solito, in questa stagione, deserto. Stavolta ci sono quattro macchine, i cui passeggeri sono fuori dalle vetture e, a quanto capisco, aspettano che altri li raggiungano.

La macchina del Bull non c’ è ancora. Il parcheggio è abbastanza ampio per permettermi di fermarmi ad una decina di metri dalle altre macchine.

Finalmente, con un leggero ritardo, vedo arrivare la macchina che aspetto. Lui mi vede e si ferma vicino. Spegne i fari e io mi accorgo che…è solo. Ho un tuffo al cuore: cosa è successo? Dov’è Francesca?
Scendo di corsa dalla macchina, faccio due passi verso quella del Bull e… mi rassicuro. Lui non è solo, semplicemente Francesca, nuda a parte le autoreggenti, è semisdraiata sul sedile del passeggero e gli sta succhiando il cazzo.


Il Bull abbassa il finestrino e io gli chiedo come si è comportata la Troia. "Bene - dice lui - le ho toccato la fica, mi son fatto toccare il cazzo e le ho tirato fuori le tette. Di fronte c’ era qualche coppia che guardava…"
Mentre parlava, Francesca continuava a succhiargli il cazzo, senza mai rialzare la testa e senza dire una parola. Io chiedo al Bull da quanto glielo stava succhiando, e lui mi dice che, appena usciti dal locale e saliti in macchina le ha fatto togliere il vestito e le ha detto di ciucciarlo mentre guidava. Quindi, ho fatto un rapido calcolo, ha attraversato tutto il paese in quelle condizioni….

In quel momento arriva una macchina, evidentemente il “ritardatario” del gruppo, e si ferma proprio accanto a noi. Scende una coppia, guarda una prima volta quel che succede nella macchina, si guarda in faccia, poi guarda nuovamente lo spettacolo, si mette a ridere e raggiunge il gruppo. Evidentemente riferiscono quel che hanno visto agli altri, che lanciano occhiate verso di noi, ma salgono ognuno nella propria auto e ripartono.

A quel punto, il Bull fa sollevare la Troia e le dice semplicemente: “Vai”.
Evidentemente lei sa quel che deve fare: scende, così com’ è, dalla macchina, apre il bagagliaio della nostra e ne estrae il borsone dove ha le sue…cosine sexy. Nel frattempo, il Bull mi chiede se conosco un certo posto lungo l’ Aurelia e, alla mia risposta affermativa, mi dice di andare ad aspettarli lì, senza uscire dalla macchina.
Ok, gliel’ ho detto io di gestire la situazione, ma non mi aspettavo questi sviluppi. Comunque, mentre vedo Francesca risalire sulla sua macchina con il borsone, dedido di stare al gioco, metto in moto e parto.
Il posto che mi ha indicato è un tratto di lungomare di una cittadina balneare.
Le macchine parcheggiate sono pochissime, e io mi fermo in un tratto praticamente deserto.
Passano nemmeno due minuti e la macchina del Bull si ferma davanti alla mia. La portiera del passeggero si apre e Francesca scende. Senza mai guardare verso di me si avvia sul marciapiede. Ha le stesse calze, ma ora indossa una minigonna di raso nera, con, sul davanti, una cerniera che va dal basso all’ alto, attraversandola completamente. Sopra, un corto giubbottino allacciato. Io mi sposto, senza però scendere, sul sedile del passeggero, abbasso il vetro e la seguo con lo sguardo. Il pizzo delle calze fa capolino da sotto la gonna e il passo, ancheggiante per le scarpe con l’ alto tacco a spillo, è lento ma deciso, sicuro. Percorsi una trentina di metri Francesca si ferma, e apre il giubbotto. Posso così constatare che sotto indossa solo un top nero trasparente. Poi, chinandosi leggermente, fa scorrere verso l’ alto la lampo della gonna rivelando chiaramente che, sotto, non ha nient’ altro che le calze!

Mette la mano sinistra sul fianco, così che il giubbotto rimane aperto e rivela quel poco che la copre e…comincia a passeggiare avanti e indietro. Dieci metri avanti…si volta, e dieci metri in senso contrario, lentamente, ancheggiando.

La tentazione di scendere e fermarla è tanta, ma l’ eccitazione che mi provoca quel che vedo è ancora maggiore. Mai avrei immaginato (o sognato…o…sperato) di vedere la Troia trasformata in zoccola, in…battona da marciapiede, pronta a soddisfare le voglie dei clienti…

Una macchina si ferma, il guidatore abbassa il finestrino del lato passeggero, le fa un cenno. Lei si china, poche parole e la macchina riparte sgommando.
Non ho nemmeno il tempo di “realizzare” quel che ho appena visto che un’ altra macchina si ferma, la portiera si apre e, questa volta, Francesca sale nella macchina, che riparte subito.
Io, Bull o non Bull mi precipito sul sedile del guidatore, metto in moto e mi lancio all’ inseguimento. Nello specchietto, vedo che ho dietro la macchina del Bull.

Dopo un paio di chilometri sull’ Aurelia, la macchina svolta e imbocca una stradina asfaltata ma stretta. Io sempre dietro. Durante il tragitto ho notato che la macchina che avevo davanti non faceva niente per “seminarmi” ma anzi, procedeva tanto lentamente da consentirmi di seguirla agevolmente.
Arrivati ad uno spiazzo sterrato la macchina si ferma. Io accosto ad una diecina di metri e, subito dopo, arriva il Bull.

Scendo e gli chiedo se sa cosa stia succedendo. “Cosa vuoi che succeda – risponde – la Troia ha trovato un cliente e ora farà quel che fanno tutte le zoccolone come lei. Vieni, dai, andiamo a vedere.”

Ho il cuore in gola e…anche più giù. Il cazzo mi pulsa mentre mi avvicino alla macchina.

La Troia si sta dedicando a succhiare il cazzo del cliente. Questo è un tipo sulla quarantina, con un cazzo già durissimo. Lei è “vestita” con la gonna e il top. Lui smette di farselo spompinare, abbassa lo schienale del sedile della zoccola, la fa inginocchiare sul sedile e le infila la faccia in mezzo al culo.
Mentre glielo lecca si mette un preservativo e, appena è sistemato, con due rapidi, violenti colpi le infila il cazzo in fondo al culo. Francesca urla. Vorrei intervenire ma il Bull mi mette una mano sul braccio e mi dice di stare tranquillo e di godermi lo spettacolo come fa lui. Evidentemente a lui lo spettacolo piace. Si è abbassato pantaloni e slip e se lo sta lentamente menando. “Ora – mi dice – entro e me lo faccio succhiare mentre lui le sfonda il culo.” Sta per entrare quando il tipo, con un ultimo “affondo” nel culo di Francesca gode con un urlo di piacere.

Sfila il cazzo dal culo della Troia e si siede sul sedile. Francesca si accosta al cazzo. Nel fondo del preservativo c’è una grande quantità di sperma. Lei, la zoccola, glielo sfila con delicatezza e lo tiene in mano mentre con la lingua e la bocca ripulisce accuratamente il cazzo da ogni pur minima traccia di sperma.
Quindi…e la visione mi ha fatto quasi venire nelle mutande come un ragazzino, impugna il preservativo con entrambe le mani, infila la lingua nell’ apertura e, rovesciando la testa all’ indietro fa scivolare in bocca quella gran quantità di nettare. Dopo averci mostrato, socchiudendola, di averne la bocca piena, lo ingoia tutto.

A quel punto, avrei voluto solo riprendermi la MIA Troia, raggiungere un posticino intimo e riparato e lì fare sesso, e poi ancora sesso, finendo con un dessert di sessooooo...

Evidentemente, però, il Bull ha la stessa voglia. Apre la portiera della macchina del cliente, fa scendere Francesca e l' accompagna sulla sua macchina. Il cliente, senza dire una parola, mette in moto e se ne va, seguito dal Bull e, a chiudere la carovana...io.

Torniamo sul lungomare. Il Bull si ferma, scende e viene verso di me: "Ancora un pò di pazienza - mi dice - tu stai fermo qui, guarda e...godi."

Non so perchè, ma lo assecondo. Ormai sono preso in un meccanismo che non ha più niente a che fare con la realtà. E' come se fossi drogato. Aspetto solo di...vedere cosa ha escogitato il Bull.

Tornato alla sua macchina, fa scendere Francesca e attraversano la strada. Ora sono sulla passeggiata, separata dall' Aurelia solo da una siepe di pitosforo. Francesca e il Bull si fermano, un pò troppo avanti, rispetto a dove sono io, allora sposto la macchina fino ad essere esattamente alla loro altezza.

Evidentemente, oltre la siepe c' è una panchina. Il Bull vi sale in piedi e, immagino, tira fuori il cazzo. Vedo la testa della Troia muoversi nel tipico ritmo del pompino.
Solo pochi secondi (o così mi sembra in quella confusa percezione dello spazio e del tempo in cui sono come invischiato) e il Bull scende. Ora vedo la faccia di Francesca rivolta direttamente verso di me, e dietro a lei il Bull. Capisco che lei è inginocchiata sulla panchina e il Bull la sta scopando alla pecorina o, forse... la sta inculando. Conoscendolo, scommetterei che la sta sodomizzando.
La situazione è questa. Lei, inculata all' aperto mentre, a soli pochi centimetri, oltre la siepe, passano auto e moto. Il traffico è scarso, ma si tratta pur sempre dell' Aurelia.

Le vedo socchiudere le labbra, poi stringerle per trattenere un lamento. Il Bull pompa come un forsennato. Oltretutto la zoccola non si è nemmeno lubrificata...ma non cede. Socchiude gli occhi e...si masturba. Non lo vedo ma SO che si sta accarezzando. E infatti, dopo pochi minuti la Troia gode, gode ropvesciando la testa all' indietro e dichiarando forte, orgogliosamente, il suo piacere: "Siiiii....godooooo...".

Al Bull serviva solo questo per raggiungere il culmine...ancora qualche frenetico colpo e poi...la quiete, l' abbandonarsi ansimando sulla schiena della Troia.

Io, senza quasi accorgermene, mi sono abbassato i pantaloni e ho liberato dalla tortura dell' elastico degli slip un cazzo durissimo.

Ora aspetto solo lei...e lei appare. Appare come in una visione, sotto la luce rossastra dei lampioni. Ha indosso il giubbino, le calze e le scarpe. La gonna in una mano, attraversa, spudoratamente nuda più che se fosse nuda, la strada, arriva alla mia altezza, si volta e allarga le natiche. Allora vedo il suo buchino arrossato, gonfio e da cui cola, bianchissimo, un rivolo di sperma. Senza parlare le passo un paio di mutandine bianche di cotone che tengo sempre nel cassettino portaoggetti. Lei le indossa, poi entra in macchina. Io l' afferro per la nuca, porto la sua testa all' altezza del cazzo e le dico, quasi urlando: "Allora, troia, ti piace bere la sborra? E beviti anche la mia allora, zoccola, vacca, maiala, cagnaaaaaa...."

E così dicendo le riempio la bocca con uno schizzo così violento che una parte le esce dal naso, facendola tossire fino alle lacrime.

Il racconto finisce qui. Quel che è successo dopo, fra noi due...ve lo potete immaginare.
Aggiungo solo che lei mi ha rivelato che il "cliente" in realtà era un amico del Bull, col quale si erano incontrati nel locale e, tutti assieme, avevano ideato la...recita "solo" per me. Che dire...non sono carini???


scritto il
2012-07-17
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