Il legame perverso
di
pervert76
genere
incesti
Ciao a tutti quelli che hanno già letto un mio racconto e un saluto anche a chi, per la prima volta, mi stesse leggendo.
Per dovere di cronaca inizio dicendo che tutto ciò che racconto è accaduto davvero, anche se per primo io stento a capacitarmene.
Riassumendo per un anno circa mia sorella è venuta a stare da me scappando da un matrimonio finito male dopo lunghe sopportazioni da parte sua.
Essendo io single e vivendo per conto mio non ho avuto problemi nell'ospitarla anche quando il rapporto di convivenza è "cambiato" per così dire.
Da quel primo giorno di intimità sono susseguite una lunga serie di vicissitudini che ci hanno visto condividere la nostra sessualità condita dalla complicità di essere fratello e sorella e per di più affiatati.
Inutile dire che io fossi già abbastanza libertino, da buon maschietto quale sono e lei, a causa del suo peculiarfe matrimonio ha sempre un pò represso ed un pò negato le sue curiosità in campo sessuale nonchè le sue voglie.
Probabilmente fu questa forma di repressione a scatenare i fatti che, in seguito, avvennero.
Iniziammo a sperimentare l'uno con l'altra tutte , o quasi, le fantasie che aveamo coinvolgendoci presto in una serie di giochi che avevano come comune denominatore il piacere in molte delle sue forme.
Questo avvenne una sera che decidemmo di visitare un pub nei dintorni di casa mia.
Passavamo le giornate a chiacchierare del più e del meno, dai progetti per l'immediato futuro ad argomenti più astratti in materia di rapporti umani e finivamo per parlare poi del suo stato emotivo (per il quale sospettavo di essere uno sfogo, cosa in cui ero felice di poter essere d'aiuto).
Decidemmo di lasciarci anche guidare dall'istinto per ciò che riguardava il nostro peculiare rapporto senza preoccuparci dei tabù e compagnia bella.
Dove uno dei due prendeva le redini del gioco l'altro seguiva senza fatica..
Qella sera, dicevo, decidemmo di provare questo pub tanto decantato e io proposi di provare a giocare un pò.
Le feci trovare dei vestiti pronti, scelti dal suo guardaroba..una valigia in pratica.
Rivedo ancora la sua sorpresa nel trovare anche calze autoreggenti ed una minigonna plissettata che avevo acquistato per l'occasione.
La sorpresa stava anche nel perizoma che avevo riesumato da un angolino della valigia e del quale sembrava essersi dimenticata.
Per fiinire, una maglia scollata molto morbida e leggera portata, ovviamente, senza reggiseno.
Arrivati nel locale notai subito la sua aria imbarazzata per il vestiario e titubante per il dubbio di non conoscere ancora i termini del gioco.
La rassicurai sul suo splendido aspetto fisico e, pur ancora titubante, acconsentì a entrare nel locale.
Trovammo un tavolo leggermente appartato di quelli tipici dei pub con panche a schienale alto invece delle sedie, caratteristica che rendeva ogni tavolo un'alcova privata.
Devo aggiungere che non riuscivo, già in quel momento, a staccare gli occhi da lei perchè così vestita attirava lo sguardo di molti nel pub e, per me, era ancora più attraente perchè porta gl occhiali, cosa che già di mio mi eccita...
Le donavano, insieme agli abiti, quell'aria da maestrina molto sexy che trovo irresistibile.
La vedevo interrogarmi con lo sguardo cercando di capire le mie intenzioni e quando avrei iniziato il gioco ed io, a bella posta, mi guardavo intorno.
Lei doveva pensare che volessi istigarla a rimorchiare qualcuno mentri io invece mi godevo gli sguardi di chi, attorno a noi, mi vedeva insieme a lei.
Proprio per gli avventori del locale cercavo di sfiorarla e accarezzarle le spalle e le braccia con gesti ostentati e dicevo a lei di notare come bevevano letteralmente i miei gesti immaginandosi al mio posto; cosa che sapevo, la avrebbe fatta eccitare.
Cosa c'è di meglio che sapersi desiderata?
le chiesi anche di immaginare cosa le avrebbero voluto fare, se avessero potuto...
Il suo mordersi il labbro inferiore la diceva lunga su come fremesse.
Non tardando oltre ordinammo da bere e qualche fritto per pasteggiare e subito mi congedai per andare in bagno.
una volta lì iniziai ad inviarle dei messaggi col telefonino chiedendo cosa facessero gli altri nel vederla sola, anche se momentaneamente, e rispose che alcuni la fissavano con intenzione ed un paio eano stati beccati dalle rispettive ragazze che erano, logicamente, infuriate.
Mi confessò di eesere eccitata e bagnata all'idea e le chiesi di indovinare cosa stessi facendo io mentre leggevo i suoi messaggi, inviandole subito una foto del mio pene eretto.
Tornai poi al tavolo e fremetti nel vedere i suoi occhi brillare di eccitazione.
Le chiesi poi di andare in bagno e aspettare che le dicessi cosa fare.
Arrivata li mi messaggiò di essere pronta e le dissi di togliere il perizoma e tornare da me.
Le occorsero alcuni minuti per trovare la fermezza di farlo perchè stava già sgocciolando tra le cosce, come mi confessò appena giunta al tavolo.
Volendo conferma allungai una mano tra le sue gambe e ritirai il dito impreganto di succo portandomelo alla bocca.
Era su di giri e decise di rendermi la pariglia per i gioco in cui l'avevo trascinata e mi chiese di raccogliere il tovaglolo che le era caduto vicino a me; quasi battei la testa sotto il tavolo nel vedere le sue gambe aperte per me e la sua mano a dilatare le labbra della sua fichetta.
Disse che avrebbe voluto scivolare sotto il tavolo a succhiarmi e nel dirlo allungò una mano sulla mia patta strizzando lievemente il mio pene gonfio.
Giuro che ero sul punto di trascinarla a casa per saltarle addosso ma resistetti per un pelo.
La mia idea era resistere il più possibile ed aumentare la voglia che provavamo pregustando il piacere che ne sarebbe seguito.
Non sapevo dove saremmo andati a parare ma dovunque fossimo arrivati ce la saremmo goduta un mondo.
durammo il tempo di una birra media e pochi snack poi ci dirigemmo in bagno e chiusa la porta ci saltammo addosso incurandi del water sporco e del pavimento umido.
lei si piegò per tirarmelo fuori e succhiarlo brevemente, poi le tirai su la gonna e le infilzai premendola contro la parete metre le tenevo una coscia sollevata.
Non durammo molto perchè eravamo a mille e , complice il rischio di essere scoperti arrivammo subito.
Pagato il conto andammo in macchina e decidemmo di bighellonare senza meta per la città.
Le sue gambe allargate seduta al posto del passeggero attirarono la mia mano in maniera irresistibile e lei, tirando il bacino avanti mi facilitava il compito.
Fermi al semaforo un furgone colpì la sua attenzione fermandosi accanto a noi, nella corsia per svoltare.
Poco prima di ripartire, allo scoccare del colore verde, lei mi sorprese sollevando i bordo della gonna e sventolandosi ostentatamente mettendo in mostra la sua nudità e la mia mano a beneficio del conducente del furgone.
Dallo spcchietto ebbi appena il tempo di notare che provò a seguirci quasi provocando un incidente.
Lei aveva preso il controllo del gioco con naturalezza e mi condusse in un parcheggio con vista panoramica di sua conoscenza, noto ritrovo per coppiette in amore.
Li rimanemmo per un pò chiacchierando e godendo delle macchine vicine da cui provenivano cigolii di sospensioni e occasionali gemiti di piacere.
Dopo un pò decidemmo di tornare a casa dove già pregustavo una degna conclusione della serata ma non avevo fatto i conti con la sua eccitazione.
Per tutto il viaggio di ritorno mi elargì uno dei più favolosi pompini che io abbia mai ricevuto e, quel viaggio seppur su una breve distanza, durò più che un lungo viaggio in autostrada.
Venni nella sua bocca appena superato il cancello di casa e succhiata via l'ultima goccia di sperma scendemmo dalla macchina.
La sua prima domanda fu:"non sarai mica scarico vero?" mettendosi a novanta sul cofano della macchina ed esponendomi quel culo stupendo incorniciato dalle calze e dalla gonna.
La sua passerina stillava succo e la leccai a lungo inginocchiato dietro di lei rendendole il piacere che mi aveva appena donato.
Sazio che fui del suo succo la impalai spingendola sul cofano dell'auto e gustando lo sbattere della mia pancia sul suo sedere.
Non smetteva di accarezzare le mie palle tirandomi a se per averlo tutto mentre ci sussurravamo porcherie a non finire.
Fremette quando le dissi che tutti i ragazzi nel locale avrebbero voluto sbatterla così appoggiata al tavolo e che gli stessi avrebbero voluto un pompino come quello che mi aveva fatto.
Non avevo più remore a sfogare le mie voglie e nemmeno lei, eccitati come eravamo e, giorni dopo, le confessai che se uno di quei ragazzi si fosse materializzato li per miracolo, in quel momento, avrei accetato di scoparla in due per quanto ero eccitato.
Mi confessò che era balenato anche a lei il pensiero.
Finimmo la serata in camera da letto facendolo di nuovo ma stavolta con dolcezza, come una coppia di amanti innamorati.
Non fu la prima volta che giocammo ne fù l'ultima...ci aspettava ancora molto tempo per sperimentare le nostre fantasie e ne godemmo appieno per i mesi successivi...
Per dovere di cronaca inizio dicendo che tutto ciò che racconto è accaduto davvero, anche se per primo io stento a capacitarmene.
Riassumendo per un anno circa mia sorella è venuta a stare da me scappando da un matrimonio finito male dopo lunghe sopportazioni da parte sua.
Essendo io single e vivendo per conto mio non ho avuto problemi nell'ospitarla anche quando il rapporto di convivenza è "cambiato" per così dire.
Da quel primo giorno di intimità sono susseguite una lunga serie di vicissitudini che ci hanno visto condividere la nostra sessualità condita dalla complicità di essere fratello e sorella e per di più affiatati.
Inutile dire che io fossi già abbastanza libertino, da buon maschietto quale sono e lei, a causa del suo peculiarfe matrimonio ha sempre un pò represso ed un pò negato le sue curiosità in campo sessuale nonchè le sue voglie.
Probabilmente fu questa forma di repressione a scatenare i fatti che, in seguito, avvennero.
Iniziammo a sperimentare l'uno con l'altra tutte , o quasi, le fantasie che aveamo coinvolgendoci presto in una serie di giochi che avevano come comune denominatore il piacere in molte delle sue forme.
Questo avvenne una sera che decidemmo di visitare un pub nei dintorni di casa mia.
Passavamo le giornate a chiacchierare del più e del meno, dai progetti per l'immediato futuro ad argomenti più astratti in materia di rapporti umani e finivamo per parlare poi del suo stato emotivo (per il quale sospettavo di essere uno sfogo, cosa in cui ero felice di poter essere d'aiuto).
Decidemmo di lasciarci anche guidare dall'istinto per ciò che riguardava il nostro peculiare rapporto senza preoccuparci dei tabù e compagnia bella.
Dove uno dei due prendeva le redini del gioco l'altro seguiva senza fatica..
Qella sera, dicevo, decidemmo di provare questo pub tanto decantato e io proposi di provare a giocare un pò.
Le feci trovare dei vestiti pronti, scelti dal suo guardaroba..una valigia in pratica.
Rivedo ancora la sua sorpresa nel trovare anche calze autoreggenti ed una minigonna plissettata che avevo acquistato per l'occasione.
La sorpresa stava anche nel perizoma che avevo riesumato da un angolino della valigia e del quale sembrava essersi dimenticata.
Per fiinire, una maglia scollata molto morbida e leggera portata, ovviamente, senza reggiseno.
Arrivati nel locale notai subito la sua aria imbarazzata per il vestiario e titubante per il dubbio di non conoscere ancora i termini del gioco.
La rassicurai sul suo splendido aspetto fisico e, pur ancora titubante, acconsentì a entrare nel locale.
Trovammo un tavolo leggermente appartato di quelli tipici dei pub con panche a schienale alto invece delle sedie, caratteristica che rendeva ogni tavolo un'alcova privata.
Devo aggiungere che non riuscivo, già in quel momento, a staccare gli occhi da lei perchè così vestita attirava lo sguardo di molti nel pub e, per me, era ancora più attraente perchè porta gl occhiali, cosa che già di mio mi eccita...
Le donavano, insieme agli abiti, quell'aria da maestrina molto sexy che trovo irresistibile.
La vedevo interrogarmi con lo sguardo cercando di capire le mie intenzioni e quando avrei iniziato il gioco ed io, a bella posta, mi guardavo intorno.
Lei doveva pensare che volessi istigarla a rimorchiare qualcuno mentri io invece mi godevo gli sguardi di chi, attorno a noi, mi vedeva insieme a lei.
Proprio per gli avventori del locale cercavo di sfiorarla e accarezzarle le spalle e le braccia con gesti ostentati e dicevo a lei di notare come bevevano letteralmente i miei gesti immaginandosi al mio posto; cosa che sapevo, la avrebbe fatta eccitare.
Cosa c'è di meglio che sapersi desiderata?
le chiesi anche di immaginare cosa le avrebbero voluto fare, se avessero potuto...
Il suo mordersi il labbro inferiore la diceva lunga su come fremesse.
Non tardando oltre ordinammo da bere e qualche fritto per pasteggiare e subito mi congedai per andare in bagno.
una volta lì iniziai ad inviarle dei messaggi col telefonino chiedendo cosa facessero gli altri nel vederla sola, anche se momentaneamente, e rispose che alcuni la fissavano con intenzione ed un paio eano stati beccati dalle rispettive ragazze che erano, logicamente, infuriate.
Mi confessò di eesere eccitata e bagnata all'idea e le chiesi di indovinare cosa stessi facendo io mentre leggevo i suoi messaggi, inviandole subito una foto del mio pene eretto.
Tornai poi al tavolo e fremetti nel vedere i suoi occhi brillare di eccitazione.
Le chiesi poi di andare in bagno e aspettare che le dicessi cosa fare.
Arrivata li mi messaggiò di essere pronta e le dissi di togliere il perizoma e tornare da me.
Le occorsero alcuni minuti per trovare la fermezza di farlo perchè stava già sgocciolando tra le cosce, come mi confessò appena giunta al tavolo.
Volendo conferma allungai una mano tra le sue gambe e ritirai il dito impreganto di succo portandomelo alla bocca.
Era su di giri e decise di rendermi la pariglia per i gioco in cui l'avevo trascinata e mi chiese di raccogliere il tovaglolo che le era caduto vicino a me; quasi battei la testa sotto il tavolo nel vedere le sue gambe aperte per me e la sua mano a dilatare le labbra della sua fichetta.
Disse che avrebbe voluto scivolare sotto il tavolo a succhiarmi e nel dirlo allungò una mano sulla mia patta strizzando lievemente il mio pene gonfio.
Giuro che ero sul punto di trascinarla a casa per saltarle addosso ma resistetti per un pelo.
La mia idea era resistere il più possibile ed aumentare la voglia che provavamo pregustando il piacere che ne sarebbe seguito.
Non sapevo dove saremmo andati a parare ma dovunque fossimo arrivati ce la saremmo goduta un mondo.
durammo il tempo di una birra media e pochi snack poi ci dirigemmo in bagno e chiusa la porta ci saltammo addosso incurandi del water sporco e del pavimento umido.
lei si piegò per tirarmelo fuori e succhiarlo brevemente, poi le tirai su la gonna e le infilzai premendola contro la parete metre le tenevo una coscia sollevata.
Non durammo molto perchè eravamo a mille e , complice il rischio di essere scoperti arrivammo subito.
Pagato il conto andammo in macchina e decidemmo di bighellonare senza meta per la città.
Le sue gambe allargate seduta al posto del passeggero attirarono la mia mano in maniera irresistibile e lei, tirando il bacino avanti mi facilitava il compito.
Fermi al semaforo un furgone colpì la sua attenzione fermandosi accanto a noi, nella corsia per svoltare.
Poco prima di ripartire, allo scoccare del colore verde, lei mi sorprese sollevando i bordo della gonna e sventolandosi ostentatamente mettendo in mostra la sua nudità e la mia mano a beneficio del conducente del furgone.
Dallo spcchietto ebbi appena il tempo di notare che provò a seguirci quasi provocando un incidente.
Lei aveva preso il controllo del gioco con naturalezza e mi condusse in un parcheggio con vista panoramica di sua conoscenza, noto ritrovo per coppiette in amore.
Li rimanemmo per un pò chiacchierando e godendo delle macchine vicine da cui provenivano cigolii di sospensioni e occasionali gemiti di piacere.
Dopo un pò decidemmo di tornare a casa dove già pregustavo una degna conclusione della serata ma non avevo fatto i conti con la sua eccitazione.
Per tutto il viaggio di ritorno mi elargì uno dei più favolosi pompini che io abbia mai ricevuto e, quel viaggio seppur su una breve distanza, durò più che un lungo viaggio in autostrada.
Venni nella sua bocca appena superato il cancello di casa e succhiata via l'ultima goccia di sperma scendemmo dalla macchina.
La sua prima domanda fu:"non sarai mica scarico vero?" mettendosi a novanta sul cofano della macchina ed esponendomi quel culo stupendo incorniciato dalle calze e dalla gonna.
La sua passerina stillava succo e la leccai a lungo inginocchiato dietro di lei rendendole il piacere che mi aveva appena donato.
Sazio che fui del suo succo la impalai spingendola sul cofano dell'auto e gustando lo sbattere della mia pancia sul suo sedere.
Non smetteva di accarezzare le mie palle tirandomi a se per averlo tutto mentre ci sussurravamo porcherie a non finire.
Fremette quando le dissi che tutti i ragazzi nel locale avrebbero voluto sbatterla così appoggiata al tavolo e che gli stessi avrebbero voluto un pompino come quello che mi aveva fatto.
Non avevo più remore a sfogare le mie voglie e nemmeno lei, eccitati come eravamo e, giorni dopo, le confessai che se uno di quei ragazzi si fosse materializzato li per miracolo, in quel momento, avrei accetato di scoparla in due per quanto ero eccitato.
Mi confessò che era balenato anche a lei il pensiero.
Finimmo la serata in camera da letto facendolo di nuovo ma stavolta con dolcezza, come una coppia di amanti innamorati.
Non fu la prima volta che giocammo ne fù l'ultima...ci aspettava ancora molto tempo per sperimentare le nostre fantasie e ne godemmo appieno per i mesi successivi...
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