Giochini perversi
di
pervert76
genere
incesti
Ciao a tutti, proseguo col racconto dell'anno in cui mia sorella decise di mollare il marito e si stabilì da me per dare una nuova svolta alla sua vita.
Nei racconti precedenti ho già raccontato di come mia sorella avesse compiuto questo passo e del perchè ed il modo in cui eravamo arrivati a questo rapporto.
Ciò che racconto ora non è che il seguito di quanto già esposto in precedenza.
Avevamo instaurato dunque un tacito accordo in cui ognuno di noi due si sarebbe attenuto ed avrebbe seguito, le fantasie dell'altro.
Dopo un apio di settimane di convivenza, la notizia della rottura tra mia sorella ed il suo ex era inevitabilmente giunta alle orecchie di nostra madre, con la successiva pletora di domande preoccupate sul suo futuro e su cosa avrebbe fatto ora e, ancora, su come avrebbe fatto per avere un tetto ecc ecc.
Entrambi la rassicurammo che non ci sarebbero stati problemi e che si sarebbe stabilita da me fino a che non avesse ritrovato il suo equilibrio; in fondo aveva il suo lavoro che, fortunatamente poteva svolgere da casa, essendo una libera professionista.
Non sentendo ragioni, da buona mamma del sud volle sincerarsi delle sue condizioni ed assicurare il suo supporto autoinvitandosi da me per stare un pò con noi.
Come si sa, alla mamma, non si può dire di no e ci preparammo ad accoglierla per il giorno del suo arrivo a casa mia.
Ovviamente pensavo alla mancanza di intimità tra noi che ne sarebbe seguita, intimità alla quale ormai mi ero abituato ed a cui lei sembrava non pensare troppo, vista òla visita imminente.
Quanto mi sbagliavo su questo fu chiaro già dalla prima sera a cena quando mia sorella, nel mezzo dei preparativi per imbandire la tavola, mi disse, con malizia, di non avere le mutande sotto la gonna, confessando anche che ci aveva preso gusto dalla sera al pub.
Rimasi basito dall'idea di averla li, eccitata e senza slip senza poter fare nulla.
Il suo sguardo era chiaro, mi stava rendendo pan per focaccia e sapeva di avere il controllo vista la sua iniziativa e la maggiore capacità di dissimulare rispetto a me.
Purtroppo non sono mai stato capace di nascondere nulla a chi mi conosce e, a detta di tutti, sono un libro aperto.
Soliti discorsi di rito a cena con fiumi di domande da parte di mia madre alle quali, io e mia sorella, cercavamo di dare spiegazioni esaustive cercando di non farci trascinare dalle risposte della mamma.
Di tanto in tanto coglievo qualche sguardo di mia sorella che si mordicchiava il labbro fissandomi, segno di qualche pensiero fugace il tutto talmente rapido da essere colto a fatica e che rendeva evidente la mia confusione; confusione che suscitava sguardi perplessi di mia madre che continuava a domandarmi cosa avessi.
Mia sorella evidentemente se la rideva sotto i baffi sapendo quanto fossi eccitato e allo stesso tempo impaurito dalla situazione.
Non persi comunque la calma e cominciai a pianificare la mia contromossa.
trovandomela davanti in cucina le chiesi se volesse essere così gentile da prendere altri piatti per il secondo che stavamo per portare in tavola eli, piegandosi ostentò la sua patatina tirando su, a bella posta, l'orlo della gonna.
Non persi ulteriore tempo e strofinai un dito lungo al fessura facendola sobbalzare e sentendo l'umidità del suo sesso.
Strofinai giusto un pò, abbastanza per farle desiderare di più e lasciandola così, eccitata e vogliosa, consapevole che oltre non sarebbe stato saggio andare.
Il suo sguardo a metà tra l'oltraggio di averla mollata a metà e l'eccitato per la "sfida" appena lanciata mi confermò che questo era il suo gioco e che non avrebbe tardato a replicare.
Mia madre non poteva non notare i nostri atteggiamenti strani rispetto alla norma senza ben capire cosa succedesse.
Quella sera fu òl'arma, seppur involontaria, di quel gioco appena iniziato; fortunatamente concluse tra se che eravamo solo in confusione per la situazione particolare di mia sorella.
Non si accorse di quando lei andò in cucina per prendere la frutta e dietro le sue spalle mi fece vedere, mettendo un piede sulla sedia e aprendo la coscia, come si stuzzicava con una banana che poi mi porse, mettendo i cesto della frutta sulla tavola, a bella posta, fissandomi negli occhi.
Non sapevo come replicare e presi il frutto consapevole del succo spalmato sopra anelando di poterlo leccare ma senza averne il coraggio.
Provvide mia sorella a distrarla perchè potessi farlo, con mio sommo piacere.
poco dopo.
Intanto il mio cervello macchinava cercando una degna replica e colsi l'occasione quando mi alzai per fare il caffè.
Ero già eccitato e sentivo il mio pene esplodere ne boxer tanto che sentivo delle goccioline uscire dalla punta.
In un attimo decisi, tirai fuori l'uccello e spalmai quelle gocce sul bordo della tazzina prima di versare il caffè.
Ovviamente, arrivato a tavola, porsi ostentatamente la tazzina a mia sorella per farle ricordare la banana di prima.
Sorridendo provvide a bere il caffè girando sulle labbra tutto il bordo della tazzina, con lo sguardo fisso su di me.
Nell'alzarsi per sparecchiare mi sussurrò che non sarebbe certo finita li, cosa che speravo con tutto me stesso.
Finita la cena e dopo altre chiacchiere di rito, mia madre si ritenne soddisfatta dell'indagine svolta e chiese di essere riaccompagnata a casa.
Il tragitto in macchina fu tranquillo ma al ritorno, soli in auto, demmo sfogo a tutte le nostre voglie iniziando a toccarci a vicenda con reciproca soddisfazione ed io procedetti a velocità molto moderata per poterne approfittare al meglio.
Più o meno a metà tragitto individuai una stradina che conoscevo e che condueva ad un luogo appartato, meta di tante coppiette in amore.
La portai li pregustando il piacere che ci saremmo scambiati e, reclinati i sedili, demmo inizio alle danze.
Ovviamente, in quei posti, si deve dare per scontata la presenza di guardoni, ed in fatti ce n'era uno che spiava da dietro un cespuglio le due o tre auto parcheggiate.
Senza timori o remore, mia sorella si mise in ginocchio sul sedile iniziando uno dei suoi magnifici pompini.
Mi accorsi con un attimo di ritardo che aveva tirato su il sedere esponendo così le natiche e la sua fichetta algli sguardi indiscreti.
Gli dissi tra un sospiro e l'altro che il guardone la stava fissando e lei rispose:"lo so.. dimmi quello che fa".
Le dissi che aveva il cazzo fuori e si stava segando; in tono compiaciuto mi disse che ci sperava e voleva farlo eccitare.
Mi chiese di tirami su affinchè il voyeur potesse vederla col mio penen in bocca e io acconsentii schizzandola poco dopo.
Non resistendo oltre la misi a pecorina sul sedile e iniziai a montarla dicendole che ora il guardone avrebbe visto di più..
Ero già venuto e la feci mettere sopra di me per farle vedere come il guardone venisse segnadosi e, in quell'esatto momento venne anche lei facendomi colare sul cazzo una quantità di seme enorme.
stette ancora li qualche secondo gustando la penetrazione e si dedicò un pò a ripulirmi con la lingua, poi, ripartimmoa lla volta di casa più leggeri di come eravamo all'andata.
Stnchi mentalmente e fisicamente ma appagati ci concedemmo una notte di coccole e sonno.
Il mattino dopo dovevo lavorare e anche lei perciò non andammo oltre.
Nei racconti precedenti ho già raccontato di come mia sorella avesse compiuto questo passo e del perchè ed il modo in cui eravamo arrivati a questo rapporto.
Ciò che racconto ora non è che il seguito di quanto già esposto in precedenza.
Avevamo instaurato dunque un tacito accordo in cui ognuno di noi due si sarebbe attenuto ed avrebbe seguito, le fantasie dell'altro.
Dopo un apio di settimane di convivenza, la notizia della rottura tra mia sorella ed il suo ex era inevitabilmente giunta alle orecchie di nostra madre, con la successiva pletora di domande preoccupate sul suo futuro e su cosa avrebbe fatto ora e, ancora, su come avrebbe fatto per avere un tetto ecc ecc.
Entrambi la rassicurammo che non ci sarebbero stati problemi e che si sarebbe stabilita da me fino a che non avesse ritrovato il suo equilibrio; in fondo aveva il suo lavoro che, fortunatamente poteva svolgere da casa, essendo una libera professionista.
Non sentendo ragioni, da buona mamma del sud volle sincerarsi delle sue condizioni ed assicurare il suo supporto autoinvitandosi da me per stare un pò con noi.
Come si sa, alla mamma, non si può dire di no e ci preparammo ad accoglierla per il giorno del suo arrivo a casa mia.
Ovviamente pensavo alla mancanza di intimità tra noi che ne sarebbe seguita, intimità alla quale ormai mi ero abituato ed a cui lei sembrava non pensare troppo, vista òla visita imminente.
Quanto mi sbagliavo su questo fu chiaro già dalla prima sera a cena quando mia sorella, nel mezzo dei preparativi per imbandire la tavola, mi disse, con malizia, di non avere le mutande sotto la gonna, confessando anche che ci aveva preso gusto dalla sera al pub.
Rimasi basito dall'idea di averla li, eccitata e senza slip senza poter fare nulla.
Il suo sguardo era chiaro, mi stava rendendo pan per focaccia e sapeva di avere il controllo vista la sua iniziativa e la maggiore capacità di dissimulare rispetto a me.
Purtroppo non sono mai stato capace di nascondere nulla a chi mi conosce e, a detta di tutti, sono un libro aperto.
Soliti discorsi di rito a cena con fiumi di domande da parte di mia madre alle quali, io e mia sorella, cercavamo di dare spiegazioni esaustive cercando di non farci trascinare dalle risposte della mamma.
Di tanto in tanto coglievo qualche sguardo di mia sorella che si mordicchiava il labbro fissandomi, segno di qualche pensiero fugace il tutto talmente rapido da essere colto a fatica e che rendeva evidente la mia confusione; confusione che suscitava sguardi perplessi di mia madre che continuava a domandarmi cosa avessi.
Mia sorella evidentemente se la rideva sotto i baffi sapendo quanto fossi eccitato e allo stesso tempo impaurito dalla situazione.
Non persi comunque la calma e cominciai a pianificare la mia contromossa.
trovandomela davanti in cucina le chiesi se volesse essere così gentile da prendere altri piatti per il secondo che stavamo per portare in tavola eli, piegandosi ostentò la sua patatina tirando su, a bella posta, l'orlo della gonna.
Non persi ulteriore tempo e strofinai un dito lungo al fessura facendola sobbalzare e sentendo l'umidità del suo sesso.
Strofinai giusto un pò, abbastanza per farle desiderare di più e lasciandola così, eccitata e vogliosa, consapevole che oltre non sarebbe stato saggio andare.
Il suo sguardo a metà tra l'oltraggio di averla mollata a metà e l'eccitato per la "sfida" appena lanciata mi confermò che questo era il suo gioco e che non avrebbe tardato a replicare.
Mia madre non poteva non notare i nostri atteggiamenti strani rispetto alla norma senza ben capire cosa succedesse.
Quella sera fu òl'arma, seppur involontaria, di quel gioco appena iniziato; fortunatamente concluse tra se che eravamo solo in confusione per la situazione particolare di mia sorella.
Non si accorse di quando lei andò in cucina per prendere la frutta e dietro le sue spalle mi fece vedere, mettendo un piede sulla sedia e aprendo la coscia, come si stuzzicava con una banana che poi mi porse, mettendo i cesto della frutta sulla tavola, a bella posta, fissandomi negli occhi.
Non sapevo come replicare e presi il frutto consapevole del succo spalmato sopra anelando di poterlo leccare ma senza averne il coraggio.
Provvide mia sorella a distrarla perchè potessi farlo, con mio sommo piacere.
poco dopo.
Intanto il mio cervello macchinava cercando una degna replica e colsi l'occasione quando mi alzai per fare il caffè.
Ero già eccitato e sentivo il mio pene esplodere ne boxer tanto che sentivo delle goccioline uscire dalla punta.
In un attimo decisi, tirai fuori l'uccello e spalmai quelle gocce sul bordo della tazzina prima di versare il caffè.
Ovviamente, arrivato a tavola, porsi ostentatamente la tazzina a mia sorella per farle ricordare la banana di prima.
Sorridendo provvide a bere il caffè girando sulle labbra tutto il bordo della tazzina, con lo sguardo fisso su di me.
Nell'alzarsi per sparecchiare mi sussurrò che non sarebbe certo finita li, cosa che speravo con tutto me stesso.
Finita la cena e dopo altre chiacchiere di rito, mia madre si ritenne soddisfatta dell'indagine svolta e chiese di essere riaccompagnata a casa.
Il tragitto in macchina fu tranquillo ma al ritorno, soli in auto, demmo sfogo a tutte le nostre voglie iniziando a toccarci a vicenda con reciproca soddisfazione ed io procedetti a velocità molto moderata per poterne approfittare al meglio.
Più o meno a metà tragitto individuai una stradina che conoscevo e che condueva ad un luogo appartato, meta di tante coppiette in amore.
La portai li pregustando il piacere che ci saremmo scambiati e, reclinati i sedili, demmo inizio alle danze.
Ovviamente, in quei posti, si deve dare per scontata la presenza di guardoni, ed in fatti ce n'era uno che spiava da dietro un cespuglio le due o tre auto parcheggiate.
Senza timori o remore, mia sorella si mise in ginocchio sul sedile iniziando uno dei suoi magnifici pompini.
Mi accorsi con un attimo di ritardo che aveva tirato su il sedere esponendo così le natiche e la sua fichetta algli sguardi indiscreti.
Gli dissi tra un sospiro e l'altro che il guardone la stava fissando e lei rispose:"lo so.. dimmi quello che fa".
Le dissi che aveva il cazzo fuori e si stava segando; in tono compiaciuto mi disse che ci sperava e voleva farlo eccitare.
Mi chiese di tirami su affinchè il voyeur potesse vederla col mio penen in bocca e io acconsentii schizzandola poco dopo.
Non resistendo oltre la misi a pecorina sul sedile e iniziai a montarla dicendole che ora il guardone avrebbe visto di più..
Ero già venuto e la feci mettere sopra di me per farle vedere come il guardone venisse segnadosi e, in quell'esatto momento venne anche lei facendomi colare sul cazzo una quantità di seme enorme.
stette ancora li qualche secondo gustando la penetrazione e si dedicò un pò a ripulirmi con la lingua, poi, ripartimmoa lla volta di casa più leggeri di come eravamo all'andata.
Stnchi mentalmente e fisicamente ma appagati ci concedemmo una notte di coccole e sonno.
Il mattino dopo dovevo lavorare e anche lei perciò non andammo oltre.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il legame perversoracconto sucessivo
Ancora noi
Commenti dei lettori al racconto erotico