Verificatore, in te noi crediamo.
di
Kohai 2.0
genere
etero
Sperando che il verificatore lo legga
Frizione, freno, chiave e metto in moto.
Guido per un po’, finché la strada si fa più stretta e irregolare.
Le luci della città ben presto lasciano spazio al buio della notte.
Vedo solo i fari dell’auto sullo sterrato e dopo pochi minuti porto il veicolo davanti a un cancello e mi fermo.
Spengo le luci e per qualche attimo il modo è inchiostro puro.
Da qualche parte, nel nero dell’aria, trovo la leva che porta il sedile in una posizione più comoda.
Lascio fuoriuscire un sospiro.
Uno di quelli che racchiude in sé la storia della giornata, della settimana o anche del mese.
Potrei addormentarmi così, come se fossi a casa, su quel dannato divano scomodo.
Sento una pressione sul mio ginocchio.
Risale in modo frettoloso la coscia e poi ridiscendere.
Un po’ mi infastidisce, ma capisco che quel attimo di riposo ha un suo costo.
Mi libero dalla chiusura della cintura.
Comincio a distinguere qualche dettaglio, illuminato dalla fioca luce di una notte senza nuvole.
Il cancello, che so essere ricoperto da ruggine e vecchia vernice verde, ormai quasi totalmente scrostata.
L’erba infestante lungo il muretto grezzo di pietra bianca.
La sua figura sul sedile accanto al mio.
È tutto così ovattato e silenzioso.
Tutto tranne il fruscio della sua mano sul mio pantalone.
Mi occupo del bottone.
Della zip.
Non li abbasso nemmeno i pantaloni, non serve.
Sento la mano stringersi sul mio membro.
Mi accomodo meglio.
Comincia a strofinare.
Chiudo gli occhi e mi godo la sensazione.
Sento l’anello che porta al dito, ma non è fastidioso.
Il suo respiro si mescola al rumore della sua mano.
Lo sento solo ora.
Ansima, forse lo fa perché pensa che mi piaccia.
Mi muove il cazzo da una parte all’altra e mi innervosisce.
Sposto forse troppo rudemente la sua mano e faccio da me.
Pochi colpi veloci e secchi ed eccolo che già diventa quel che potrebbe essere un pene e non la flaccida pelle che lei provava a coccolare.
Continuo a segarmelo ed ecco la sua mano che torna sulla coscia.
Dopo qualche secondo, lascio l’accenno di erezione che spunta dai pantaloni e porto la mano dietro la sua testa.
Puntavo al collo, ma al buio trovo solo capelli.
Stringo in un pugno e lei mi asseconda, la porto verso di me.
La vedo sporgersi oltre il cambio e avverto il calore della sua bocca.
Sento il calore avvolgerlo e mi scappa un accenno di sorriso.
Mi piace tenere la mano sulla sua testa.
In realtà non la spingo, ma la mia mano è lì tra i suoi capelli.
Succhia più di quel che immaginavo e dopo poco sento l’erezione arrivare.
Vedere la sua testa alzarsi e abbassarsi è soddisfacente quasi quanto sentire la cappella calda e umida dentro la sua bocca
Porto la mano al collo, stringo appena e le alzo la testa.
Prendo il cazzo, lo sposto verso la maglia e mentre continuo a segnarmi col palmo, le spingo la testa nuovamente in basso.
Sento la sua lingua passare prima su una palla, poi tra le due.
Ne prende una tra le labbra e comincia a succhiare.
È questo che volevo.
Ho quasi dimenticato la pessima partenza
Sento ancora la lingua che si muove e mi solletica.
Porto la mano lungo la sua schiena e sono felice di sentire solo la maglia.
Lei non da segno di percepire i miei movimenti.
Sposto il braccio lungo il fianco e poi sul petto.
Senza addentrarmi sotto il tessuto, afferro e stringo un seno.
Sento le sue labbra reagire.
Stringo e sento una piccola pressione anch’io.
Lascio che mi riprenda il cazzo in bocca, mentre la sua mano scende a prendere il posto della sua lingua, massaggiandomi più giù.
Stringo ancora il seno e le strappo un gemito.
Non mi importa se è vero o falso, la mia rigidità preme e la sua bocca non è abbastanza.
Con la mano sinistra afferro i capelli e tenendola ferma alzo il bacino verso di lei.
La sua testa prova a sfuggirmi, ad ogni affondo, e sento l’umido della saliva scendere sempre più giù dall’asta.
In poco tempo sono al limite e sento già qualche schizzo arrivarle in gola, mentre le prendo la testa con entrambe le mani e la schiaccio verso il mio pube.
Mi serve qualche minuto per ricompormi.
Lei ha stretto il mio cazzo, facendo uscire le ultime gocce.
Continua a muoverlo, ma per stasera penso sia tutto.
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