Il mio inferno

di
genere
pulp

Sono stremata. Quante violenze avrò ricevuto? Non lo so, ho perso il conto. Giorni prima, o forse mesi prima stavo facendo una passeggiata nel mio tranquillo paesello, di sera, circa alle dieci. Non si trovava anima viva in giro. E poi tutto fu molto confuso: ero passata davanti a un furgone parcheggiato, spento, qualcuno da dietro che mi metteva qualcosa in testa. Il tempo di rendersi conto di quanto mi stava accadendo, e ho perso i sensi. Mi era poi risvegliata e non sapevo dove fossi, ne quanto tempo era passato. Un gran dolore alle gambe e con orrore mi ero accorta che mi avevano spogliata completamente e immobilizzata su una sedia ginecologica. Una benda mi impedeva di vedere. "Dimenticati la tua vita precedente, ora sei in nostro possesso. Ci farai divertire, noi e i nostri amici" aveva detto una voce ansante, un'eccitazione perversa. Ero scoppiata a piangere, ma inutilmente. In pochi secondi sentii un pene che si intrufolava nella vagina e iniziava a violentarmi e nel frattempo mani prepotenti che mi toccavano e stritolavano i seni. Un alito schifoso addosso, uno di loro mi stava baciando appassionatamente. Mi veniva da vomitare. L'uomo che mi violentava, purtroppo concluse dentro di me, ma in un attimo un altro bastardo gli diede il cambio. Singhiozzavo e urlavo con tutta l'anima. "Solo noi sappiamo che sei qui" la lapidaria risposta. Avevano seguito altri tre cambi, quando finalmente mi avevano lasciata in pace. "E' quasi l'alba, bhè ci siamo divertiti, ragazzi, e tu, puttana"? aveva detto la stessa voce di prima. Io mi ero limitata a piagnucolare. Avevo fame e bisogno di andare in bagno. "A presto". Una porta che si chiudeva. Silenzio tombale. Ero pure sola, immobilizzata, nuda, in chissà quale posto, in quale regione. Avevo pianto tutte le lacrime che una persona può piangere e dopo un pò ero riuscita ad addormentarmi. Il tran tran giornaliero era questo, ormai non mi sentivo più nemmeno una ragazza, bensi un oggetto. Non mi avevano mai slegata da quella sedia, nemmeno per i miei bisogni, cosi dovevo arrangiarmi. Per nutrirmi, mi davano roba schifosa, ma ovviamente non ero in condizione di fare la schizzinosa. La mia vita, i miei genitori, le mie amiche, il mio fidanzato Andrea, sembravano lontani anni luce. Chissà se mai li avrei rivisti...e in che condizioni mi avrebbero liberato e soprattutto SE mi avrebbero liberato. Quel giorno uno dei bastardi mi dice: "Novità, oggi ci saranno delle ragazze a farti compagnia, ti divertirai, ha ha ha" Oh mio Dio cosa mi avrebbero fatto. Inizio a sentire mani dolci passare sul mio corpo, una voce: "ma è tutta sporca, che schifo! E come puzza". Effettivamente. Cosi le sento armeggiare, un getto continuo di acqua tiepida, iniziano a lavarmi, parti intime comprese. Finalmente qualcosa di umano! Ma non mi illudo. A lavaggio finito, una comincia a baciarmi e contemporaneamente un dito che si fa spazio nella mia intimità. Un rapporto lesbo, cos'altro mi può capitare? Eppure, mio malgrado, mi piace. Queste manovre continuano per vari minuti, sono bagnata, arriva un'orgasmo, il primo da quando sono li. Un'orgasmo forte, quasi appagante. Mi abbandono, momentaneamente sfinita. Uno schiaffo mi fa tornare alla realtà, un dito mi viene infilato in bocca. I miei umori! Bleah. Mi viene ordinato di succhiare e pulire ben bene. "Bene" dice una voce femminile "ti abbiamo fatto godere, ora tocca a noi" Merda. Le sento, mi circondano. Qualcuno mi spalma qualcosa sulle piante dei piedi. Non ci voglio credere. Il solletico. "N-no vi prego" tento, ma è tutto inutile. Due spazzole che fanno su e giù sui miei piedi. Il fastidio è forte, inizio a ridere e a contorcermi, dopo due minuti si aggiungono due mani sui miei fianchi destri, dall'altro lato stessa cosa. Soffro, rido, urlo e piango contemporaneamente ma quelle vanno avanti per qualche ora, salvo che per qualche breve pausa. Finalmente si fermano. Sono sfinita, mi prude tutto il corpo e puzzo di sudore da far schifo. "Sei stata brava" mi dice una "passeremo ancora" Meno male, penso sarcastica, nella mia condizione umiliante, sono arrivata ormai alla rassegnazione. Cosa ho da perdere? Ci mancano solo le torture corporali. Dopo altri giorni (o settimane? chi lo sa, ovviamente sempre violentata e solleticata) arriva il solito uomo: "Benissimo, puttana, fino ad ora siamo stati abbastanza soft, è ora di passare alle cose serie, tranquilla, useremo solo le nostre forze, niente colpi di scure, niente capezzoli strappati, giusto un pò di segni di incisivi, ha ha ha" conclude con una risata che metteva i brividi. Comincio a tremare, e poi....senza preavviso mi sento mordere in ogni dove: dita delle mani, dei piedi, entrambi i capezzoli. Urlo e urlo ma non mi danno tregua, il dolore è indicibile. Finalmente la piantano, comincio a piangere, per la millesima volta ma non è finita. Uno comincia a baciarmi, anzi a sbavarmi in gola, mentre un paio di incisivi mi addentano il clitoride. Vedo le stelle, cos'avrò fatto di male per meritarmi questo? Dopo un pò finisce anche questo supplizio. Non ho più voce, a forza di urlare. Passa un altro po di tempo e finalmente:" Ne abbiamo pieni i coglioni di te, abbiamo deciso di chiuderla qui, ti lasciamo andare"! annuncia il solito uomo "dopo un ultimo show, ovviamente e soprattutto SE sopravviverai" Sento che mi stanno liberando, mi sollevano di peso e provano a mettermi in piedi, ovviamente crollo rovinosamente a terra. Mi tirano su come un sacco, mi legano strettamente le mani dietro la schiena, mi stringono le caviglie, una fune mi lega strettamente i seni. No no no, cosa mi vogliono fare?! "Ti terremo sospesa per 24 ore esatte, se sopravvivi forse non morirai mai, he he!" Povera me, cosa mi aspetta..."al mio tre! Uno! Due e Trrrr...." Accade all'improvviso: la porta si spalanca, due colpi di pistola, una voce: "Arrendetevi"! Lo spavento, la tensione, la paura, non reggo più. Svengo

Sono passati diversi mesi, mi sto pian piano riprendendo. Il mio fidanzato, le mie amiche i miei genitori non mi lasciano mai, mi consolano, cercano di farmi ridere, di tirarmi su. Sono stata sotto sequestro per ben tre mesi! Qualcuno, quella maledetta sera era riuscito a memorizzare la targa del furgone e la cosa ha reso meno difficili le ricerche. Sono stata in ospedale per accertamenti, per fortuna non ho subito grossi danni fisici. Purtroppo tra poco metterò al mondo un figlio da me non voluto, ma cercherò di non fargli mancare nulla. Naturalmente i miei aguzzini marciranno in carcere per molti anni, purtroppo non per sempre. Nella speranza che un giorno, il karma faccia il suo dovere e possano essere resi impotenti o uccisi in maniera lenta e dolorosa.

Inutile specificare che si tratta di un racconto di fantasia
scritto il
2022-06-05
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