Il culo rotto del figlio della bonona fece epoca
di
Massimiliano buongustaio
genere
prime esperienze
Racconto inquadrato nelle prime esperienze, dacchè allora eravamo tutti 15 enni e invero alle prime esperienze. Il figlio della bonona era più o meno nostro coetaneo, ma molto effeminatello. Non ricordo nemmeno il nome. Gli adulti, anzi le adulte entrano in scena in un modo, che ai tempi di oggi sarebbe improponibile riferire nel racconto. Uno sarebbe preso per pedofilo e per minorenne, ma io e i miei 3 amici, a quell'età, non ci sentivamo minorenni, tantomeno pedofili. Eravamo piuttosto arrapatissimi per via della mamma del "puparello". Chiamiamolo così.
Una signora che non si poteva guardare, da quanto fosse un pezzo di sorca da sballo.
Ce la metteva tutta per mostrarci, a noi cosicddetti minorenni, ma con delle facce da far paura ai camorristi con tanto di mitra; le cosce spaparazzata in macchina.
Noi ci sentivamo male. Io dimostravo almeno 10 anni di più di quelli che avevo. Marino pure sembrava uno scaricatore di porto con una attrezzatura davanti di tutto rispetto, soprattutto in diametro. Franco sembrava un avanzo di galera e a guardarlo in faccia faceva tremare. Il pezzo forte era graciolone. Uno e novanta di stazza, con un fisico da culturista. Piccolo grosso particolare: una minchia da paura. Qualcosa che la mamma del puparello l'avrebbe sfondata. Quel giorno la sua mamma l'avevamo appena visionata e come sempre eravamo arrapatissimi. La campagna sottostante dove abitavamo sembrava chiamarci e dirci di portare sul prato il puparello.
Io ho aperto il concorso a premi. L'inculata non lo ha lasciato indifferente, ma ha stretto solo un pò i denti. A ME IL CULO MASCHILE NON PIACEVA, sebbene evocasse molto bene quello femminile. Quando è stata la volta di Franco, nemmeno luù era particolarmente versato a entrare in quel puparello.
Quando è stata la volta di Marino, gli strilli si sono sentiti pure a casa della mamma del soggetto inculato, distante un paio di chilometri. E marino non ce l'ha fatta a conludere, perchè il sottostante si dimenava come un ossesso.
Quando è stata la volta di Graciolone, si è attrezzato per tenerlo fermo. Entrando in culo con quel popò di attrezzatura, più grossa di una lattina di Coca Cola. Lungo come un avambraccio. Per farlo entrare furono veramente cazzi e gli strilli facevano fuggire i gatti. Di piatto sull'erba non è entrato dentro nemmeno metà e per una buona mezz'ora il su è giù è stato incessante. Alla fine il prato era un lago di lacrimucce.
Il bello è venuto il giorno dopo. Il figlio della bonona presentatosii a casa ha dovuto spiegare alla mamma il motivo di quella momentanea indisposizione a stare seduto.
Pertanto questa signora ci ha raggiunti in gruppetto, incazzatissima. Graciolone non c'era. Ci sbirciava per capire chi di noi potesse essere il superdotato xxxxL.
Ha epresso il motivo dell'incazzatura: mio figlio è piccolo e c'è mancato poco che dovessi portarlo in Ospedale. Insomma se l'avessimo inculato più grandicello, la cosa per quella mamma non sarebbe stata motivo di fermarci, incazzatissima.
Tanto incazzatissima che è andata a sfogarsi con la mamma di Pino. Una professoressa del liceo, molto meno appariscente della mamma del puparello, ma proprio per quell'aria da mamma di famiglia, a guardarla bene assai godereccia, a me tirava non poco.
Pino sapeva tutto dell'accaduto e anche i particolari delle presumibili dimensioni responsabili del disagio momentaneo del minore, per sentito dire da sua madre che aveva avuto le lamentazioni dalla mamma del puparello.
Di li a poco è scesa la mamma di Pino a farci una filippica sui danni dell'anale con dimensioni spropositate. Della serie: già è dolorosissimo con dimensioni normali. Con quelle dimensioni ... Io con la fantasia maialesca che mi distingue, ho immaginato che la mamma di Pino dicesse: con quelle dimensioni io avrei urlato e sarei svenuta pure. Anche gli altri amici erano sorpresi che la mamma di Pino si rendesse conto così bene cosa succede ad un culo, quando ci entra un grosso calibro.
Questa cosa ci ha accompagnato per tanti anni e io personalmente non la dimentico.
Niene a che vedere con la pedofilia, dunque. Mammofilia è il caso di dire.
Pensare la mamma del puparello sul parto al posto del figlio ci ha mandato fuori di testa.
Io ci ho pensato pure la mamma di Pino cone dentro al culo quella nerchia spropositata,
ed è meglio che non ci penso.
Una signora che non si poteva guardare, da quanto fosse un pezzo di sorca da sballo.
Ce la metteva tutta per mostrarci, a noi cosicddetti minorenni, ma con delle facce da far paura ai camorristi con tanto di mitra; le cosce spaparazzata in macchina.
Noi ci sentivamo male. Io dimostravo almeno 10 anni di più di quelli che avevo. Marino pure sembrava uno scaricatore di porto con una attrezzatura davanti di tutto rispetto, soprattutto in diametro. Franco sembrava un avanzo di galera e a guardarlo in faccia faceva tremare. Il pezzo forte era graciolone. Uno e novanta di stazza, con un fisico da culturista. Piccolo grosso particolare: una minchia da paura. Qualcosa che la mamma del puparello l'avrebbe sfondata. Quel giorno la sua mamma l'avevamo appena visionata e come sempre eravamo arrapatissimi. La campagna sottostante dove abitavamo sembrava chiamarci e dirci di portare sul prato il puparello.
Io ho aperto il concorso a premi. L'inculata non lo ha lasciato indifferente, ma ha stretto solo un pò i denti. A ME IL CULO MASCHILE NON PIACEVA, sebbene evocasse molto bene quello femminile. Quando è stata la volta di Franco, nemmeno luù era particolarmente versato a entrare in quel puparello.
Quando è stata la volta di Marino, gli strilli si sono sentiti pure a casa della mamma del soggetto inculato, distante un paio di chilometri. E marino non ce l'ha fatta a conludere, perchè il sottostante si dimenava come un ossesso.
Quando è stata la volta di Graciolone, si è attrezzato per tenerlo fermo. Entrando in culo con quel popò di attrezzatura, più grossa di una lattina di Coca Cola. Lungo come un avambraccio. Per farlo entrare furono veramente cazzi e gli strilli facevano fuggire i gatti. Di piatto sull'erba non è entrato dentro nemmeno metà e per una buona mezz'ora il su è giù è stato incessante. Alla fine il prato era un lago di lacrimucce.
Il bello è venuto il giorno dopo. Il figlio della bonona presentatosii a casa ha dovuto spiegare alla mamma il motivo di quella momentanea indisposizione a stare seduto.
Pertanto questa signora ci ha raggiunti in gruppetto, incazzatissima. Graciolone non c'era. Ci sbirciava per capire chi di noi potesse essere il superdotato xxxxL.
Ha epresso il motivo dell'incazzatura: mio figlio è piccolo e c'è mancato poco che dovessi portarlo in Ospedale. Insomma se l'avessimo inculato più grandicello, la cosa per quella mamma non sarebbe stata motivo di fermarci, incazzatissima.
Tanto incazzatissima che è andata a sfogarsi con la mamma di Pino. Una professoressa del liceo, molto meno appariscente della mamma del puparello, ma proprio per quell'aria da mamma di famiglia, a guardarla bene assai godereccia, a me tirava non poco.
Pino sapeva tutto dell'accaduto e anche i particolari delle presumibili dimensioni responsabili del disagio momentaneo del minore, per sentito dire da sua madre che aveva avuto le lamentazioni dalla mamma del puparello.
Di li a poco è scesa la mamma di Pino a farci una filippica sui danni dell'anale con dimensioni spropositate. Della serie: già è dolorosissimo con dimensioni normali. Con quelle dimensioni ... Io con la fantasia maialesca che mi distingue, ho immaginato che la mamma di Pino dicesse: con quelle dimensioni io avrei urlato e sarei svenuta pure. Anche gli altri amici erano sorpresi che la mamma di Pino si rendesse conto così bene cosa succede ad un culo, quando ci entra un grosso calibro.
Questa cosa ci ha accompagnato per tanti anni e io personalmente non la dimentico.
Niene a che vedere con la pedofilia, dunque. Mammofilia è il caso di dire.
Pensare la mamma del puparello sul parto al posto del figlio ci ha mandato fuori di testa.
Io ci ho pensato pure la mamma di Pino cone dentro al culo quella nerchia spropositata,
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