Le storie di Katia la puttana. Episodio 1 - Possessione dei sensi

di
genere
etero

Si, io sono una puttana. Perché dico questo? Molto semplicemente perché è vero. Dunque, io sono una puttana e ogni volta che un uomo mi penetra i sensi mi posseggono. Divengo indomita come una cavalla; scalcio, urlo e poi mi faccio montare, ma soltanto se si è degni, se non lo si è; mi spiace ma non avrai mai il piacere di cavalcarmi. Raramente sono io quella che cavalca, mi piace molto di più essere sotto e sentire il rumore del pene che entra dentro la mia vagina... Una goduria degna di qualsiasi poesia fisica e tangibile. Ora vi chiederete perché dico questo, e nel mentre che pensate "quanto sarebbe bello scoparmi quella ragazza con i seni così prosperosi", bhe, in quel frangente la vostra erezione sarà già conclusa, mi spiace nuovamente ma non siete tutti tori, niente affatto! Quante volte vedendo un bel ragazzo palestrato mi sono domandata come starebbe il suo pene dentro di me, ed ecco ora ve lo racconto. Inizio col dirvi che il mio nome è Katia, ho ventinove anni e sono questo l'ho già detto, ma vabbé mi ripeto; sono una puttana. Un giorno mentre mi trovavo dentro un centro commerciale per preparare i regali per il natale, - si lo so sono una scocciatura -, dicevo mentre ero al suo interno vidi un commesso che si prodigava a mettere apposto quelle orribili luci natalizie, con le renne e tutto il resto. Questo ragazzo mi sorrise per tre volte, non potevo certo perdermi la possibilità di farmi possedere e lasciarmi andare ai sensi, così mi avvicinai e messe le labbra vicino al suo orecchio gli sussurrai:
- Tra venti minuti nel camerino -. Non sapevo se sarebbe venuto perciò mi aprì lentamente la giacca e gli mostrai un capezzolo, nessuno avrebbe potuto resistere! Aspettai, aspettai... Ma del ragazzo neppure l'ombra. Stavo per andarmene quando lo vidi un po' arrossato, ansimante e con le mani sudate anche se c'erano meno due gradi. Si avvicinò a me, ma, non gli diedi il tempo di proferire parola la mia voglia era troppa per sentire le sue stupide lagne. Gli presi la mano e lo condussi dentro il camerino numero tre, mi tolsi di dosso i vestiti e rimasi nuda dinanzi a lui, vedevo la sua erezione e risi di ciò, non mi aveva ancora toccata e già stava per esplodere! I cosiddetti uomini alfa! Tutti muscoli e niente pene. Comunque vedevo che non prendeva l'iniziativa, dovetti iniziare io. Gli abbassi i pantaloni e vidi il suo piccolo amico tutto rosso che riusciva finalmente a prendere una boccata d'aria, non sarebbe stata l'unica boccata che avrebbe preso, infatti mi misi subito all'opera con un bel bocchino. Che pratica animale è il pompino, di una bassezza inaudita ma anche per questo amo farli e sentirmi una selvaggia, dopotutto sono una puttana. Nel mentre che glielo succhiavo per bene, massaggiavo anche le sue piccole palle, perché non si può dire che un uomo del genere abbia le palle gonfie, non era riuscito a prendere l'iniziativa. Figuriamoci poi scoparmi, che scusa avrebbe trovato? I suoi piccoli peli mi urtavano la vista. Un vero orrore.
Continuai il pompino fin quando non lo sentivo gemere e cercare di dirmi che stava per sborrare ma come oramai avete capito, sono una puttana e per di più stronza! Appena vedevo che stava per sborrare smettevo di succhiarglielo, aspettavo qualche istante e riprendevo, lo feci per parecchie volte e vidi il suo volto incazzato e deluso, ogni volta era un orgasmo mancato! Che stronza puttana che sono, mi stufai in fretta così mi appoggiai al muro e gli dissi. - Scopami come un vero uomo -. Lui credo si sia un po' risentito infatti me lo mise molto violentemente dentro, ma il suo pene non riusciva a darmi piacere, per nulla! Era duro, aveva un erezione però non sentivo nulla. Sembrava come se la mia fighetta si fosse all'improvviso trasmutata in pietra. Provai mille posizioni ma niente, non suscitava in me nessun senso, anzi uno si: quello del ribrezzo. Un uomo che si mostrava tutto muscoli e con un bel sorriso non riusciva a trovare la chiave del mio piacere, la porta dei sensi. Così mi rivestì e lo lasciai lì come un idiota. Non ebbi neppure il tempo di finire le compere, poiché il bus stava per passare.
Per fortuna riuscì a prenderlo in tempo, miracolosamente era vuoto! C'era soltanto un anziano, forse un clochard. Ebbi la pazza idea di farmi scopare da lui, ma il pensiero del suo pene sporco mi rendeva alquanto... Porca. Con sfacciataggine poggiai la mia mano sopra il suo pacco, che reagì subito! Ecco un vero uomo pensai, la visuale non mi impediva di fargli un pompino, l'autista non ci avrebbe visto. Così presa da un intensa voglia mi posizionai di fronte a lui, ma questo lurido pezzente prese l'iniziativa e con le sue dita sporche mi massaggiava la fighetta! Erano calde, sporche ed esperte. Chissà quante donne senza dimora si sarà scopato. Fatto sta che ci sapeva fare, allargò le piccole e grandi labbra e si mise a giocare con il mio clitoride, oh mio Dio era impensabile una goduria simile, soltanto al ricordo mi inumidisco tutta. Volevo cavalcarlo ed è una cosa molto rara, io non cavalco mai! Mi posizionai a cavalcioni su di lui, sentendo tutto il suo bel cazzo caldo dentro di me, mi faceva saltellare e non riuscì a resistere, cacciai un urlo che fece frenare l'autista. Appena ebbe frenato si girò e disse "signora se vuole scopare per bene si prende una stanza, non deve mica farmi rischiare un incidente!". Udì queste parole ma non le rispettai, ma anzi saltavo sempre di più nel mentre che inarcavo la schiena verso il vuoto. Non ci mise molto e mi sborro all'interno della mia bella fighetta. Appena finito prenotai la fermata e prima di scendere diedi cento euro all'uomo, chissà forse ne aveva bisogno per mangiare. Sono una puttana ma una puttana generosa!

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scritto il
2022-06-29
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