L'estasi di una notte

di
genere
etero

Claudio come suo solito se ne stava in un locale notturno in cerca di una preda da cacciare, possedere e far godere. Se ne stava seduto al bancone del bar sorseggiando il suo daiquiri – un cocktail di origine caraibiche -, nel mentre osservava una donna sulla quarantina che stava con delle sue amiche; squadrandola vide subito il segno della fede, questo gli fece pensare che la donna era uscita da un matrimonio e ora cercava nuove storie, magari per una sola notte. La donna si presentava bene, come aveva potuto osservare aveva sulla quarantina, i capelli erano neri e il suo vestitino lasciava vedere delle parti nude abbronzate, segno questo che dimostrava che era solita fare sedute di raggi UV, dopotutto era inverno, dunque non era del tutto scontato. Proseguendo l’analisi della donna notò i suoi occhi del più classico dei colori, ovverosia il marrone. Il corpo si presentava molto bene, corpo sinuoso con un bel fondoschiena, il seno era sicuramente il pezzo forte: possedeva una terza, le sua taglia preferita.
Dopo averla osservata per tutta la durata del cocktail decise di avvicinarsi e domandarle se volesse passare un po’ di tempo con lui.
«Salve, ti osservavo da un po’ e mi chiedevo se ti andrebbe di passare un po’ di tempo con me». Mentre parlava la guardava negli occhi senza mai abbassare lo sguardo.
«Chi ti dice che fossi tu a osservarmi e non io a permetterti di farlo?»
La risposta non lo preoccupò più di tanto, era abituato a questi scambi verbali.
«Il permesso di osservarti? Bhe, io ti ringrazio ma ora mi daresti il permesso di possederti?»
La donna iniziò a ridere e Claudio mostrò un mezzo sorriso, sempre con lo sguardo fisso negli occhi.
«Dai, prima offrimi da bere poi si vedrà… Quasi scordavo, mi chiamo Anna, invece tu sei…?»
Il gioco era fatto, ora non restava che presentarsi, passare un po’ di tempo nel locale per poi spostarsi in un luogo appartato.
«Mi chiamo Claudio Vinci e questa è la serata perfetta per noi due».
I due stavano bevendo al bancone del bar e tra una battuta e uno sguardo si trovarono subito d’intesa, così ebbri dal troppo alcol decisero di spostarsi a casa dell’uomo. Utilizzarono l’auto di lui ovvero; una Alfa Giulia, appena uscita dal concessionario. Claudio durante il tragitto propose un giochino erotico ad Anna: per ogni macchina di colore nero lei doveva abbassarsi il vestitino, la donna accettò.
Ne contarono tre e di conseguenza l’abito scese di molto sotto il seno, ma visto che ormai era permissiva…
Claudio le chiese di togliersi il reggiseno.
Ma Anna voleva prolungare il gioco e non voleva togliersi il reggiseno così prematuramente, per farlo prese in contropiede l’uomo.
«Non voglio più andare a casa tua».
«Ma la serata è appena iniziata, sei sicura?»
«Sì, la serata è appena iniziata ma non voglio andare a casa tua».
«Dove vorresti andare a quest’ora…»
«Vai nella zona industriale, lì c’è un capannone abbandonato».
Claudio non capiva il perché ma scelse comunque di assecondare la donna.
Guidò parecchio per arrivare a destinazione e ciò che vide lo lasciò più perplesso di prima.
«Fammi capire, tu mi hai condotto qua in mezzo a questa sterpaglia e queste vecchie lamiere per cosa?» Domandò.
«Non sei particolarmente sveglio, vero? Vieni e scopami»
«Non me lo faccio ripetere due volte»
Claudio prese la donna tra le sue braccia porgendo le labbra sul collo di lei per farla eccitare, scese sul seno e giocando un po’ con i capezzoli sentì che erano diventati turgidi forse anche per il freddo. Anna contraccambiava i baci ma nelle regole del suo gioco non c'era scritto che l’uomo sarebbe andato subito in rete. Tutto a un tratto si tolse dalla braccia di lui e ridendo disse: «credevi fosse così semplice? Prima devi prendermi».
Anna corse per tutto il capannone per non farsi prendere dall’uomo che ormai si stava anche stufando di rincorrerla, lui voleva scopare mica giocare!
«Sei infantile!» Urlò Claudio.
«E tu lento!» Rispose Anna.
Dopo parecchi tentativi riuscì a fermare la donna che correva come un cerbiatto impaurito, anche se la sua paura deriva dal fatto che tutto questo finisse con la solita scopata.
«Ora che mi hai fermata che farai?»
«Quello che dovevamo fare sin dall’inizio».
«Allora cosa aspetti?»
Claudio le strappò letteralmente gli abiti di dosso e si accanì sul seno, leccava, baciava e persino mordeva i capezzoli! La donna stava iniziando a provare piacere, lo si poteva notare dello sguardo e dal fiato ansimante che produceva.
«Prendimi…» Pronunciò sussurrando Anna…
Claudio le alzò il vestitino mettendo le mani nelle cosce di lei che lentamente si aprivano a lui, le mutandine erano completamente fradice, appesantite dagli umori di lei, tolte queste la via era libera.
Sbottonandosi l’uomo fece uscire il suo pene che già bramava la dolce e morbida vagina di Anna, noncuranti del freddo mattutino iniziarono il vero e proprio rapporto sessuale.
Penetrata a dovere e ansimante la donna iniziò a gettare urla e parole verso Claudio.
«Scopami sono la tua troia per oggi».
«È quello che sto facendo… »
«Fallo meglio!»
«Ma… »
L’uomo spingeva il più forte che poteva e il rumore prodotto dai loro corpi risuonava in tutto lo stabile, sussurri, lamenti e godimenti di due estranei che si davano da fare in un posto dimenticato anche da Dio.
Completamente nuda la donna si sdraiò nel cemento freddo e mandò l’invito all’uomo che ormai ne era succube. Claudio le salì addosso e mentre osservava lo sguardo di lei capì una cosa: loro due erano destinati ad incontrarsi o forse si erano già incontrati.
La prese lì nel cemento possedendola nel momento in cui lei si inarcò verso l’esterno lui le eiaculò dentro di lei.
Appena vestiti i due si guardarono e scambiarono alcune parole.
«Noi due già ci conosciamo vero?» Chiese Claudio.
«Sì e mi sorprende che tu non abbia ricordi di me». Rispose Anna.
«Avevamo già scopato?»
«Può darsi, ma per ora non voglio parlare di questo, accompagnami a casa»
«D’accordo».
I due salirono sull’Alfa e valicarono il confine con l’autostrada.
scritto il
2022-07-11
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