Tradisco la mia ragazza con la più figa della scuola 2
di
Gr446
genere
tradimenti
Ingoiato tutto, Eleonora si tirò su di nuovo e si spogliò completamente. Ora avevo la più figa della scuola davanti a me, nuda che desiderava qualcosa di più. E il mio cazzone, a cui serviva più di una sborrata per fermarsi dopo un periodo di astinenza, era più ridigo di prima e pulsava dall'eccitazione. Mi prese il cazzo in mano e mi disse: "Leo, i miei non ci sono fino a domenica e domani non abbiamo scuola" perché il sabato non andavano a scuola "rimani qui da me e ti farò passare la notte più eccitante della tua vita".
Non me lo feci ripetere. A quel punto ci baciamo. Sentire il suo corpo nudo su di me mi faceva impazzire. Mi tirò su la maglietta e la felpa e in un secondo ci trovammo nudi avvinghiati l'uno di fronte all'altro a desiderarci come non mai.
La casa di Eleonora era una bella casa a due piani con la zona notte di sopra. Quindi senza pensarci, dopo qualche minuto di pomiciata, Eleonora mi guardò con malizia, mi prese per il pisello e mi condusse di sopra, in camera dei suoi. Mi buttò sul letto e di nuovo prese a leccarmi il cazzo. Andava su e giù, succhiava avida anche le mie palle e mi diceva che era tutto enorme e non vedeva l'ora di sentirselo nella fica. Poi la fermavo e le scopavo la bocca fino a quasi farla soffocare. Dopodiché la presi e la girai supina. Era venuto il momento di farla godere. Così le stuzzicai le sue enormi tette e lei impazziva, ansimava. Nel mentre passai il mio dito indice sulla sua vagina. Trattenne il respiro mentre le stuzzicavo l'entrata prima con un dito, poi con un altro e un altro ancora. Poi a un certo punto gli metto tutto l'indice dentro, lei urla ma io senza farmi problemi inizio a pomparla, sempre di più sempre più forte, poi aggiunsi il medio e lei cominciò a gridare di fare sempre più forte, ad ansimare e a contorcersi dal piacere. Era una belva. Là sotto era sempre più un lago. Esagerai: mi misi tra le sue gambe e mentre facevo su e giù con le dita le succhiavo il clitoride. Lei ansimava sempre più, sempre più sempre più, finché non viene copiosamente, contorcendosi e urlando come mai. Io succhiavo tutto e continuavo a stuzzicarla.
"Leo, ora mettimelo dentro... Non ce la faccio più, dai, voglio sentire quel tuo cazzone stantuffarmi dentro" disse Eleonora.
"Che troia vogliosa che sei" dissi "ti devo dare una bella lezione" e nel mentre la girai di nuovo prima, per prenderla a pecorina. Ma prima iniziai a sculacciarla. Lei diceva di fare più forte, allora io le imponevo di dirmi che era una troia cattiva e che voleva che il mio cazzone la punisse. E lei lo ripeteva. Io continuavo a sculacciarla, ma senza farmi sentire ero già dietro di lei. E in un colpo glielo misi tutto dentro. 20 cm di cazzone che la riempivano. Era stretta infatti là sotto, ma io ero ben eccitato e contento di slabbrargleila tutta quanta. Lei, forse perche non se lo aspettava, per un attimo trattenne rumorosamente il respiro, poi mentre la stantuffavo con potenza ansimava con forza.
"Sì Leo dammelo più forte. È bellissimo, Marco era piccolo là sotto, finalmente un uomo che mi domina. aaah. Sì ancora, non sa Giulia cosa si perde... Ora sono tutta tua Leo, dimmi quanto sono troia aaaah"
Andammo avanti così alcuni minuti, poi la girai di nuovo per averla di fronte agli occhi per vederla come ansimava. Di nuovo trattene il respiro quando si sentì riempita dal mio cazzone. Poi io cominciai di nuovo a scoparla come prima, forsennato. Ormai la temperatura della stanza era alta ed entrambi sudavamo. Ma io continuavo a farla gemere.
"Sei proprio una troia. Ti piace il mio cazzone? Prendilo tutto e goditelo fimo in fondo, fammi sentire come urli e gemi" e venne mentre la scopavo come non mai.
"Ora scopami ancora e vienimi dentro, la voglio sentire calda dentro di me". Io allora presi le sue due gambe, appoggiai i suo piedi sulle mie spalle, la sollevai leggermente e presi a scoparle la figa come non mai. Ormai lei era sfinita e senza fiato, ma aveva ancora la forza per dirmi che la voleva tutta dentro. Così la accontentai. Accelerai sempre più, le dicevo che era la mia troia e dopo altre due forti stantuffate la riempii completamente. Dopo tutto lo sforzo, vedevo i miei pettorali turgidi che si gonfiavano per recuperare fiato. Venuto completamente, mi sfilo da lei, la bacio e mi allungo di fianco a lei. Cadiamo addormentati fino alla mattina successiva, quando...
Continua
Non me lo feci ripetere. A quel punto ci baciamo. Sentire il suo corpo nudo su di me mi faceva impazzire. Mi tirò su la maglietta e la felpa e in un secondo ci trovammo nudi avvinghiati l'uno di fronte all'altro a desiderarci come non mai.
La casa di Eleonora era una bella casa a due piani con la zona notte di sopra. Quindi senza pensarci, dopo qualche minuto di pomiciata, Eleonora mi guardò con malizia, mi prese per il pisello e mi condusse di sopra, in camera dei suoi. Mi buttò sul letto e di nuovo prese a leccarmi il cazzo. Andava su e giù, succhiava avida anche le mie palle e mi diceva che era tutto enorme e non vedeva l'ora di sentirselo nella fica. Poi la fermavo e le scopavo la bocca fino a quasi farla soffocare. Dopodiché la presi e la girai supina. Era venuto il momento di farla godere. Così le stuzzicai le sue enormi tette e lei impazziva, ansimava. Nel mentre passai il mio dito indice sulla sua vagina. Trattenne il respiro mentre le stuzzicavo l'entrata prima con un dito, poi con un altro e un altro ancora. Poi a un certo punto gli metto tutto l'indice dentro, lei urla ma io senza farmi problemi inizio a pomparla, sempre di più sempre più forte, poi aggiunsi il medio e lei cominciò a gridare di fare sempre più forte, ad ansimare e a contorcersi dal piacere. Era una belva. Là sotto era sempre più un lago. Esagerai: mi misi tra le sue gambe e mentre facevo su e giù con le dita le succhiavo il clitoride. Lei ansimava sempre più, sempre più sempre più, finché non viene copiosamente, contorcendosi e urlando come mai. Io succhiavo tutto e continuavo a stuzzicarla.
"Leo, ora mettimelo dentro... Non ce la faccio più, dai, voglio sentire quel tuo cazzone stantuffarmi dentro" disse Eleonora.
"Che troia vogliosa che sei" dissi "ti devo dare una bella lezione" e nel mentre la girai di nuovo prima, per prenderla a pecorina. Ma prima iniziai a sculacciarla. Lei diceva di fare più forte, allora io le imponevo di dirmi che era una troia cattiva e che voleva che il mio cazzone la punisse. E lei lo ripeteva. Io continuavo a sculacciarla, ma senza farmi sentire ero già dietro di lei. E in un colpo glielo misi tutto dentro. 20 cm di cazzone che la riempivano. Era stretta infatti là sotto, ma io ero ben eccitato e contento di slabbrargleila tutta quanta. Lei, forse perche non se lo aspettava, per un attimo trattenne rumorosamente il respiro, poi mentre la stantuffavo con potenza ansimava con forza.
"Sì Leo dammelo più forte. È bellissimo, Marco era piccolo là sotto, finalmente un uomo che mi domina. aaah. Sì ancora, non sa Giulia cosa si perde... Ora sono tutta tua Leo, dimmi quanto sono troia aaaah"
Andammo avanti così alcuni minuti, poi la girai di nuovo per averla di fronte agli occhi per vederla come ansimava. Di nuovo trattene il respiro quando si sentì riempita dal mio cazzone. Poi io cominciai di nuovo a scoparla come prima, forsennato. Ormai la temperatura della stanza era alta ed entrambi sudavamo. Ma io continuavo a farla gemere.
"Sei proprio una troia. Ti piace il mio cazzone? Prendilo tutto e goditelo fimo in fondo, fammi sentire come urli e gemi" e venne mentre la scopavo come non mai.
"Ora scopami ancora e vienimi dentro, la voglio sentire calda dentro di me". Io allora presi le sue due gambe, appoggiai i suo piedi sulle mie spalle, la sollevai leggermente e presi a scoparle la figa come non mai. Ormai lei era sfinita e senza fiato, ma aveva ancora la forza per dirmi che la voleva tutta dentro. Così la accontentai. Accelerai sempre più, le dicevo che era la mia troia e dopo altre due forti stantuffate la riempii completamente. Dopo tutto lo sforzo, vedevo i miei pettorali turgidi che si gonfiavano per recuperare fiato. Venuto completamente, mi sfilo da lei, la bacio e mi allungo di fianco a lei. Cadiamo addormentati fino alla mattina successiva, quando...
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