Tradisco la mia ragazza con la più figa della scuola

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Quinta liceo classico. Avevo 19 anni e mi apprestavo a concludere il mio percorso scolastico. Ero all'apice del mio successo di ragazzo, andavi bene a scuola, avevo amici e soprattutto la ragazza. Stavamo insieme da più di un anno e per quanto la amassi, negli ultimi tempi qualcosa non andava. Litigavamo spesso e soprattutto non scopavamo più come prima. Lei era impegnata con lo studio per il test di medicina e per l'esame e ogni volta era molto stanca. Ma l'eccitazione era tanta e così mi trovai spesso a segarmi in quel periodo.

Verso la fine dell'anno era sempre tradizione che si concludesse con uno spettacolo, che mettevamo in scena come gruppo teatrale del nostro liceo. La mia ragazza purtroppo quell'anno non partecipò, mentre io, giunto al quinto, ottenni la parte di protagonista. Ero al settimo cielo. La parte della copratogonista venne invece data a Eleonora, una ragazza del quarto anno che sostituì la mia ragazza nello spettacolo. Devo dire che ero molto a disagio, ma in parte anche eccitato. Nessun pensiero in quel momento, però la situazione con la mia ragazza mi rendeva sempre un animale pronto a scopare. Quindi non disdegnai la scelta. Anche perché lei era una gran figa: occhi azzurri, capelli marroni corti con la frangia come vanno di moda adesso, ma soprattutto un culetto rotondo e due tette belle grandi che impreziosivano il tutto. Unico problema era che anche lei era fidanzata.

Le prime settimane di prova passarono con molta calma. A pochi giorni dalla prima, il regista ci dice che nel finale era previsto un nostro bacio e voleva capire se noi saremmo stati disposti a farlo. Vidi Eleonora fortemente a disagio, così risolsi la cosa dicendo che ne avremmo parlato e il giorno dopo gli avremmo dato risposta.
"Ci fermiamo un attimo di più e ne parliamo finito le prove" disse Eleonora. Feci sì con la testa e continuammo le prove.

Finite, ci fermammo un attimo in un camerino del teatro per parlare. Gli altri se ne erano andati tutti.
"Tu vuoi farlo?" disse senza mezzi termini.
"Beh... è finzione quindi se non ti mette a disagio basta un bacio a stampo" e discutemmo sul da farsi.
Dopo una decina di minuti "io devo andare. Ne devo parlare con Marco ma se per lui va bene nel caso domani ci vediamo da me e proviamo, va bene?".
Mi spiazzò la sua risposta, ma gli dissi che anch'io ne avrei parlato con Giulia e poi lo avremmo fatto. Se ne andò dandomi un bacio sulla guancia e ci salutammo.

Ero rimasto turbato da quel colloquio. Era un periodo come detto un po' così. Alla mia fidanzata, naturalmente oberata da tutti gli impegni, non piacque l'idea e la sera discutemmo molto. Lei mi diceva che ero ingrato e non le stavo vicino e io a quel punto le rinfacciai che se era tanto gelosa doveva sapere che quello sarebbe stato il suo ruolo e lei ci ha rinunciato. Fu una discussione molto grave e per il successivo giorno non ci rivolgemmo la parola. Ero incazzato e triste, ma non volevo rinunciare a un bacio che non era altro che finzione. In quel momento, mi arrivò un messaggio di Eleonora che, molto agitata, mi chiedeva se potevo chiamarla. Lo feci subito.
"Leo" mi disse e si sentiva che stava piangendo "ho discusso con Marco. Forse ci siamo lasciati, puoi passare un attimo qui a casa ora?"
"Certo Ele, anch'io ho discusso con Giulia, arrivo subito" le dissi e mi recai in fretta da lei. Abitava tra l'altro non lontano da casa mia, quindi lasciai la macchina e andai a casa sua a piedi.

Venne ad aprirmi e subito mi si gettò al collo.
"Ele raccontami, che è successo?" le dissi. Non sembrava, ma avevamo molto legato nelle settimane da coprotagonisti.
"Marco mi ha detto che sono una puttana e non posso comportarmi così. Che se ti bacio non lo vedrò mai più" mentre singhiozzava "ma poi è un bacio finto gli ho detto ma lui non ha voluto sentire ragioni e se ne è andato".
"Mi dispiace Ele" dissi.
"Per fortuna che ora ci sei tu qui a consolarmi" e si girò verso di me con due occhioni azzurri sfatti. Le asciugai le lacrime e all'improvviso lei si avvicinò e mi baciò. Subito si ritrasse. "Scusami" disse "i-io non volevo, scusami davvero non so che mi è preso". E continuava a scusarsi. Allora io la presi e la baciai. Pomiciammo a lungo. Le nostre lingue giocavano e ci mordevamo le labbra. Nessuno di noi due parlò più, eravamo troppo presi. Poi cominciai a stuzzicarle le tette. Era maggio e faceva caldo, quindi stava con una maglietta senza reggiseno e subito sentii i capezzoli indurirsi sotto il mio tocco. Iniziò ad ansimare, forte, sempre più forte. Mi diceva che ero bravo, ma che dovevo fare di più. Così le tolgo la maglietta e comincio a leccarle i seni, la stuzzico un po', mordicchio i suoi capezzoli e poi li succhio, li lecco, ancora, lei impazzisce e orami geme rumorosamente.

Dopodiché mi ferma, mi bacia e inizia a scendere. Mi slaccia la cinta, mi cala i pantaloni e poi tira fuori il cazzo dalle mie mutande, tutto questa guardandomi. Ma quando vide il mio cazzone "Wow" disse "M-Marco non era così grosso là sotto". Devo dire che aveva ragione: il mio cazzone di 20 cm bello spesso e venoso le faceva stupire tutte.
"Finalmente un uomo che saprà come trattarmi" disse Eleonora.
"È tutto tuo troietta, fammi vedere cosa sai fare" dissi.
Fu una delle pompe più belle della mia vita. Lei era forsennata, andava su e giù, lo ingoiava tutto senza problemi. E io le dicevo di fare di più, che non mi bastava. E lei andava mentre io le tenevo i capelli dietro la nuca. Poi le tenni la testa e le scopai la bocca finché sempre più forte, in un mare di saliva, non le venni copiosamente fino all'ugola. Lei ingoiò tutto.

Ma non finisce qui.
di
scritto il
2023-05-11
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