Moglie schiava, marito padrone

di
genere
sadomaso

Capitolo decimo. La convivenza con Giovanna si sta facendo impossibile, mi tormenta un giorno si e l'altro pure. Il padrone mi penetra, perfino davanti a lei, togliendomi l'unica cosa bella di questa mia inutile vita. Di fronte a lei non riesco a godere, gode soltanto lui. Lui gode, lei ride, io soffro. Tra di loro c'è una grande intesa. So che giovanna è avanti con gli anni e non è una bella donna, ma ho paura che mi voglia lasciare per lei. Già io sono una nullità, se mi lasciasse diventerei la personificazione del niente. 25 aprile, giorno di festa. Hanno organizzato un grande banchetto. Mi è toccato preparare tutto, poi legata, bendata e imbavagliata sono stata sbattuta in uno sgabuzzino. Prima mi hanno fatto mangiare una serie di leccornie. Nel mio piatto ho trovato scarti di carne, viscere di pesce, ossa di pollo, agnello e coniglio macinati, bucce di mele, banane, patate e altri frutti sminuzzati. Se ci pensi bene, mi hanno detto, tutte le vitamine della frutta sono proprio nella buccia, sei proprio privilegiata. Ho dovuto mangiare senza fiatare. Sarà così in tutti i prossimi giorni festivi, domeniche comprese. Loro hanno mangiato spaghetti allo, scoglio, gamberoni, calamari, cozze scoppiate, ricci, dolci e gelati, io un piatto di Schifezze. Alla fine mi è toccato anche ripulire tutto. Le punizioni sono sempre più frequenti, giovanna fa di tutto per esasperarmi e ci riesce pure e io sbaglio in continuazione. Negli ultimi giorni ho subito di tutto, clisteri, frustate, docce fredde, ma giovanna non è contenta, vuole annullarmi. Si è inventata una mancanza, ho negato, il padrone ha creduto a lei. Ci ho guadagnato 80 staffilate, 60 per la mancanza, 20 per aver tentato di negare. Ci ha preso gusto, ha ripetuto lo scherzetto altre due volte. Sono stata ancora punita. La cosa non mi va giù. In tantissimi anni di convivenza con mio marito padrone ho sopportato migliaia di punizioni. Il mio corpo è stato appeso, sputato, frustrato, schiaffeggiato, sculacciato, picchiato, bastonato, torturato. Ho sopportato, la fame, il sonno, il freddo, clisteri, iniezioni, docce fredde, dolori di stomaco, diarree e malanni di ogni genere. Ho mangiato cibi scadenti, cibi scaduti, cibi avariati. Sono stata legata, imbavagliata, bendata, umiliata e ho subito ogni genere di angherie. Da quasi 15 anni il dolore è il mio fedele compagno di vita. Meritavo di essere punita e lo sono stata. Meritavo di soffrire e ho sofferto. Ma ora non mi va. Giorgio mi deve ascoltare. Gli ho parlato. Non mi ha creduto. Mi ha appeso per i seni. Dopo mezz'ora mi ha chiesto se avevo mentito. Gli ho detto che era tutto vero. Sono restata appesa per un'altra mezz'ora e un'altra mezz'ora ancora. Ero stremata, volevo fare finire il supplizio. Ho detto che mi ero inventata tutto. Il supplizio non è finito. Mi ha lasciata appesa per altre 3 ore. La notte non sono andata a dormire. Ho dovuto recuperare il lavoro che non ho fatto. Ho i seni distrutti.
scritto il
2022-06-30
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