Moglie schiava, marito padrone

di
genere
sadomaso

Capitolo settimo. Sono un po' più serena da qualche notte mio marito mi lascia fare le mie 5 ore di sonno. Al risveglio ricomincia il tran tran quotidiano. Lavoro massacrante, 13 iniezioni, 4 fialette di ferro, digiuno quasi completo. Negli ultimi 2 giorni, sia a pranzo che a cena mi è stata servita una minestra di piselli, che più che altro era una tazza di acqua, con una decina di piselli dentro. Ho mangiato, o forse è meglio dire, ho bevuto senza fiatare. Il 27 avevamo ospiti a cena. Avrei dovuto preparare e andare in camera. Il padrone stranamente mi ha detto di restare. Il motivo lo capii dopo l'arrivo degli amici. Dovevo essere punita e lo avrebbe fatto di fronte a tutti. Il suo ordine arrivò perentorio "Abbassati le mutande". Giorgio, ma cosa dici? Hai capito benissimo, abbassati le mutande. Giorgio, ti prego. Insomma, o te le abbassi o te le abbasso. Giorgio per piacere. In men che non si dica mi ritrovai di traverso sulle sue ginocchia con il culo in bella vista. Mi diede 25 sculacciate. Il dolore fisico non fu un gran che, ma il dolore morale ve lo lascio immaginare. A 32 anni con le mutande abbassate davanti a tutti e sculacciata come una bambina di 5 anni. Avrei voluto sprofondare e invece rimasi seduta tutta la sera alla mercé degli sguardi e dei risolini degli amici. All'ora di cena tutti si abbuffarono a me furono servite 2 carote bollite. Le lasciai nel piatto. Ci guadagnai altri 25 sculaccioni davanti a tutti e 2 giorni di digiuno. Le carote furono conservate per il primo pasto utile. Tra digiuni, punizioni, iniezioni e lavoro massacrante arriviamo così al 6 di marzo. Ero sola a casa, stavo pulendo la cucina, apro il frigo per dare una sistemata, mi si presenta davanti uno spettacolo molto bello. C'era davvero di tutto. Mi viene un'idea, la scaccio, ci ripenso, la scaccio ancora, ci ripenso ancora una volta. Se mangio qualcosa mio marito certo non se ne accorgerà. Prendo un po' di tutto ma in quantità minime, un pochino di marmellata, qualche pezzettino di formaggio, un pezzettino di prosciutto crudo, un pezzettino di mortadella, un sorso di latte, un pezzettino di pane lo intingo nel sugo. Bevo perfino un po' di bibita gasata. Non mi sono abbuffata ma finalmente ho lo stomaco pieno. Mi rimetto a lavorare. Dopo mezz'ora arriva mio marito. Strano, è col dottore. Senza mezzi termini si rivolge a me. Hai niente da dirmi? No padrone. Sicura? Si padrone. Per la terza è ultima volta, hai niente da dirmi? Comincio a sudare freddo, no padrone cosa dovrei dirti? Si rivolge al dottore. Franco procedi. Sudo ancora più freddo. Che significa procedi, che cos'ha in mente? Il dottore tira fuori dalla borsa una caraffa di circa mezzo litro. La riempie per metà di aceto, per un quarto di olio, per un altro quarto di un liquido che tira fuori dalla borsa. Aggiunge del sale, almeno 200 grammi. "Bevi". Che cos'è padrone. Ho detto bevi. So benissimo che devo obbedire. Provo a bere. "Mamma mia è cattivissimo, che cos'è padrone"? Tra 2 minuti deve essere tutta dentro il tuo stomaco, bevi senza fare storie. Dopo meno di 2 minuti quella mistura dal sapore schifoso è dentro il mio stomaco. Nemmeno il tempo di rendermi conto che me la ritrovo in bocca e rimetto tutto, anche le budella. Ora a terra c'è tutto quello che ho mangiato. Ancora niente da dirmi? Mi butto ai suoi piedi. Perdonami Giorgio, avevo fame, è stata una debolezza, non succederà più, te lo giuro. Sono io che te lo giuro, non succederà mai più te lo posso assicurare. Piango a dirotto, so benissimo che non la passerò liscia. Mi fanno bere altre 5 caraffe di quello schifoso liquido che mi fa rimettere altrettante volte e mi fanno anche un clistere. Alla fine ho lo stomaco più pulito di una camicia lavata con la candeggina. Arriva la parte più penosa. Il padrone è arrabbiatissimo. Quello che hai fatto è troppo grave per sperare di cavartela a buon mercato, il 6 di marzo te lo dovrai ricordare per tutta la vita. 2 settimane di digiuno, 2 notti senza dormire, nei successivi 12 giorni il sonno ti viene ridotto di 2 ore, a letto all'una e sveglia alle 4, nelle prime 3 notti di queste 12 starai un'ora in piedi contro il muro, quindi dormirai solo 2 ore, 50 sculacciate e 100 frustate davanti a tutti i nostri amici. E non finisce qui. Torna al lavoro, più tardi comincerai a pagare i tuoi debiti. Piangendo come una fontana tornai al lavoro, la punizione che mi attendeva era pesantissima e sapevo benissimo che me la sarei sorbita tutta senza sconti. Un po' di cibo che poi avevo pure rimesso l'avevo pagato a carissimo prezzo. Tutt'oggi non ho ancora capito come abbia fatto a scoprirmi.
scritto il
2022-06-30
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