Lo smalto bianco dei piedi di Simona o ''sorbetto al limone'': dal bordo piscina alla scopata sul letto con mia figlia in una torrida giornata estiva _ parte 2
di
papino maiale e schiavo della figlia
genere
incesti
Qui la prima parte di questo straordinario resoconto, nel caso ve lo foste perso... (https://www.eroticiracconti.it/racconto/73075-lo-smalto-bianco-dei-piedi-di-simona-o-sorbetto-al-limone-dal-bordo-piscina-alla-scopata-sul-letto-con-mia-figlia-in-una-torrida-giornata-estiva-parte-1)
PARTE II - Tenerezze feticistiche a bordo piscina
Oh sdraio fortunata, oh asciugamano felice, oh sandali devoti che erano a contatto con i piedini smaltati di bianco di mia figlia Simona! Quanto li invidiavo...specie quell'asciugamano sopra cui era sdraiata a bordo piscina...strusciava i suoi piedi su di questa per asciugarseli, freschi, se li era appena bagnati...
Dovevo raggiungerla. Dovevo andare subito da lei, e lei mi voleva, mi aveva fatto segno con il piedino per provocarmi, e quindi dovevo scendere a bordo piscina. Il cazzo già non resisteva più. Con una scusa, ho preso del succo alla pesca, il suo preferito, e sono sceso a portarglielo. La raggiungo. E' bellissima, quel costumino lampone che si è comprata (con i miei soldi) di recente le sta da urlo...e quei piedi, mamma mia. Io sono ancora in polo e pantaloni lunghi.
''Ecco il tuo succo, principessa. Devi idratarti, sotto questo sole sarai accaldata.''
''Grazie, papino, come sei gentile...''
Prende il succo e si rinfresca. Torna a mettere i piedini in acqua e a muoverli. Lei sa che li sto fissando, lei sa che sto già sbavando. Ha di sicuro visto già la protuberanza nei pantaloni. All'improvviso sono così incantato da quella visione che quasi non mi accorgo che mi ha parlato. Ha detto: ''Non sono cucciolosi? Non ti piacciono, papino?''
''Cosa, principessa? Cosa, sono cucciolosi?'' il cuore mi martella a mille nel petto, la gola mi si secca, anche se mi viene l'acquolina in bocca. Sono un cane.
''I miei piccoli piedini,papi''.
Rimango sconvolto, ma non posso fare a meno di dire: ''Sì, tesoro, sono davvero belli, meravigliosi, delicati, così luminosi, piccoli ma dolci...''
Quasi non mi accorgo che ha tolto i piedi fuori dall'acqua e me li ha messi sul petto. Sorridendo, mi dice:
''Dovresti mettermi la crema solare sui piedini, papi...''
''Ehm...scusa, credo di non aver capito, Simo...'' In realtà avevo capito benissimo ed ero sempre più accaldato, sotto quel sole infernale all'1 di pomeriggio quella cazzo di polo mi faceva impazzire...
''I miei teneri piedini hanno bisogno di una ripassata di crema, sai, con questo sole...non vorrai che si brucino, vero, tesorino?...''
E mi fa quegli occhi da cerbiattina (si era alzata gli occhiali da sole) a cui non so resistere. Ormai l'uccello nei pantaloni era un chiodo che premeva per uscire...
Così le spruzzo e le spalmo dolcemente ''Pian piano, papi, così, dappertutto devi metterla'' la crema sui suoi piedini da dea...ben presto un altro tipo di CREMA avrebbe raggiunto quelle tenere estremità. Era una sorta di anticipazione prosaica e meno profonda, più sciatta e popolare, della vera CREMA che avrebbe onorato e protetto i suoi piedi... una crema ''fatta in casa'', prodotta dal suo papi, dal suo corpo arrapato e infuocato per sua figlia...Certamente avrete capito ma...andiamo per gradi...
''Non sono il sogno di ogni uomo, papi?'' mi fa mentre le spalmo ancora la crema, quello smalto bianco che mi faceva girare la testa ''Almeno, sono il tuo sogno, papi, lo so, da sempre...''
Come negarlo? Ne avevamo tante ormai di sessioni fetish e di scopate dopo preliminari di footjobs e foot slavery che ormai avevamo perso il conto...ma non smetto di meravigliarmi mai della sua seduzione, del suo ''ricominciare il gioco'', come se fosse sempre la prima volta...
''Sì, amore mio'' faccio io ''sono il paradiso del tuo papà, così divini, così perfetti, capaci di dominare la volontà di un uomo maturo, di un vecchio fallito quasi caduto in depressione e...'' Volevo baciarli, volevo baciarli da morire e passare subito la mia lingua sulla pianta, sul collo, tra gli interstizi divini di quella padrona biondina e perfetta che avevo sverginato da tempo! Oh quanto stavo impazzando, quando stavo sbavando, mi credete?
Ed ecco che scatta la trappola. Probabilmente anche lei ne aveva abbastanza di quella parte in piscina, di certo aveva capito quanto mi stessi logorando, quanto fossi allupato in una maniera da tortura che manco vi immaginate. Voleva anche lei passare al bello.
Fa: ''Papi, il mio letto è rotto, credo abbia qualche problema alle molle...non è che puoi dargli un'occhiata, per favore...?''
''Sì certo, principessa, più tardi lo guardo e...''
''In realtà preferirei adesso...''
''Adesso? Perché adesso, cerbiattina?...''
''Perché sono stanca, vorrei riposarmi...giusto se puoi controllare se dobbiamo cambiarlo...''
Credevo davvero avesse cambiato argomento. Credevo che davvero volesse riposare e non avrebbe dato seguito - con quel caldo asfissiante, con quella giornata stancante - a quei discorsi feticistico-incestuosi tra padre e figlia. Ma mi sbagliavo. Eccome, se mi sbagliavo. Non era nient'altro una sottile strategia della mia dea, della mia giovanissima troia, per far scattare la trappola...era tutto un gioco, per lei, era tutto un gioco di tattica per variare il nostro rapporto...ogni nostra scopata, ogni mia sottomissione doveva essere diversa l'una dall'altra. Le piace sperimentare, e anche questa volta avrebbe sperimentato.
Siamo saliti insieme in camera sua, lasciando il bordo piscina. La trappola era scattata, e già mentre lasciavamo la piscina ed entravamo in casa, io dietro di lei, le osservavo quel culo da prendere a pecorina, ma soprattutto quel biancore divino sulle sue unghie, su quei piedi capaci di trasformare un uomo maturo, un padre di famiglia, un bravo cattolico persino, uno stimato lavoratore...in nient'altro che in un lurido cane sbavoso, in un patetico verme leccapiedi, in un penoso coglione del tutto inerme, con la lingua di fuori e COMPLETAMENTE in balia di una giovanissima dea dell'Olimpo.
Oh fortunato bordo piscina, oh fortunato pavimento di casa e scale sotto i suoi piedi di fata!
La trappola era scattata e...la troverete raccontata nel dettaglio nella parte III. Non mancate.
PARTE II - Tenerezze feticistiche a bordo piscina
Oh sdraio fortunata, oh asciugamano felice, oh sandali devoti che erano a contatto con i piedini smaltati di bianco di mia figlia Simona! Quanto li invidiavo...specie quell'asciugamano sopra cui era sdraiata a bordo piscina...strusciava i suoi piedi su di questa per asciugarseli, freschi, se li era appena bagnati...
Dovevo raggiungerla. Dovevo andare subito da lei, e lei mi voleva, mi aveva fatto segno con il piedino per provocarmi, e quindi dovevo scendere a bordo piscina. Il cazzo già non resisteva più. Con una scusa, ho preso del succo alla pesca, il suo preferito, e sono sceso a portarglielo. La raggiungo. E' bellissima, quel costumino lampone che si è comprata (con i miei soldi) di recente le sta da urlo...e quei piedi, mamma mia. Io sono ancora in polo e pantaloni lunghi.
''Ecco il tuo succo, principessa. Devi idratarti, sotto questo sole sarai accaldata.''
''Grazie, papino, come sei gentile...''
Prende il succo e si rinfresca. Torna a mettere i piedini in acqua e a muoverli. Lei sa che li sto fissando, lei sa che sto già sbavando. Ha di sicuro visto già la protuberanza nei pantaloni. All'improvviso sono così incantato da quella visione che quasi non mi accorgo che mi ha parlato. Ha detto: ''Non sono cucciolosi? Non ti piacciono, papino?''
''Cosa, principessa? Cosa, sono cucciolosi?'' il cuore mi martella a mille nel petto, la gola mi si secca, anche se mi viene l'acquolina in bocca. Sono un cane.
''I miei piccoli piedini,papi''.
Rimango sconvolto, ma non posso fare a meno di dire: ''Sì, tesoro, sono davvero belli, meravigliosi, delicati, così luminosi, piccoli ma dolci...''
Quasi non mi accorgo che ha tolto i piedi fuori dall'acqua e me li ha messi sul petto. Sorridendo, mi dice:
''Dovresti mettermi la crema solare sui piedini, papi...''
''Ehm...scusa, credo di non aver capito, Simo...'' In realtà avevo capito benissimo ed ero sempre più accaldato, sotto quel sole infernale all'1 di pomeriggio quella cazzo di polo mi faceva impazzire...
''I miei teneri piedini hanno bisogno di una ripassata di crema, sai, con questo sole...non vorrai che si brucino, vero, tesorino?...''
E mi fa quegli occhi da cerbiattina (si era alzata gli occhiali da sole) a cui non so resistere. Ormai l'uccello nei pantaloni era un chiodo che premeva per uscire...
Così le spruzzo e le spalmo dolcemente ''Pian piano, papi, così, dappertutto devi metterla'' la crema sui suoi piedini da dea...ben presto un altro tipo di CREMA avrebbe raggiunto quelle tenere estremità. Era una sorta di anticipazione prosaica e meno profonda, più sciatta e popolare, della vera CREMA che avrebbe onorato e protetto i suoi piedi... una crema ''fatta in casa'', prodotta dal suo papi, dal suo corpo arrapato e infuocato per sua figlia...Certamente avrete capito ma...andiamo per gradi...
''Non sono il sogno di ogni uomo, papi?'' mi fa mentre le spalmo ancora la crema, quello smalto bianco che mi faceva girare la testa ''Almeno, sono il tuo sogno, papi, lo so, da sempre...''
Come negarlo? Ne avevamo tante ormai di sessioni fetish e di scopate dopo preliminari di footjobs e foot slavery che ormai avevamo perso il conto...ma non smetto di meravigliarmi mai della sua seduzione, del suo ''ricominciare il gioco'', come se fosse sempre la prima volta...
''Sì, amore mio'' faccio io ''sono il paradiso del tuo papà, così divini, così perfetti, capaci di dominare la volontà di un uomo maturo, di un vecchio fallito quasi caduto in depressione e...'' Volevo baciarli, volevo baciarli da morire e passare subito la mia lingua sulla pianta, sul collo, tra gli interstizi divini di quella padrona biondina e perfetta che avevo sverginato da tempo! Oh quanto stavo impazzando, quando stavo sbavando, mi credete?
Ed ecco che scatta la trappola. Probabilmente anche lei ne aveva abbastanza di quella parte in piscina, di certo aveva capito quanto mi stessi logorando, quanto fossi allupato in una maniera da tortura che manco vi immaginate. Voleva anche lei passare al bello.
Fa: ''Papi, il mio letto è rotto, credo abbia qualche problema alle molle...non è che puoi dargli un'occhiata, per favore...?''
''Sì certo, principessa, più tardi lo guardo e...''
''In realtà preferirei adesso...''
''Adesso? Perché adesso, cerbiattina?...''
''Perché sono stanca, vorrei riposarmi...giusto se puoi controllare se dobbiamo cambiarlo...''
Credevo davvero avesse cambiato argomento. Credevo che davvero volesse riposare e non avrebbe dato seguito - con quel caldo asfissiante, con quella giornata stancante - a quei discorsi feticistico-incestuosi tra padre e figlia. Ma mi sbagliavo. Eccome, se mi sbagliavo. Non era nient'altro una sottile strategia della mia dea, della mia giovanissima troia, per far scattare la trappola...era tutto un gioco, per lei, era tutto un gioco di tattica per variare il nostro rapporto...ogni nostra scopata, ogni mia sottomissione doveva essere diversa l'una dall'altra. Le piace sperimentare, e anche questa volta avrebbe sperimentato.
Siamo saliti insieme in camera sua, lasciando il bordo piscina. La trappola era scattata, e già mentre lasciavamo la piscina ed entravamo in casa, io dietro di lei, le osservavo quel culo da prendere a pecorina, ma soprattutto quel biancore divino sulle sue unghie, su quei piedi capaci di trasformare un uomo maturo, un padre di famiglia, un bravo cattolico persino, uno stimato lavoratore...in nient'altro che in un lurido cane sbavoso, in un patetico verme leccapiedi, in un penoso coglione del tutto inerme, con la lingua di fuori e COMPLETAMENTE in balia di una giovanissima dea dell'Olimpo.
Oh fortunato bordo piscina, oh fortunato pavimento di casa e scale sotto i suoi piedi di fata!
La trappola era scattata e...la troverete raccontata nel dettaglio nella parte III. Non mancate.
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