Devoto a mia figlia Simona: una principessa, una dea, una fata di cui sono succube. Ti amo, mia regina!

di
genere
dominazione

Ho sentito la tua carne, il tuo corpo
chiamarmi a gran voce, figlia mia.
Ho scoperto la tua figa, calda e accogliente,
una nudità dolce di giovane fanciulla
decisa e appassionata, ma anche tenera e timida.
Ma prima sono crollato ai tuoi piedi, ai tuoi
santi piedi di fata, Simona, principessa del mio cuore,
i tuoi piedi che mi hanno reso schiavo e continuano
ad occupare la mia mente e i miei pensieri.
Sono pazzo di loro, lo sai, come seta d'oriente
mi seducono e mi trasformano in larva devota,
in verme strisciante, in pupazzo senza ragione.
Eri solo una ragazzina appena maggiorenne quando,
una sera, mi hai messo sotto il naso i tuoi piedi
dalle unghie bianche e mi hai pregato di adorarli,
timida ma anche appassionata. Sapevi che non ti avrei detto
di no, che non avrei potuto farlo, che era TEMPO che
tutto si compisse e avesse un senso.
Sapevi già che ero malato di te, mia regina,
malato dei tuoi piedi che colori di tanti smalti
diversi nelle nostre sessioni appassionate. Ti togliesti
la lingerie fetish con cui mi avevi teso la trappola, sul letto, nella camera dei tuoi genitori,
mentre io iniziavo a leccarti i piedi, dolcemente, con il cuore a mille, con la consapevolezza che nulla, nulla sarebbe
stato più come prima, innamorato pazzo e con il pene già gonfio, e poi i tuoi piedi sul membro, teneri e curiosi, su e giù, la prima volta che lo facevi ma già espertissima cucciola divina,
preparativi adatti a quello che sarebbe seguito: deflorare
la tua preziosa farfalla tra le gambe.

Io, tuo padre, sono stato risucchiato dal vortice
di un sentimento folle, cresciuto ogni giorno di più,
mentre tu divenendo più grande affinavi le tecniche di seduzione, rendendomi debole, piccolo e insignificante davanti al tuo cospetto.
Quante notti passate nudo e mascherato,
incatenato e col cock chastity ai tuoi piedi in sessione,
mia divina, mentre mi deridevi e ti prendevi gioco di tuo padre,
quante notte ti sono entrato da dietro sul letto,
sperando che mia moglie - tua madre - non aprisse la porta
e ci scoprisse, nudi e felici, abbracciati nel desiderio
d'amore.

Perché io t'amo, mia divina, non è solo sesso,
il nostro, lo sai, non è solo irrefrenabile potere della
carne, sogno proibito da sempre, di essere tuo e tu mia,
io nel tuo culo, io nella tua vagina, io umile porco
che ti lecca i piedi, io semplice cane sborratore delle
tue unghie divine. Quante posizioni abbiamo provato in
questi anni, a letto, chi può dirlo? Quante delizie fetish,
quante pratiche sadomaso mi hai imposto con il tuo potere,
mio sogno divino, mia luce perfetta, mia dolcissima speranza dai capelli d'angelo?
Io, laido maiale più che sessantenne, ho ritrovato la gioia
di vivere nell'amore per te, che ora hai 22 anni, nella devozione alla tua carne,
nel servire i tuoi piedi santi e del paradiso,
nel non volere essere nient'altro che un fallito in balia del potere di sua figlia giovane.
Dopo anni di depressione e angoscia, tu mi hai ridonato la felicità, divina Simona,
quando hai permesso che potessi finalmente porre la mia
lingua sui tuoi piedi,
quando hai iniziato a giocare con il mio membro con la bocca, con le mani, con i piedi, facendolo diventare grande come mai era stato, neanche in gioventù,
quando finalmente sono potuto entrare prima con dolcezza e poi con forza e passione dentro la tua figa,
quando versando la prima volta, la notte dei tuoi 18
anni, il mio seme maturo e abbondante sui tuoi piedi dalle
unghie bianche, ti ho detto, tra le lacrime: ''Ti amo, Simona.''

Ti amo per i tuoi pompini perfetti, quando prendi il mio
cazzo tra le tue labbra di principessa,
ti amo quando il mio membro diventa di marmo tra i tuoi piedi,
ti amo quando mi chiami ''slave'' e mi metti la catena,
ti amo quando ti spogli davanti a me,
ti amo quando mi umili e mi fai sentire un verme (quel che sono),
ti amo quando ti abbraccio e ti stringo forte e riscopro il senso della vita,
ti amo quando ti prendo a pecorina, a missionario, a bambù e
posso continuare a succhiarti i piedi mentre vado dentro e fuori la tua farfallina,
ti amo perché sei una dea crudele ed esigente ma anche micetta e vogliosa,
ti amo perché mi hai fatto scoprire, a me padre cattolico ed esempio di moralità, il lato peccaminoso e proibito della vita,
ti amo perché non potrei vivere senza di te,
ti amo perché mi lasci i segni delle tue frustate sulla schiena e devo continuamente nasconderli a tua madre,
ti amo perché hai riso timida la prima volta che ti ho messo lo smalto sui piedi, d'estate, e tu civettuola mi chiedevi come mi sembrasse questa attività,
ti amo perché sai che sono debole e te ne approfitti,
ti amo tutti i giorni e tutte le notti e il tempo non passa mai senza te, lontano da te,
ti amo perché quando non ci sei non vedo l'ora di stare di nuovo con te, sotto di te, dentro di te, sotto i tuoi piedi, con la lingua nella figa, con la tua bocca piena della mia sborra,
ti amo perché mi hai fatto capire che bisogna seguire il proprio cuore e il mio cuore batte solo per te,
ti amo perché diverse volte mi hai umiliato in pubblico, facendo sorgere il sospetto della nostra relazione proibita,
ti amo perché sono certo che chiederei il divorzio da tua madre per passare il resto dei miei giorni con te, schiavo dei tuoi piedi e del tuo seno e del tuo culo e della tua topa,
ti amo perché quando mi stringi il pene e lo metti in castità
so che lo fai PER IL MIO BENE, ne sono convinto,
ti amo perché non potrei farne a meno, mia perfezione,
ti amo ora e sempre, mia divina.

Spero che il paradiso, se esiste, abbia i tuoi capelli, il tuo sorriso, il tuo corpo nudo e caldo che mi accoglie sempre e i tuoi piedi di fata, sotto cui passerei l'eternità: felice per essere nient'altro che un cucciolo pazzo di passione per te, mia unica ragione di vita. Ti amo, Simona. Con tutto il cuore, principessa mia.
scritto il
2024-05-05
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