Un ricordo lontano 3
di
Cervantes
genere
gay
Zio Gabriele era ancora molto lontano da una forma accettabile. Il ginocchio era gonfio e, nonostante l'immobilismo forzato le cose non sembravano migliorare.
Nei due giorni seguenti non ebbi modo di stargli vicino. Volevo fargli sapere che avevo comprato il clistere e che, come mi aveva ordinato, lo usavo.
Nelle orecchie mi rimbombavano le parole che mi aveva detto 48 ore prima, parole pesanti, offensive che però mi facevano stringere lo stomaco.
Zia Marta era davvero premurosa e non lo lasciava mai da solo se non per cause di forza maggiore.
Io facevo il mio lavoro, la stalla era sempre in ordine ed anche gli animali da cortile godevano di ottima salute.
Quando, la sera, andavo a farmi la doccia, inevitabilmente mi segavo mentre mi scopavo il culo con gli oggetti più disparati.
La mattina del 6 Luglio, mentre ero intento a pulire gli escrementi dei bovini, zia Marta venne nella stalla e mi avviso' che doveva per forza uscire per andare in banca. Mi rassicuro' riguardo allo zio che, a detta di Marta, non aveva bisogno di niente.
Quando il culo della panda fu ingoiato dall'ultima curva, mi tolsi gli stivali, indossai scarpe normali ed andai verso il casolare.
Trovai Gabriele intento a leggere delle riviste. Mi avvicinai salutandolo e lui mi rispose : - ah, eccoti qui! - mentre lo diceva Poggio' le riviste sul bracciolo del divano. Erano riviste erotiche, quella che si vedeva era LE ORE ed era una rivista piena di fotografie porno.
Senza dire altro inarco' la schiena è fece scendere i pantaloncini. Aveva il cazzo in fiamme, lucido, forse sudato ma dritto come un tubetto.
Non dissi nulla, mi inchinai e lo baciai. Era sudato, aveva un odore forte, non mi piaceva ma quando lo Zio pronunciò la frase magica : - dai troia, datti da fare - non capii più nulla, spalancai le fauci e lo divorai. Aveva il sapore del cazzo, le palle che trattavo come scacciapensieri, erano sudate e bollenti. Le baciai senza perdere di vista il cazzo. Poi mi alzai in piedi e tirai giù i pantaloni. Il mio cazzo, nel suo piccolo, sembrava voler scoppiare e Gabriele con una mossa che non mi aspettavo lo prese in mano segandolo.
soppeso' le mie palle, poi, seguendo il canale, mi poggio' le dita sul buco.
- ho fatto come volevi- dissi, e lui : - vedremo, se hai fatto un bel lavoro - e nel dirlo mise una falange delle sue dita nel mio buco.
Avevo comprato anche un tubetto di vasellina e avevo impasticciato il buco, versandone anche una piccola parte proprio dentro.
Non lo feci parlare, gli detti le spalle e poi tenendo ben fermo quel paletto mi ci sedetti sopra. La vasellina si era dimostrata pericolosa perché aveva fatto scivolare la cappella fino in fondo togliendomi il fiato.
Gabriele mi desto'dal torpore e, prendendomi per i fianchi cominciò a muovermi su e giù.
Mi sembrava di sognare. Quel cazzo mi dava un brivido per ogni millimetro di penetrazione. Sborravo in continuazione sulle cosce di Zio che sembrava ancora più eccitato.
Durò poco, sentii la verga fremere e lo zio mi intimo' di sfilarlo e di prenderlo in bocca. Obbedii, come sempre. Non aveva un buon odore, anche se non era sporco. Gabriele vide la mia smorfia e , con voce severa, mi disse : - ho capito sai? Ti sei vantato ma non avevi fatto il tuo lavoro come ti avevo detto. Adesso, quindi, sbrigati a succhiare e a pulirmi il cazzo.- Mi inginocchiai e mi feci coraggio.
Lo misi in bocca e cominciai a fare su e giù muovendo la lingua più che potevo.
Il mio culo, gonfio, si apriva proprio davanti alla sua faccia.
Sputo' due volte sul buco e poi.... Me lo sfondo'. Ci mise quattro dita e cominciò a girare. Mi faceva impazzire e mi portava a succhiare con più avidità.
La sborra mi colpì l'ugola e riempì la mia bocca, improvvisamente. Anche zio ne fu sorpreso. Mandai giù e poi mi dedicai alla cappella che feci tornare nuova.
Nel frattempo lui aveva sfilato le dita dal buco del culo. Mi guardò fisso e mi ordinò di ispezionare il mio didietro.
Sembrava un vulcano, al tatto era morbido e.... Era aperto! Misi due dita dentro e sembravano poterci ballare.
Mi ridesto' Gabriele ordinandomi di rivestirmi e di riprendere il controllo.
Mentre uscivo mi disse: - te lo avevo promesso, userò tutti i mezzi ma ti trasformero' il culo in fica... Slabbrata. - mentre lo diceva sentivo il mio prepuzio bagnarsi....
Nei due giorni seguenti non ebbi modo di stargli vicino. Volevo fargli sapere che avevo comprato il clistere e che, come mi aveva ordinato, lo usavo.
Nelle orecchie mi rimbombavano le parole che mi aveva detto 48 ore prima, parole pesanti, offensive che però mi facevano stringere lo stomaco.
Zia Marta era davvero premurosa e non lo lasciava mai da solo se non per cause di forza maggiore.
Io facevo il mio lavoro, la stalla era sempre in ordine ed anche gli animali da cortile godevano di ottima salute.
Quando, la sera, andavo a farmi la doccia, inevitabilmente mi segavo mentre mi scopavo il culo con gli oggetti più disparati.
La mattina del 6 Luglio, mentre ero intento a pulire gli escrementi dei bovini, zia Marta venne nella stalla e mi avviso' che doveva per forza uscire per andare in banca. Mi rassicuro' riguardo allo zio che, a detta di Marta, non aveva bisogno di niente.
Quando il culo della panda fu ingoiato dall'ultima curva, mi tolsi gli stivali, indossai scarpe normali ed andai verso il casolare.
Trovai Gabriele intento a leggere delle riviste. Mi avvicinai salutandolo e lui mi rispose : - ah, eccoti qui! - mentre lo diceva Poggio' le riviste sul bracciolo del divano. Erano riviste erotiche, quella che si vedeva era LE ORE ed era una rivista piena di fotografie porno.
Senza dire altro inarco' la schiena è fece scendere i pantaloncini. Aveva il cazzo in fiamme, lucido, forse sudato ma dritto come un tubetto.
Non dissi nulla, mi inchinai e lo baciai. Era sudato, aveva un odore forte, non mi piaceva ma quando lo Zio pronunciò la frase magica : - dai troia, datti da fare - non capii più nulla, spalancai le fauci e lo divorai. Aveva il sapore del cazzo, le palle che trattavo come scacciapensieri, erano sudate e bollenti. Le baciai senza perdere di vista il cazzo. Poi mi alzai in piedi e tirai giù i pantaloni. Il mio cazzo, nel suo piccolo, sembrava voler scoppiare e Gabriele con una mossa che non mi aspettavo lo prese in mano segandolo.
soppeso' le mie palle, poi, seguendo il canale, mi poggio' le dita sul buco.
- ho fatto come volevi- dissi, e lui : - vedremo, se hai fatto un bel lavoro - e nel dirlo mise una falange delle sue dita nel mio buco.
Avevo comprato anche un tubetto di vasellina e avevo impasticciato il buco, versandone anche una piccola parte proprio dentro.
Non lo feci parlare, gli detti le spalle e poi tenendo ben fermo quel paletto mi ci sedetti sopra. La vasellina si era dimostrata pericolosa perché aveva fatto scivolare la cappella fino in fondo togliendomi il fiato.
Gabriele mi desto'dal torpore e, prendendomi per i fianchi cominciò a muovermi su e giù.
Mi sembrava di sognare. Quel cazzo mi dava un brivido per ogni millimetro di penetrazione. Sborravo in continuazione sulle cosce di Zio che sembrava ancora più eccitato.
Durò poco, sentii la verga fremere e lo zio mi intimo' di sfilarlo e di prenderlo in bocca. Obbedii, come sempre. Non aveva un buon odore, anche se non era sporco. Gabriele vide la mia smorfia e , con voce severa, mi disse : - ho capito sai? Ti sei vantato ma non avevi fatto il tuo lavoro come ti avevo detto. Adesso, quindi, sbrigati a succhiare e a pulirmi il cazzo.- Mi inginocchiai e mi feci coraggio.
Lo misi in bocca e cominciai a fare su e giù muovendo la lingua più che potevo.
Il mio culo, gonfio, si apriva proprio davanti alla sua faccia.
Sputo' due volte sul buco e poi.... Me lo sfondo'. Ci mise quattro dita e cominciò a girare. Mi faceva impazzire e mi portava a succhiare con più avidità.
La sborra mi colpì l'ugola e riempì la mia bocca, improvvisamente. Anche zio ne fu sorpreso. Mandai giù e poi mi dedicai alla cappella che feci tornare nuova.
Nel frattempo lui aveva sfilato le dita dal buco del culo. Mi guardò fisso e mi ordinò di ispezionare il mio didietro.
Sembrava un vulcano, al tatto era morbido e.... Era aperto! Misi due dita dentro e sembravano poterci ballare.
Mi ridesto' Gabriele ordinandomi di rivestirmi e di riprendere il controllo.
Mentre uscivo mi disse: - te lo avevo promesso, userò tutti i mezzi ma ti trasformero' il culo in fica... Slabbrata. - mentre lo diceva sentivo il mio prepuzio bagnarsi....
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