Olga

di
genere
orge

“Non ho dormito, o comunque credo di avere riposato pochissimo, il film erotico deve avermi eccitata più del previsto. Credo di avere sognato scene di sesso, complice il caldo che mi costringe a dormire nuda con la finestra aperta. Ho fatto una telefonata maliziosa a Roberto e ora non me lo levo di torno. Mi chiamo Olga e vivo con la mia gatta, tengo questo diario dietro consiglio della psicoanalista, ha detto di scrivere, di annotare le sensazioni, i ricordi e le mie paure in diretta, lei crede possa aiutare a farmi passare questo momento di depressione.
Suonano alla porta e sono costretta ad alzarmi. È Roberto che fa lo scemo, è con un suo amico e mi hanno portato i cornetti caldi, uffa, stavo tanto bene nel letto e non ho voglia di vestirmi. Attraverso la porta faccio con loro un patto, prometto di aprire ma dovranno contare fino a cento prima di entrare, così avrò il tempo di rimettermi sotto le lenzuola! Rispettano il patto e sento che stanno arrivando, Roberto si è fermato in cucina e sta forse preparando il caffè, il suo amico con un “Posso?” piomba nella mia camera da letto e mi tende la mano, “Piacere Gianluca“, è carino e molto giovane per essere un amico di Roberto, cerca di fare il simpatico. Io non ho una gran voglia di parlare e continuo a scrivere il diario, vorrei continuare a dormire e non ho voglia di fare niente, invece arriva Roberto con i caffè ed i cornetti caldi, mi trovo cosi a fare colazione con due uomini completamente nuda coperta soltanto da un lenzuolo. Sono seduti accanto a me, registro ogni cosa nel mio taccuino e chiedo di accostare la finestra perchè la luce m’infastidisce. Mi dicono di farlo da sola e gli ricordo che non posso, che sono nuda.
Obbediscono allora all’istante, mi metto seduta sul letto coprendo con il lenzuolo il seno, è un po’ imbarazzante trovarsi tra due uomini che ti mangiano con gli occhi, mi chiedono cosa scrivo e ascoltano interessati, ma forse in questo momento sarebbero accondiscendenti su qualsiasi argomento. Dovrò attraversare metà corridoio per arrivare in bagno e siccome la cucina sta dopo il soggiorno, l’unica soluzione che mi viene in mente è quella di fargli chiudere gli occhi, quando sono sicura che non possono guardare prendo penna e blocchetto, mi alzo veloce verso il bagno, faccio la pipì e mi dirigo verso la cucina per bere un bicchiere d’acqua. Sento dei passi, è Roberto, non mi copro certo, lui può vedermi nuda, mi siedo in terra per scrivere mentre bevo il mio bicchiere d’acqua. Arriva e mi chiede che ne penso di Gianluca, alzo gli occhi capisco dove vorrebbe arrivare, metto il broncio e gli dico di andare al diavolo.
Sto ancora seduta, lui in piedi di fronte a me, attraverso i jeans vedo un’imponente erezione, lui capisce che io l’ho notata e si slaccia i pantaloni tirandosi fuori l’uccello, lo guardo con incredulità, sussurro che nell’altra stanza c’è Gianluca ma non mi risponde. Mi passano in testa alcune scene del film e le altre del sogno e passa pure la mia gatta che si posiziona sul frigorifero come per assistere ad uno spettacolo. Vorrei cacciarlo di casa, chiudere la finestra e rimettermi a dormire ma inizio a dargli piacere. Annoto in diretta le mie sensazioni fedele al compito che mi ha assegnato la dottoressa. Sono bagnata e provo a fare come vuole lui, non riesco e mi tolgo, ma lui non ne vuole sapere, ho le lacrime agli occhi ma resisto al suo assalto.

Ora faccio come piace a lui, mi ha fatto eccitare di brutto, vorrei alzarmi in piedi per fare l’amore ma sento i getti di sperma nella gola, sta venendo nella mia bocca e la cosa mi eccita ancora di più. Sento dei passi nel soggiorno, è Gianluca, lui no, non può vedermi nuda ma ormai è tardi e me lo trovo in cucina mentre sto seduta in terra con il blocchetto in mano. “Dai, tiralo fuori” lo invita Roberto, mentre io dico di no, questo è troppo, vorrei gridargli d’andare via e sprofondare nel letto, magari per scrivere con calma, ma sono bagnata e ho voglia di fare l’amore, però mi vergogno di questo sconosciuto che impunemente, nella mia cucina, obbedendo a Roberto, si slaccia allegramente i pantaloni. I miei ultimi dubbi si dissolvono alla vista del suo magnifico uccello. Mi alzo in piedi e poggio i gomiti sul lavello con il notes tra le mani esponendo il mio grande culo, scrivo di un uccello che mi sta entrando dentro e non so di chi sia, ma spinge come piace a me ed ora non m’importa più di niente. Sento un rumore osceno, mi volto e vedo il giovane amico spingere con forza. Roberto mi ha preso per i capelli e mi ha fatto cambiare posizione. Cerco di annotare mentalmente gli avvenimenti, non posso scrivere ora.
Sono stata così scopata a sangue da un ragazzo poco più che ventenne e con in bocca il cazzo del mio fidanzato, mi sono sentita totalmente puttana e questo pensiero ha aumentato il mio piacere e la mia perversione che non è sfuggita ai due maschi. Mi hanno prima sculacciata piano piano, poi sempre più insistentemente, prima mi dicevano solo “Ti piace! Dai godi!” poi sono arrivati i primi insulti. Ho completamente perso il controllo della situazione , mi hanno trasportata in camera da letto e per eccitarsi di più hanno pure aperto le finestre. La mia gatta sta guardando in silenzio, Roberto si è sdraiato sul letto, io sono a cavalcioni su di lui ed ho ripreso il mio blocchetto in mano.
No questo proprio no, a questo non sono pronta. È tutto inutile, Roberto blocca le mie mani e cade il blocchetto. Ho sentito l’uccello del suo giovane amico allargarmi. Spingono entrambi e mi fanno male, imploro di smettere ma ricominciano insulti e sculacciate. Non smettono ed io inizio a sentirmi una regina, la regina delle puttane, non sento più dolore e vengo ripetutamente, sto a pecorina e posso scrivere liberamente, ho dei sussulti mi mordo le labbra ed incoraggio i miei due maschi. Si rendono conto del mio stato d’eccitazione e ne approfittano, stanno facendo di me ciò che vogliono. Non sono ancora sazi del mio corpo né io dei loro uccelli, mi scopano a turno sul davanzale dove posso continuare a scrivere, mi fanno mostrare le tette alla finestra in modo che chiunque possa vedermi.
Sono oltremodo eccitati mi dicono cosa mi faranno. Mi hanno portata in bagno e, come in un film porno, si sono masturbati vicino la mia bocca fino ad insozzarmi il viso, gli occhi, le labbra ed i capelli, penso alla fatica che farò nel ripulire tutto. L’acqua della doccia mi riporta alla realtà, esco dal bagno in accappatoio e porgo in modo gentile ma irremovibile secchio e ramazza ai due per fargli ripulire tutto per bene, si mettono subito all’opera mentre io e la mia gatta restiamo a guardare. Quando avranno finito finalmente potrò tornare a dormire.”
21 Luglio 1972

scritto il
2022-09-23
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