Laura 2015 "Il vibratore fucsia"_1
di
Scintilla
genere
trio
Sotto l’ombrellone, Laura sdraiata sopra il lettino, guardava il mare attraverso le gambe dei bagnanti, che camminavano avanti e indietro, lungo la battigia.
Ogni tanto alzava lo sguardo per inquadrare la figura intera di qualcuno, senza un motivo apparente. Fu così che si trovò a fissare una donna di mezza età, grassottella, con un costume intero di colore nero, che si era fermata e guardava, sicuramente, verso di lei.
Si mise seduta e scrutò meglio quella figura, passando rapidamente in rassegna le possibili combinazioni, tra le sue conoscenze e quella donna, che continuava a fissarla.
-Santo Iddio!- Esclamò dentro di se. -Ma quella è Paola.-
Come se l’altra avesse capito di essere stata riconosciuta, lasciò la battigia e s’incamminò, sulla sabbia asciutta, verso l’ombrellone di Laura, che nel frattempo si era alzata dal lettino.
«Laura!»
«Paola!»
Si abbracciarono e cominciarono a farsi, reciprocamente, domande sul loro passato, degli ultimi quarantacinque anni. Tanti ne erano passati da quando si eravamo perse di vista.
Laura, all’età di quindici anni si era trasferita a Milano; dopo la pensione, era di nuovo tornata ad abitare, con il marito, nella casa dei suoi genitori, in un paesino della costa toscana. Oggi aveva sessantadue anni.
Paola invece, che di anni ne aveva sessantacinque, dopo il matrimonio con Ugo, era andata a vivere in una cittadina dell’entroterra, dove abitava tuttora.
Il marito era morto due anni prima. Lei era in vacanza in un bungalow, con il nipotino, che ora era con i genitori in montagna.
«Allora un pomeriggio vieni a trovarmi a casa mia?» La invitò Laura.
«Volentieri. Se per Te va bene verrei dopo domani.» Rispose Paola.
Alle quattro di pomeriggio Paola arrivò a casa di Laura. Entrambe si sedettero sul divano e ricominciarono ad approfondire quel pezzo di vita che si erano perso: il lavoro, i figli, le conoscenze comuni,… Finché Laura chiese a Paola della sua vedovanza.
«Avere vicino mia figlia, mio genero e soprattutto il nipotino, mi è stato di grande conforto, soprattutto i primi tempi, dopo la morte di Ugo. Ora però comincio a sentire la mancanza di un compagno.» Rispose Paola.
«Hai preso in considerazione la possibilità di trovare qualcuno?» Domandò Laura.
«Ma no.» Rispose Paola. «Dal punto di vista affettivo sono appagata dalla mia famiglia. Ma da un po’ di tempo, forse a te sembrerà strano, mi manca il sesso.»
«E allora?» Chiese Laura.
«Allora… A questa età, con questo fisico, chi posso trovare? Un anziano come o più di me, che per questo scopo…» Rispose Paola
E allora? Chiese di nuovo Laura.
Dopo una breve pausa. Paola rispose.
«Mi arrangio da sola… Insomma mi tocco.»
«E Ti soddisfa?» La interrogò Laura.
«Non completamente. A Te lo posso confessare, ho pensato anche di comprare un vibratore. Sono andata su Internet, si trovano anche su Amazon, ma al momento di fare l’ordine mi sono sempre bloccata.» Rispose Paola.
«Aspetta un momento.» Disse Laura e andò in un’altra stanza.
Quando Laura tornò in soggiorno, teneva in mano un sacchetto di stoffa dal quale estrasse un vibratore, lungo almeno venti centimetri, di colore fucsia.
Paola era rimasta senza parole, non credeva che Laura avesse bisogno di darsi piacere con quell’oggetto inanimato. Poi disse.
«Ma, ma lo usi anche te?»
«Si certo. Di solito insieme a mio marito Marco.» Rispose Laura e aggiunse.
«Lo vuoi provare?»
«Come, ora? No, no magari un’altra volta.» Disse Paola.
«Non devi vergognarti di me, siamo amiche da una vita. Ti assicuro che non te ne pentirai.» Insisté Laura.
Paola, imbarazzata e curiosa al tempo stesso disse.
«Non so, è che certe cose non le ho mai fatte davanti a nessuno.»
Laura accese l’apparecchio, che emise un leggero ronzio e lo accostò al ventre dell’amica, sopra la scamiciata bianca.
Paola, con le mani abbandonate sul divano e le ginocchia leggermente dischiuse esclamò.
«Come vibra!»
«Dai spogliati e stenditi. Per farti sentire meno in imbarazzo, mi spoglierò anch’io.»
Disse Laura. E iniziò a togliersi quel poco che aveva addosso.
Paola, guardò l’amica nuda, con il vibratore in mano; si spogliò anche lei e con lo sguardo interrogativo, le chiese cosa doveva fare.
«Sdraiati, apri le gambe e tira su le ginocchia.» Le ordinò Laura.
Paola fece come diceva: si stese sul divano e appoggiò la testa sul bracciolo. Laura si sedette di sguincio, all’altezza del suo bacino.
«Così mi sento molto esposta.» Mormorò Paola.
«Dai fai la brava, visto che io l’ho già utilizzato, ti aiuterò.» Disse Laura.
Laura appoggiò la punta del vibratore sul clitoride. Quelle vibrazioni stavano dando a Paola scosse di piacere, che arrivavano fino al cervello.
Dopo un po’ che Laura sentiva l’amica sospirare, appoggiò il vibratore sulla fessura, che adesso era bagnata e lo infilò dolcemente nella sua fica, senza il minimo attrito.
Paola mugolava. Si sentiva riempita da quel cazzo di gomma e le vibrazioni che emetteva la mandavano fuori di testa dal piacere.
«Oh che bello! Mi piace moltissimo! Avevi ragione.» Esclamò Paola.
Anche Laura si sentiva molto eccitata e con la mano libera, cominciò ad accarezzarsi la topa.
Paola si agitava sempre di più, aveva appoggiato una mano sulla coscia di Laura e la stringeva, poi quasi gridando, disse.
«Si sii è fantastico! Sto per venire!» E si abbandonò a un orgasmo devastante.
Laura spense il vibratore e lo estrasse, lucido, dalla fica dell’amica. Restarono per un po’ a guardarsi negli occhi languidi. Poi Paola chiese.
«Ti sei eccitata così tanto nel vedermi godere?»
«Si! Ho una voglia matta di fare sesso ora.» Rispose Laura.
«Vorrei contraccambiare quello che mi hai fatto, perché non ti stendi tu adesso?» Disse Paola.
«Ho una proposta migliore.» Rispose Laura. «Mi stendo sopra di te a 69. Senza vibratore, questo giro solo le nostre lingue e le nostre dita.»
«Va bene.» Assentì Paola. «Spero di essere all’altezza, non ho mai toccato una donna, prima di ora.»
Laura si posizionò con la fica sulla bocca di Paola e poi calò, con la testa, fra le sue gambe. Cominciarono a leccarsi e succhiarsi; s’infilarono fino a tre dita, l’una nella fica dell’altra.
Quando sentivano che stavano per arrivare all’orgasmo si fermavano un momento, per far durare più a lungo possibile, quel magnifico 69.
Andarono avanti per una buona mezz’ora, poi raggiunsero l’orgasmo contemporaneamente e ognuna bevve gli umori dell’altra.
Quando si furono sciolte, Paola domandò a Laura.
«Dove l’hai comprato?»
Indicando il vibratore fucsia che era rimasto, spento, sopra il tavolinetto.
«L’ha acquistato Marco, non so dove. Vieni domani sera verso le sette, ci sarà anche Lui, così lo interroghiamo e poi ceniamo insieme.» Rispose Laura.
«Ma hai intenzione di raccontargli tutto?» Sospirò Paola. «Che vergogna!»
«Non essere sciocca. Siamo tutti e tre ultra sessantenni e poi Marco lo conosci anche tu, sin da quando eravamo ragazzi.» La rassicurò Laura.
«E’ vero.» Convenne Paola. «Ci sarò.»
Durante il tragitto per ritornare al campeggio, Paola ripensava ai timori che aveva avuto quando, alcuni mesi prima, si erano manifestati i suoi appetiti sessuali. Gli erano sembrati così anormali, che aveva pensato persino di rivolgersi a un medico. Quel pomeriggio, i suoi timori, li aveva fugati tutti.
Ogni tanto alzava lo sguardo per inquadrare la figura intera di qualcuno, senza un motivo apparente. Fu così che si trovò a fissare una donna di mezza età, grassottella, con un costume intero di colore nero, che si era fermata e guardava, sicuramente, verso di lei.
Si mise seduta e scrutò meglio quella figura, passando rapidamente in rassegna le possibili combinazioni, tra le sue conoscenze e quella donna, che continuava a fissarla.
-Santo Iddio!- Esclamò dentro di se. -Ma quella è Paola.-
Come se l’altra avesse capito di essere stata riconosciuta, lasciò la battigia e s’incamminò, sulla sabbia asciutta, verso l’ombrellone di Laura, che nel frattempo si era alzata dal lettino.
«Laura!»
«Paola!»
Si abbracciarono e cominciarono a farsi, reciprocamente, domande sul loro passato, degli ultimi quarantacinque anni. Tanti ne erano passati da quando si eravamo perse di vista.
Laura, all’età di quindici anni si era trasferita a Milano; dopo la pensione, era di nuovo tornata ad abitare, con il marito, nella casa dei suoi genitori, in un paesino della costa toscana. Oggi aveva sessantadue anni.
Paola invece, che di anni ne aveva sessantacinque, dopo il matrimonio con Ugo, era andata a vivere in una cittadina dell’entroterra, dove abitava tuttora.
Il marito era morto due anni prima. Lei era in vacanza in un bungalow, con il nipotino, che ora era con i genitori in montagna.
«Allora un pomeriggio vieni a trovarmi a casa mia?» La invitò Laura.
«Volentieri. Se per Te va bene verrei dopo domani.» Rispose Paola.
Alle quattro di pomeriggio Paola arrivò a casa di Laura. Entrambe si sedettero sul divano e ricominciarono ad approfondire quel pezzo di vita che si erano perso: il lavoro, i figli, le conoscenze comuni,… Finché Laura chiese a Paola della sua vedovanza.
«Avere vicino mia figlia, mio genero e soprattutto il nipotino, mi è stato di grande conforto, soprattutto i primi tempi, dopo la morte di Ugo. Ora però comincio a sentire la mancanza di un compagno.» Rispose Paola.
«Hai preso in considerazione la possibilità di trovare qualcuno?» Domandò Laura.
«Ma no.» Rispose Paola. «Dal punto di vista affettivo sono appagata dalla mia famiglia. Ma da un po’ di tempo, forse a te sembrerà strano, mi manca il sesso.»
«E allora?» Chiese Laura.
«Allora… A questa età, con questo fisico, chi posso trovare? Un anziano come o più di me, che per questo scopo…» Rispose Paola
E allora? Chiese di nuovo Laura.
Dopo una breve pausa. Paola rispose.
«Mi arrangio da sola… Insomma mi tocco.»
«E Ti soddisfa?» La interrogò Laura.
«Non completamente. A Te lo posso confessare, ho pensato anche di comprare un vibratore. Sono andata su Internet, si trovano anche su Amazon, ma al momento di fare l’ordine mi sono sempre bloccata.» Rispose Paola.
«Aspetta un momento.» Disse Laura e andò in un’altra stanza.
Quando Laura tornò in soggiorno, teneva in mano un sacchetto di stoffa dal quale estrasse un vibratore, lungo almeno venti centimetri, di colore fucsia.
Paola era rimasta senza parole, non credeva che Laura avesse bisogno di darsi piacere con quell’oggetto inanimato. Poi disse.
«Ma, ma lo usi anche te?»
«Si certo. Di solito insieme a mio marito Marco.» Rispose Laura e aggiunse.
«Lo vuoi provare?»
«Come, ora? No, no magari un’altra volta.» Disse Paola.
«Non devi vergognarti di me, siamo amiche da una vita. Ti assicuro che non te ne pentirai.» Insisté Laura.
Paola, imbarazzata e curiosa al tempo stesso disse.
«Non so, è che certe cose non le ho mai fatte davanti a nessuno.»
Laura accese l’apparecchio, che emise un leggero ronzio e lo accostò al ventre dell’amica, sopra la scamiciata bianca.
Paola, con le mani abbandonate sul divano e le ginocchia leggermente dischiuse esclamò.
«Come vibra!»
«Dai spogliati e stenditi. Per farti sentire meno in imbarazzo, mi spoglierò anch’io.»
Disse Laura. E iniziò a togliersi quel poco che aveva addosso.
Paola, guardò l’amica nuda, con il vibratore in mano; si spogliò anche lei e con lo sguardo interrogativo, le chiese cosa doveva fare.
«Sdraiati, apri le gambe e tira su le ginocchia.» Le ordinò Laura.
Paola fece come diceva: si stese sul divano e appoggiò la testa sul bracciolo. Laura si sedette di sguincio, all’altezza del suo bacino.
«Così mi sento molto esposta.» Mormorò Paola.
«Dai fai la brava, visto che io l’ho già utilizzato, ti aiuterò.» Disse Laura.
Laura appoggiò la punta del vibratore sul clitoride. Quelle vibrazioni stavano dando a Paola scosse di piacere, che arrivavano fino al cervello.
Dopo un po’ che Laura sentiva l’amica sospirare, appoggiò il vibratore sulla fessura, che adesso era bagnata e lo infilò dolcemente nella sua fica, senza il minimo attrito.
Paola mugolava. Si sentiva riempita da quel cazzo di gomma e le vibrazioni che emetteva la mandavano fuori di testa dal piacere.
«Oh che bello! Mi piace moltissimo! Avevi ragione.» Esclamò Paola.
Anche Laura si sentiva molto eccitata e con la mano libera, cominciò ad accarezzarsi la topa.
Paola si agitava sempre di più, aveva appoggiato una mano sulla coscia di Laura e la stringeva, poi quasi gridando, disse.
«Si sii è fantastico! Sto per venire!» E si abbandonò a un orgasmo devastante.
Laura spense il vibratore e lo estrasse, lucido, dalla fica dell’amica. Restarono per un po’ a guardarsi negli occhi languidi. Poi Paola chiese.
«Ti sei eccitata così tanto nel vedermi godere?»
«Si! Ho una voglia matta di fare sesso ora.» Rispose Laura.
«Vorrei contraccambiare quello che mi hai fatto, perché non ti stendi tu adesso?» Disse Paola.
«Ho una proposta migliore.» Rispose Laura. «Mi stendo sopra di te a 69. Senza vibratore, questo giro solo le nostre lingue e le nostre dita.»
«Va bene.» Assentì Paola. «Spero di essere all’altezza, non ho mai toccato una donna, prima di ora.»
Laura si posizionò con la fica sulla bocca di Paola e poi calò, con la testa, fra le sue gambe. Cominciarono a leccarsi e succhiarsi; s’infilarono fino a tre dita, l’una nella fica dell’altra.
Quando sentivano che stavano per arrivare all’orgasmo si fermavano un momento, per far durare più a lungo possibile, quel magnifico 69.
Andarono avanti per una buona mezz’ora, poi raggiunsero l’orgasmo contemporaneamente e ognuna bevve gli umori dell’altra.
Quando si furono sciolte, Paola domandò a Laura.
«Dove l’hai comprato?»
Indicando il vibratore fucsia che era rimasto, spento, sopra il tavolinetto.
«L’ha acquistato Marco, non so dove. Vieni domani sera verso le sette, ci sarà anche Lui, così lo interroghiamo e poi ceniamo insieme.» Rispose Laura.
«Ma hai intenzione di raccontargli tutto?» Sospirò Paola. «Che vergogna!»
«Non essere sciocca. Siamo tutti e tre ultra sessantenni e poi Marco lo conosci anche tu, sin da quando eravamo ragazzi.» La rassicurò Laura.
«E’ vero.» Convenne Paola. «Ci sarò.»
Durante il tragitto per ritornare al campeggio, Paola ripensava ai timori che aveva avuto quando, alcuni mesi prima, si erano manifestati i suoi appetiti sessuali. Gli erano sembrati così anormali, che aveva pensato persino di rivolgersi a un medico. Quel pomeriggio, i suoi timori, li aveva fugati tutti.
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