Laura 2015 "Il Pacco è arrivato"
di
Scintilla
genere
trio
Qualche settimana dopo quella serata di sesso a tre, in cui Laura e suo marito Marco, avevano coinvolto Paola, con il pretesto di scegliere il vibratore più adatto da acquistare per Lei, Laura chiamò l’amica che, finita la vacanza, era tornata nella cittadina dove abitava.
«Paola, il pacco è arrivato. Quando vieni a prenderlo?»
«Verrei sabato pomeriggio, se per Te va bene.» rispose Paola.
Cosi si accordarono e Paola raggiunse la casa di Laura con un po’ di trepidazione e tanta curiosità.
«Eccolo.» disse Laura consegnandogli la confezione ancora integra, liberata solo dall’involucro anonimo esterno, usato per la spedizione.
La scatola aveva nella parte frontale un inserto di plastica trasparente, che consentiva di vedere il contenuto; Marco aveva ordinato un vibratore del tipo “rabbit” di colore rosa, con l’impugnatura bianca.
Paola notò subito che quel vibratore era diverso da quello, color fucsia, che Laura possedeva e che aveva usato anche lei.
«E’ un po’ diverso dal tuo.» Disse Paola, mentre apriva la scatola ed estraeva l’attrezzo.
«E’ più nuovo e più sofisticato, Ti darà molto piacere, vedrai.». Rispose Laura e prese nelle sue mani il vibratore, per continuare a illustrare all’amica le caratteristiche e il funzionamento.
«Ci sono due bracci, che vibrano tutti e due; quello più lungo s’inserisce dentro la fica e muovendolo stimola il tuo punto G, quello più corto rimane all’esterno e vibra sopra il clitoride.». Poi Laura mise in funzione il vibratore, schiacciando un pulsante sull’impugnatura e chiese all’amica:
«Vuoi provarlo?»
«No. Non ora, vorrei rientrare a casa presto, stasera.». Rispose Paola che, ricordava benissimo la bella esperienza di quando aveva usato insieme il vibratore di Laura, ma quello che ora bramava di più era sperimentare da sola, l’uso di quel giocattolo, nell’intimità.
«Va bene.» disse Laura «Ma prima che tu vada, vorrei farti vedere un altro giochino che Marco ed io abbiamo acquistato, assieme al tuo vibratore.».
Laura ritornò nel soggiorno con una scatola dalla quale estrasse un congegno un poco complesso e articolato: Due falli contrapposti in silicone uniti da una base, anch’essa realizzata in materiale semirigido morbido e liscio; il tutto collegato a una imbracatura, con cinture regolabili.
Paola non aveva mai visto niente di simile. Intuiva che si trattava di un giocattolo sessuale ma, nell’immediatezza, non ne concepiva, con chiarezza, il suo utilizzo.
«Ma a cosa ti serve? Come lo usi?» Chiese Paola, ormai presa da una morbosa curiosità, che aveva annullato il desiderio di tornare rapidamente a casa sua.
«Queste cinghie regolabili servono per fissare l’apparecchio alla vita, il fallo più corto lo inserisco nella fica, con quello più lungo posso scopare un’altra donna o anche il culetto di un maschio.». Spiegò Laura, manipolando l’attrezzo tra le sue mani.
«Voi dire che lo infili a Marco?» Chiese con stupore Paola.
«Sì. Qualche volta lo inculo.» Rispose Laura.
«E a lui piace?» Domandò Paola, sempre più stupefatta.
«Guarda che in certe situazioni e con una adeguata preparazione, piace anche agli uomini prenderlo nel culo. Quando a Marco glielo infilo, con lui a pancia all’aria e contemporaneamente gli sego il cazzo, sborra come un cavallo.». Fu il commento di Laura.
Paola meditava sulla libidine della coppia di amici, ritrovati dopo tanti anni, mentre Laura, che si era inginocchiata davanti a lei, disse.
«Dai alzati la gonna, telo faccio indossare.».
Paola, consapevole del piacere che aveva già provato, quando era stata coinvolta nelle pratiche sessuali dall’amica, con tutte e due le mani, si sollevò la gonna fino alla vita e si lasciò sfilare le mutande.
Laura, dopo averle inserito il fallo più corto nella fica, si dedicò ad allacciare, con cura, l’imbracatura al corpo di Paola. In quel frangente si udì del trambusto provenire dall’ingresso. «E’ Marco.» Disse Laura.
Paola lasciò cadere l’orlo della gonna, prima che l’uomo facesse il suo ingresso nel soggiorno. Marco si avvicinò a Paola salutandola calorosamente con un abbraccio e notò la protuberanza che le gonfiava la gonna, sul davanti.
Dopo un attimo di esitazione, sollevò la gonna dell’imbarazzatissima Paola, mettendo di nuovo in bella vista il fallo di gomma che spuntava, in modo osceno, dal suo ventre.
«Ti sei fatta scopare da lei?» Disse Marco, rivolto alla moglie, che era rimasta in ginocchio davanti all’amica.
«No. L’ha appena indossato.» Rispose Laura. «Ma se tardavi un poco, forse sarebbe successo.». Così dicendo, sollevò completamente la gonna di Paola e iniziò a baciarla tra le cosce e a spompinare quel finto cazzo.
Sopraffatta dal piacere di quelle carezze intime, Paola si lasciò cadere, anche lei, in ginocchio sul tappeto. Le due amiche iniziarono a spogliarsi e a baciare e carezzare, quelle parti del corpo che, man mano, liberavano dai vestiti.
Quando furono completamente nude, Laura si sdraiò supina sul tappeto con il bacino poggiato su un cuscino. Paola poteva vagare con baci e carezze, dal viso, ai seni, al ventre dell’amica, fino alla fica, dove si soffermò a leccare più a lungo.
Laura, a cosce spalancate, spingendo in alto in bacino, cercava di fare aderire il più possibile la fica al viso di Paola e gemendo disse: «Mettici qualcosa dentro.».
Paola allora, restando in ginocchio, guidò il suo “cazzo posticcio” dentro la fica dell’amica, poi si sdraio sopra di lei, seni contro seni, e continuò a chiavarla come fosse un maschio.
Il movimento del fallo che scopava Laura esercitava una pressione sulla base, cui era fissato, che sollecitava il clitoride di Paola e faceva vibrare il fallo inserito nella sua fica, procurando anche a lei tanto godimento.
Marco, che nel frattempo si era denudato, s’inginocchiò dietro al culo di Paola e strusciando il cazzo tra i suoi glutei, simulava un’inculata che non gli era consentita, perche una cinghia dello strap-on impediva l’accesso al buco del culo.
Il terzetto andò avanti così per svariati minuti, poi le donne si staccarono e rivolsero le loro attenzioni verso Marco. Paola s’impadronì del suo cazzo e, con la bocca, vagava dalla cappella alle palle, Laura invece si dedicò a leccare il buco del culo del marito.
Poi, Laura sollecitò Marco a sdraiarsi supino, come prima aveva fatto lei, e invitò l’amica a penetrarlo con il fallo di gomma. Paola obbedì e senza indugio, inizio a inculare Marco.
Al piacere che le procuravano gli stimoli dello strap-on sul clitoride e nella fica, si aggiunse la componente celebrale, derivante dalla consapevolezza di esercitare un ruolo attivo su un maschio.
«Telo faccio diventare un finocchio!» Esclamò Paola, mentre pompava con foga il culo di Marco.
«Ma che finocchio, guarda che cazzo duro gli è venuto. Ora lo cavalco.» Disse Laura, montando a cavalcioni del marito e, con le spalle rivolte verso Paola, s’impalò sul cazzo di Marco.
Paola, in ginocchio, inculava Marco, aggrappata alle puppe di Laura, che galoppava sul cazzo del marito. Finché l’uomo, in balia delle due donne, gridò il suo orgasmo, dando il via anche a quello di Laura e Paola.
Entrambe si acquietarono per godersi gli spasmi di Marco mentre eruttava fiotti di sperma nella fica della moglie, poi si staccarono e si alzarono.
Laura si dedicò a sciogliere l’imbracatura dal corpo di Paola e quando l’ebbe rimossa, dando tanti piccoli bacetti su ventre, ancora ansimante, dell’amica disse:
«Laura, quando ti sei trovata un ometto, ne regaliamo uno anche a Te.».
«Paola, il pacco è arrivato. Quando vieni a prenderlo?»
«Verrei sabato pomeriggio, se per Te va bene.» rispose Paola.
Cosi si accordarono e Paola raggiunse la casa di Laura con un po’ di trepidazione e tanta curiosità.
«Eccolo.» disse Laura consegnandogli la confezione ancora integra, liberata solo dall’involucro anonimo esterno, usato per la spedizione.
La scatola aveva nella parte frontale un inserto di plastica trasparente, che consentiva di vedere il contenuto; Marco aveva ordinato un vibratore del tipo “rabbit” di colore rosa, con l’impugnatura bianca.
Paola notò subito che quel vibratore era diverso da quello, color fucsia, che Laura possedeva e che aveva usato anche lei.
«E’ un po’ diverso dal tuo.» Disse Paola, mentre apriva la scatola ed estraeva l’attrezzo.
«E’ più nuovo e più sofisticato, Ti darà molto piacere, vedrai.». Rispose Laura e prese nelle sue mani il vibratore, per continuare a illustrare all’amica le caratteristiche e il funzionamento.
«Ci sono due bracci, che vibrano tutti e due; quello più lungo s’inserisce dentro la fica e muovendolo stimola il tuo punto G, quello più corto rimane all’esterno e vibra sopra il clitoride.». Poi Laura mise in funzione il vibratore, schiacciando un pulsante sull’impugnatura e chiese all’amica:
«Vuoi provarlo?»
«No. Non ora, vorrei rientrare a casa presto, stasera.». Rispose Paola che, ricordava benissimo la bella esperienza di quando aveva usato insieme il vibratore di Laura, ma quello che ora bramava di più era sperimentare da sola, l’uso di quel giocattolo, nell’intimità.
«Va bene.» disse Laura «Ma prima che tu vada, vorrei farti vedere un altro giochino che Marco ed io abbiamo acquistato, assieme al tuo vibratore.».
Laura ritornò nel soggiorno con una scatola dalla quale estrasse un congegno un poco complesso e articolato: Due falli contrapposti in silicone uniti da una base, anch’essa realizzata in materiale semirigido morbido e liscio; il tutto collegato a una imbracatura, con cinture regolabili.
Paola non aveva mai visto niente di simile. Intuiva che si trattava di un giocattolo sessuale ma, nell’immediatezza, non ne concepiva, con chiarezza, il suo utilizzo.
«Ma a cosa ti serve? Come lo usi?» Chiese Paola, ormai presa da una morbosa curiosità, che aveva annullato il desiderio di tornare rapidamente a casa sua.
«Queste cinghie regolabili servono per fissare l’apparecchio alla vita, il fallo più corto lo inserisco nella fica, con quello più lungo posso scopare un’altra donna o anche il culetto di un maschio.». Spiegò Laura, manipolando l’attrezzo tra le sue mani.
«Voi dire che lo infili a Marco?» Chiese con stupore Paola.
«Sì. Qualche volta lo inculo.» Rispose Laura.
«E a lui piace?» Domandò Paola, sempre più stupefatta.
«Guarda che in certe situazioni e con una adeguata preparazione, piace anche agli uomini prenderlo nel culo. Quando a Marco glielo infilo, con lui a pancia all’aria e contemporaneamente gli sego il cazzo, sborra come un cavallo.». Fu il commento di Laura.
Paola meditava sulla libidine della coppia di amici, ritrovati dopo tanti anni, mentre Laura, che si era inginocchiata davanti a lei, disse.
«Dai alzati la gonna, telo faccio indossare.».
Paola, consapevole del piacere che aveva già provato, quando era stata coinvolta nelle pratiche sessuali dall’amica, con tutte e due le mani, si sollevò la gonna fino alla vita e si lasciò sfilare le mutande.
Laura, dopo averle inserito il fallo più corto nella fica, si dedicò ad allacciare, con cura, l’imbracatura al corpo di Paola. In quel frangente si udì del trambusto provenire dall’ingresso. «E’ Marco.» Disse Laura.
Paola lasciò cadere l’orlo della gonna, prima che l’uomo facesse il suo ingresso nel soggiorno. Marco si avvicinò a Paola salutandola calorosamente con un abbraccio e notò la protuberanza che le gonfiava la gonna, sul davanti.
Dopo un attimo di esitazione, sollevò la gonna dell’imbarazzatissima Paola, mettendo di nuovo in bella vista il fallo di gomma che spuntava, in modo osceno, dal suo ventre.
«Ti sei fatta scopare da lei?» Disse Marco, rivolto alla moglie, che era rimasta in ginocchio davanti all’amica.
«No. L’ha appena indossato.» Rispose Laura. «Ma se tardavi un poco, forse sarebbe successo.». Così dicendo, sollevò completamente la gonna di Paola e iniziò a baciarla tra le cosce e a spompinare quel finto cazzo.
Sopraffatta dal piacere di quelle carezze intime, Paola si lasciò cadere, anche lei, in ginocchio sul tappeto. Le due amiche iniziarono a spogliarsi e a baciare e carezzare, quelle parti del corpo che, man mano, liberavano dai vestiti.
Quando furono completamente nude, Laura si sdraiò supina sul tappeto con il bacino poggiato su un cuscino. Paola poteva vagare con baci e carezze, dal viso, ai seni, al ventre dell’amica, fino alla fica, dove si soffermò a leccare più a lungo.
Laura, a cosce spalancate, spingendo in alto in bacino, cercava di fare aderire il più possibile la fica al viso di Paola e gemendo disse: «Mettici qualcosa dentro.».
Paola allora, restando in ginocchio, guidò il suo “cazzo posticcio” dentro la fica dell’amica, poi si sdraio sopra di lei, seni contro seni, e continuò a chiavarla come fosse un maschio.
Il movimento del fallo che scopava Laura esercitava una pressione sulla base, cui era fissato, che sollecitava il clitoride di Paola e faceva vibrare il fallo inserito nella sua fica, procurando anche a lei tanto godimento.
Marco, che nel frattempo si era denudato, s’inginocchiò dietro al culo di Paola e strusciando il cazzo tra i suoi glutei, simulava un’inculata che non gli era consentita, perche una cinghia dello strap-on impediva l’accesso al buco del culo.
Il terzetto andò avanti così per svariati minuti, poi le donne si staccarono e rivolsero le loro attenzioni verso Marco. Paola s’impadronì del suo cazzo e, con la bocca, vagava dalla cappella alle palle, Laura invece si dedicò a leccare il buco del culo del marito.
Poi, Laura sollecitò Marco a sdraiarsi supino, come prima aveva fatto lei, e invitò l’amica a penetrarlo con il fallo di gomma. Paola obbedì e senza indugio, inizio a inculare Marco.
Al piacere che le procuravano gli stimoli dello strap-on sul clitoride e nella fica, si aggiunse la componente celebrale, derivante dalla consapevolezza di esercitare un ruolo attivo su un maschio.
«Telo faccio diventare un finocchio!» Esclamò Paola, mentre pompava con foga il culo di Marco.
«Ma che finocchio, guarda che cazzo duro gli è venuto. Ora lo cavalco.» Disse Laura, montando a cavalcioni del marito e, con le spalle rivolte verso Paola, s’impalò sul cazzo di Marco.
Paola, in ginocchio, inculava Marco, aggrappata alle puppe di Laura, che galoppava sul cazzo del marito. Finché l’uomo, in balia delle due donne, gridò il suo orgasmo, dando il via anche a quello di Laura e Paola.
Entrambe si acquietarono per godersi gli spasmi di Marco mentre eruttava fiotti di sperma nella fica della moglie, poi si staccarono e si alzarono.
Laura si dedicò a sciogliere l’imbracatura dal corpo di Paola e quando l’ebbe rimossa, dando tanti piccoli bacetti su ventre, ancora ansimante, dell’amica disse:
«Laura, quando ti sei trovata un ometto, ne regaliamo uno anche a Te.».
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