Volere la fica 11

di
genere
incesti

Gabriele si buttò letteralmente addosso a sua mamma. Lei che si era appena tirata su dal materasso venne travolta da lui che iniziò a baciarla e palparla dappertutto, suo figlio per quanto si stesse dando da fare era talmente inesperto che lei più che un amante focoso aveva l'impressione di essere avvinghiata ad un cane di grossa taglia che le stava facendo le feste. Grotti e Ravetti risero guardandolo, rise anche la Taggianò e persino Elena provava un divertito imbarazzo per il lungo ed inconcludente approccio fisico di Gabriele.

"Capisco che sei giovane e con gli ormoni al massimo ma forse sei partito un po' troppo in quarta." gli disse Elena non appena riusci ad allentare la presa di lui. "Magari se fai eccitare un po' anche me è meglio."

"Questo grosso merdone è piuttosto bravo a leccare la fica!" disse la Taggianò intromettendosi.

"Bene. " disse Elena accogliendo il suggerimento arrivatole dalla professoressa. "Fatti sotto allora!"

Sua mamma si sdraiò mettendosi un po' di lato e sollevò una coscia per divaricare le gambe e dare a lui l'opportunità di poter frugare con la lingua le sue parti intime. Gabriele poco importava di vedere le grandi labbra vaginali di sua madre unte e zozze della sborra lasciata da Grotti, osservava quella fica e la trovò stupenda con le sue pareti dischiuse per via della maternità l'aveva resa più invitante ed accogliente. Era stata la sua nascita ad avergliela allargata così, lo eccitava da morire pensarci tanto che avvicinò la faccia al pube di lei senza curarsi troppo dell'odore dello sperma di chi lo aveva preceduto. Tornò ad essere il dolce leccafica che aveva fatto godere tanto sua zia Silvana ed anche sua mamma sembrò gradire molto.

"Ooooohh siii. Bravo merdone... Continua!" disse Elena gemendo.

Gabriele sentendola supplicarlo di andare avanti si eccitò se possibile ancora di più. Leccò ancora più avidamente separando persino le labbra vaginali di sua madre con le dita per allargarle e spingere la lingua più a fondo sputandoci anche dentro senza avere paura dello sperma residuo di Grotti che colava fuori.

Elena reputò quel ragazzo inesperto con la faccia coperta da una maschera a forma di merda come un dono cadutole dall'alto. Tancredi, Grotti e Ravetti erano amanti focosi ma la mettevano quasi sempre e solo piegata in avanti per montarla come una vacca, da quando li aveva conosciuti non aveva mai avuto il piacere di stare sdraiata supina sotto ad un uomo potendolo palpare, abbracciare e guardare negli occhi godendosi i ripetuti affondi. Lei era abituata così con suo marito Michele, era così che avevano concepito Gabriele. Non volle farsi scappare l'occasione di guidare quel misterioso ragazzo che le stava leccando con passione la fica per educarlo ad una sana scopata occhi negli occhi.

D'improvviso Elena si spostò togliendo di punto in bianco la sua fica dalla bocca di Gabriele. Lei si sdraiò poggiando la testa contro il cuscino appena appoggiato contro lo schienale del letto. A lui venne duro come non mai vedendola sdraiata con i capezzoli durissimi rivolti verso l'alto ed il ciuffetto nero e ribelle di peli che copriva il suo monte di Venere. Quando lei allargò le cosce il respiro gli si bloccò per un attimo dopodiché l'eccitazione vinse la sua cronica timidezza spingendolo avvicinarsi a lei. La fica materna era lì che aspettava solo lui. Non gli sembrava vero. Gabriele sentiva la solennità del momento è pertanto affrontò il movimento della penetrazione con estrema delicatezza. Avvicinò la sua cappella contro le labbra vaginali di sua mamma e dopo un sospiro carico di emozione iniziò a spingere piano. Durante quella prima spinta più andò dentro col cazzo più gli uscì dalla bocca una stupida vocetta di godimento molto poco virile che fece ridere tutti.

Gabriele si voltò e vide Tancredi, Grotti e Ravetti ridere di lui mentre tappavano fica, culo e bocca della professoressa Taggianò la quale anche lei non si trattenne dal ridere sguaiatamente. Persino Elena gli rise platealmente in faccia. Durante le stantuffate successive Gabriele dovette trattenersi per non gemere più a quel modo dovendo gestire meglio le nuove e piacevoli sensazioni che stava provando.

Quella sua maschera per quanto brutta imbarazzante aveva il pregio di riuscire a nascondere il suo viso molto bene, Elena a distanza così ravvicinata non lo riconobbe. Era bellissima sua mamma, Gabriella lo pensava davvero mentre la osservava gemere ed ansimare con gli occhi socchiusi. Glielo avrebbe detto se avesse potuto ed avrebbe voluto anche ringraziarla perché grazie a lei lui stava per diventare finalmente un uomo.

Gabriele stava scopando e non era come l'aveva sempre immaginato, era molto meglio. Tirava indietro il bacino per spingerlo poi in avanti con sempre maggior decisione e ficcare il cazzo meglio della stantuffata precedente. La posizione scelta da Elena gli piaceva molto, sentiva le mani di lei accarezzarlo, avvicinarlo e desiderarlo mentre scorrevano sulle sue braccia e sulla sua schiena scendendo fino al suo sedere. Sentirsi palpare da sua madre in quel modo gli chiede una nuova botta di eccitazione. Lui afferrò le sue grandi tette ed iniziò a leccare rapidamente i grandi capezzoli materni incurante del fatto che fossero ancora umidi della sborra lasciata da Ravetti poco prima.

"Bravo merdone... Bravo." disse Elena con la voce sporca di piacere.

Lui la vide sorridere e le sorrise di rimando. Elena sentiva una strana intesa sessuale con quel misterioso ragazzo che la stava fottendo con tanto entusiasmo e presa dall'euforia datole dal piacere ribaltò la posizione rotolando insieme a lui per trovarsi lei sopra. Dopo l'iniziale sorpresa Gabriele ammirò sua madre guardandola dal basso pensando nuovamente a che donna fantastica lei fosse mentre le sue mani non sapevano se accompagnare i suoi morbidi fianchi per seguire i movimenti di bacino o se accarezzare le sue rotonde mammelle che sobbalzavano libere e gioiose.

Sua mamma che lo conduceva verso l'orgasmo, il suo sogno. Gabriele era convinto che nulla sarebbe potuto andare storto. Quei porci dei suoi ex bulli di scuola erano occupati a farcire la Taggianò mentre la sua verginità aveva ormai i secondi contati. Perché ormai di secondi si trattava.

"Dai... dai... più veloce... più forte..." le chiese lui con voce sfatta ed ansiosa quasi come se la stesse supplicando.

"Che gran cazzo che hai!" gli disse lei così presa che non sentì neppure le parole di suo figlio.

Le parole di Elena inorgoglirono Gabriele dandogli nuova linfa è nuovo entusiasmo per portare a termine il suo primo rapporto completo. C'era quasi. Lei ansimava, anche lui ma più forte senza rendersene nemmeno conto iniziarono una involontaria gara a chi gemeva più forte. Mancava pochissimo sia per lei che per lui. Non è cosa scontata raggiungere l'orgasmo praticamente in sincrono ma tra loro c'era una particolare alchimia probabilmente per il fatto di avere geni simili o lo stesso sangue. Provarono entrambi sensazioni potentissime soprattutto durante le ultime discese di Elena che cadeva giù facendosi impalare fino in fondo dal dritto cazzo di suo figlio mentre lui sentiva la fica di sua madre farsi d'improvviso sempre più stretta ed un repentino e dolce bisogno di espellere si fece strada lungo l'intera asta del suo membro eretto e scivoloso fermandosi per un attimo all'altezza della sua uretra. Elena gli diede il colpo di grazia scendendo un'ultima volta su di lui che le venne finalmente dentro.

"Ooooohhh siiii... vengooooo!"

Elena venne subito dopo di lui squirtando felice con un sorriso colmo di godimento. Franò su di lui abbracciandolo schiacciando le sue morbide tette contro il suo petto per poi rialzarsi.

Gabriele era come inebetito. Puzzava di sudore, era stanco ma tanto felice. Sentiva il suo pene rilassarsi e diventare molle ma non gli importava. Si voltò verso i suoi tre coetanei che stavano continuando a sbattersi a turno la Taggianò e si chiese se anche lui un giorno sarebbe diventato rude e brutale come uno di loro tre che sembravano un branco di animali o avrebbe continuato ad essere un dolce tenero amante. Non ebbe il tempo di pensarci molto a lungo.

CIAFF

Un ceffone potentissimo gli fece bruscamente girare la faccia contro il materasso. E poi un altro sferrato di rovescio che gli fece ancora più male colpendolo all'altra guancia. Gabriele non capì subito cosa stesse succedendo.

"Sei proprio un coglione Gabriele! Ahahahahah!" rise la Taggianò.

Gabriele aveva sborrato talmente bene e talmente forte dentro sua mamma che nemmeno si accorse di essersi tolto la maschera a forma di merda come ultimo gesto liberatorio. Senza di essa si sentì veramente nudo soprattutto davanti ad Elena che lo guardava con gli occhi sgranati e furenti iniettati di sangue e i lineamenti del viso serratissimi. Gabriele così nera e livida in viso non l'aveva mai vista. Si irrigidì per la paura e prese un altro ceffone dritto sulla faccia. Solo allora scese dal letto divincolandosi e fuggendo da lei che nera di rabbia pur di afferrarlo e dargliene ancora tentò persino di abbrancarlo per un braccio senza curarsi di graffiarlo con le unghie. Lui scappò via dal letto talmente di corsa che sbattè contro l'anta di un armadio è li rimase con le braccia alte come per proteggersi. Gabriele potè udire soltanto le risate dei suoi vecchi bulli di scuola che non si trattennero dal commentare la strana piega che aveva preso quella piccola orgia casalinga.

"Sabbiati? Ahahahahah ma allora era vero che voleva scoparsi sua madre! E pensare che aveva sempre negato!"

"E bravo Gabriele che si è sbattuto la sua mammina! Ahahahahah. "

"Sverginato dalla mamma! Ahahahah."

Quando Gabriele sbirciò in mezzo alle braccia tenute in posizione di guardia intravide Elena davanti a lui con le lacrime a rigarle le guance e la collera a rendergli truce il viso.

"No era no Gabriele. Te l'ho sempre detto che sarei stata contraria a fare sesso con te. E tu nonostante io te lo abbia ripetuto fino alla nausea cosa hai fatto? Mi ha ingannata."

"E tu mi hai mentito."

"Io ti ho mentito?"

"So tutto. So che ti sono mancato e che ti sono mancate anche le mie attenzioni. Ti toccavi di notte pensando a me. Negalo se hai coraggio!"

Elena arrossì per un attimo, si voltò verso la Taggianò ed i tre maiali che le stavano addosso. Li vide in silenzio ed in attesa della sua risposta. Poi si voltò verso Gabriele fregandosene di loro. Sentiva la ragione essere dalla sua parte e darle le parole per ribattere.

"Sì, è vero. Ho iniziato a pensare a te in quel modo. E mi sono vergognata tanto. Ma non ho voluto cedere. Per questo ho aperto le porte di casa e le mie gambe a quei tre stronzi.” spiegò lei indicando il suo affittuario ed i suoi balordi amici. “Meglio darla a loro piuttosto che a te."

"Ma perché?"

"PERCHÉ MADRE E FIGLIO MAI! È una bestialità Gabriele. Come fai a non capirlo?"

"Io so solo che è stato bellissimo. È stato magico. È stato..."

"È stato una merda Gabriele.” lo interruppe lei. “Come la maschera che ti sei messo in testa che almeno fa cadere solo su di te la colpa di quello che è successo stasera."

"Mamma io..."

"Tu adesso ti rivesti e torni da quella troia di zia Silvana." gli parlò sopra lei interrompendolo con un tono di voce che non ammetteva repliche. "Resti da lei e speri che io riesca a perdonarti per quello che hai fatto."

Quella scena da vero e proprio dramma familiare continuava ad avere i suoi divertiti spettatori.

"Incesti tra madre e figlio... zie troie... Che bella famigliola!"

"Non preoccuparti Sabbiati! Se vuoi ti accompagno io da quella troia di tua zia. Ahahahahah."

"Le zie puttane hanno sempre posto per tre. Vengo anche io. Così facciamo una bella..."

DRIIIIIIN

Il campanello di casa mise tutti a tacere. Rimasero tutti in silenzio scambiandosi occhiate interlocutorie. Dopo una rapida serie di respiri comuni pesanti ed ansiosi la Taggianò prese la vestaglia di Elena appoggiata su una sedia della camera da letto, la indossò e fece per dirigersi verso la porta d'ingresso come fosse lei la padrona di casa. Elena la bloccò andando duramente faccia a faccia con lei.

"Questa è casa mia. Vado io ad aprire. Mi dia la vestaglia." disse Elena afferrando persino l'indumento per i lembi della parte davanti.

"Pensavo di farlo io. Lei è nuda. Volevo farle una gentilezza."

"Ha già fatto abbastanza." rispose Elena con tono duro e stizzito. Avrebbe sicuramente voluto dirle molto di più ma scelse di contenersi per non fare gesti di cui si sarebbe sicuramente pentita. "Mi dia questa cazzo di vestaglia! È mia!"

"Va bene. Non si agiti." rispose la Taggianò con tono leggermente canzonatorio togliendosi la camicia da notte scoprendo di nuovo il suo morbido corpo di donna del sud per porgerla alla padrona di casa.

"E adesso torni pure a farsi montare da quei tre animali che aspettano in camera da letto." disse Elena strappandole l'indumento dalle mani dopodichè si rivesti facendo attenzione di stringerla bene per non mostrare troppo seno di sopra o troppa fica aprendosi sotto.

La padrona di casa aprì la porta.

"Marcella!" esclamò lei vedendo la sua amica con in faccia un sorriso pieno di eccitazione.

In altre circostanze Elena sarebbe stata contenta di vedere la sua cara amica bussare alla sua porta. Aveva accettato di buon grado l'idea di mettersi a favore di webcam per mostrare alla sua frigida amica le rudi cavalcate a cui Tancredi e quei porci dei suoi amici la sottoponevano. Le piaceva pensare che essere penetrata da quei tre manzi fosse potuto almeno servire a sbloccare la sua amica. Ad Elena sarebbe piaciuto molto vedere Marcella prendere coraggio e partecipare alle ammucchiate con quei giovani torelli da monta. Purtroppo però Marcella aveva scelto il giorno sbagliato per farsi avanti. Quella sera Elena non avrebbe voluto che lei partecipasse a quella piccola orgia a cui partecipava anche suo figlio e quella stronza e viziosa donnaccia che aveva organizzato nei minimi dettagli quello che sarebbe di certo diventato il ricordo più orrendo della sua vita.

Marcella entrò abbracciando Elena con la felicità di una bambina. Appena la porta si richiuse lei iniziò a spogliarsi. La donna si tolse la giacca, le scarpe i pantaloni e la maglietta un po' giovanile che le scopriva un po' l'ombelico. Lasciò tutti i vestiti per terra. Restò in reggiseno e mutandine di fronte ad Elena che non aveva affatto il suo stesso viso sorridente ed eccitato.

"Marcella... Guarda che..."

Elena voleva spiegarle che la serata ormai era rovinata ma la sua amica era troppo su di giri per poterla ascoltare.

"Ti prego non dirmi nulla. Ce l'ho fatta. Sono qui e sono felice. E voglio scopare."

"Marcella..."

Elena stava per dirle di rivestirsi perché quell'orgia a cui lei voleva tanto partecipare era già finita almeno per lei che era stata fottuta a tradimento da suo figlio. Non fece in tempo però a dirle di tornare a casa. La professoressa Taggianò si avvicinò ad entrambe tenendo tra le mani due calici di vino interrompendo la loro già difficoltosa conversazione.

"Credo che abbiamo tutti bisogno di una pausa. Vi va un po' di buon Savuto calabrese? Lo fanno i miei fratelli giù a Crotone."

Ad Elena dava ai nervi come quella stronza della Taggianò si atteggiasse a padrona di casa offrendole vino come se lei fosse un ospite. Dopo quel sorso di Savuto la avrebbe cacciata, avrebbe mandato via quei tre giovani maiali e messo alla porta anche Gabriele. Lui per primo.
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scritto il
2022-09-25
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