Il mio capo 2

di
genere
etero

Dopo la prima esperienza con Alessandro le vacanze di Natale che avevo tanto atteso diventarono un incubo, un’attesa infinita prima del momento in cui l’avrei potuto rivedere. In realtà la mia non era solamente voglia di rivederlo per poter replicare quanto successo l’ultimo giorno di lavoro, ma anche un misto di ansia e paura che il potesse cambiare atteggiamento nei miei confronti, distaccarsi o ancora di più cercare un modo per allontanarmi.
Il messaggio che ricevetti da lui per gli auguri di Natale non mi aveva fatto presagire nulla di positivo: quando mi aveva scritto un distaccatissimo “Buon Natale, a te e famiglia” volevo sprofondare, non speravo in un messaggio con chissà quale allusione ma neanche questo… io dal canto mio mi limitai a rispondere “ti ringrazio molto, buona Natale anche a te”. Non me la sentivo di augurarlo anche alla sua famiglia dopo ciò che avevamo fatto…

I giorni successivi non potevo fare a meno di pensare a lui, le notti in cui non riuscivo a dormire ripercorrevo tutti gli istanti di quel pomeriggio in ufficio… cercavo di fissarli, di ripercorrere ogni emozione per non farla svanire. Nel farlo mi ritrovavo bagnata da morire e tentavo di replicare le sensazioni, le scosse di piacere di quel giorno.

La sera di Capodanno ero un po’ alticcia a festeggiare a casa di amici e nonostante mi divertissi molto, ballassi e ridessi con tutti gli altri nel frattempo pensavo che l’inizio migliore dell’anno sarebbe stato facendomi scopare da Alessandro. Alle 2.00, complice il prosecco, decisi di mandargli un messaggio di auguri per l’anno nuovo “ti ringrazio molto per l’opportunità che mi hai dato quest’anno, sono felice di averlo concluso lavorando con te e ti auguro il meglio per il nuovo anno”, senza pensarci troppo lo inviai, sapendo che qualche attimo di esitazione me lo avrebbe fatto cancellare per sempre.

La mattina dopo nonostante un po’ di mal di testa mi ricordavo esattamente della cazzata del messaggio e neanche il tempo di aprire gli occhi che controllai il telefono. Nessuna risposta, volevo sprofondare. Da una parte mi dicevo che in fondo non c’era scritto nulla di male, dall’altra iniziai a pensare cosa avrebbe potuto dire la moglie vedendo un messaggio di una collega alle 2 di notte…

Passai la giornata in maniera molto pigra, pensando che fossi una cretina tutto il tempo. Verso le 18 però arrivò la svolta! “Sono molto felice che tu sia entrata a far parte del team… Avremmo modo di affrontare molto sfide insieme quest’anno, auguri!” ed io mi sciolsi, abbandonai la tensione pensando che almeno il rapporto lavorativo era salvo, per il resto avrei valutato sul momento. Più tardi arrivò un altro messaggio: “So che siamo in vacanze e sentiti liberissima di rifiutare, lo capirai ma domani avrei bisogno del tuo supporto per una presentazione da mandare ad un cliente, ci possiamo vedere?”
Io risposi a velocità record che non c’erano problemi e lui mi diede appuntamento davanti all’azienda spiegandomi che ci saremmo visti in un bar poco lontano dall’azienda e che mi sarebbe passato a prendere lui, che almeno questo me lo doveva.

Il giorno dopo ero nel panico più totale per cosa indossare perché non volevo strafare dando l’idea di aver accettato solo per poter fare la troia con lui ma non volevo neanche farmi vedere sciatta. Quindi sfruttando il clima Natalizio che si respirava ancora e il fatto che fosse un incontro in un luogo informale mi misi una gonnellina rossa a scacchi che non avrei mai potuto indossare in ufficio, un maglioncino con un delicato scollo a V, un paio di calze di lana leggera che mi arrivavano sopra al ginocchio e scarpe all’inglese basse. Avevo un’aria assolutamente più giovane dei miei 26 anni ma non mi dispiaceva la possibilità di farmi vedere “diversa” e in ogni caso non avrei avuto il tempo di cambiarmi perché erano le 14.45 e l’appuntamento era sotto casa mia alle 15.00.

Quando scesi lui era già lì ad aspettarmi con la sua Audi nera con vetri oscurati e appena aprii la porta un po’ impallidii. Alessandro era vestito di tutto punto con dei jeans blu scuri, una camicia bianca e una giacca blu a quadri... io mi sentii un po' stupida e inadatta con il mio look sbarazzino.
Durante il viaggio ci furono un po' di convenevoli, come avevamo passato le feste, eccetera.

Il pomeriggio trascorse rapidamente lavorando alla presentazione per cui utilizzammo solamente il mio pc e capitò più volte che appoggiasse la sua mano sulla mia per indirizzare il mouse dove voleva. In quelle occasioni io poi che mai sognavo che quelle mani mi prendessero di nuovo i fianchi per riportarmi all'estasi... mentre fantasticavo facevo qualche errore di battitura e Alessandro mi disse ad un certo punto con un sorrisetto che io percepii un po' malizioso: "Hai un po' la testa sulle nuvole oggi... non ti preoccupare ma sappi che se non finiamo oggi ci dovremmo rivedere". Io in tutta risposta abbassai lo sguardo sul pc, arrossii leggermente e sorrisi mordendomi il labbro.

Rimanemmo sulla presentazione fino ad oltre le 20 e a quel punto Alessandro esordì dicendo: "Bene! Per oggi basta e ci siamo decisamente meritati un aperitivo! Tu cosa prendi?" Io scelsi un americano e lui uno spritz commentando scherzosamente: "Certo che sei piccolina ma ti dai da fare" riferendosi al cocktail che avevo scelto.
Nonostante sia il mio drink preferito mi pentii un po' di averlo scelto non appena lo assaggiai... era molto alcolico e da stuzzicare ci avevano portato solamente una misera ciotolina di patatine...

Quando finimmo ritornammo all'auto e risalimmo in macchina. A quel punto Alessandro mi disse: "Senti siccome a questo progetto ci hai lavorato anche tu e quest'anno ho intenzione di assegnarti nuovi compiti... ti andrebbe di venire in trasferta dal cliente con me per presentare il progetto? Si tratta di due o tre giorni in Francia, vicino a Nancy, secondo me sarebbe una bella opportunità per te..." io non stavo più nella pelle e con anche l'aiuto dell'americano non ci provai nemmeno a nascondere il mio entusiasmo. Mi girai verso di lui e con un tono di voce decisamente troppo alto dissi: "Mi piacerebbe moltissimo! Non vedo l'ora, grazie per la fiducia!"
Lui mi guardò con la coda dell'occhio e sorridendo mi disse: "Però non puoi assolutamente vestirti così...". Ed ecco che io di nuovo volevo sprofondare... fino a che aggiunse: "Tu così mi mandi fuori di testa, non riesco a concentrarmi su niente... è tutto il pomeriggio che penso solo a toglierti quelle mutandine di pizzo nero..."
Mi guardai ed in effetti presa dall'entusiasmo la mia gonna mi aveva completamente tradita salendo fino a lasciar intravedere in mezzo alle mie gambe le mutandine che Alessandro aveva descritto con tanta cura. Io avevo tanto voluto quel momento per tutte le vacanze e allora presi coraggio e dissi :"E allora toglimele" guardandolo con uno sguardo che implorava "SCOPAMI".
Lui in tutta risposta mise la sua mano sulla mia gamba ancora guidando e iniziò a far scorrere le sue dita sul pizzo che a contatto con la mia pelle mi dava quel misto di pizzicore e piacere.
In pochi istanti, le sue dita si impregnarono attraverso le mie mutandine zuppe. Io avevo completamente spalancato le gambe senza ritegno e appoggiato la testa al sedile godendomi a pieno il momento.
Vista la situazione poco "comoda" pensavo che per quella sera mi sarei dovuta accontentare così che per me già non era poco.

Ma ad un tratto, proprio quando eravamo di fronte al cancello della nostra azienda, Alessandro mise la freccia, estrasse dalla portiera un telecomando e aprì il cancello del parcheggio. Entrò e parcheggiò in un angolo, il parcheggio ovviamente era deserto, solo i manager e i dirigenti avevano il telecomando e nessuno di loro aveva buoni motivi per trovarsi lì il 2 gennaio. Spense la macchina e mi disse: "mi dispiace per la location, ma io non posso resistere... e onestamente mi pare neanche tu" portando una delle sue dita umide della mia fica alla mia bocca. Io presi in bocca il suo dito, assaporando i miei umori e facendogli capire che tutto ciò che stavo facendo al suo indice avrei voluto e potuto farlo con il suo cazzo.
E infatti ancora con il dito in bocca iniziai a slacciargli la cintura ed i pantaloni, scoprendo con non molta sorpresa ma molto piacere che il cazzo era già durissimo. Lasciai il dito e presi tutto il suo cazzo, leccandolo su tutta la lunghezza e concentrandomi sulla sua cappella.
Mi staccai solo per sussurrargli: "Io non resisto più...".... lui allora allontanò il sedile e mi prese per i fianchi facendomi accomodare sulle sue gambe. Spostando le mie mutandine ormai zuppe fece scorrere tutto il cazzo dentro di me che inarcai completamente la schiena dal piacere. A quel punto Alessandro sollevò il mio maglioncino e il mio seno era esattamente all'altezza delle sue labbra, iniziò a succhiarlo e a morderlo avidamente. Nel frattempo, io avevo iniziato a muovermi scopandolo con tutta la voglia accumulata in quei giorni, guidata dalle sue mani sui miei fianchi. Lui strinse le mani sui miei fianchi facendomi fermare per un istante e disse: "Mi mandi fuori di testa, così verrò subito..." con tono quasi dispiaciuto, come volesse viziarmi ancora un po' prima di riempirmi con la sua calda sborra. Io sorrisi e in tutta risposta spostai le sue mani dal mio fianco al mio culo, mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai: "Voglio sentire quanto ti piace".
Anche io ero sull'orlo dell'orgasmo che raggiunsi fra i gemiti quando sentii il suo cazzo dentro di me esplodere nel piacere...

Ci ristemammo e mi riaccompagnò a casa e mi disse senza guardarmi: "Era dai tempi delle superiori che non mi appartavo in macchina, ma cosa mi fate fare tu e quella gonnellina rossa..." e mi salutò con una carezza sulla guancia che mal celava un po' di imbarazzo da entrambe le parti.

Appena mi misi a letto, mi toccai di nuovo ripensando a quello che era appena successo fino ad esplodere di nuovo in uno splendido orgasmo, ma comunque non paragonabile a quello che mi regalava Alessandro.

Quella sera capii che volevo essere la sua troia, mi faceva impazzire l'idea di soddisfare i suoi desideri, riuscire a farlo godere mi dava piacere più di qualunque altra cosa al mondo.
scritto il
2022-10-15
3 . 7 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il mio capo
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.