Mahina
di
M L Caselli
genere
bisex
Parigi, Febbraio 2021. Si riprende lo studio dopo un anno di lockdown . Ho affittato un bilicare nelle vicinanze di Saint Germain, permanenza prevista un anno. Il mio piccolo appartamento è caldo e accogliente, una tipica mansarda francese con un piccolo terrazzino sui tetti. Mi accoglie la figlia della proprietaria, Mahina, una moretta dai lineamenti orientali, più o meno mia coetanea. “Mia madre tornerà in agosto, per qualsiasi cosa rivolgiti pure a me, sono al piano di sotto”. I primi due o tre giorni li trascorsi in giro per la città ed ogni volta che rincasavi, spesso carica di borse, trovavo Mahina che saliva o scendeva “ Tutto bene ? Vedo che hai fatto spese, ti aiuto a portare di sopra le borse”. Salì insieme a me e ci mettemmo a parlare. Mi raccontò di suo padre, un artista polinesiano che da qualche anno viveva in America, di sua madre, pianista francese che per diversi mesi all’anno si trasferiva dal padre, di lei che studiava danza moderna, del ragazzo che l’aveva lasciata da poco per un’attrice di teatro. Facemmo così amicizia. Quando eravamo libere uscivamo insieme, mi presento le sue amicizie e fu allora che ebbi il sospetto che non disdegnasse le donne. Una sera infatti si rimorchiò a casa una ragazza mulatta e l’indomani non la vidi mai. Naturalmente non la chiamai perché avevo capito che era impegnata in altre cose. Fu lei che mi suonò il campanello. “Sali”, le dissi. Come un fiume in piena mi raccontò senza alcuna esitazione della sua bisessualità, senza nascondere i particolari dei suoi rapporti con le donne, delle sue esperienze sessuali, particolari, direi, piuttosto piccanti. La cosa mi incuriosì abbastanza, anche perché ne parlava serenamente e …. in modo da suscitare in chi l’ascoltava, in questo caso la sottoscritta, un certo tipo di interesse. La cosa pareva finita lì, anche perché le squillò il cellulare e se ne andò. Per tutto il giorno pensai ai suoi racconti, a chissà cosa avrei potuto provare io a letto con una donna, se mi fosse piaciuto o no… fatto sta che al rientro a casa mi masturbai ben bene prima sotto la doccia, sfiorandomi la figa con le mani, poi con un dito ed infine con il soffione, poi presi il mio vibratore e finii per godere per un’ora abbondante. Ero piuttosto soddisfatta del mio lavoro, ma continuavo a ripensare ai discorsi di Mahina. Al mattino seguente uscii di buon ora per andare all’università e rientrai nel tardo pomeriggio. Trovai Mahina sul portone, gioiosa come sempre “ Ehilà, non ti ho vista dall’altro ieri, mica ti avrò sconvolta con i miei racconti?!” mi chiese ridendo maliziosa “ No, assolutamente, ti sembro una che si sconvolge ?” risposi ridendo. Salimmo insieme “ Se ti va passa da me più tardi” , “ Volentieri” , rispose. Feci una doccia veloce e poco dopo sentii suonare il campanello. Era lei, in una tuta aderente gialla che metteva in risalto il suo bellissimo corpo ed i suoi capelli neri. Indossavo ancora l’accappatoio. “Vieni”, le dissi, “ Vedo che sei ancora in desabilllé” rispose “ non vorrei disturbare”. “Assolutamente”, risposi lasciando che l’accappatoio si aprisse per farle capire in maniera discreta ma eloquente un certo interesse verso di lei. Lo capì, ma aspettava ancora un consenso più specifico prima di andare avanti. Sapevo come fare, ma preferii giocare un po’ come il gatto con il topo, forse per farla eccitare e vedere la sua reazione. Finsi di prendere una sigaretta e feci in modo che l’accappatoio si aprisse del tutto lasciando scoperto il mio corpo. Fu allora che mi guardò con un’intensità pazzesca da mettere i brividi. Si avvicinò “ Vuoi? “, mi chiese con voce sommessa. Le presi la mano “ Vieni, andiamo dilà”. Nella semioscurità della camera le nostre labbra si avvicinarono premendo le une contro le altre, si dischiusero e si riaprirono più volte, fino a lasciar passare le nostre lingue che si arrotolarono in un bacio senza fine. Pomiciammo focosamente e poco dopo anche il suo corpo era nudo accanto al mio. “È la prima volta vero?”, mi sussurrò, “Si, e mi sta già piacendo”, le risposi. Ci toccammo, sfiorandoci con delicatezza, ci accarezzammo, poi il suo dito mi fece godere con un’intensità favolosa. La masturbai, bene, molto bene, sentivo la sua figa bagnata, mentre le sue gambe si avvinghiavano alle mie. Si girò sopra di me e la sua testa sparì tra le mie coscie. Oddio, provai un piacere incredibile , quella lingua che sfarfallava sulla mia figa era una cosa stupenda, slinguava e succhiava, poi mi entrava dente e riusciva, e il suo dito che vibrava veloce dentro di me. Presi la sua coscia e me la feci passare sulla testa, fino a trovarmi la sua passerà davanti alle labbra. Aveva due alette grosse e carnose tanto che quando le presi in bocca me la riempirono tutta. Succhiavo e slinguava come una matta e lei godeva come una porca, mugolava, muoveva il bacino, fremeva… Quel suo grosso grilletto mi faceva impazzire, ci giravo la lingua intorno , poi gliela spingevo dentro aprendo e chiudendo le labbra. Sentivo il suo liquido volarmi sul viso. Stava venendo di brutto, le piaceva. Anch’io ero fradicia, sentivo la sua lingua sciaguattarmi sulla figa, stavo provando qualcosa di veramente unico. Nessuna delle due parlava, lo facevano solo i nostri corpi, nessuna richiesta, ma solo una sinergia di movimenti che ci coinvolgevano sempre di più. Staccò la bocca dandomi un ultimo succhione forte e poi si girò stendendomisi Sora. Aprii le gambe, né sollevai leggermente una, lasciando che lei si inserisse nel modo giusto. Fu in quel momento che le nostre fighe si attaccarono come due ventose l’una all’altra e sentii il suo grosso grilletto premere forte come se volesse penetrarmi. Mi allargai il più possibile sicura che ne sarebbe entrata dentro una buona parte. Mi allargai ancora… lei spingeva verso di me, ruotando delicatamente il bacino ad ogni pressione. Era quasi tutto dentro, lo sentivo, turgido e gonfio … impazzivo… cazzo se ci sapeva fare… scopammo per un lunghissimo tempo, senza mai smettere e restando in quella posizione. Godevo follemente. Ma non era ancora finito, cambiammo più volte posizione alternandoci alla guida del gioco in un tripudio di figa contro figa sempre più eccitante. Infine, sedute l’una di fronte all’alta ci scatenammo in una sforbiciata in cui raggiungemmo il culmine del piacere. Poi sfinite ci lasciammo andare agli ultimi baci prima di addormentarci. Era stato esaltante, mai goduto così in vita mia. Inutile dire che divenne un’abitudine giornaliera, passavamo intere nottate a scopare. Era sempre più incandescente il nostro rapporto. Iniziammo poi con l’uso dei toys. Strap-on e doppi dildo andarono a completare i nostri giochi, erano penetrazioni stupende che ci spingevano a fare sempre di più. Fino a che un sera invitammo due amici, per una notte a quattro. Fu erotismo all’ennesima potenza. Ma ve lo racconto la prossima volta
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