Helen

di
genere
pissing

Premessa : questo racconto è estrapolato dallo scambio epistolare che trattengo con un internauta conosciuto su un sito d’incalliti esibizionisti e voyeurs.

Lerwick - January 17th 2022

Caro Francesco ciao,
il fatto che ti sto per narrare è accaduto ai primi tempi che vivevo alle Shetland.
Come già sai ero ospite di mia zia e dei mie cugini Lea, Helen e Texal.
Quel giorno eravamo in casa solo io e Lea, che nel pomeriggio era uscita a comprare qualcosa da mangiare per la sera mentre io avevo deciso di fare un corroborante bagno.
Appena entrato in vasca sentii entrare in casa Helen, che rientrava dalla sua seduta di ginnastica, salire velocemente le scale e catapultarsi in bagno e bloccarsi per la mia presenza.
Per la ridotte dimensioni della stanza il wc era praticamente attaccato alla vasca per cui, nonostante chi era seduto in vasca desse le spalle al wc, era evidente che la mia presenza avrebbe arrecato un disturbo alla sua privacy,.
Ripresasi dalla sorpresa mi disse, con voce trafelata, che aveva bisogno immediato del bagno perché doveva fare pipì e non reggeva più.
All’epoca non avevo ancora scoperto tutte le perversioni dei mie cugini per cui le chiesi di uscire un attimo, in quanto ero nudo, ma mentre era in procinto di farlo, le dissi che potevo stare lì dato che una vaporosa schiuma copriva le mie nudità,
motivo per cui avrebbe potuto farla con me presente dato che le davo le spalle ed avrei chiuso occhi ed orecchie.
La mia proposta non servì a sciogliere il suo imbarazzo tanto che rimase immobile senza rispondere.
Allora per cercare di convincerla ad accettare aggiunsi che sua sorella, prima di uscire non si era fatta scrupolo di farla mentre io ero lì ed io, quando ero ancora in Italia, ero abituato a condividere il bagno con mia sorella, sempre che la funzione corporale fosse solo quella di urinare o si trattasse di fare un bagno od una doccia !
Dato che ormai non ce la faceva più ed avendo capito che non sarei uscito dall’acqua si assoggettò alla mia decisione di restare lì ma mi chiese di prometterle di non voltarmi assolutamente, chiudere gli occhi e tapparmi le orecchie mentre urinava.
Cosa che feci voltandole le spalle, simulando di tapparmi le orecchie e solo socchiudendo gli occhi dato che non si era accorta che potevo godermi lo spettacolo a venire attraverso lo specchio, anche se leggermente appannato, sul lavabo.
Lei, a quel punto sentendosi rassicurata, abbassò velocemente i pantaloni e gli slip, e si sedette sul wc mentre io godevo per il colpo di fortuna che mi stava capitando.
Vidi che si teneva coperto il pube con le mani ma la situazione doveva imbarazzarla a tal punto che non riusciva ad urinare non sentendo alcun scroscio provenire da dove era lei.
A differenza d’Helen io mi stavo eccitando al punto che ebbi un’erezione tale che fece sì che il glande emerse, dalla vaporosa schiuma che mi ricopriva, come il periscopio di un sommergibile.
Sempre spiandola attraverso lo specchio notai che la cosa non era passata inosservata ad Helen per il fatto che mi teneva d’occhio per controllare che mantenessi la promessa.
Evidentemente spazientita dal fatto che non riusciva ad urinare decise di alzarsi ed andare via, ma mentre cercava di ricomporsi, io ebbi il tempo di uscire dall’acqua come il dio Nettuno, con in mano la mia “asta” invece del tridente, per offrire un’umida carezza alle sue rosee natiche ed invitarla a risedersi nuovamente ed avere pazienza di fare un’ulteriore tentativo.
Quando si volse verso di me sperai che, vedendomi con in mano un sesso in piena erezione ed ascoltando i complimenti che le rivolgevo, per stemperare la mia sfrontatezza, che decantavano l’intima bellezza del suo corpo, si fosse accesa la sua libido al punto da farle condividere quella situazione impregnata d’eros che pochi minuti prima aveva certamente ritenuta scabrosa e sconveniente. Senza lasciar però trasparire alcun coinvolgimento, accettò il mio suggerimento di risedersi sul wc mentre io mi accovacciavo per arrivare fischiarle all’orecchio quel classico materno “psssssssssssssssss” che avrebbe dovuto aiutarla a sbloccarsi, ma senza risultati.
Allora le proposi di fare un pediluvio con l’acqua calda della vasca sperando che ciò l’avrebbe aiutata.
Con mia grande sorpresa si alzò dal wc, si sfilò pantaloni e slip, ma per pudore si tenne coperto il pube con le mani, e dopo essersi seduta sul bordo della vasca, ruotò il corpo di 180 gradi tenendo le gambe ben serrate una contro l’altra, come facevano le donne negli anni 60, quando salivano o scendevano da quelle vetture che avevano le portiere a vento, per non mostrare, agli opportunisti voyeur, il colore delle loro mutandine.
Comunque per mettersi più comoda dovette appoggiarsi al bordo della vasca con le mani che smisero di proteggere le sue vergogne lasciando alla mercè della mia concupiscenza la visione paradisiaca delle piccole labbra vaginali, in quel momento così tumide da fare capolino fra il folto pelo che fino allora le aveva nascoste alla mia vista.
Mentre dopavo la mia eccitazione fantasticando un amplesso con Helen, lei cominciò finalmente a rilasciare le prime gocce.
Vedendo che era ancora comunque in imbarazzo cercai di rassicurarla dicendole che poteva urinare tranquillamente anche se il getto mi sarebbe finito addosso.
Devo ammettere che fino in quel momento un’esperienza di urofilia non mi aveva mai attirato pensando che fosse disgustosa.
Il perché non lo so !
Quindi, trovandomi in quella situazione imprevista, pensai che era l’occasione buona per avere conferma o smentita dei miei pregiudizi.
Quando urlò che finalmente stava per urinare, ed un getto che cresceva d’intensità lo confermava, la pregai di frenarlo un’attimo per permettermi di uscire dall’acqua ed acquattarmi in mezzo alle sue gambe, questa volta ben divaricate e ben disposte ad accogliermi, per riceverlo in faccia !
Il getto era talmente veemente e copioso che l’impatto contro il mio viso, a pochi centimetri dalla bocca d’uscita dell’uretra, esplose, come una bomba a frammentazione, in una miriade di gocce che bagnarono il suo ventre, la maglietta che ancora indossava, ed anche il mio petto fino a spegnersi nella vasca.
Quando lo tsunami color oro ebbe termine affondai con circospezione, non sapendo quale poteva essere la sua reazione, il viso in mezzo a quel folto vello pubico intriso d’urina, per raggiungere quel generatore di piacere femminile che adesso faceva bella mostra di sé, inconfutabile segnale della sua eccitazione, e che incominciai a leccare con delicatezza.
Mentre mi chiedeva di smetterla contraddiceva le parole con i fatti tenendomi stretto il capo contro il suo sesso, da cui ora colavano abbondantemente i fluidi di Venere, per godere appieno del piacere che le stavo dando. Per via della crescente eccitazione che mi stava assalendo, con una mano, incominciai a masturbarmi e con l’altra dopavo la mia voglia di farla godere accarezzando con foga le sue natiche che, più tardi, scoprii livide per il mio continuo pomiciamento.
Raggiungemmo l’orgasmo quasi contemporaneamente ma nelle stesso istante che Lea si affacciava alla porta del bagno per cui non avemmo modo di confrontarci sulle emozioni che ciascuno di noi aveva provato in quei momenti travolti da una irrefrenabile passione.
Il suo imprevisto arrivo creò in me un forte imbarazzo, dato che avevo incominciato a flirtare con lei, ma non nelle sorelle che dopo essersi scambiate un sorriso di complicità si misero a baciarsi con irrefrenabile passione senza preoccuparsi della mia presenza.
Quando si degnarono di dedicarmi la loro attenzione si scusarono di avermi ignorato ed aggiunsero che avevo giustamente diritto a delle spiegazioni.
Qui in breve il riassunto della loro confessione : Helen, all’epoca del fatto, era una lesbica integralista ma ora, a distanza di una decina di anni, è molto meno radicale.
Lea invece è etero 100 % anche se ogni tanto si è concessa, e lo fa ancora adesso, qualche digressione in campo saffico con sua sorella o le amiche bisessuali quando se ne presenta l’occasione.
Alla fine Lea mi rassicurò che non era preoccupata di avermi trovato in quella situazione, per me imbarazzante nei suoi confronti, perché sapeva che con Helen io non avrei mai potuto realizzare quel sogno, da come mi balenavano gli occhi, di avere un amplesso con lei !
Aggiunse anche che era ora che mi decidessi di proporne uno a lei, se ero sempre interessato, mentre un leggero ironico sorriso increspava le labbra d’Helen
Dopo questi chiarimenti Lea ci sollecitò a raggiungerla nella camera degli ospiti perché aveva voglia di “coccole” da parte di noi due a cui saremmo stati esentati solo quando si sarebbe sentita sazia !
Un simile finale mi lasciò basito ma non la sorella che velocemente si liberò degli ultimi indumenti intrisi di urina che indossava : maglietta e reggiseno.
Poi, dopo avermi invitato ad alzarmi in piedi insieme a lei, aprì lo scarico della vasca da bagno per far defluire quell’intruglio di urina e schiuma da bagno e con il bollente getto del doccino sciacquò i ns. corpi dedicando una particolare attenzione ai ns. sessi la cui pulizia doveva essere inappuntabile quando Lea avrebbe contraccambiato le nostre “coccole”
Dopo esserci velocemente asciugati mi venne voglia di urinare.
D’abitudine io lo faccio sedendomi sul wc come le donne, per evitare i loro rimbrotti per gli eventuali schizzi che possono imbrattare il pavimento, per cui mentre ero lì Helen si mise ad attendermi proprio di fronte a me mentre mi beavo della vista del suo magnifico corpo.
Le chiesi di avvicinarsi chiedendole di permettermi di dare un’ulteriore bacio a quell’arrapante cespuglio triangolare.
Richiesta che lei accettò senza ritrosia.
Mi lasciò fare, gesto che mi fece capire che, nonostante fosse una lesbica integralista, derogava volentieri sui suoi principi per le mie attenzioni. Visto che questa sua concessione aveva sortito l’effetto d’un principio erezione del mio sesso ed un inumidimento del suo sciolse l’abbraccio perché non voleva che Lea avesse qualche dubbio sul fatto che, presentandoci io col sesso in erezione e lei con la patata già belle bagnata, non fossero manifestazioni di eccitazione per la seduta di sesso che ci aspettava ma un residuo di quella che noi due avevamo provato prima.
Ora mi fermo qui dato che voglio tenerti sulla corda fino al mio prossimo scritto in cui ti racconterò il prosieguo della serata.
A presto.
Stef.
scritto il
2022-11-10
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