Zia Linda delle Shetland
di
Shetland
genere
incesti
Premessa : questo racconto è estrapolato dallo scambio epistolare che trattengo con un internauta conosciuto su un sito d’incalliti esibizionisti e voyeurs.
Lerwick - April 6th 2022
Caro Francesco finora ti ho raccontato le mie avventure omo ed eterosessuali con i miei cugini ma oggi ti scrivo perché ho voglia di condividere con te la segreta complicità che si stabilì tra me e la zia Linda, quella che mi ha “adottato” ed è diventata la mia “seconda” mamma, da quando sono venuto qui alle Shetland.
Al mio arrivo si è dimostrata molto amorevole nei miei confronti, un po' per sua natura ed un po' per il fatto che costituivo quel romantico collegamento con la sua lontana madre patria, e ciò ha aiutato molto il mio inserimento in quel nuovo mondo così diverso da quello da cui provenivo.
Sono stato inizialmente suo ospite, in attesa di trovare una mia sistemazione, ed ho condiviso con lei la piacevole consuetudine, la sera dopo cena, di ritrovarci seduti sulla grande poltrona del salotto per raccontarci le ns. esperienze quotidiane oppure guardare la televisione sotto la solita copertina per proteggerci dalle serali frescure.
Però per poter stare tutte e due seduti insieme su quella poltrona, dato che lei ha una corporatura giunonica, ero obbligato ad abbracciarla passandole il braccio sulle spalle.
La postura che assumevo non era certamente delle più comode ma aveva due aspetti positivi per accettarla stoicamente : il primo perché tale abbraccio permetteva al calore dei ns. corpi così vicini l’uno all’altro di aumentare la temperatura sotto la copertina, il secondo perché il contatto con quel corpo così sensuale, di cui avevo apprezzato le sensuali forme dal giorno che ebbi l’ispirazione di spiarla mentre era in camera sua o in bagno, contribuiva a dopare la mia libidine di fare sesso con lei.
Quando la spiavo mentre era in bagno fuggivo a nascondermi in camera mia, per non essere beccato quando usciva, per poi prendere il suo posto in quello che era diventato il mio “refugium peccatorum” la cui aria era ancora impregnata dei profumi dei prodotti che usava per la sua igiene che dopavano la mia eccitazione.
Mi masturbavo odorando gli effluvi dei suoi slip dismessi ed ancora umidi e tiepidi per il contatto con le sue intimità per poi indossarli e riempirli delle mie copiose eiaculazioni. Grazie alla fotografia digitale, oltre a scattare le classiche pudiche foto ricordo delle ns. gite di cui la zia andava matta, potevo immortalarla, chiaramente a sua insaputa, in quei momenti d’intimità, a cui ho accennato poc’anzi, la cui visione, a posteriori, mi facevano compagnia durante le notti insonni in cui aleggiavano i ricordi di quelle eccitanti visioni.
Per farla breve dopo un paio di mesi di estenuanti appostamenti per spiarla attraverso i buchi delle serrature delle porte che mi separavano da lei, una sera ruppi gli indugi e osai quello che non avevo mai osato fare fino ad allora approfittando del fatto che si era addormentata : delicatamente cominciai a sollevare la copertina e poi la vestaglia per accarezzarle le calde cosce, in un crescendo di eccitazione.
Era impossibile pensare che le mie carezze alla fine non sortissero l’effetto di svegliarla ma io non mi fermai.
Così infatti accadde.
Imbarazzata, sconcertata ed arrabbiata per il mio ardire pensò di poter disinnescare la mia sfacciataggine alzandosi bruscamente con la scusa di preparare la sua solita tisana che gustava prima di andare a letto.
Io però a quel punto non ragionavo più e la seguii in cucina e mentre lei riempiva la teiera l’abbracciai delicatamente, ma con decisione, da dietro.
Lei trasalì, non aspettandosi quell’abbraccio, e rimase rigida come un baccalà per un momento che a me bastò per portare le mani su quei libidinosi seni mentre le baciavo delicatamente il collo e, mordicchiando il lobo dell'orecchio, le premevo il mio sesso, in pieno turgore, contro il suo solco intergluteo.
A quel punto la zia si riprese dalla sorpresa e cominciò ad opporre resistenza dimenando il fondoschiena con una certa energia, per cercare di sciogliersi dal mio abbraccio, ed implorandomi di fermarmi perchè quello che stavo facendo era contro natura, ottenendo però il risultato contrario perchè ciò non faceva che aumentare la mia eccitazione, Senza darle ascolto mi scostai un poco per sollevarle la vestaglia fino alla vita e lei, con grande mia sorpresa, dopo aver smesso di cercare di divincolarsi dal mio abbraccio, mi aiutò a tenerla in quella posizione lasciando libere le mie mani di poter continuare l’esplorazione manuale del suo corpo !!!! Quel suo gesto era certamente un gesto inconscio, perché sicuramente legato alle sue abitudini quotidiane di quando, per esempio, doveva sedersi sul water, ma incondizionato a cui io diedi la valenza di una tacita e voluta resa alle mie advances. Allora abbassai i miei slip e le sue mutandine e riappoggiai il mio sesso nel suo profondo solco intergluteo, questa volta entrambi spogliati degli indumenti che prima avevano penalizzato il piacere del contatto carne contro carne. Ma volevo di piu'... La feci girare in modo da interpretare, attraverso il suo sguardo, lo stato d’animo in cui si trovava. Lei però lo tenne pudicamente chino, per non incrociare il mio, ma certamente ne approfittò per sbirciare di sottecchi il mio semi turgido sesso che stava gocciolando sui suoi piedi. Allora le sfilai completamente la vestaglia gettandola sul tavolo lì vicino. Le sganciai quel reggiseno che ingabbiava i suoi prosperosi seni e chinandomi attaccai le labbra, come ventose, ai suoi turgidi capezzoli. Glieli succhiai delicatamente, ma con cupidigia, arrivando a lasciarle stampata sulla carne tenera, come quella di un bambino, l'impronta umida dei miei denti. Godevo nel sentirla incominciare a sospirare di piacere. A quel punto mi lasciai scivolare in ginocchio di fronte a lei. Le sfilai, senza alcuna resistenza da parte sua, quell’unico indumento che le restava ancora addosso, per godere della vista ravvicinata di quella folta peluria dal bel colore bruno che fino allora avevo potuto ammirare solo da lontano. Riusci a rimanere per qualche tempo in contemplazione, senza sfiorarla, a scrutare ogni centimetro quadro della sua pelle, che emanava un profumo ed un calore inebrianti, per imprimermeli a fuoco nella mia mente e farli riaffiorare in me ogni volta che avrei pensato a lei quando saremmo stati lontani. Questo “assalto” alla sua persona, frutto di una evidente passione fisica per lei, e la sua astinenza da sesso, iniziata con la morte del marito, avevano certamente riacceso in lei quelle naturali voglie di intimo contatto fisico con un uomo e convinta a rinnegare quell’ancestrale moralità che le era stata inculcata dai genitori bigotti, per cui mi abbracciò stringendomi il viso contro il suo morbido, caldo e voluttuoso ventre. Interpretai quel gesto come resa ed accondiscendenza alle mie advances avvalorato dal fatto che la fortuita coincidenza di quell’abbraccio fece sì che il mio umido sesso, che aveva ripreso abbastanza turgore dopo quel momento di sconforto per la sua reazione, s’infilasse in mezzo ai suoi stinchi che, invece di scostarli per evitarne il contatto, li chiuse a stringerlo tra loro con un certo vigore. Quella reazione era certamente partita inconsapevolmente dal coinvolgimento erotico della zia mentre per me era il chiaro segnale del suo lasciapassare alle mie voglie di far sesso con lei per cui, se fino ad allora io mi ero limitato ad accarezzare con delicatezza i suoi morbidi glutei, in quel momento sciolsi con gentilezza il suo abbraccio ed insinuai con decisione il viso in mezzo a quel folto vello pubico per raggiungere il suo umido sesso ed appoggiare le labbra al clitoride che incominciai a succhiare e leccare con delicatezza. Nonostante mi chiedesse, contro la sua malcelata volontà, di smetterla teneva stretto il mio capo contro il suo sesso, che colava sempre più abbondantemente, per godere appieno del piacere che le stavo dando. Per via della crescente eccitazione che mi stava assalendo, con una mano, incominciai a masturbarmi e con l’altra dopavo la mia voglia di farla godere continuando ad accarezzare con foga le sue natiche ormai livide per il mio continuo pomiciamento. Mi stupii di come raggiunse velocemente l’orgasmo, penso più per il lungo digiuno che per le mie qualità di provato cunnilinguo, che fu accompagnato da un violento e copioso zampillo di un caldo liquido, inodore e incolore, che m’investì il viso e colò per tutto il corpo fino al pavimento. Per toglierla dall’imbarazzo che l’aveva momentaneamente bloccata per l’inaspettata e sconosciuta “minzione”, mi rialzai, l’abbracciai e la baciai con le labbra intrise di quel liquido, che urina non era, cosa che lei ricambiò senza alcun moto di repulsione e partecipando con passione al vorticoso incrocio delle nostre lingue, segno che lei era ben disponibile ad essere la mia complice in quelle nuove pratiche erotiche che le stavo proponendo. Mi rivelò una sua particolarità fisica : lei era una donna clitoridea, a conferma di quanto avevo potuto supporre dopo il suo veloce orgasmo, ma con me, per via della forte empatia che si era creata tra di noi, era convinta che sarebbe riuscita ad avere un’orgasmo vaginale, prima volta nella sua vita, se io l’avessi penetrata col mio sesso !!! A quel punto dopo aver asciugato il pavimento ed i ns. corpi, mano nella mano, mi guidò in camera sua e si mise a carponi sul letto, chiaro invito ad essere posseduta per ricambiare quanto piacere aveva ricevuto da me. Quando sentì l’umido calore del mio cazzo sfiorare il suo turgido clitoride lo prese in mano e si adoperò in modo che dovessi solo spingerlo dentro la sua vagina senza perdere ulteriore tempo a trovare l’ingresso. L’immenso piacere che provavo nel trovarmi in quella situazione, che sognavo da parecchio tempo, fece sì che dopo pochissimi “va e vieni” raggiunsi velocemente l’orgasmo. Accennai il gesto di tirarmi indietro ma lei mi esortò a non farlo perché voleva godersi il piacere di sentire la mia calda eiaculazione investire il suo utero dato che non correva più il rischio di rimanere incinta. Mi scusai del fatto che le avevo impedito di veder realizzarsi la sua premonizione per colpa della velocità con cui avevo raggiunto l’orgasmo ! Mi consolò dicendomi che avevo tutto il tempo per rimediare le volte successive che avremmo fatto sesso. Infatti quella fu la prima, ma anche l’ultima volta, che non raggiungemmo l’orgasmo contemporaneamente! Mentre mi lanciava queste rassicurazioni le forti emozioni provate fino a quel momento la fecero crollare esausta sul letto non prima però che io riuscissi ad infilarmi supino tra le sue gambe per trovarmi giusto sulle labbra il suo clitoride che cominciai a leccarlo mentre dalla vagina fuoriusciva parte della mia eiaculazione che mescolata alle sue particolari “eiaculazioni” ingerii con piacere per la prima volta nella mia vita mentre lei raggiungeva il secondo orgasmo con me ! E’ inutile darti ora i pruriginosi dettagli del prosieguo della serata e della nostra incestuosa relazione nei giorni e nei mesi ed anni successivi che seguirono. Penso che a questo punto tu sia curioso di conoscere la zia per cui ti accontento subito mostrandoti alcune di quelle foto “rubate” prima di quella esplosiva serata.
Un saluto.
Stef.
PS : se qualcuno fosse interessato a comunicare con me in privato può raggiungermi a questo indirizzo : Shetland@linuxmail.org
Saluti ai benvenuti !
Stef.
Lerwick - April 6th 2022
Caro Francesco finora ti ho raccontato le mie avventure omo ed eterosessuali con i miei cugini ma oggi ti scrivo perché ho voglia di condividere con te la segreta complicità che si stabilì tra me e la zia Linda, quella che mi ha “adottato” ed è diventata la mia “seconda” mamma, da quando sono venuto qui alle Shetland.
Al mio arrivo si è dimostrata molto amorevole nei miei confronti, un po' per sua natura ed un po' per il fatto che costituivo quel romantico collegamento con la sua lontana madre patria, e ciò ha aiutato molto il mio inserimento in quel nuovo mondo così diverso da quello da cui provenivo.
Sono stato inizialmente suo ospite, in attesa di trovare una mia sistemazione, ed ho condiviso con lei la piacevole consuetudine, la sera dopo cena, di ritrovarci seduti sulla grande poltrona del salotto per raccontarci le ns. esperienze quotidiane oppure guardare la televisione sotto la solita copertina per proteggerci dalle serali frescure.
Però per poter stare tutte e due seduti insieme su quella poltrona, dato che lei ha una corporatura giunonica, ero obbligato ad abbracciarla passandole il braccio sulle spalle.
La postura che assumevo non era certamente delle più comode ma aveva due aspetti positivi per accettarla stoicamente : il primo perché tale abbraccio permetteva al calore dei ns. corpi così vicini l’uno all’altro di aumentare la temperatura sotto la copertina, il secondo perché il contatto con quel corpo così sensuale, di cui avevo apprezzato le sensuali forme dal giorno che ebbi l’ispirazione di spiarla mentre era in camera sua o in bagno, contribuiva a dopare la mia libidine di fare sesso con lei.
Quando la spiavo mentre era in bagno fuggivo a nascondermi in camera mia, per non essere beccato quando usciva, per poi prendere il suo posto in quello che era diventato il mio “refugium peccatorum” la cui aria era ancora impregnata dei profumi dei prodotti che usava per la sua igiene che dopavano la mia eccitazione.
Mi masturbavo odorando gli effluvi dei suoi slip dismessi ed ancora umidi e tiepidi per il contatto con le sue intimità per poi indossarli e riempirli delle mie copiose eiaculazioni. Grazie alla fotografia digitale, oltre a scattare le classiche pudiche foto ricordo delle ns. gite di cui la zia andava matta, potevo immortalarla, chiaramente a sua insaputa, in quei momenti d’intimità, a cui ho accennato poc’anzi, la cui visione, a posteriori, mi facevano compagnia durante le notti insonni in cui aleggiavano i ricordi di quelle eccitanti visioni.
Per farla breve dopo un paio di mesi di estenuanti appostamenti per spiarla attraverso i buchi delle serrature delle porte che mi separavano da lei, una sera ruppi gli indugi e osai quello che non avevo mai osato fare fino ad allora approfittando del fatto che si era addormentata : delicatamente cominciai a sollevare la copertina e poi la vestaglia per accarezzarle le calde cosce, in un crescendo di eccitazione.
Era impossibile pensare che le mie carezze alla fine non sortissero l’effetto di svegliarla ma io non mi fermai.
Così infatti accadde.
Imbarazzata, sconcertata ed arrabbiata per il mio ardire pensò di poter disinnescare la mia sfacciataggine alzandosi bruscamente con la scusa di preparare la sua solita tisana che gustava prima di andare a letto.
Io però a quel punto non ragionavo più e la seguii in cucina e mentre lei riempiva la teiera l’abbracciai delicatamente, ma con decisione, da dietro.
Lei trasalì, non aspettandosi quell’abbraccio, e rimase rigida come un baccalà per un momento che a me bastò per portare le mani su quei libidinosi seni mentre le baciavo delicatamente il collo e, mordicchiando il lobo dell'orecchio, le premevo il mio sesso, in pieno turgore, contro il suo solco intergluteo.
A quel punto la zia si riprese dalla sorpresa e cominciò ad opporre resistenza dimenando il fondoschiena con una certa energia, per cercare di sciogliersi dal mio abbraccio, ed implorandomi di fermarmi perchè quello che stavo facendo era contro natura, ottenendo però il risultato contrario perchè ciò non faceva che aumentare la mia eccitazione, Senza darle ascolto mi scostai un poco per sollevarle la vestaglia fino alla vita e lei, con grande mia sorpresa, dopo aver smesso di cercare di divincolarsi dal mio abbraccio, mi aiutò a tenerla in quella posizione lasciando libere le mie mani di poter continuare l’esplorazione manuale del suo corpo !!!! Quel suo gesto era certamente un gesto inconscio, perché sicuramente legato alle sue abitudini quotidiane di quando, per esempio, doveva sedersi sul water, ma incondizionato a cui io diedi la valenza di una tacita e voluta resa alle mie advances. Allora abbassai i miei slip e le sue mutandine e riappoggiai il mio sesso nel suo profondo solco intergluteo, questa volta entrambi spogliati degli indumenti che prima avevano penalizzato il piacere del contatto carne contro carne. Ma volevo di piu'... La feci girare in modo da interpretare, attraverso il suo sguardo, lo stato d’animo in cui si trovava. Lei però lo tenne pudicamente chino, per non incrociare il mio, ma certamente ne approfittò per sbirciare di sottecchi il mio semi turgido sesso che stava gocciolando sui suoi piedi. Allora le sfilai completamente la vestaglia gettandola sul tavolo lì vicino. Le sganciai quel reggiseno che ingabbiava i suoi prosperosi seni e chinandomi attaccai le labbra, come ventose, ai suoi turgidi capezzoli. Glieli succhiai delicatamente, ma con cupidigia, arrivando a lasciarle stampata sulla carne tenera, come quella di un bambino, l'impronta umida dei miei denti. Godevo nel sentirla incominciare a sospirare di piacere. A quel punto mi lasciai scivolare in ginocchio di fronte a lei. Le sfilai, senza alcuna resistenza da parte sua, quell’unico indumento che le restava ancora addosso, per godere della vista ravvicinata di quella folta peluria dal bel colore bruno che fino allora avevo potuto ammirare solo da lontano. Riusci a rimanere per qualche tempo in contemplazione, senza sfiorarla, a scrutare ogni centimetro quadro della sua pelle, che emanava un profumo ed un calore inebrianti, per imprimermeli a fuoco nella mia mente e farli riaffiorare in me ogni volta che avrei pensato a lei quando saremmo stati lontani. Questo “assalto” alla sua persona, frutto di una evidente passione fisica per lei, e la sua astinenza da sesso, iniziata con la morte del marito, avevano certamente riacceso in lei quelle naturali voglie di intimo contatto fisico con un uomo e convinta a rinnegare quell’ancestrale moralità che le era stata inculcata dai genitori bigotti, per cui mi abbracciò stringendomi il viso contro il suo morbido, caldo e voluttuoso ventre. Interpretai quel gesto come resa ed accondiscendenza alle mie advances avvalorato dal fatto che la fortuita coincidenza di quell’abbraccio fece sì che il mio umido sesso, che aveva ripreso abbastanza turgore dopo quel momento di sconforto per la sua reazione, s’infilasse in mezzo ai suoi stinchi che, invece di scostarli per evitarne il contatto, li chiuse a stringerlo tra loro con un certo vigore. Quella reazione era certamente partita inconsapevolmente dal coinvolgimento erotico della zia mentre per me era il chiaro segnale del suo lasciapassare alle mie voglie di far sesso con lei per cui, se fino ad allora io mi ero limitato ad accarezzare con delicatezza i suoi morbidi glutei, in quel momento sciolsi con gentilezza il suo abbraccio ed insinuai con decisione il viso in mezzo a quel folto vello pubico per raggiungere il suo umido sesso ed appoggiare le labbra al clitoride che incominciai a succhiare e leccare con delicatezza. Nonostante mi chiedesse, contro la sua malcelata volontà, di smetterla teneva stretto il mio capo contro il suo sesso, che colava sempre più abbondantemente, per godere appieno del piacere che le stavo dando. Per via della crescente eccitazione che mi stava assalendo, con una mano, incominciai a masturbarmi e con l’altra dopavo la mia voglia di farla godere continuando ad accarezzare con foga le sue natiche ormai livide per il mio continuo pomiciamento. Mi stupii di come raggiunse velocemente l’orgasmo, penso più per il lungo digiuno che per le mie qualità di provato cunnilinguo, che fu accompagnato da un violento e copioso zampillo di un caldo liquido, inodore e incolore, che m’investì il viso e colò per tutto il corpo fino al pavimento. Per toglierla dall’imbarazzo che l’aveva momentaneamente bloccata per l’inaspettata e sconosciuta “minzione”, mi rialzai, l’abbracciai e la baciai con le labbra intrise di quel liquido, che urina non era, cosa che lei ricambiò senza alcun moto di repulsione e partecipando con passione al vorticoso incrocio delle nostre lingue, segno che lei era ben disponibile ad essere la mia complice in quelle nuove pratiche erotiche che le stavo proponendo. Mi rivelò una sua particolarità fisica : lei era una donna clitoridea, a conferma di quanto avevo potuto supporre dopo il suo veloce orgasmo, ma con me, per via della forte empatia che si era creata tra di noi, era convinta che sarebbe riuscita ad avere un’orgasmo vaginale, prima volta nella sua vita, se io l’avessi penetrata col mio sesso !!! A quel punto dopo aver asciugato il pavimento ed i ns. corpi, mano nella mano, mi guidò in camera sua e si mise a carponi sul letto, chiaro invito ad essere posseduta per ricambiare quanto piacere aveva ricevuto da me. Quando sentì l’umido calore del mio cazzo sfiorare il suo turgido clitoride lo prese in mano e si adoperò in modo che dovessi solo spingerlo dentro la sua vagina senza perdere ulteriore tempo a trovare l’ingresso. L’immenso piacere che provavo nel trovarmi in quella situazione, che sognavo da parecchio tempo, fece sì che dopo pochissimi “va e vieni” raggiunsi velocemente l’orgasmo. Accennai il gesto di tirarmi indietro ma lei mi esortò a non farlo perché voleva godersi il piacere di sentire la mia calda eiaculazione investire il suo utero dato che non correva più il rischio di rimanere incinta. Mi scusai del fatto che le avevo impedito di veder realizzarsi la sua premonizione per colpa della velocità con cui avevo raggiunto l’orgasmo ! Mi consolò dicendomi che avevo tutto il tempo per rimediare le volte successive che avremmo fatto sesso. Infatti quella fu la prima, ma anche l’ultima volta, che non raggiungemmo l’orgasmo contemporaneamente! Mentre mi lanciava queste rassicurazioni le forti emozioni provate fino a quel momento la fecero crollare esausta sul letto non prima però che io riuscissi ad infilarmi supino tra le sue gambe per trovarmi giusto sulle labbra il suo clitoride che cominciai a leccarlo mentre dalla vagina fuoriusciva parte della mia eiaculazione che mescolata alle sue particolari “eiaculazioni” ingerii con piacere per la prima volta nella mia vita mentre lei raggiungeva il secondo orgasmo con me ! E’ inutile darti ora i pruriginosi dettagli del prosieguo della serata e della nostra incestuosa relazione nei giorni e nei mesi ed anni successivi che seguirono. Penso che a questo punto tu sia curioso di conoscere la zia per cui ti accontento subito mostrandoti alcune di quelle foto “rubate” prima di quella esplosiva serata.
Un saluto.
Stef.
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Stef.
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Helen
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