Giulio e Ivan: un incubo

di
genere
gay

Sono le 8 del mattino. La grande spiaggia bianca è stranamente deserta e silenziosa. Mi spoglio velocemente e a grandi passi raggiungo il mare. Concedo solo pochi secondi al mio corpo per abituarsi alla nuova sensazione e inizio a nuotare. Piano piano, bracciata dopo bracciata mi sembra di entrare in un altra dimensione. Tutto svanisce:i rumori si fanno lontani fino a scomparire del tutto, i pensieri che affollano la mia mente evaporano. Ci siamo solo io ed il mare. Una sensazione nuova mi riporta brutalmente alla realtà, mi sembra di non riuscire più ad imprimere forza ai miei movimenti. Le gambe si fanno sempre più pesanti. Mi fermo in un'acqua improvvisamente gelida e osservo il mio corpo: i miei bicipiti scolpiti sono scomparsi e al loro posto ci sono braccia ossute. Le mie mani tremanti trovano, al posto dei torace muscoloso, il petto spigoloso di un'adolescente che si contrae affannosamente in uno spasmo di puro terrore. Sono tornato il ragazzino brutto, goffo e spaventato di tanri anni fa. All'improvviso qualcosa mi strattona con forza e sento di sprofondare nepl'acqua nera. Non oppongo resistenza, sono pietrificato dall'orrore. La luce del sole diventa sempre più lontana mentre i polmoni si comprimono alla disperata ricerca d'aria. E un attimo prima della fine li vedo, Lo vedo. Davanti a me ci sono occhi spietati e glaciali di Ivan e il suo bellissimo volto mi sorride cattivo mentre mi trascina in fondo al mare. ............................... Mi sveglio nel cuore della notte. Vorrei urlare ma non ci riesco. Il respiro si fa lentamente più regolare mentre riprendo contatto con la realtà. Sono sempre io, con il mio corpo, la mia bellissima casa, le mie sicurezze... Vado in terrazza.Milano mi appare in tutta la sua bellezza ancora illuminata dalle luci della notte. Provo rabbia verso me stesso: dopo tanti anni ho ancora paura di Ivan. Quel pezzo di merda che ha reso la mia adolescenza un vero inferno, dopo oltre 10 anni, ancora mi terrorizza. . Improvvisamente un pensiero si fa largo nella mia testa e mi provoca un fremito: devo scopare e devo farlo subito. Trovero'un maschio bello e muscoloso e lo faro' mio. Lo costringero' a leccarmi i piedi. Lo schiaffeggiero' con i miei 23 cm. Non gli daro'subito il mio minchione. Dovrà cercarlo con la sua lingua da zoccola affamata, desiderarlo come non mai e supplicarmi di daglielo in bocca. Dopo gli pompero'la gola fino a togliergli il respiro. E mentre gli romperò il culo lo faro'sentire la peggiore delle puttane. Mi implorera'di non smettere, anche se lo scopero' con la forza di un toro, perche stravolto dal piacere. E per un breve istante, mentre gli inondero'la faccia, io vedro' Ivan inginocchiato ai miei piedi che con la bocca spalancata e famelica vuole bere la mia sborra.
scritto il
2022-11-11
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