L'incidente di Vittorio - Capitolo 2

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genere
bisex

Capitolo 2

Tornato a casa dall'ospedale telefono immediatamente a Lucia per rassicurarla sulle condizioni di Vittorio. Ovviamente non le dico niente della sega che gli ho fatto. Vorrei vederla quella sera stessa, per togliermi dalla mente l'immagine del cazzo di Vittorio che mi sborra sulla mano, ma non è possibile, deve badare al suo fratellino perché i suoi sono fuori. Mi rassegno alla sfortuna. Faccio una doccia e poi mia madre mi chiama perché ha scaldato la cena che mi ha messo da parte.

L'indomani mattina mi arriva un messaggio dal numero di Vittorio anche se è suo padre che mi scrive: "Vittorio sarebbe felice di rivederti anche stasera alla 19:30". Rispondo che ci sarò.

Sento al telefono Lucia, esco con qualche amico, mi intrattengo al negozio di vinili che mi affascina tanto ma da cui non ho mai comprato niente.
Mi rendo conto che in realtà sto facendo passare il tempo in attesa di andare in ospedale da Vittorio.

Alle sette e mezzo in punto arrivo da lui. Al solito il padre è nel corridoio e la madre è dentro la stanza con Vittorio. Saluto lui e mi affaccio alla porta per avvisare che sono arrivato. Dopo qualche secondo la madre esce.

- Ciao Elio - Mi saluta - Entra pure. Vittorio è impaziente di vederti.

- Buona sera, signora Carla. Come sta? - - la saluti anch'io, con fare deferente. non posso certo dirle il motivo per cui Vittorio è così ansioso di vedermi.

Quando entro rivedo Vittorio tutto ingessato e tirato in una posizione che a me sembra scomodissima. ma lui è sorridente come sempre.

- Ciao, Come stai? - Lo saluto

- Bene e tu? - risponde lui, stranamente laconico.

- Bene. Ma non hai male alle braccia o al torace?. - Insisto io

- Alle braccia no. Ma ieri quando sei andato via il bacino e la schiena mi hanno fatto molto male. Mi sono fatto dare un antidolorifico dall'infermiera ma non ho dormito bene.

- Ho visto che contraevi i muscoli delle gambe quando stavi sborrando. Forse hai contratto anche gli addominali e questo ha sensibilizzato qualcuna delle tue fratture. Vedi, il destino non vuole che io ti debba masturbare ancora.

- Il destino no, ma io sì - mi risponde ridendo.

- Te l'ho detto che sei un "vecchio porco"?

- Si, me l'hai detto anche ieri. Ma io mi sento più un "giovane porco".


- Senti, giovane porco, toglimi una curiosità; ieri, mentre ti masturbavo, a un certo punto hai chiuso gli occhi e hai cominciato a mugolare. Era ovvio che stavi fantasticando. Quali erano le tue fantasie? A chi stavi pensando? -

- Non risponderò se non in presenza del mio avvocato. - dice lui ironico.

- Allora, in attesa del tuo avvocato, io me ne vado - dico io pur senza muovermi dalla sedia accanto al letto.

- Davvero, credo che non vorresti saperlo - mi dice, facendosi serio.

- Se dici così, voglio assolutamente saperlo - insisto io.

Lui ci pensa per qualche secondo e poi mi risponde. - Quando stavo con Alessia mi piaceva farmi fare un pompino mentre ero in piedi. Come ti detto, lei non era molto portata, ma cercavo di guidarla, di dirle cosa mi piace e come dove fare. In particolare mentre mi succhiava l'uccello, le dicevo di toccarmi la parte posteriore dello scroto e di fare pressione con il pugno chiuso sul perineo. Ieri ho immaginato che me lo facessi tu, anche meglio di come riusciva a fare Alessia, ma non me la sono sentita di chiedertelo. Già mi stavi facendo una sega ed era più di quanto avessi sperato di ottenere.

- Sei un fottuto bastardo. - Dico io, con la voce arrabbiata e fintissima - Mi stai dicendo queste cose perché vuoi che te faccia oggi.

- Sei stato tu a insistere di volerlo sapere -

- Ma io credevo che mi avresti detto che stavi immaginando di scopare con Cameron Diaz o con Charlize Theron. non che io ti titillassi il perineo.

- Scusa. La prossima volta chiederò a te su cosa devo fantasticare per eccitarmi. - Dice lui ironico.

Ridiamo per qualche secondo e poi cala un silenzio un po' imbarazzato. E lui a interromperlo - Sono Pronto - mi dice e con gli occhi indica giù in mezzo alle sue gambe.

Come ho fatto il giorno prima, scosto il lenzuolo e faccio risalire il camice fino al bacino. Il suo cazzo è barzotto ma non ancora pienamente eretto. lo prendo delicatamente con 2 dita e mi accorgo che sulla cappella spunta una goccia di precum. Poso l'altra mano aperta sulla cappella e comincio a spalmare il liquido con movimenti circolari. Sento che diventa più duro. Comincio a masturbarlo piano. Ormai è bello duro e riesco a massaggiare tutta l'asta sempre più velocemente. E come il giorno prima lui distoglie lo sguardo dalla mia mano, assume un'aria goduta e mi dice piano.: - Bene. Così mi piace…

Non posso non pensare a quanto mi detto poco prima, alle fantasie che ha fatto ieri e che probabilmente sta facendo di nuovo oggi. Ripenso al mio motto : "Se devi farlo, fallo bene!" e allora lo faccio. Mentre con una mano lo masturbo piano, con l'altra gli accarezzo le palle. I suoi mugolii mi fanno capire che sta gradendo il trattamento. Gli strizzo i coglioni, ma non troppo forte Lui riapre gli occhi e torna a guardarmi, probabilmente per capire se sto cercando di fargli male o di dargli piacere. Capisce che è buona la seconda ipotesi e torna a rilassarsi. Allora chiudo la mano a pugno e faccio pressione sul perineo.

Immediatamente emette un gemito di dolore e anche la faccia si irrigidisce.

- Scusa, scusa - Gli dico io, smettendo immediatamente di premere con il pugno e di masturbarlo.

- No, non ti fermare - pur mordendosi leggermente il labbro per il dolore. - Magari il giochino del pugno per adesso lo lasciamo nelle mie fantasie. Ma il massaggio ai coglioni era fantastico. ti prego, continua.

Delicatamente riprendo il suo cazzo con la mano e ricomincio ad andare su e giù. La faccia di Vittorio si decontrae e ricompare il suo sorriso ironico.

- Cosa hai da sorridere? - Gli chiedo

- Hai una mano forte ma delicata . mi risponde senza guardarmi. - Stai andando bene. Continua.

Io continuo, ma molto piano. Ho paura di fargli male di nuovo. Vittorio lo capisce e mi rassicura emettendo i suoi mugolii di godimento. Riprendo anche ad accarezzare e a stringere delicatamente i coglioni. Il suo cazzo è diventato durissimo, ma ancora non dà segni di volere sborrare.

Sento che anche il mio cazzo è diventato duro, ma non oso toccarlo, sia perché non voglio interrompere la sega a Vittorio, sperando che venga in fretta, sia perché mi vergogno di essermi eccitato facendo una sega al mio amico. Fino ad ora mi ero auto-giustificato pensando che la mia era una missione da assistente sociale, che lo facevo per allentare la tensione del mio amico, che lui avrebbe fatto la stessa cosa per me si ci fossimo trovati a parti invertite. E adesso invece mi sto eccitando a sentire il suo cazzo duro in mano. Mi piace spalmare il suo precum sulla cappella e voglio dargli tutto il piacere che posso. Adesso ne sono conscio, lo sto masturbando non tanto, o non solo, per allentare la tensione, ma soprattutto perché mi piace procurargli piacere. E ci sto riuscendo bene perché sento di nuovo che i suoi muscoli delle gambe si contraggono. Lascio le sue palle e metto la mano sinistra a coppetta vicino al glande per raccogliere lo sperma ed evitare di imbrattare il letto.

Sento le contrazione del suo cazzo e immediatamente comincia s sborrare. Riesco a raccogliere tutto il suo sperma nella mano. Vittorio riapre gli occhi, sempre sorridente e gli dico . - Vuoi assaggiare?

- Certo - mi risponde lui - quella di oggi è stata proprio una bella sborrata e voglio sentirne il sapore.

Gli avvicino la mano alla bocca e lui lappa la sua sborra con la lingua e la assapora con la lingua e con il palato.

- E' buonissima, ma rimane quel retrogusto acidulo - mi dice e ne prende ancora un po' con la lingua.

Mentre lui continua il suo assaggio da sommellier, anch'io lappo con la lingua un po' del suo sperma. Vittorio non mi ha visto, ma quando mi guarda anch'io sono intento ad assaggiare. Lui pensa che lo sto prendendo in giro e mi dice: - C'è poco da scherzare. il gusto del mio sperma è un po' cambiato; forse in maniera definitiva. Anche se il nuovo gusto non mi dispiace affatto devo fare in modo che non succeda mai più di stare 3 giorni in astinenza.

- E' vero. E' un po' acidulo - gli dico io. - Il mio non lo è!

Vittorio mi guarda strabuzzando gli occhi - Davvero hai assaggiato il mio sperma?

Con la lingua ne prendo ancora un po' dalla mano e ma lo rigiro in bocca. Poi avvicino di nuovo la mano alla sua bocca e ne faccio cadere un bel po' sulla sua lingue e nella bocca che tiene ben aperta. Il suo non è più un assaggio scientifico, un test asettico del sapore, ma un vero e proprio godimento sensoriale. Non solo assaggiare la propria sborra, ma il piacere di ingoiarla.

- Mi hai detto che la tua non è acidula. Vuol dire che la hai assaggiata? - Mi chiede Vittorio

- Certo. Tu sei in grado di cogliere le sfumature di gusto del tuo sperma ed io non lo avevo mai neanche assaggiato. Dovevo colmare questa lacuna.

- Come è andata? dai racconta.

- Come vuoi che sia andata - Gli dico sornione - Prima di venire qui mi sono fatto una sega in bagno e ho raccolto il mio sperma con la mano e l'ho assaggiato. Avevi ragione. E' buono.

- Ma l'hai solo assaggiato o l'hai proprio bevuto come hai fatto fare a me poco fa.

- L'ho assaggiato, l'ho leccato con la lingua eh ho cercato di coglierne il gusto. Il mio è più dolce e meno denso del tuo.

- Stai dicendo che il tuo sperma è più buono del mio? - mi dice fingendo di essere offeso

- Sto dicendo che è diverso. -

- Devi farmelo assaggiare?

- Che cosa?

- Tu hai assaggiato il mio. Anch'io voglio assaggiare il tuo. - Il suo viso è serissimo

- Va bene, domani te ne porto un po'.

- Certo - mi fa lui riprendendo a sorridere ironico - Già ti immagino raccogliere la tua sborra in un contenitore per alimenti e conservarla in frigorifero in attesa di venire qui in ospedale. Poi basta condirla con un po' di sale e pepe…. Elio, sveglia. Non puoi "portarla". Devi produrla qui. Ti fai una sega ed è bella che pronta.

Impossibile non ridere. intanto vado al lavandino per lavarmi e per prendere n fazzolettino per pulire il cazzo di vittorio.

- Va bene, se fai il bravo domani ti produco in diretta un po' di sborra buona così potrai assaggiarla - Gli dico mentre lo pulisco e rimetto a posto il lenzuolo.

- Perchè non stasera - mi fa lui con fare insistente

Bussano alla porta. E' l'infermiera che ci ricorda che l'orario di visita è finito.

- Quando richiude ala porta io gli dico: - Hai capito perché non stasera? Perché è tardi e per oggi hai avuto la tuo orgasmo. Perciò per oggi accontentati e rinviamo il resto a domani.

Lui mi guarda. Il suo sorriso gli illumina il volta e mi dice: - Grazie Elio. Sei il meglio che mi potesse capitare. Questo incidente poteva avere conseguenze peggiori per il fisico e per lo spirito. Al fisico ci stanno pensando i medici, allo spirito ci stai pensando tu. Non credere che io non immagini quanto tutto questo sia difficile per te, anche se cerchi di farlo sempre col sorriso. Te ne sarò sempre grato.

- Non pensarci Vittorio. Pensa a guarire.

Gli infilo sulle orecchie le cuffie, faccio partire la sua play-list preferita e lo saluto.

- A domani - gli faccio.

- Non vedo l'ora- mi dice lui.

scritto il
2022-11-22
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