Il segreto tra me e mamma?
di
esausto
genere
incesti
Parto dal centro. Ogni volta che finivamo di fare l’amore io e mamma, lei ripeteva sempre la stessa frase ”Questo è un segreto tra me e te”. Certo che spiando mamma non contavo più le seghe, solo guardarla provocava una strana eccitazione. Sapevo che oltre le seghe non ci poteva essere altro, una persona normale sa che non potrà mai arrivare a scopare la propria madre. Tutto ebbe inizio dal giorno in cui per caso la vidi nuda davanti allo specchio ad ammirare il suo corpo nelle varie posizioni. Ebbi la scaltrezza di non farmi vedere, uno spettacolo straordinario, papà aveva proprio una gran fortuna. Li immaginavo nelle pose più eccitanti, quella volta riuscii a vedere anche la figa, depilata, sembrava modellata da uno scultore, e pensare che ero uscito da quell’organo. Ero uscito interamente da quell’organo, avrei pagato non so quando per rientrarci con il mio organo. A proposito di organo, facendo riferimento alla famosa frase – la funzione sviluppa l’organo- ero arrivato alla conclusione che facendo funzionare il cazzo a forza di farmi le seghe, l’organo, cioè il cazzo, avrebbe assunto dimensioni eccezionali. Forse in parte era vero perché me lo vedevo grosso e lo sentivo pesante. -Adolescente arrapato-, era la definizione che mi aveva appioppato papà.
Se ci si fa una sega a settimana, difficilmente si rischia di essere scoperti, se due il rischio raddoppia e così via. Io di seghe a settimana almeno ne facevo quattordici, cioè due al giorno, a volte ancora di più. Il rischio si quintuplicava, così avvenne. Se si viene scoperti all’inizio oppure a metà, si fa subito a far finta di nulla, se si viene scoperti mentre si sta sborrando c’è poco da nascondere. Con mamma avvenne proprio così, mi beccò mentre sborravo. Non provai neanche a nascondermi, cercai di far uscire anche l’ultima goccia spremendo bene il cazzo. Mamma per nulla infastidita, guardò tutto il procedimento col sorriso sulla bocca, facendomi i complimenti per la grandezza del cazzo rispetto alla mia età. “Farai carriera con quel coso, le ragazze faranno la fila per averlo”. Il ghiaccio era rotto, questo mi autorizzava a masturbarmi senza la paura di essere scoperto, tanto ormai mamma lo sapeva, mentre prima lo immaginava soltanto. Mi sentivo più autoritario in quella nuova veste, mi dicevo, fatti vedere più spesso da tua madre ed aspetta gli eventi. Non appena si presentava la possibilità che mamma stesse passando davanti alla mia cameretta, sfoderavo la sciabola ì col movimento alto/basso cercavo di farmi sorprendere di nuovo. Un, due, tre, dieci fino a quanto mi sussurrò “Un giorno voglio farti un regalo”. Ecco ora oltre al pensiero delle masturbazioni dovevo avere anche il pensiero del regalo di mamma anche se lo immaginavo.
Quando eravamo soli, ed in modo particolare quando studiavo, mi veniva a trovare nella mia camera con varie scuse e sempre meno vestita. Il caffè, il pasticcino, la mela sbucciata, fino alla banana che a me non piaceva molto, lei lo sapeva che la avrei rifiutata, la mangiò lei a piccoli morsi contornandola con le labbra, con gli occhi semichiusi come se stesse facendo un pompino.
Immaginando che al posto della banana ci fosse il mio cazzo, l’erezione prese il sopravvento. Non la nascosi volutamente, lei se ne accorse “Maialino che ti succede”? “Mamma sei irresistibile vestita, sei irresistibile nella normalità, ora sei quasi nuda succhiando quella banana in modo eccitante, normale che pur non avendo occhi il mio pisellino si fa notare” “Non direi proprio pisellino, tutt’altro, liberalo dai pantaloncini fammi vedere come sta. Liberai il cazzo nella massima erezione esclamò “E’ enorme!!!” Lo soppesò con entrambe le mani “Mamma mia quanto pesa, com’è duro” “Penso che non ne esista uno al mondo di cazzo che assistendo allo spettacolo che hai appena dato, non diventi duro e grosso”. “Posso dargli un bacino”? “Figurati, l’hai fatto tu, puoi fare quello che vuoi” Un bacino sul glande, un altro bacino, la punta della lingua sul buchetto per assorbire quelle famose goccioline, fino a quando me lo sentii avvolto dalle sue labbra. Stop, “Questo è un segreto tra me e te” Uscì dalla mia cameretta. Due sole volte su e giù, uscì tanta di quella sborra da farmi impaurire, pensavo si fosse rotto qualcosa. Mi distesi sul letto sfinito.
Solo il pensiero di quello che avevo subito, mi eccitava, altra erezione, altra sega….
La notte, altra erezione altra sega, era cambiato qualcosa, ora sborravo molto presto tanta era l’eccitazione. Il pomeriggio avevamo solo due ore di tempo per le eventuali iniziative, l’uscita dal liceo, mancava un mese per la maturità, eravamo agli sgoccioli, ed il rientro di papà.
L’aspettavo ma non venne, mi teneva sulla corda o forse sapeva che papà sarebbe stato una notte fuori per lavoro. Infatti successe proprio questo. Papà uscì il giovedì mattina per andare a Milano e sarebbe tornato il venerdì sera. Il pomeriggio di giovedì lei uscì per delle spese, la sera a cena “Stanotte non c’è papà, dormi con mamma che ha paura a stare sola”? La risposta mi parve ovvia “Volentieri mamma” Dopo cena mi prese per la mano portandomi in camera, sul letto le lenzuola rosse. “Questo in tuo onore, non chiamarmi mamma, questa per me e per te deve essere una notte d’amore, ricorda questo è un segreto tra me e te”. Vedere mamma nuda sul letto distesa a gambe leggermente allargate fu lo spettacolo più bello del mondo, nudo anch’io mi meravigliavo sempre di più della grandezza del mio cazzo. Lecca appena la mia figa, bagnala un pochino, meglio la saliva che la crema. Dopo un minuto avvicina il cazzo alla mia bocca, bagno anche quello. La cerimonia della penetrazione fu spettacolare, centellinando l’ingresso, pochi millimetri alla volta, era lei a guidarmi “Ancora un pochino, ancora, ancora, ancora” Con il glande letteralmente assorbito dalla vagina. “Piano, piano, piano per mille volte”, non so quanti minuti e poi “Amore è il momento dai insieme” Urla di godimento, gemiti, bocche attaccate, fu uno shock per entrambi.
Sfiniti nel vero senso della parola. Nessuno dei due aveva fiato. Trascorse forse mezz’ora. “Amore torna nel tuo letto abbiamo bisogno di capire cosa abbiamo fatto, ti ricordo, questo è un segreto tra me e te”. Deluso tornai nel mio letto, aveva ragione lei, avevamo bisogno di pensare e capire quello che era successo. Mamma innamoratissima e soddisfatta sessualmente da papà, si era prestata ad un tradimento col figlio. Era solo voglia di trasgressione? Sindrome di Edipo al contrario? Provare l’incesto? Voglia di un pene diverso? La risposta avvenne nei giorni seguenti, fulminata dal mio cazzo. Lo facemmo tante altre volte, godeva moltissimo, a volte mi provocava davanti a papà. Stavamo prendendo una brutta piega spesso una non le bastava voleva farne un’altra. Quando eravamo soli stava nuda in casa per eccitarmi, voleva scopare e basta.
Il famoso segreto? Papà sapeva tutto, il viaggio a Milano una scusa per lasciarci soli, non solo addirittura papà era stato l’artefice di tutto. Quando nell’occasione in cui mamma mi scoprì mentre mi masturbavo ed era rimasta colpita dal mio cazzo, riferì tutto a papà che vedendo negli occhi di mamma il desiderio di provarlo, la invitò a fare quello che avvenne. Non ci poteva essere altro epilogo io e papà insieme facevamo l’amore con mamma. Ormai lei viveva in estasi continua.
Se ci si fa una sega a settimana, difficilmente si rischia di essere scoperti, se due il rischio raddoppia e così via. Io di seghe a settimana almeno ne facevo quattordici, cioè due al giorno, a volte ancora di più. Il rischio si quintuplicava, così avvenne. Se si viene scoperti all’inizio oppure a metà, si fa subito a far finta di nulla, se si viene scoperti mentre si sta sborrando c’è poco da nascondere. Con mamma avvenne proprio così, mi beccò mentre sborravo. Non provai neanche a nascondermi, cercai di far uscire anche l’ultima goccia spremendo bene il cazzo. Mamma per nulla infastidita, guardò tutto il procedimento col sorriso sulla bocca, facendomi i complimenti per la grandezza del cazzo rispetto alla mia età. “Farai carriera con quel coso, le ragazze faranno la fila per averlo”. Il ghiaccio era rotto, questo mi autorizzava a masturbarmi senza la paura di essere scoperto, tanto ormai mamma lo sapeva, mentre prima lo immaginava soltanto. Mi sentivo più autoritario in quella nuova veste, mi dicevo, fatti vedere più spesso da tua madre ed aspetta gli eventi. Non appena si presentava la possibilità che mamma stesse passando davanti alla mia cameretta, sfoderavo la sciabola ì col movimento alto/basso cercavo di farmi sorprendere di nuovo. Un, due, tre, dieci fino a quanto mi sussurrò “Un giorno voglio farti un regalo”. Ecco ora oltre al pensiero delle masturbazioni dovevo avere anche il pensiero del regalo di mamma anche se lo immaginavo.
Quando eravamo soli, ed in modo particolare quando studiavo, mi veniva a trovare nella mia camera con varie scuse e sempre meno vestita. Il caffè, il pasticcino, la mela sbucciata, fino alla banana che a me non piaceva molto, lei lo sapeva che la avrei rifiutata, la mangiò lei a piccoli morsi contornandola con le labbra, con gli occhi semichiusi come se stesse facendo un pompino.
Immaginando che al posto della banana ci fosse il mio cazzo, l’erezione prese il sopravvento. Non la nascosi volutamente, lei se ne accorse “Maialino che ti succede”? “Mamma sei irresistibile vestita, sei irresistibile nella normalità, ora sei quasi nuda succhiando quella banana in modo eccitante, normale che pur non avendo occhi il mio pisellino si fa notare” “Non direi proprio pisellino, tutt’altro, liberalo dai pantaloncini fammi vedere come sta. Liberai il cazzo nella massima erezione esclamò “E’ enorme!!!” Lo soppesò con entrambe le mani “Mamma mia quanto pesa, com’è duro” “Penso che non ne esista uno al mondo di cazzo che assistendo allo spettacolo che hai appena dato, non diventi duro e grosso”. “Posso dargli un bacino”? “Figurati, l’hai fatto tu, puoi fare quello che vuoi” Un bacino sul glande, un altro bacino, la punta della lingua sul buchetto per assorbire quelle famose goccioline, fino a quando me lo sentii avvolto dalle sue labbra. Stop, “Questo è un segreto tra me e te” Uscì dalla mia cameretta. Due sole volte su e giù, uscì tanta di quella sborra da farmi impaurire, pensavo si fosse rotto qualcosa. Mi distesi sul letto sfinito.
Solo il pensiero di quello che avevo subito, mi eccitava, altra erezione, altra sega….
La notte, altra erezione altra sega, era cambiato qualcosa, ora sborravo molto presto tanta era l’eccitazione. Il pomeriggio avevamo solo due ore di tempo per le eventuali iniziative, l’uscita dal liceo, mancava un mese per la maturità, eravamo agli sgoccioli, ed il rientro di papà.
L’aspettavo ma non venne, mi teneva sulla corda o forse sapeva che papà sarebbe stato una notte fuori per lavoro. Infatti successe proprio questo. Papà uscì il giovedì mattina per andare a Milano e sarebbe tornato il venerdì sera. Il pomeriggio di giovedì lei uscì per delle spese, la sera a cena “Stanotte non c’è papà, dormi con mamma che ha paura a stare sola”? La risposta mi parve ovvia “Volentieri mamma” Dopo cena mi prese per la mano portandomi in camera, sul letto le lenzuola rosse. “Questo in tuo onore, non chiamarmi mamma, questa per me e per te deve essere una notte d’amore, ricorda questo è un segreto tra me e te”. Vedere mamma nuda sul letto distesa a gambe leggermente allargate fu lo spettacolo più bello del mondo, nudo anch’io mi meravigliavo sempre di più della grandezza del mio cazzo. Lecca appena la mia figa, bagnala un pochino, meglio la saliva che la crema. Dopo un minuto avvicina il cazzo alla mia bocca, bagno anche quello. La cerimonia della penetrazione fu spettacolare, centellinando l’ingresso, pochi millimetri alla volta, era lei a guidarmi “Ancora un pochino, ancora, ancora, ancora” Con il glande letteralmente assorbito dalla vagina. “Piano, piano, piano per mille volte”, non so quanti minuti e poi “Amore è il momento dai insieme” Urla di godimento, gemiti, bocche attaccate, fu uno shock per entrambi.
Sfiniti nel vero senso della parola. Nessuno dei due aveva fiato. Trascorse forse mezz’ora. “Amore torna nel tuo letto abbiamo bisogno di capire cosa abbiamo fatto, ti ricordo, questo è un segreto tra me e te”. Deluso tornai nel mio letto, aveva ragione lei, avevamo bisogno di pensare e capire quello che era successo. Mamma innamoratissima e soddisfatta sessualmente da papà, si era prestata ad un tradimento col figlio. Era solo voglia di trasgressione? Sindrome di Edipo al contrario? Provare l’incesto? Voglia di un pene diverso? La risposta avvenne nei giorni seguenti, fulminata dal mio cazzo. Lo facemmo tante altre volte, godeva moltissimo, a volte mi provocava davanti a papà. Stavamo prendendo una brutta piega spesso una non le bastava voleva farne un’altra. Quando eravamo soli stava nuda in casa per eccitarmi, voleva scopare e basta.
Il famoso segreto? Papà sapeva tutto, il viaggio a Milano una scusa per lasciarci soli, non solo addirittura papà era stato l’artefice di tutto. Quando nell’occasione in cui mamma mi scoprì mentre mi masturbavo ed era rimasta colpita dal mio cazzo, riferì tutto a papà che vedendo negli occhi di mamma il desiderio di provarlo, la invitò a fare quello che avvenne. Non ci poteva essere altro epilogo io e papà insieme facevamo l’amore con mamma. Ormai lei viveva in estasi continua.
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