Lo zio americano e il suo cazzo durissimo tanto per cominciare

di
genere
incesti

Il mio percorso di femminilizzazione era iniziato. Avevo indossato le calze e le scarpe di mamma e mi sentivo fighissima. Papi se ne era accorto e una notte origliando nella camera matrimoniale mentre cavalcava mia madre sentii che le diceva "sai tuo figlio è una femminuccia e, ci scommetto, è più troia di te". "No, che dici Marco, sono io la tua troia, mettimelo dentro come tu sai fare e non pensare ad altro". Li sentii gemere di piacere, lei urlava senza contegno, lui la cavalcava e la prendeva in tutte le posizioni, io mi masturbavo pensando al cazzo: prima o poi lo avrei preso, meglio prima che dopo, sentivo che mi sarebbe piaciuto un casino.
L'occasione arrivò presto. Dopo pochi giorni venne a passare una settimana dai miei lo zio americano. Fratello di mio padre, era alto e possente, un fisico palestrato quanto basta, rasato con due occhi azzurri stupendi. Somigliava mio padre ma era più bello.
La prima sera che cenammo insieme non faceva che guardarmi, papi se ne era accorto e si era pure accorto che ricambiavo le sue attenzioni accentuando i miei modi femminili. Avevo i capelli lunghi e un viso d'angelo più da femmina che da maschietto, indossavo dei jeans strappati attillatissimi che mi facevano un bel culetto.
Avevo preso l'abitudine di andare a letto indossando una maglietta stretta e collant velati, meglio neri, mi piacevano di più. Una notte mentre stavo per addormentarmi lui entra nella mia cameretta: Giovanni o Jonny come ora si chiamava. Mi disse "angioletto mio ma quanto sei bella" e cominciò ad accarezzarmi. Prima i capelli, poi il viso, il collo, il petto per quindi scendere giù. Le sue mani sulle mie gambe fasciate dai collant erano una promessa d'amore. Mi disse "angioletto, prendimelo in bocca". Sebbene non lo avessi ancora mai fatto, ubbidii sicura che non l'avrei deluso: avevo guardato tanti video porno e aspettavo il momento di mettermi alla prova. Avevo capito che uno dei segreti era insalivarlo per bene e così feci. Sputai sulla cappella e gliela leccai, poi lo presi in bocca e mentre lo stimolavo con la mano accarezzandolo lo presi in bocca. Lo succhiai piano e lo sentii e vidi crescere e indurirsi tra le mie labbra: che bello!. Non era esperta e lo feci venire presto, la sua sborra colò dentro la mia bocca: era calda e aveva un sapore insieme dolciastro e salato. Mi sentii una troia ed ero felice di averlo fatto godere. Ma lui non si accontentò: volle il mio culo e glielo diedi volentieri. Jonny fu bravissimo: mi fece distendere supina nel letto, un cuscino sul pancino, le gambe un po' divaricate. Mi leccò per bene, mi infilò un dito, poi due nel buco e dopo un po' provò a piazzare il suo cazzo. Due tentativi, dopo avermelo fatto sentire strofinandolo sulle natiche, al terzo il suo cazzo si insinuò dentro la mia fessurina - ancora stretta - e sentii un piacere indescrivibile. Dopo cominciò a battermi penetrandomi con ritmo, prima piano poi sempre più forte e deciso. Mi faceva male, gli disse di fermarsi ma lui non poteva, godeva troppo. Strillai forte, per il dolore e per il piacere.
I miei lo sentirono e accorsero. Papi disse a mamma " lo vedi che avevo ragione". Mamma dovette ammettere a malincuore che aveva ragione ma la sua attenzione si diresse verso altro: sul cazzo di Jonny che prese in bocca e succhiò avidamente. Ma io non mi resi conto di questo. Sentivo ancora l'ebbrezza del cazzo che mi penetrava. E in effetti avevo dentro un cazzo che mi martellava. No, non era quello dello zio, per quanto non mi fossi resa conto del "passaggio di staffetta". Era di un altro uomo, avrete capito di chi.
Come è stato bello quella notte. La notte del mio battesimo di troia.
scritto il
2023-01-11
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