Un bel culo
di
Ben_
genere
etero
Il culo perfetto della puttanella che mi stavo scopando mi sbatteva contro l'inguine e le sue urla mi davano più piacere del rapporto stesso.
La biondina che mi ballava sopra il cazzo dandomi la schiena non era altro che una delle tante troie che erano convinte di potermi cambiare, di potermi far innamorare di loro. Un amore che avevo messo già in chiaro che non potevo dar loro. Le sue tette enormi erano un capolavoro, un'opera d'arte, ma come le sue anche quelle di tutte le altre troie che mi scopavo. Mentre mi saltellava sopra come una forsennata se le massaggiava da sola e si leccava i capezzoli forati entrambi da piercing per darsi ancora più piacere. Mi disse di prendermi ciò che volevo da lei, che mi dava tutto quello che volevo.
"Dammi il culo"
"Ma sono vergine lì... Non penso sia il caso ancora." disse lei, fermandosi nella sua danza, indugiando un po' per soppesare la mia reazione.
Serrai le labbra. Quanto odiavo quando dicevano di volermi dare ogni cosa che chiedessi per amore ma poi facevano le difficili. Mi si iniziò ad ammosciare e la tolsi da sopra di me. Inutile troia. Mi alzai e mi abbottonai di nuovo i jeans. Me ne andai lasciandola lì sul suo letto da sola.
Mentre camminavo verso l'unica destinazione possibile per me in quel momento tornò a pulsarmi dentro i jeans. Il fremito che avvertivo si trasformò in impazienza e quasi corsi fino al portone. Citofonai, tre squilli poco prolungati : il nostro segnale,e il portone si aprì.
Salii le scale a tre scalini, sempre più eccitato.
Lei mi aprì bella come il sole, in pigiama e struccata. Le occhiaie marcate per essere stata a lungo sveglia a leggere quel tomo universitario gigantesco. Avevo il fiatone.
"Ciao bellezza" penso fosse l'unica donna al mondo a farmelo venire così duro mentre usava nomignoli che non mi piacevano.
Neanche le risposi. Mi avventai sulle sue labbra e chiusi la porta con un calcio.
Si spogliò ridendo mentre la trascinavo in camera da letto e la spingevo sul materasso. Era nuda davanti a me finalmente. Mi tolsi anche io i vestiti guardando le sue tette piccole e non troppo sode a causa del peso perso velocemente. Erano bellissime. Si mise a 90 mostrandomi un culo in cui non vedevo l'ora di affondare. Mi sputai sulla mano e passai le dita bagnate sul suo ano per lubrificarlo e poi la penetrai velocemente. Le toccai il clitoride con le dita per farla godere di più. Gemeva sommessamente cercando di trattenere la voce finché non iniziò a urlare sempre più forte, fino a venire squirtando e quasi piangendo per il piacere.
Casa. Il mio amore.
Peccato che lei non mi volesse come compagno ma solo come amante occasionale.
La biondina che mi ballava sopra il cazzo dandomi la schiena non era altro che una delle tante troie che erano convinte di potermi cambiare, di potermi far innamorare di loro. Un amore che avevo messo già in chiaro che non potevo dar loro. Le sue tette enormi erano un capolavoro, un'opera d'arte, ma come le sue anche quelle di tutte le altre troie che mi scopavo. Mentre mi saltellava sopra come una forsennata se le massaggiava da sola e si leccava i capezzoli forati entrambi da piercing per darsi ancora più piacere. Mi disse di prendermi ciò che volevo da lei, che mi dava tutto quello che volevo.
"Dammi il culo"
"Ma sono vergine lì... Non penso sia il caso ancora." disse lei, fermandosi nella sua danza, indugiando un po' per soppesare la mia reazione.
Serrai le labbra. Quanto odiavo quando dicevano di volermi dare ogni cosa che chiedessi per amore ma poi facevano le difficili. Mi si iniziò ad ammosciare e la tolsi da sopra di me. Inutile troia. Mi alzai e mi abbottonai di nuovo i jeans. Me ne andai lasciandola lì sul suo letto da sola.
Mentre camminavo verso l'unica destinazione possibile per me in quel momento tornò a pulsarmi dentro i jeans. Il fremito che avvertivo si trasformò in impazienza e quasi corsi fino al portone. Citofonai, tre squilli poco prolungati : il nostro segnale,e il portone si aprì.
Salii le scale a tre scalini, sempre più eccitato.
Lei mi aprì bella come il sole, in pigiama e struccata. Le occhiaie marcate per essere stata a lungo sveglia a leggere quel tomo universitario gigantesco. Avevo il fiatone.
"Ciao bellezza" penso fosse l'unica donna al mondo a farmelo venire così duro mentre usava nomignoli che non mi piacevano.
Neanche le risposi. Mi avventai sulle sue labbra e chiusi la porta con un calcio.
Si spogliò ridendo mentre la trascinavo in camera da letto e la spingevo sul materasso. Era nuda davanti a me finalmente. Mi tolsi anche io i vestiti guardando le sue tette piccole e non troppo sode a causa del peso perso velocemente. Erano bellissime. Si mise a 90 mostrandomi un culo in cui non vedevo l'ora di affondare. Mi sputai sulla mano e passai le dita bagnate sul suo ano per lubrificarlo e poi la penetrai velocemente. Le toccai il clitoride con le dita per farla godere di più. Gemeva sommessamente cercando di trattenere la voce finché non iniziò a urlare sempre più forte, fino a venire squirtando e quasi piangendo per il piacere.
Casa. Il mio amore.
Peccato che lei non mi volesse come compagno ma solo come amante occasionale.
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