La vendetta della suocera sulla figlia.

di
genere
incesti

Se i parenti abitano vicino li incontri tutti i giorni se sono distanti li rivedi in occasione di matrimoni, battesimi e funerali. Per fortuna quella volta avvenne a causa del matrimonio di Olimpo mio cugino, figlio del fratello di papà. Non eravamo in molti circa ottanta persone. Eleganza relativa, siamo gente alla buona, neanche il ristorante era a cinque stelle, forse meno di tre, comunque alla fine, un po' per esserci rivisti, un po' per il mangiare ottimo, fu una discreta festa, nessun ubriaco, insomma comportamento sobrio. Nei matrimoni ci si presenta con gli abiti migliori, qualcuno ne è provvisto altri ne acquistano. Io ero provvisto, anche Leiva ne era provvista, però lei pronunciò la tipica frase di chi ha solo stracci in casa.
“Che mi metto” “Hai il guardaroba pieno, scegline uno e vai” “Sono tutte gonne corte, non mi fanno entrare in chiesa” “Va bene, aspetti fuori” “Il tuo spirito non fa ridere” Andammo a comprare qualcosa da mettersi. La mattina del matrimonio indossò una audace minigonna. “L’abito che hai comprato”? “Questo” “Come ti lamentavi degli abiti corti”? “ Si ma poi…” O ti incazzi o fai finta di nulla anche se non fu una cattiva idea perché tutti quelle adatte indossavano la minigonna più o meno audace”. I tavoli predisposti, antipasto, subito dopo quattro primi diversi, i commensali cominciano ad alzarsi per scambiare qualche chiacchiera. Attorno al tavolo nostro c’erano venti persone, Leiva alimentava la conversazione, perfino la invitarono fuori a fumare. Venti minuti e torna. Nel frattempo alcuni posti si scambiavano e Mirta, mia suocera, venne a sedersi al mio fianco Leiva si sistemò ad un altro tavolo. Mirta mi sussurrò all’orecchio “Che figa di moglie che hai” La guardai negli occhi, la vedevo
agitata. “Cos’hai”? “Sono nervosa, accompagnami fuori” L’abito di mia suocera non era
molto più lungo di quello della figlia. “Dici che tua figlia è una figa , ma tu ti sei specchiata”? “Sono ridicola” “No sei una super figa” “Non parlare così, già sono eccitata se continui mi devi scopare” “Che dici Mirta” “Dico quello che ho detto” “Rientriamo facciamoci vedere, poi magari usciamo di nuovo” “Non porto l’intimo” “Neanche Leiva lo porta, lei non lo indossa mai” “Che troia”!!! “Da che pulpito”. Ormai Leiva era entrata in un altro giro, chiesi al cameriere se ci fosse una stanza isolata perché dovevo parlare con una persona.
Ha capito tutto, mi sorride, me lo indica, accenno a Mirta di seguirmi, entriamo di soppiatto, chiudo la porta a chiave, mi assale letteralmente, abbassa la zip, tira fuori il cazzo lo bagna con la bocca, alza la gonna e si infila il cazzo nella figa. “Facciamo subito” dice sborrami dentro che ci penso io. Eccitati come mandrilli venimmo insieme in due minuti, si mette un adesivo assorbente per impedire alla sborra di colare, mi succhia ancora la lingua, si sistema il trucco ed esce. Io aspetto due minuti e la raggiungo al tavolo però trovo Leiva mentre Mirta era tornata a fianco di Ettore suo marito. Leiva mi gela “L’hai scopata la troia? Me lo ha detto che oggi avrebbe scopato con te per farmi pagare la scopata che ho fatto con tuo padre”. Occhio per occhio...
scritto il
2023-01-14
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