Il potere - l'esame per la patente
di
GeorgeSimenon
genere
dominazione
Ringrazio davvero chi mi ha scritto e chi ha apprezzato il mio primo racconto. Si vede che raccontare storie vere viene percepito in modo realistico. Questa vicenda inaspettata per come si è sviluppata ha forse un contesto meno psicologico, ma credo che ogni momento debba avere la sua caratterizzazione.
Amo guidare. Viaggiare in auto mi regala sensazioni di libertà. Amando l'ignoto ed essendone attratto da sempre mi eccita l'idea di vedere posti sconosciuti e conoscere gente mai incontrata. Come pure amo le donne, quelle attraenti e quelle normali che la vita mi ha regalato.
Anzi se devo fare un sincero bilancio, senza alcun dubbio affermo che sono proprio quelle meno appariscenti che mi hanno regalato le storie e i momenti più avvincenti. La mia ultratrentennale attività mi permette di avere tempo da dedicare ai miei hobby e alle mie passioni.
Anni fa quindi decisi di assecondare quella per la guida mettendo parte del mio tempo al servizio della collettività. Decisi che sarei diventato un esaminatore di futuri patentati. Contatto la Motorizzazione e seppi che accettavano anche collaborazioni esterne per surrogare quadri insufficienti.
Mi accordai per una disponibilità settimanale di 4 ore, ovviamente di più non potevo per via del mio lavoro. Partecipai come tutti a 120 ore di corso, superando due esami e quindi ottenni la sospirata abilitazione.
Erano circa due mesi che esaminavo, quella mattina mi rimaneva solo una candidata dopo che i primi tre avevano superato l'esame. La feci accomodare in auto e solo in quel mentre mi accorsi della sua gonna a mezza coscia e degli stivali a tacco alto che indossava. Ammetto una visione di insieme molto eccitante.
"Signora lei dovrebbe essere Rosanna C..... giusto?".
"Buongiorno, spero oggi mi vada tutto bene".
In effetti sia la voce che il movimento continuo delle mani intorno al volante tradivano un nervosismo che mi parve eccessivo.
"Rosanna se lei è qui è perché ha passato brillantemente lo scritto, statisticamente è la prova più difficile, quindi stia tranquilla".
"Mi piacerebbe esserlo, ma questo esame per me è davvero più di un foglietto rosa timbrato in attesa della patente".
"Se posso permettermi che cosa intende con le sue parole".
"Guidare mi ha sempre messo ansia. Tanto è vero come vede che a 31 anni non ho ancora la patente. Sono sposata da sei mesi e con mio marito abbiamo fatto una scelta andando ad abitare in una zona residenziale della città, direi oltre le nostre possibilità. Lui è un avvocato che sta crescendo nello studio associato dove lavora, il mio stipendio doveva integralmente coprire le spese mensili per il mutuo.
Quattro mesi fa la ditta per cui lavoravo come responsabile amministrativa ha chiuso improvvisamente senza preavviso. Dopo tanto cercare, la settimana scorsa ho finalmente trovato posto in una finanziaria per la quale dovrò girare molto per portare nuovi clienti ad investire nei suoi prodotti. Inizio lunedì e quindi oggi devo assolutamente passare questo esame visto che ho detto loro sono automunita e che dopo quattro mesi di mancati introiti, beh cominciamo a fare fatica".
Si era aperta subito, ispirare fiducia ad una donna, direi ad una persona in genere, è sempre stata una mia caratteristica naturale, quella confessione un poco mi toccò in quanto capivo il suo dramma interiore, ma dovevo pur sempre ricordarmi che mettere in strada gente sicura che conosce la segnaletica e le regole stradali, è una responsabilità a cui non potevo sottrarmi solo per simpatia.
"Rosanna stia tranquilla e vedrà andrà tutto bene, ora regoli per bene seduta e specchietti e si immetta nella statale".
La vedo armeggiare titubante, allacciarsi la cintura di sicurezza e partire entrando decisa nella statale dimenticandosi però di segnalare con la freccia le sue intenzioni.
La faccio guidare tranquilla per qualche istante poi le chiedo
"Signora è sicura di aver fatto tutto quello che correttamente avrebbe dovuto fare?".
Alla sua risposta incerta, ma affermativa "Mi scusi ma lei non segnala con la freccia l'immissione in carreggiata dall'esterno?".
"Semplicemente guardando nello specchietto mi sono resa conto che la prima auto in arrivo era distante e quindi mi sembrava superfluo farlo".
"Rosanna scherza vero? Lei deve sempre segnalare con la freccia in questi casi ed il fatto che non lo abbia fatto sotto esame mi porta ad immaginare a come si comporterebbe quando sarà sola. Guardi a me interessa poco che faccia alla perfezione una curva o una retro, ma esigo che le regole si sappiano e si mettano in pratica.
Di solito per un errore concettuale così, fermo immediatamente l'esame, questa volta mi faccio condizionare dalla sua situazione e le concedo un'altra possibilità, ma stia attenta!".
"Oh mio Dio, grazie, guardi non la deluderò, mi creda".
La faccio guidare per un paio di chilometri poi vedo un'utilitaria palesemente più lenta di noi:
"Rosanna adesso correttamente superi quell'auto, può scegliere di andare alla sua sinistra o alla sua destra".
Era un'ovvia provocazione, mi aspettavo che lei immediatamente mi dicesse che sulla destra fosse vietato, avrei dimenticato l'errore di prima.
Invece non solo la sua replica non arriva, ma vedo che mette la freccia a destra e si appresta al sorpasso.
"Bene Rosanna rimanga pure qui a destra, ma senza superare, tra un chilometro vi è un distributore, si fermi in quell'area".
La faccio scendere, accomodare sul sedile passeggero, metto in moto per tornare verso dove eravamo partiti.
"Rosanna mi spiace davvero, ma non posso promuoverla".
Era seduta composta accanto a me, le sue belle gambe generosamente esposte, la vedo irrigidirsi.
"Vede prima le ho teso un piccolo tranello che poteva evitare, a destra non si può superare e lei lo stava per fare".
"Ma lei è proprio uno stronzo, oh mi scusi sono nervosa, ma è stato lei a dirmi che potevo scegliere!".
"Volevo capire se l'errore della freccia fosse dipeso dal nervosismo per l'esame, invece lei ha palesi limiti di conoscenza".
"No la prego così mi rovina, senza patente prenderanno un'altra candidata di sicuro".
"Rosanna mi spiace davvero, guardi per la prima volta mi lascio condizionare e le anticipo che non farò menzione dell'esame. E'come se lei non si fosse presentata, quindi potrà rifarlo tra due settimane e non tra sei nel caso fosse stata ufficialmente bocciata".
"La ringrazio, ma io lunedì ho bisogno della patente non tra due settimane, ci sarà pure qualcos'altro che posso fare!"
"Rosanna mi creda meglio della mia proposta non esiste nulla, se ne faccia una ragione".
"Sono disposta a tutto per avere quel documento, potrei ad esempio versarle per qualche mese una parte delle mie provvigioni oppure metterla al corrente gratuitamente di qualche investimento remunerativo".
Nel parlare e nei dimenarsi la gonna era salita in modo quasi osceno, potevo tranquillamente intravvedere un ridotto intimo nero sopra la balza delle autoreggenti, inoltre il suo agitarsi gonfiava in modo tremendamente erotico un petto che intuivo fosse almeno una terza soda.
Non si accorgeva dei miei sguardi, mi stavo eccitando senza poterlo evitare.
"Rosanna non peggiori la situazione, sono molto agiato, faccio questo lavoro per passione nei ritagli di tempo libero".
"Ma cazzo ma ci sarà pur un modo per risolvere questo problema".
Non mi piaceva il suo tono e la sua ingratitudine quando la colpa era palesemente sua, la guardai a lungo poi le dissi:
"Rosanna una cosa ci sarebbe, ma non gliela proporrei mai, non sarebbe minimamente corretto e serio".
"Che Cosa! c'è qualcosa che potrei fare e lei mi fa il moralista da quattro soldi? la dica subito al massimo non la farò".
"No Rosanna mi spiace"
"Lo sa che lei è proprio uno stronzo? prima mi tira un tranello e ora non mi dice nulla!".
Fermo l'auto in uno slargo a poche centinaia di metri dalla sua auto. La guardo in viso, poi sposto lo sguardo lungo il suo bel corpo florido, per la prima volta è in imbarazzo.
Tengo fissi i miei occhi sulle sue cosce scoperte, vogli ometterla in difficoltà per una reazione che non tiene conto di tutto quanto sto facendo per aiutarla.
"Bene, l'ha voluto lei, vede Rosanna, una delle poche cose da cui mi sento attratto in modo eccessivo sono le donne, lo riconosco è una mia debolezza. E lei è una donna molto attraente. Quindi l'unica possibilità che mi faccia rivedere il tutto è che venga stasera a casa mia entro le venti e sia a mia disposizione"
Il suo bel volto già teso per la mancata promozione diventa ancor più trasfigurato. Vedo che serra i pugni, si gira e mi guarda cattiva:
"Lei è non è solo uno stronzo, ma pure un porco schifoso, ma per chi mi ha preso! le ho detto più volte che quel che faccio è per mio marito, ma come si permette, è proprio un'idiota "
"Rosanna la prego di moderare i termini, l'ho aiutata in tutti i modi, l'ho avvertita più volte che non volevo proporle nulla, quindi adesso si calmi"
"Per chi mi ha preso! per quella che si concede con il primo che passa? amo mio marito e sono solo sua porco!"
"Non avevo dubbi che avrebbe rifiutato e per dimostrarle che sono corretto non cambierò la mia decisione nonostante i suoi epiteti, non farò menzione dell'esame, adesso la riporto alla sua auto"
Mentre guidavo la guardavo, stava combattendo una battaglia dentro di sé. Le mani sulle gambe, il respiro affannoso, la testa che scuoteva di continuo.
All'improvviso: "Dove abita porco?".
Mi giro lentamente verso di lei.
"Ma guarda, la bella e fedele mogliettina, cambia idea? Non lo avrei detto".
"Non ho scelta....su mi dica dove devo venire entro le 20". Era luglio, ero solo a casa con i miei al mare. Le scrivo l'indirizzo di un appartamento che usiamo come appoggio per inostri fornitori.
"Viste le sue continue offese, le condizioni ora diventano tre Rosanna: la prima entro le venti, la seconda a mia disposizione e la terza ...vestita come mai uscirebbe con il maritino. Se tutto verrà esaudito le garantisco che lei avrà quello che la interessava e che maldestramente non è riuscita ad ottenere. Ci vediamo stasera".
Esce dall'auto sbattendo la porta, è bellissima anche quando arrabbiata. Non avevo mai fatto un qualcosa di simile, ma il suo atteggiamento ingrato e la mia eccitazione vinsero le mie ritrosie....
julesmaigret60@gmail.com
Amo guidare. Viaggiare in auto mi regala sensazioni di libertà. Amando l'ignoto ed essendone attratto da sempre mi eccita l'idea di vedere posti sconosciuti e conoscere gente mai incontrata. Come pure amo le donne, quelle attraenti e quelle normali che la vita mi ha regalato.
Anzi se devo fare un sincero bilancio, senza alcun dubbio affermo che sono proprio quelle meno appariscenti che mi hanno regalato le storie e i momenti più avvincenti. La mia ultratrentennale attività mi permette di avere tempo da dedicare ai miei hobby e alle mie passioni.
Anni fa quindi decisi di assecondare quella per la guida mettendo parte del mio tempo al servizio della collettività. Decisi che sarei diventato un esaminatore di futuri patentati. Contatto la Motorizzazione e seppi che accettavano anche collaborazioni esterne per surrogare quadri insufficienti.
Mi accordai per una disponibilità settimanale di 4 ore, ovviamente di più non potevo per via del mio lavoro. Partecipai come tutti a 120 ore di corso, superando due esami e quindi ottenni la sospirata abilitazione.
Erano circa due mesi che esaminavo, quella mattina mi rimaneva solo una candidata dopo che i primi tre avevano superato l'esame. La feci accomodare in auto e solo in quel mentre mi accorsi della sua gonna a mezza coscia e degli stivali a tacco alto che indossava. Ammetto una visione di insieme molto eccitante.
"Signora lei dovrebbe essere Rosanna C..... giusto?".
"Buongiorno, spero oggi mi vada tutto bene".
In effetti sia la voce che il movimento continuo delle mani intorno al volante tradivano un nervosismo che mi parve eccessivo.
"Rosanna se lei è qui è perché ha passato brillantemente lo scritto, statisticamente è la prova più difficile, quindi stia tranquilla".
"Mi piacerebbe esserlo, ma questo esame per me è davvero più di un foglietto rosa timbrato in attesa della patente".
"Se posso permettermi che cosa intende con le sue parole".
"Guidare mi ha sempre messo ansia. Tanto è vero come vede che a 31 anni non ho ancora la patente. Sono sposata da sei mesi e con mio marito abbiamo fatto una scelta andando ad abitare in una zona residenziale della città, direi oltre le nostre possibilità. Lui è un avvocato che sta crescendo nello studio associato dove lavora, il mio stipendio doveva integralmente coprire le spese mensili per il mutuo.
Quattro mesi fa la ditta per cui lavoravo come responsabile amministrativa ha chiuso improvvisamente senza preavviso. Dopo tanto cercare, la settimana scorsa ho finalmente trovato posto in una finanziaria per la quale dovrò girare molto per portare nuovi clienti ad investire nei suoi prodotti. Inizio lunedì e quindi oggi devo assolutamente passare questo esame visto che ho detto loro sono automunita e che dopo quattro mesi di mancati introiti, beh cominciamo a fare fatica".
Si era aperta subito, ispirare fiducia ad una donna, direi ad una persona in genere, è sempre stata una mia caratteristica naturale, quella confessione un poco mi toccò in quanto capivo il suo dramma interiore, ma dovevo pur sempre ricordarmi che mettere in strada gente sicura che conosce la segnaletica e le regole stradali, è una responsabilità a cui non potevo sottrarmi solo per simpatia.
"Rosanna stia tranquilla e vedrà andrà tutto bene, ora regoli per bene seduta e specchietti e si immetta nella statale".
La vedo armeggiare titubante, allacciarsi la cintura di sicurezza e partire entrando decisa nella statale dimenticandosi però di segnalare con la freccia le sue intenzioni.
La faccio guidare tranquilla per qualche istante poi le chiedo
"Signora è sicura di aver fatto tutto quello che correttamente avrebbe dovuto fare?".
Alla sua risposta incerta, ma affermativa "Mi scusi ma lei non segnala con la freccia l'immissione in carreggiata dall'esterno?".
"Semplicemente guardando nello specchietto mi sono resa conto che la prima auto in arrivo era distante e quindi mi sembrava superfluo farlo".
"Rosanna scherza vero? Lei deve sempre segnalare con la freccia in questi casi ed il fatto che non lo abbia fatto sotto esame mi porta ad immaginare a come si comporterebbe quando sarà sola. Guardi a me interessa poco che faccia alla perfezione una curva o una retro, ma esigo che le regole si sappiano e si mettano in pratica.
Di solito per un errore concettuale così, fermo immediatamente l'esame, questa volta mi faccio condizionare dalla sua situazione e le concedo un'altra possibilità, ma stia attenta!".
"Oh mio Dio, grazie, guardi non la deluderò, mi creda".
La faccio guidare per un paio di chilometri poi vedo un'utilitaria palesemente più lenta di noi:
"Rosanna adesso correttamente superi quell'auto, può scegliere di andare alla sua sinistra o alla sua destra".
Era un'ovvia provocazione, mi aspettavo che lei immediatamente mi dicesse che sulla destra fosse vietato, avrei dimenticato l'errore di prima.
Invece non solo la sua replica non arriva, ma vedo che mette la freccia a destra e si appresta al sorpasso.
"Bene Rosanna rimanga pure qui a destra, ma senza superare, tra un chilometro vi è un distributore, si fermi in quell'area".
La faccio scendere, accomodare sul sedile passeggero, metto in moto per tornare verso dove eravamo partiti.
"Rosanna mi spiace davvero, ma non posso promuoverla".
Era seduta composta accanto a me, le sue belle gambe generosamente esposte, la vedo irrigidirsi.
"Vede prima le ho teso un piccolo tranello che poteva evitare, a destra non si può superare e lei lo stava per fare".
"Ma lei è proprio uno stronzo, oh mi scusi sono nervosa, ma è stato lei a dirmi che potevo scegliere!".
"Volevo capire se l'errore della freccia fosse dipeso dal nervosismo per l'esame, invece lei ha palesi limiti di conoscenza".
"No la prego così mi rovina, senza patente prenderanno un'altra candidata di sicuro".
"Rosanna mi spiace davvero, guardi per la prima volta mi lascio condizionare e le anticipo che non farò menzione dell'esame. E'come se lei non si fosse presentata, quindi potrà rifarlo tra due settimane e non tra sei nel caso fosse stata ufficialmente bocciata".
"La ringrazio, ma io lunedì ho bisogno della patente non tra due settimane, ci sarà pure qualcos'altro che posso fare!"
"Rosanna mi creda meglio della mia proposta non esiste nulla, se ne faccia una ragione".
"Sono disposta a tutto per avere quel documento, potrei ad esempio versarle per qualche mese una parte delle mie provvigioni oppure metterla al corrente gratuitamente di qualche investimento remunerativo".
Nel parlare e nei dimenarsi la gonna era salita in modo quasi osceno, potevo tranquillamente intravvedere un ridotto intimo nero sopra la balza delle autoreggenti, inoltre il suo agitarsi gonfiava in modo tremendamente erotico un petto che intuivo fosse almeno una terza soda.
Non si accorgeva dei miei sguardi, mi stavo eccitando senza poterlo evitare.
"Rosanna non peggiori la situazione, sono molto agiato, faccio questo lavoro per passione nei ritagli di tempo libero".
"Ma cazzo ma ci sarà pur un modo per risolvere questo problema".
Non mi piaceva il suo tono e la sua ingratitudine quando la colpa era palesemente sua, la guardai a lungo poi le dissi:
"Rosanna una cosa ci sarebbe, ma non gliela proporrei mai, non sarebbe minimamente corretto e serio".
"Che Cosa! c'è qualcosa che potrei fare e lei mi fa il moralista da quattro soldi? la dica subito al massimo non la farò".
"No Rosanna mi spiace"
"Lo sa che lei è proprio uno stronzo? prima mi tira un tranello e ora non mi dice nulla!".
Fermo l'auto in uno slargo a poche centinaia di metri dalla sua auto. La guardo in viso, poi sposto lo sguardo lungo il suo bel corpo florido, per la prima volta è in imbarazzo.
Tengo fissi i miei occhi sulle sue cosce scoperte, vogli ometterla in difficoltà per una reazione che non tiene conto di tutto quanto sto facendo per aiutarla.
"Bene, l'ha voluto lei, vede Rosanna, una delle poche cose da cui mi sento attratto in modo eccessivo sono le donne, lo riconosco è una mia debolezza. E lei è una donna molto attraente. Quindi l'unica possibilità che mi faccia rivedere il tutto è che venga stasera a casa mia entro le venti e sia a mia disposizione"
Il suo bel volto già teso per la mancata promozione diventa ancor più trasfigurato. Vedo che serra i pugni, si gira e mi guarda cattiva:
"Lei è non è solo uno stronzo, ma pure un porco schifoso, ma per chi mi ha preso! le ho detto più volte che quel che faccio è per mio marito, ma come si permette, è proprio un'idiota "
"Rosanna la prego di moderare i termini, l'ho aiutata in tutti i modi, l'ho avvertita più volte che non volevo proporle nulla, quindi adesso si calmi"
"Per chi mi ha preso! per quella che si concede con il primo che passa? amo mio marito e sono solo sua porco!"
"Non avevo dubbi che avrebbe rifiutato e per dimostrarle che sono corretto non cambierò la mia decisione nonostante i suoi epiteti, non farò menzione dell'esame, adesso la riporto alla sua auto"
Mentre guidavo la guardavo, stava combattendo una battaglia dentro di sé. Le mani sulle gambe, il respiro affannoso, la testa che scuoteva di continuo.
All'improvviso: "Dove abita porco?".
Mi giro lentamente verso di lei.
"Ma guarda, la bella e fedele mogliettina, cambia idea? Non lo avrei detto".
"Non ho scelta....su mi dica dove devo venire entro le 20". Era luglio, ero solo a casa con i miei al mare. Le scrivo l'indirizzo di un appartamento che usiamo come appoggio per inostri fornitori.
"Viste le sue continue offese, le condizioni ora diventano tre Rosanna: la prima entro le venti, la seconda a mia disposizione e la terza ...vestita come mai uscirebbe con il maritino. Se tutto verrà esaudito le garantisco che lei avrà quello che la interessava e che maldestramente non è riuscita ad ottenere. Ci vediamo stasera".
Esce dall'auto sbattendo la porta, è bellissima anche quando arrabbiata. Non avevo mai fatto un qualcosa di simile, ma il suo atteggiamento ingrato e la mia eccitazione vinsero le mie ritrosie....
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