Dietro al portone - 1° parte
di
Signor Sculaccioni
genere
prime esperienze
Fabio cammina lungo i portici illuminati. È sera ma non troppo tardi, la gente uscirà tra una mezz’ora buona.
Aspetta l’orario giusto per andare con gli amici a una festa speciale fuori città, per Carnevale. Per entrare serve un travestimento speciale che Fabio ha già sotto la felpa, i jeans e la giacca 100 grammi.
Mentre cammina con le mani nelle tasche vede un negozio che è il suo sogno proibito. Intimo femminile. Reggiseni, giarrettiere, una baby doll da sposa bianca e trasparente, due gambe inguainate da collant nere, che arrivano fino a sotto l’attaccatura delle natiche.
Mentre fantastica sulle due gambe finte sente una risatina, accompagnata da un soffio e da una nuvoletta di fumo.
“Guarda chi c’è” dice una voce profonda e sensuale, con un leggero accento del nord Italia.
Fabio si volta e vede una signora un po’ più bassa di lui nonostante i tacchi, avvolta in abiti completamente di pelle nera (pantaloni, corpetto, una lunga giacca a vento), rossetto rossissimo, una mascherina nera di pizzo e capelli corti bianchi.
“S-signora Anna, salve!” squittisce lui imbarazzato e sorpreso. La conosce da diverso tempo e il suo sguardo terribilmente sicuro lo affascina e lo spaventa allo stesso tempo, come essere al cospetto di un meraviglioso cobra.
“Stai pensando a un regalo per la nuova fidanzatina?” gli chiede lei, avvicinandosi sinuosa come un serpente, un leggero tono divertito nella voce.
Fabio ridacchia e scuote la testa; è abbastanza evidente che lui non potrebbe avere o volere una fidanzatina con la A, ma la sua passione per l’intimo femminile non l’ha mai rivelata a anima viva.
Anna lo imita, la sua risata è più acuta; mantiene fisso lo sguardo, si avvicina un altro po’, fino a sfiorare con la coscia voluminosa i genitali di Fabio, che stranamente fremono.
Nessuna donna lo ha mai fatto sentire così, eppure Anna lo scuote da dentro, di uno strano e umido calore.
Il suo pene, in realtà ben compresso sotto vari tessuti, è sempre più grosso, e con vergogna si rende conto che reagisce alla coscia inguainata di pelle.
“Forse è per qualcun altro, vero? Forse un maschietto? Non troppo alto? Che gira per i portici la sera? Ahahah!”
Mentre parla e ride, con una mano butta via la sigaretta ormai spenta, con l’altra tocca la gamba di Fabio, percorre la coscia fino ai fianchi e ne segue la curva, arrivando a una natica.
“Mmm, sbaglio o il manichino le ha scoperte, queste…”
Senza aspettare il permesso stringe il muscolo, che si irrigidisce per pochi secondi per poi rilassarsi nella ferma morsa delle dita di Anna.
“S-si è vero…” sussurra lui, il pensiero va al manichino, poi immagina il suo corpo riflesso nello specchio con le stesse collant, e la sua eccitazione cresce ancor di più. I vari strati di tessuto ruvido sono troppo stretti ora.
“Sai, è da tempo che ti osservo camminare per questa strada… hai davvero un bel sedere, sai?”
Il complimento gli manda in fiamme il viso.
“Grazie…”
Lei lo prende per un braccio, mentre l’altra mano continua a toccargli il fondoschiena. Sembra come avere un ladro alla ricerca forsennata di qualcosa attaccato addosso.
“Entriamo qui” ordina lei conducendolo verso un portone socchiuso. È un palazzo abbandonato, nessuno ci entra mai se non i muratori. Lei lascia la presa di una mano per aprire il portone, con l’altra gli molla uno sculaccione per farlo entrare. Fabio fa un verso sorpreso, dentro è eccitato da quel gesto sensuale e deciso.
“Fammi vedere cosa nascondi qui sotto” dice Anna facendolo quasi sbattere contro al muro e armeggiando con i pantaloni aderenti. Sono stretti per dare una vista più sensuale, e quindi anche più difficili da sfilare.
“Mi scusi, ho messo su qualche chilo… ahii, c’è riuscita!”
Anna abbassa il jeans con uno strattone, rivelando una calza a rete dal ricamo floreale, che fascia Fabio dalla vita in giù.
Le sue chiappe, per nulla coperte nemmeno da un sottilissimo perizoma rosso, ballonzolano come per l’eccitazione di essere libere, per poi arrossire dopo due sculacciate sonore.
“Guarda qui che bel sederone avevi!”
L’ennesimo complimento lo fa diventare color peperone.
Anna gli stringe i globi posteriori, avvicina il volto e Fabio gode sorpreso del contatto di quel nasino e delle labbra sulla carne morbida.
Lui geme, lei ridacchia, gli molla una forte pacca e poi si alza in piedi. Passa le dita dalle lunghe unghie smaltate di rosso lungo la riga centrale, sempre più affondo a ogni passaggio fino a far strusciare il filo del perizoma contro l’ano.
“Voglio vederti il buchetto” dichiara Anna prima di abbassare decisa ma con delicatezza le calze e l’intimo.
Le chiappe di Fabio ballonzolano di nuovo, rivelandosi nella loro rosea nudità. Anna ci passa sopra le mani mandando scariche di piacere in ogni angolo possibile del corpo del ragazzo. Essere l’oggetto di piacere di quella signora lo sta sconvolgendo.
Lei si inginocchia di nuovo e voracemente tuffa il viso in mezzo alle due rotondità, stringe leggermente i denti sulla carne e fa scorrere la lingua come una bimba golosa col suo gelato.
Fabio è eccitatissimo, ora il suo pene è libero di erigersi nella sua totale lunghezza. Anna lo sculaccia altre quattro volte prima di farlo girare, poi strilla sorpresa di quella mazza asinina.
“Chi lo avrebbe mai detto! Devi mettermelo dentro, nella fica mi raccomando!”
La donna si gira, toglie la giacca di pelle rivelando un sedere tondo e pronunciato, che si allarga dai suoi fianchi già generosi in una sfera perfetta.
Anna si piega accentuando le proprie forme, e come ha già fatto con Fabio si tira giù gli indumenti di sotto, facendo scuotere le sue chiappe. Il ragazzo non ha mai visto un sedere femminile così da vicino, e mai nemmeno lontanamente così bello.
“E dicevi a me ‘sederone’!” commenta prima di colpirla con due manate.
“Ahi, che screanzato! Dopo ti sculaccio per questo, ora dammi tutto quel cazzone!”
Fabio non se lo fa ripetere ed entra nella fica di Anna, che è già aperta e grondante.
Mai avrebbe pensato di entrare dentro la passera di una donna; mai avrebbe pensato di grugnire come un animale in calore mentre faceva avanti e indietro; mai avrebbe pensato di venire in quella esplosione calda e umida, stringendo le chiappe di Anna tra le mani.
E mai avrebbe pensato quello che quello che stava per succedere.
“Che diamine state facendo?!”
Aspetta l’orario giusto per andare con gli amici a una festa speciale fuori città, per Carnevale. Per entrare serve un travestimento speciale che Fabio ha già sotto la felpa, i jeans e la giacca 100 grammi.
Mentre cammina con le mani nelle tasche vede un negozio che è il suo sogno proibito. Intimo femminile. Reggiseni, giarrettiere, una baby doll da sposa bianca e trasparente, due gambe inguainate da collant nere, che arrivano fino a sotto l’attaccatura delle natiche.
Mentre fantastica sulle due gambe finte sente una risatina, accompagnata da un soffio e da una nuvoletta di fumo.
“Guarda chi c’è” dice una voce profonda e sensuale, con un leggero accento del nord Italia.
Fabio si volta e vede una signora un po’ più bassa di lui nonostante i tacchi, avvolta in abiti completamente di pelle nera (pantaloni, corpetto, una lunga giacca a vento), rossetto rossissimo, una mascherina nera di pizzo e capelli corti bianchi.
“S-signora Anna, salve!” squittisce lui imbarazzato e sorpreso. La conosce da diverso tempo e il suo sguardo terribilmente sicuro lo affascina e lo spaventa allo stesso tempo, come essere al cospetto di un meraviglioso cobra.
“Stai pensando a un regalo per la nuova fidanzatina?” gli chiede lei, avvicinandosi sinuosa come un serpente, un leggero tono divertito nella voce.
Fabio ridacchia e scuote la testa; è abbastanza evidente che lui non potrebbe avere o volere una fidanzatina con la A, ma la sua passione per l’intimo femminile non l’ha mai rivelata a anima viva.
Anna lo imita, la sua risata è più acuta; mantiene fisso lo sguardo, si avvicina un altro po’, fino a sfiorare con la coscia voluminosa i genitali di Fabio, che stranamente fremono.
Nessuna donna lo ha mai fatto sentire così, eppure Anna lo scuote da dentro, di uno strano e umido calore.
Il suo pene, in realtà ben compresso sotto vari tessuti, è sempre più grosso, e con vergogna si rende conto che reagisce alla coscia inguainata di pelle.
“Forse è per qualcun altro, vero? Forse un maschietto? Non troppo alto? Che gira per i portici la sera? Ahahah!”
Mentre parla e ride, con una mano butta via la sigaretta ormai spenta, con l’altra tocca la gamba di Fabio, percorre la coscia fino ai fianchi e ne segue la curva, arrivando a una natica.
“Mmm, sbaglio o il manichino le ha scoperte, queste…”
Senza aspettare il permesso stringe il muscolo, che si irrigidisce per pochi secondi per poi rilassarsi nella ferma morsa delle dita di Anna.
“S-si è vero…” sussurra lui, il pensiero va al manichino, poi immagina il suo corpo riflesso nello specchio con le stesse collant, e la sua eccitazione cresce ancor di più. I vari strati di tessuto ruvido sono troppo stretti ora.
“Sai, è da tempo che ti osservo camminare per questa strada… hai davvero un bel sedere, sai?”
Il complimento gli manda in fiamme il viso.
“Grazie…”
Lei lo prende per un braccio, mentre l’altra mano continua a toccargli il fondoschiena. Sembra come avere un ladro alla ricerca forsennata di qualcosa attaccato addosso.
“Entriamo qui” ordina lei conducendolo verso un portone socchiuso. È un palazzo abbandonato, nessuno ci entra mai se non i muratori. Lei lascia la presa di una mano per aprire il portone, con l’altra gli molla uno sculaccione per farlo entrare. Fabio fa un verso sorpreso, dentro è eccitato da quel gesto sensuale e deciso.
“Fammi vedere cosa nascondi qui sotto” dice Anna facendolo quasi sbattere contro al muro e armeggiando con i pantaloni aderenti. Sono stretti per dare una vista più sensuale, e quindi anche più difficili da sfilare.
“Mi scusi, ho messo su qualche chilo… ahii, c’è riuscita!”
Anna abbassa il jeans con uno strattone, rivelando una calza a rete dal ricamo floreale, che fascia Fabio dalla vita in giù.
Le sue chiappe, per nulla coperte nemmeno da un sottilissimo perizoma rosso, ballonzolano come per l’eccitazione di essere libere, per poi arrossire dopo due sculacciate sonore.
“Guarda qui che bel sederone avevi!”
L’ennesimo complimento lo fa diventare color peperone.
Anna gli stringe i globi posteriori, avvicina il volto e Fabio gode sorpreso del contatto di quel nasino e delle labbra sulla carne morbida.
Lui geme, lei ridacchia, gli molla una forte pacca e poi si alza in piedi. Passa le dita dalle lunghe unghie smaltate di rosso lungo la riga centrale, sempre più affondo a ogni passaggio fino a far strusciare il filo del perizoma contro l’ano.
“Voglio vederti il buchetto” dichiara Anna prima di abbassare decisa ma con delicatezza le calze e l’intimo.
Le chiappe di Fabio ballonzolano di nuovo, rivelandosi nella loro rosea nudità. Anna ci passa sopra le mani mandando scariche di piacere in ogni angolo possibile del corpo del ragazzo. Essere l’oggetto di piacere di quella signora lo sta sconvolgendo.
Lei si inginocchia di nuovo e voracemente tuffa il viso in mezzo alle due rotondità, stringe leggermente i denti sulla carne e fa scorrere la lingua come una bimba golosa col suo gelato.
Fabio è eccitatissimo, ora il suo pene è libero di erigersi nella sua totale lunghezza. Anna lo sculaccia altre quattro volte prima di farlo girare, poi strilla sorpresa di quella mazza asinina.
“Chi lo avrebbe mai detto! Devi mettermelo dentro, nella fica mi raccomando!”
La donna si gira, toglie la giacca di pelle rivelando un sedere tondo e pronunciato, che si allarga dai suoi fianchi già generosi in una sfera perfetta.
Anna si piega accentuando le proprie forme, e come ha già fatto con Fabio si tira giù gli indumenti di sotto, facendo scuotere le sue chiappe. Il ragazzo non ha mai visto un sedere femminile così da vicino, e mai nemmeno lontanamente così bello.
“E dicevi a me ‘sederone’!” commenta prima di colpirla con due manate.
“Ahi, che screanzato! Dopo ti sculaccio per questo, ora dammi tutto quel cazzone!”
Fabio non se lo fa ripetere ed entra nella fica di Anna, che è già aperta e grondante.
Mai avrebbe pensato di entrare dentro la passera di una donna; mai avrebbe pensato di grugnire come un animale in calore mentre faceva avanti e indietro; mai avrebbe pensato di venire in quella esplosione calda e umida, stringendo le chiappe di Anna tra le mani.
E mai avrebbe pensato quello che quello che stava per succedere.
“Che diamine state facendo?!”
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