Alice - Faccio pompini a mio padre - 2°
di
Incest 2.014
genere
incesti
Non c'è che dire,mia madre aveva fatto su di lui un lavoro perfetto.
Seguendo alla lettera il mio suggerimento,gli aveva accorciato i peli sul petto e l'aveva rasato completamente per un diametro di circa 10 centimetri intorno all'areola lasciando completamente scoperti i capezzoli.
Naturalmente lo aveva rasato nella zona genitale e anale ripulendo completamente la zona inguinale e la pancia sino all'ombelico e sbarbando alla perfezione anche i glutei che mi avevano impressionata la prima volta che li avevo sfiorati ricoperti da una foresta fulva e ispida.
Quando me lo sono ritrovato davanti completamente nudo e così cambiato,mi sembrava un'altra persona.
Tra me e me mi sono compiaciuta per essere stata io stessa l'artefice di quel mutamento.
Non aveva più l'aspetto del gorilla della prima volta ma era ben curato,il pelo al posto giusto per esaltarne la virilità e la pelle bianca e liscia nei punti preposti alla stimolazione erotica.
Anche il membro,benché ancora molle(era ancora vittima del pregiudizio dell'incesto)mi appariva molto più grosso e invitante della prima volta.
Soprattutto i testicoli che avevo solo tastato sotto la intricata pelliccia di ispidi peli,mi si presentava in tutta la sua splendida e piena carnalità.
Dopo essermi spogliata ed essermi adagiata aderendo sul corpo tremante di mio padre per congiungermi a lui in una lunga serie di voluttuosi baci,sono scesa a succhiargli i capezzoli ed un brivido aveva attraversato la mia schiena nel sentire in bocca le sue piccole protuberanze che reagivano indurendosi allo stimolo delle mie labbra mentre sulla pancia sentivo che la sua verga si stava svegliando.
Avrei voluto scendere subito e prenderglielo in bocca per assaporarne il gusto ed estrarne la cremina che mi era tanto piaciuta la prima volta.
La mia voglia era tanta ma più forte era il desiderio di regalare a mio padre un'esperienza che non avrebbe più dimenticato per tutta la vita.
Volevo che capisse quanto troia fosse la figlia e che da me avrebbe potuto avere tutto e godere del mio giovane corpo senza limiti ne riserve di alcun genere.
Il mio desiderio era incontenibile ed i miei pensieri già vagavano verso il giorno in cui gli avrei chiesto di ingravidarmi per darmi un suo figlio.
Le parti prive di peli che sfioravo mi sembravano le più vellutate che avessi mai accarezzato.
Più ancora della pelle virginale di mia sorella o quella di mio fratello che ancora adolescente,leccavo per istruirlo ed accompagnarlo nel mio mondo dell'eros perverso ed incestuoso.
-Papà,girati a pancia in giù.-
Gli avevo chiesto quando già il suo respiro si era fatto pesante grazie alle spatolate della mia lingua sui suoi capezzoli e le carezze delle mie mani sul suo membro turgido e scattante.
-Ma....-
Aveva accennato una risposta subito stoppata da una mia richiesta perentoria:
-Papà...girati e solleva quel bel culo liscio che ti ritrovi!-
Annegando la testa sul guanciale mi aveva offerto il culo senza neanche sapere cosa lo aspettasse.
Io ero in ginocchio dietro di lui e stavo vivendo quel momento come in un sogno.
Avevo davanti a me il corpo di mio padre in ginocchio e completamente nudo che mi offriva le sue natiche sode,bianche,lisce e glabre come una scultura del Canova.
Mi sono avvicinata a lui e dopo aver chiuso gli occhi,gli ho aperto le chiappe e dopo averne inalato l'afrore di maschio,vi ho infilato la testa ed ho cominciato a leccargli il buco del culo.
Mio padre che non si aspettava quella intrusione,istintivamente aveva serrato lo sfintere anale ed aveva stretto le natiche come fossero valve a difesa del suo frutto di mare.
-Papà...papà...rilassati e lascia fare a me....vedrai che ti piacerà.-
La mia richiesta è rimasta senza risposta verbale ed al posto della sua voce,mi hanno risposto i suoi muscoli che si sono rilassati aprendo un varco alle mie bramose intenzioni.
Gli ho leccato la rosellina finalmente dischiusa per non so quanto tempo beandomi delle sue contrazioni che mi permettevano di intrufolarmi anche dentro le pieghe dei suoi petali.
Una vera goduria per me e per mio padre che si agitava piano ma ansimava di gusto.
Gli leccavo il buco del culo e le palle e con una mano manovravo l'asta come fosse un randello tanto era divenuto duro e corposo.
Il piacere che mi dava scorrere con la lingua su quella pelle corposa e liscia ed il calore che sortendo da quelle parti così intime mi avvampavano il volto,mi procuravano sensazioni intense e struggenti.
Non era la prima volta che mi dedicavo con la bocca al buco del culo di un maschio ma quella era una sensazione speciale....stavo leccando mio padre e percepivo il suo piacere dalle vibrazioni del suo corpo dai suoi ansimi e dalle gocce che colando dal foro uretrale sulla cappella,mi bagnavano le dita.
Anche la mia fica colava come una spugna bagnata.
-Papà....hai mai leccato la fica della mamma?-
Gli ho chiesto staccandomi da lui e guardandolo negli occhi senza mai mollare la presa del suo nerbo gocciolante.
Poi,senza aspettare la sua risposta,mi sono adagiata sul suo corpo a 69 ed allargando le cosce in modo osceno mi sono appoggiata con la fica grondante di umori sul suo viso e contemporaneamente gli avevo imboccato il cazzo per dare inizio ad un furioso pompino.
Gli succhiavo il cazzo con una voluttà ed una bramosia simile a quella di un affamato al quale offrono ristoro.
Lo leccavo,lo succhiavo,lo aspiravo,lo respingevo,lo mordevo,lo tormentavo con le unghie conficcate nella carne e poi ancora lo inghiottivo sino alla radice per gustarmi il contatto coi suoi testicoli lisci e impregnati della mia saliva e dei suoi umori.
Con un urlo bestiale mi ha gridato:
-Vengo...vengo...sborro...sborroo.....-
Mi ha dato da bere mio padre...mi ha dissetata dalla voglia che avevo di lui,del suo piacere e della sua sborra schizzatami direttamente in gola e nello stomaco.
Dopo un po',anch'io sono stata sconvolta da un orgasmo lungo e violento accompagnato da effluvio di umori che ho ritrovato quando mi sono congiunta a lui in un bacio lascivo e profondo.
Tanto ero coinvolta da quella situazione che non ricordo neanche se a farmi godere fosse stata la lingua di mio padre o ero stata io stessa a procurarmi quel godimento lungo e devastante come una scossa elettrica.
segue
Seguendo alla lettera il mio suggerimento,gli aveva accorciato i peli sul petto e l'aveva rasato completamente per un diametro di circa 10 centimetri intorno all'areola lasciando completamente scoperti i capezzoli.
Naturalmente lo aveva rasato nella zona genitale e anale ripulendo completamente la zona inguinale e la pancia sino all'ombelico e sbarbando alla perfezione anche i glutei che mi avevano impressionata la prima volta che li avevo sfiorati ricoperti da una foresta fulva e ispida.
Quando me lo sono ritrovato davanti completamente nudo e così cambiato,mi sembrava un'altra persona.
Tra me e me mi sono compiaciuta per essere stata io stessa l'artefice di quel mutamento.
Non aveva più l'aspetto del gorilla della prima volta ma era ben curato,il pelo al posto giusto per esaltarne la virilità e la pelle bianca e liscia nei punti preposti alla stimolazione erotica.
Anche il membro,benché ancora molle(era ancora vittima del pregiudizio dell'incesto)mi appariva molto più grosso e invitante della prima volta.
Soprattutto i testicoli che avevo solo tastato sotto la intricata pelliccia di ispidi peli,mi si presentava in tutta la sua splendida e piena carnalità.
Dopo essermi spogliata ed essermi adagiata aderendo sul corpo tremante di mio padre per congiungermi a lui in una lunga serie di voluttuosi baci,sono scesa a succhiargli i capezzoli ed un brivido aveva attraversato la mia schiena nel sentire in bocca le sue piccole protuberanze che reagivano indurendosi allo stimolo delle mie labbra mentre sulla pancia sentivo che la sua verga si stava svegliando.
Avrei voluto scendere subito e prenderglielo in bocca per assaporarne il gusto ed estrarne la cremina che mi era tanto piaciuta la prima volta.
La mia voglia era tanta ma più forte era il desiderio di regalare a mio padre un'esperienza che non avrebbe più dimenticato per tutta la vita.
Volevo che capisse quanto troia fosse la figlia e che da me avrebbe potuto avere tutto e godere del mio giovane corpo senza limiti ne riserve di alcun genere.
Il mio desiderio era incontenibile ed i miei pensieri già vagavano verso il giorno in cui gli avrei chiesto di ingravidarmi per darmi un suo figlio.
Le parti prive di peli che sfioravo mi sembravano le più vellutate che avessi mai accarezzato.
Più ancora della pelle virginale di mia sorella o quella di mio fratello che ancora adolescente,leccavo per istruirlo ed accompagnarlo nel mio mondo dell'eros perverso ed incestuoso.
-Papà,girati a pancia in giù.-
Gli avevo chiesto quando già il suo respiro si era fatto pesante grazie alle spatolate della mia lingua sui suoi capezzoli e le carezze delle mie mani sul suo membro turgido e scattante.
-Ma....-
Aveva accennato una risposta subito stoppata da una mia richiesta perentoria:
-Papà...girati e solleva quel bel culo liscio che ti ritrovi!-
Annegando la testa sul guanciale mi aveva offerto il culo senza neanche sapere cosa lo aspettasse.
Io ero in ginocchio dietro di lui e stavo vivendo quel momento come in un sogno.
Avevo davanti a me il corpo di mio padre in ginocchio e completamente nudo che mi offriva le sue natiche sode,bianche,lisce e glabre come una scultura del Canova.
Mi sono avvicinata a lui e dopo aver chiuso gli occhi,gli ho aperto le chiappe e dopo averne inalato l'afrore di maschio,vi ho infilato la testa ed ho cominciato a leccargli il buco del culo.
Mio padre che non si aspettava quella intrusione,istintivamente aveva serrato lo sfintere anale ed aveva stretto le natiche come fossero valve a difesa del suo frutto di mare.
-Papà...papà...rilassati e lascia fare a me....vedrai che ti piacerà.-
La mia richiesta è rimasta senza risposta verbale ed al posto della sua voce,mi hanno risposto i suoi muscoli che si sono rilassati aprendo un varco alle mie bramose intenzioni.
Gli ho leccato la rosellina finalmente dischiusa per non so quanto tempo beandomi delle sue contrazioni che mi permettevano di intrufolarmi anche dentro le pieghe dei suoi petali.
Una vera goduria per me e per mio padre che si agitava piano ma ansimava di gusto.
Gli leccavo il buco del culo e le palle e con una mano manovravo l'asta come fosse un randello tanto era divenuto duro e corposo.
Il piacere che mi dava scorrere con la lingua su quella pelle corposa e liscia ed il calore che sortendo da quelle parti così intime mi avvampavano il volto,mi procuravano sensazioni intense e struggenti.
Non era la prima volta che mi dedicavo con la bocca al buco del culo di un maschio ma quella era una sensazione speciale....stavo leccando mio padre e percepivo il suo piacere dalle vibrazioni del suo corpo dai suoi ansimi e dalle gocce che colando dal foro uretrale sulla cappella,mi bagnavano le dita.
Anche la mia fica colava come una spugna bagnata.
-Papà....hai mai leccato la fica della mamma?-
Gli ho chiesto staccandomi da lui e guardandolo negli occhi senza mai mollare la presa del suo nerbo gocciolante.
Poi,senza aspettare la sua risposta,mi sono adagiata sul suo corpo a 69 ed allargando le cosce in modo osceno mi sono appoggiata con la fica grondante di umori sul suo viso e contemporaneamente gli avevo imboccato il cazzo per dare inizio ad un furioso pompino.
Gli succhiavo il cazzo con una voluttà ed una bramosia simile a quella di un affamato al quale offrono ristoro.
Lo leccavo,lo succhiavo,lo aspiravo,lo respingevo,lo mordevo,lo tormentavo con le unghie conficcate nella carne e poi ancora lo inghiottivo sino alla radice per gustarmi il contatto coi suoi testicoli lisci e impregnati della mia saliva e dei suoi umori.
Con un urlo bestiale mi ha gridato:
-Vengo...vengo...sborro...sborroo.....-
Mi ha dato da bere mio padre...mi ha dissetata dalla voglia che avevo di lui,del suo piacere e della sua sborra schizzatami direttamente in gola e nello stomaco.
Dopo un po',anch'io sono stata sconvolta da un orgasmo lungo e violento accompagnato da effluvio di umori che ho ritrovato quando mi sono congiunta a lui in un bacio lascivo e profondo.
Tanto ero coinvolta da quella situazione che non ricordo neanche se a farmi godere fosse stata la lingua di mio padre o ero stata io stessa a procurarmi quel godimento lungo e devastante come una scossa elettrica.
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