Ninphomane - 10 - Mia madre chiavata dallo stallone nero
di
Incest 2.014
genere
incesti
Il marito di mia sorella lavorava con il padre che faceva il rappresentante di commercio che cestiva una zona piuttosto vasta.
Il padre che si faceva aiutare già da molto tempo,gli aveva dato da seguire le zone più lontane e quindi almeno due settimane al mese era costretto a passarle fuori casa anche di notte.
Naturalmente la cosa non gli faceva particolarmente piacere in considerazione del fatto che la giovane sposa fosse in dolce attesa ma soprattutto per non stare lontano da me che dal giorno del suo matrimonio con mia sorella avevo ricominciato a "dargliela".
Di parere completamente opposto eravamo noi della famiglia che in quei giorni potevamo goderci la presenza di mia sorella che veniva a stare da noi per non restare sola in casa.
L'atmosfera che si respirava a casa nostra in quel periodo era a dir poco elettrizzante.
Personalmente per quanto avessi lesbicato con numerose ragazze,mai mi era ancora capitato di giocare con una incinta.
Addirittura in quei momenti ne avevo due a disposizione e la cosa mi eccitava moltissimo e mi piaceva da morire.
Naturalmente un capitolo a parte meritano i maschi di casa - mio padre e mio fratello -.
Loro due parevano posseduti dal demone dei sensi tanto erano presi da quella situazione.
Entrambi infatti sognavano e forse in cuor loro ne erano convinti,che le creature che portavano in grembo le due donne fosse il frutto del loro rapporto.
Quella ossessione li teneva perennemente in uno stato di sovreccitazione.
Quando erano in presenza delle due femmine si agitavano come cani arrapati ed a riprova della loro eccitazione vi era,oltre al fatto che si mostravano palesemente agitati,anche la riprova della patta del loro pigiama o dei pantaloni che era sempre gonfia a dismisura.
Devo ricordare che per quanto riguarda mia sorella anche volendole fare l'esame del DNA,sarebbe stato impossibile capire chi ne fosse il padre giacché tutti e tre - padre,figlia e figlio - erano portatori degli stessi geni.
Altro discorso quello di mia madre che essendosi fatta impregnare anche dallo sperma di altri maschi,non poteva garantire che il figlio fosse il frutto del rapporto incestuoso o del legittimo marito.
Nessuno palesava quel dubbio ma a nessuno sarebbe passato per la testa l'idea di sottoporla ad un esame genetico.
Comunque entrambe le vite che crescevano nel corpo della mamma e di mia sorella venivano considerate frutti preziosi dell'amore in famiglia.
Tuttavia,nonostante l'eccitante atmosfera,qualcosa era cambiato nei rapporti tra noi.
Infatti quando mio fratello andava a letto con la mamma,cercava di contenere la sua foga e piuttosto che chiavare,facevano l'amore.
La stessa cosa avveniva con mia sorella.
Quando andavano a letto insieme,facevano l'amore in modo tenero e dolce come fossero loro gli sposini.
Il comportamento di mio padre con la figlia e la moglie era identico con l'eccezione che mia madre,incurante del fatto che il pancione divenisse ogni giorno più prominente,non rinunciava mai alle sue sortite settimanali con o senza il marito.
E mio padre non la lasciava mai uscire da sola.
Quando però nella tresca mi inserivo anch'io,tutto tornava come prima e i delicati maschi tutti bacini e carezze tornavano ad essere stalloni arrapati con non lesinavano i violenti fendenti ai vogliosi e sempre aperti buchi miei,di mia sorella e di mia madre.
Devo dire che mia madre e mia sorella da vere troie quali erano diventate,pur apprezzando le attenzioni dei due maschi,preferivano che ci fossi anch'io tra loro.
Capitava che quando non vi erano i due mandrilli a disposizione,ci divertivamo a giocare solo noi tre donne e,armate dei numerosi giocattoli che aveva comperato mia madre ci scatenavamo come tre autentiche troione.
-Ragazze...bambine mie...-
Quando eravamo sole alla mamma piaceva continuare nei suoi racconti:
-Quel giorno al pranzo del tuo matrimonio,entrando nel ristorante,come se fosse già tutto scritto nel mio destino,il mio sguardo aveva incontrato quello di quel giovane cameriere nero.
I suoi occhi scuri,le sue labbra carnose ed il suo portamento vigoroso e fiero mi avevano elettrizzata subito e prim'ancora di distogliere lo sguardo dai suoi occhi avevo pensato:"Questo me lo scopo!"
Ricordi Lory quando sei rientrata nel salone da pranzo con lo sposo di tua sorella col quale avevi appena scopato(Subito dopo il matrimonio avevamo raccontato a mia sorella ogni cosa sul mio rapporto col suo fidanzato e lei ne è stata molto felice commentando che era meglio così che tutto fosse rimasto in famiglia"Non potrei mai sopportare che mi mettesse le corna con un'altra!"aveva commentato)mentre la sposa era ancora in macchina che si faceva riempire dal padre e dal fratello?
Ebbene mentre tu rientravi io mi ero alzata ed avevo chiesto al cameriere se mi indicava la toilette delle donne:
-L'accompagno io signora!-
Mi aveva risposto ponendosi davanti a me per farmi strada.
Prima di lasciarmi davanti ai bagni mi aveva detto:
-Se lei gradisce signora può prendere la porta a sinistra provvederò io ad aprirgliela!-
Con un sorriso che non dimenticherò mai ed un lieve inchino era entrato in una porta accanto a quella dei servizi.
Io mi sono subito appartata per fare la pipì e dopo essermi tolta le mutande ed essermi pulita e profumata la micina con dei tovagliolini igienici che avevo nella borsa,sono uscita e mi sono fermata davanti allo specchio con il cuore che picchiava come impazzito.
Se il mandingo si fosse fatto vivo,quella sarebbe stata la prima volta che avrei tradito mio marito.
Mentre cercavo dallo specchio la conferma che nonostante l'età la mia avvenenza di femmina fosse ancora desiderabile da un giovane,alle mie spalle un lieve cigolio mi annunciava che nella porta si era formato uno spiraglio.
Con un rapido dietro-front ho varcato quella soglia e mi sono travata al cospetto di un vero dio nero!
Non aveva più la divisa da cameriere ma indossava una camicia bianca sbottonata che faceva risplendere un possente torace ed il bruno della sua pelle glabra e lucida.
Aveva pantaloni di un cotone leggero che metteva in risalto le sue muscolose forme e soprattutto aveva uno spropositato rigonfio sotto la cerniera.
Come se fossi stata in chiesa davanti alla statua di un santo,sono caduta in ginocchio e con le mani congiunte come in preghiera,mi sono avvicinata all'oggetto del mio desiderio sin dalla prima occhiata e gli ho fatto scorrere in basso la cerniera.
Anche lui era senza mutande e quando anche il bottone in alto si era slacciato lasciando scivolare in basso i pantaloni,davanti ai mie occhi,come una catapulta,era esploso il suo immenso totem nero.
Un profumo di maschio forte e intenso aveva accompagnato quella apparizione al punto che,per qualche istante la mia mente era come obnubilata mentre i miei occhi fissavano come ipnotizzati quella meraviglia della natura.
La verga si ergeva rigogliosa e possente in un invitante gesto di sfida.
Le vene gonfie e sporgenti parevano scolpite sulla mazza rivestita da una pelle morbida e vellutata.
I testicoli erano grossi,gonfi e lisci come pesche noci.
La cappella sovrastava come un capitello la sua colonna e si mostrava,privo del prepuzio circonciso,in tutto il suo turgore.
Il foro uretrale appariva dischiuso e rosso come due piccole labbra mentre il frenulo era trasparente e teso come la corda di un arco.
Uno spettacolo come non ne avevo mai visti.
Stringendolo tra le mani lo sentivo vibrare animato da una propria vitalità che lo scuoteva con piccole,incontrollabili contrazioni,secche e regolari.
Avevo cominciato a leccarlo partendo dai testicoli risalendo pian piano verso la cappella.
Sotto la mia lingua sentivo scorrere le vene gonfie e morbide mentre sotto le dita percepivo il turgore del possente nerbo vibrante e teso.
I miei movimenti erano accompagnati dalle sue mani che mi accarezzavano i capelli.
Nel momento del mio primo contatto con le corde del suo filetto,il suo corpo è scattato come attraversato da una scossa elettrica ed anche le sue mani erano scattate come molle sulle mie tempie.
Dal buchino sulla cappella già facevano capolino le prime gocce che avevo raccolto con la lingua e gustato come fossero un regalo esclusivo per me.
Mentre ero impegnata in un trattamento che avrei preferito non finisse mai,mi sono sentita prendere sotto le ascelle ed una volta in piedi davanti a lui,le sue labbra si sono congiunte alle mie e la sua lingua riempiendomi la bocca aveva cominciato a danzare insieme alla mia in modo umido e lussurioso.
Con una mano mi stringeva a se mentre con l'altra cercava di slacciarmi la camicia in cerca del mio seno.
Dopo quel lunghissimo e voluttuoso bacio mi aveva presa per i fianchi e sollevandomi mi aveva appoggiata su un tavolo di legno poi,mentre mi succhiava i capezzoli duri come nocciole,mi aveva infilato una mano tra le cosce:
"Avevo capito subito signora che eri una troia.
Mi piacciono quelle come te...di poche parole e già pronte."
Mi aveva detto scoprendo il mio sesso depilato e senza mutande:
"Non parlare....fammi godere.....voglio essere la tua troia...adesso!
Però sta attento perché sono incinta"
Gli avevo risposto ansimando.
A quella rivelazione i suoi occhi si sono illuminati di una luce vivida e perversa mentre le sue labbra accennavano una smorfia di approvazione.
Dopo avermi ben eccitata succhiandomi i capezzoli ed accarezzandomi in modo divino l'interno delle cosce sfiorando appena la mia fica già bagnata,mi aveva spinta con la schiena sul tavolo e sollevandomi il bacino con le mani,si era portato il mio sesso all'altezza della sua bocca.
Non potete neanche immaginare cosa è stato capace di fare con quella lingua e quella bocca che mi tormentavano le grandi labbra e la clitoride e si intrufolava oltre le piccole labbra come fosse una biscia umida e sinuosa.
Mentre godevo avevo voglia di gridare tutto il mio piacere ma lui,prudentemente mi aveva messo una mano sulla bocca.
Nel momento dell'orgasmo credo di averlo anche morso.
Dopo avermi fatto toccare per la seconda volta il paradiso del piacere,mi aveva preso per la vita e mentre io gli tenevo le braccia attaccate al collo,mi ha fatto scendere infilandomi sino a che il contatto delle sua cappella con l'utero non mi ha strappato un lamento di dolore.
Le penetrazione è stata lenta ed incredibilmente facile grazie al fatto che la verga si ergeva ritta e durissima e che la mia fica fosse bagnata e colasse umori come una sorgente.
Rimanendo sempre in piedi e tenendomi stretta al suo corpo aveva cominciato a muoversi dentro di me facendo attenzione a non colpirmi la cervice uterina con troppa violenza ma accarezzandola quasi ed aumentando in modo pazzesco il mio piacere.
Io ansimavo,sentivo il cuore scoppiarmi nel petto e ad ogni orgasmo tremavo tra le sue braccia ed anche quando mi chiavava facendomi dondolare tra le sue braccia e colpendomi l'utero con più violenza,non avevo più dolore ma solo un piacere devastante ed infinito:
"Così mi fai morire....siiii...siiii...amore...amore...meriti un premio...nel culo...nel culo...mettimelo nel culoooooo"
Alle mie implorazioni con la stessa facilità con la quale mi era scivolato nella fica,mi aveva profanato il di dietro.
Stavolta però la penetrazione è stata più dolorosa ma quando mi sono dilatata e rilassata nel modo giusto,il mio piacere è stato immenso nel sentire la verga tutta conficcata nel mio retto mentre lo schiocco dei testicoli sulle mie natiche mi dava un senso anche sonoro della profondità dei suoi affondi.
"Mi stai facendo morire.....rimettilo nella fica e sborraci dentro....dai....sborrami nella fica....godi anche tu e riempimi....riempimi di sborra...."
Gli avevo gridato al culmine di un piacere non più sopportabile.
Quando aveva cominciato a sborrare,aveva serrato le labbra per smorzare i suoi grugniti e nello stesso tempo,mi sono sentita avvampare il corpo da un calore immenso mentre sulla cervice percepivo perfettamente la potenza dei suoi fiotti di sperma.
Quando si è sfilato da me ero in piedi con le cosce divaricate e dalla mia fica rivoli bianchi e viscidi mi scivolavano tra le cosce e sulle gambe.
Fortunatamente avevo con me dei Tampax coi quali mi sono tamponata senza lavarmi e poi con il tanga che avevo nella borsa mi ero ripulita alla meglio tra le cosce.
Quella era stata la prima volta che avrei voluto incontrare ancora un mio amante sconosciuto ma,fedele agli impegni che avevo con mio marito,a malincuore ho dovuto rinunciare.
La sera poi a casa avevo lasciato le mutande sborrate sul comodino di vostro padre:
"Amore questo è il mio regalo per te per il matrimonio di nostra figlia!"
Lui mi aveva abbracciata e stringendomi a se mi aveva risposto:
"Sei una vera troia"
Il resto di quella serata lo conoscete già.-
segue
Il padre che si faceva aiutare già da molto tempo,gli aveva dato da seguire le zone più lontane e quindi almeno due settimane al mese era costretto a passarle fuori casa anche di notte.
Naturalmente la cosa non gli faceva particolarmente piacere in considerazione del fatto che la giovane sposa fosse in dolce attesa ma soprattutto per non stare lontano da me che dal giorno del suo matrimonio con mia sorella avevo ricominciato a "dargliela".
Di parere completamente opposto eravamo noi della famiglia che in quei giorni potevamo goderci la presenza di mia sorella che veniva a stare da noi per non restare sola in casa.
L'atmosfera che si respirava a casa nostra in quel periodo era a dir poco elettrizzante.
Personalmente per quanto avessi lesbicato con numerose ragazze,mai mi era ancora capitato di giocare con una incinta.
Addirittura in quei momenti ne avevo due a disposizione e la cosa mi eccitava moltissimo e mi piaceva da morire.
Naturalmente un capitolo a parte meritano i maschi di casa - mio padre e mio fratello -.
Loro due parevano posseduti dal demone dei sensi tanto erano presi da quella situazione.
Entrambi infatti sognavano e forse in cuor loro ne erano convinti,che le creature che portavano in grembo le due donne fosse il frutto del loro rapporto.
Quella ossessione li teneva perennemente in uno stato di sovreccitazione.
Quando erano in presenza delle due femmine si agitavano come cani arrapati ed a riprova della loro eccitazione vi era,oltre al fatto che si mostravano palesemente agitati,anche la riprova della patta del loro pigiama o dei pantaloni che era sempre gonfia a dismisura.
Devo ricordare che per quanto riguarda mia sorella anche volendole fare l'esame del DNA,sarebbe stato impossibile capire chi ne fosse il padre giacché tutti e tre - padre,figlia e figlio - erano portatori degli stessi geni.
Altro discorso quello di mia madre che essendosi fatta impregnare anche dallo sperma di altri maschi,non poteva garantire che il figlio fosse il frutto del rapporto incestuoso o del legittimo marito.
Nessuno palesava quel dubbio ma a nessuno sarebbe passato per la testa l'idea di sottoporla ad un esame genetico.
Comunque entrambe le vite che crescevano nel corpo della mamma e di mia sorella venivano considerate frutti preziosi dell'amore in famiglia.
Tuttavia,nonostante l'eccitante atmosfera,qualcosa era cambiato nei rapporti tra noi.
Infatti quando mio fratello andava a letto con la mamma,cercava di contenere la sua foga e piuttosto che chiavare,facevano l'amore.
La stessa cosa avveniva con mia sorella.
Quando andavano a letto insieme,facevano l'amore in modo tenero e dolce come fossero loro gli sposini.
Il comportamento di mio padre con la figlia e la moglie era identico con l'eccezione che mia madre,incurante del fatto che il pancione divenisse ogni giorno più prominente,non rinunciava mai alle sue sortite settimanali con o senza il marito.
E mio padre non la lasciava mai uscire da sola.
Quando però nella tresca mi inserivo anch'io,tutto tornava come prima e i delicati maschi tutti bacini e carezze tornavano ad essere stalloni arrapati con non lesinavano i violenti fendenti ai vogliosi e sempre aperti buchi miei,di mia sorella e di mia madre.
Devo dire che mia madre e mia sorella da vere troie quali erano diventate,pur apprezzando le attenzioni dei due maschi,preferivano che ci fossi anch'io tra loro.
Capitava che quando non vi erano i due mandrilli a disposizione,ci divertivamo a giocare solo noi tre donne e,armate dei numerosi giocattoli che aveva comperato mia madre ci scatenavamo come tre autentiche troione.
-Ragazze...bambine mie...-
Quando eravamo sole alla mamma piaceva continuare nei suoi racconti:
-Quel giorno al pranzo del tuo matrimonio,entrando nel ristorante,come se fosse già tutto scritto nel mio destino,il mio sguardo aveva incontrato quello di quel giovane cameriere nero.
I suoi occhi scuri,le sue labbra carnose ed il suo portamento vigoroso e fiero mi avevano elettrizzata subito e prim'ancora di distogliere lo sguardo dai suoi occhi avevo pensato:"Questo me lo scopo!"
Ricordi Lory quando sei rientrata nel salone da pranzo con lo sposo di tua sorella col quale avevi appena scopato(Subito dopo il matrimonio avevamo raccontato a mia sorella ogni cosa sul mio rapporto col suo fidanzato e lei ne è stata molto felice commentando che era meglio così che tutto fosse rimasto in famiglia"Non potrei mai sopportare che mi mettesse le corna con un'altra!"aveva commentato)mentre la sposa era ancora in macchina che si faceva riempire dal padre e dal fratello?
Ebbene mentre tu rientravi io mi ero alzata ed avevo chiesto al cameriere se mi indicava la toilette delle donne:
-L'accompagno io signora!-
Mi aveva risposto ponendosi davanti a me per farmi strada.
Prima di lasciarmi davanti ai bagni mi aveva detto:
-Se lei gradisce signora può prendere la porta a sinistra provvederò io ad aprirgliela!-
Con un sorriso che non dimenticherò mai ed un lieve inchino era entrato in una porta accanto a quella dei servizi.
Io mi sono subito appartata per fare la pipì e dopo essermi tolta le mutande ed essermi pulita e profumata la micina con dei tovagliolini igienici che avevo nella borsa,sono uscita e mi sono fermata davanti allo specchio con il cuore che picchiava come impazzito.
Se il mandingo si fosse fatto vivo,quella sarebbe stata la prima volta che avrei tradito mio marito.
Mentre cercavo dallo specchio la conferma che nonostante l'età la mia avvenenza di femmina fosse ancora desiderabile da un giovane,alle mie spalle un lieve cigolio mi annunciava che nella porta si era formato uno spiraglio.
Con un rapido dietro-front ho varcato quella soglia e mi sono travata al cospetto di un vero dio nero!
Non aveva più la divisa da cameriere ma indossava una camicia bianca sbottonata che faceva risplendere un possente torace ed il bruno della sua pelle glabra e lucida.
Aveva pantaloni di un cotone leggero che metteva in risalto le sue muscolose forme e soprattutto aveva uno spropositato rigonfio sotto la cerniera.
Come se fossi stata in chiesa davanti alla statua di un santo,sono caduta in ginocchio e con le mani congiunte come in preghiera,mi sono avvicinata all'oggetto del mio desiderio sin dalla prima occhiata e gli ho fatto scorrere in basso la cerniera.
Anche lui era senza mutande e quando anche il bottone in alto si era slacciato lasciando scivolare in basso i pantaloni,davanti ai mie occhi,come una catapulta,era esploso il suo immenso totem nero.
Un profumo di maschio forte e intenso aveva accompagnato quella apparizione al punto che,per qualche istante la mia mente era come obnubilata mentre i miei occhi fissavano come ipnotizzati quella meraviglia della natura.
La verga si ergeva rigogliosa e possente in un invitante gesto di sfida.
Le vene gonfie e sporgenti parevano scolpite sulla mazza rivestita da una pelle morbida e vellutata.
I testicoli erano grossi,gonfi e lisci come pesche noci.
La cappella sovrastava come un capitello la sua colonna e si mostrava,privo del prepuzio circonciso,in tutto il suo turgore.
Il foro uretrale appariva dischiuso e rosso come due piccole labbra mentre il frenulo era trasparente e teso come la corda di un arco.
Uno spettacolo come non ne avevo mai visti.
Stringendolo tra le mani lo sentivo vibrare animato da una propria vitalità che lo scuoteva con piccole,incontrollabili contrazioni,secche e regolari.
Avevo cominciato a leccarlo partendo dai testicoli risalendo pian piano verso la cappella.
Sotto la mia lingua sentivo scorrere le vene gonfie e morbide mentre sotto le dita percepivo il turgore del possente nerbo vibrante e teso.
I miei movimenti erano accompagnati dalle sue mani che mi accarezzavano i capelli.
Nel momento del mio primo contatto con le corde del suo filetto,il suo corpo è scattato come attraversato da una scossa elettrica ed anche le sue mani erano scattate come molle sulle mie tempie.
Dal buchino sulla cappella già facevano capolino le prime gocce che avevo raccolto con la lingua e gustato come fossero un regalo esclusivo per me.
Mentre ero impegnata in un trattamento che avrei preferito non finisse mai,mi sono sentita prendere sotto le ascelle ed una volta in piedi davanti a lui,le sue labbra si sono congiunte alle mie e la sua lingua riempiendomi la bocca aveva cominciato a danzare insieme alla mia in modo umido e lussurioso.
Con una mano mi stringeva a se mentre con l'altra cercava di slacciarmi la camicia in cerca del mio seno.
Dopo quel lunghissimo e voluttuoso bacio mi aveva presa per i fianchi e sollevandomi mi aveva appoggiata su un tavolo di legno poi,mentre mi succhiava i capezzoli duri come nocciole,mi aveva infilato una mano tra le cosce:
"Avevo capito subito signora che eri una troia.
Mi piacciono quelle come te...di poche parole e già pronte."
Mi aveva detto scoprendo il mio sesso depilato e senza mutande:
"Non parlare....fammi godere.....voglio essere la tua troia...adesso!
Però sta attento perché sono incinta"
Gli avevo risposto ansimando.
A quella rivelazione i suoi occhi si sono illuminati di una luce vivida e perversa mentre le sue labbra accennavano una smorfia di approvazione.
Dopo avermi ben eccitata succhiandomi i capezzoli ed accarezzandomi in modo divino l'interno delle cosce sfiorando appena la mia fica già bagnata,mi aveva spinta con la schiena sul tavolo e sollevandomi il bacino con le mani,si era portato il mio sesso all'altezza della sua bocca.
Non potete neanche immaginare cosa è stato capace di fare con quella lingua e quella bocca che mi tormentavano le grandi labbra e la clitoride e si intrufolava oltre le piccole labbra come fosse una biscia umida e sinuosa.
Mentre godevo avevo voglia di gridare tutto il mio piacere ma lui,prudentemente mi aveva messo una mano sulla bocca.
Nel momento dell'orgasmo credo di averlo anche morso.
Dopo avermi fatto toccare per la seconda volta il paradiso del piacere,mi aveva preso per la vita e mentre io gli tenevo le braccia attaccate al collo,mi ha fatto scendere infilandomi sino a che il contatto delle sua cappella con l'utero non mi ha strappato un lamento di dolore.
Le penetrazione è stata lenta ed incredibilmente facile grazie al fatto che la verga si ergeva ritta e durissima e che la mia fica fosse bagnata e colasse umori come una sorgente.
Rimanendo sempre in piedi e tenendomi stretta al suo corpo aveva cominciato a muoversi dentro di me facendo attenzione a non colpirmi la cervice uterina con troppa violenza ma accarezzandola quasi ed aumentando in modo pazzesco il mio piacere.
Io ansimavo,sentivo il cuore scoppiarmi nel petto e ad ogni orgasmo tremavo tra le sue braccia ed anche quando mi chiavava facendomi dondolare tra le sue braccia e colpendomi l'utero con più violenza,non avevo più dolore ma solo un piacere devastante ed infinito:
"Così mi fai morire....siiii...siiii...amore...amore...meriti un premio...nel culo...nel culo...mettimelo nel culoooooo"
Alle mie implorazioni con la stessa facilità con la quale mi era scivolato nella fica,mi aveva profanato il di dietro.
Stavolta però la penetrazione è stata più dolorosa ma quando mi sono dilatata e rilassata nel modo giusto,il mio piacere è stato immenso nel sentire la verga tutta conficcata nel mio retto mentre lo schiocco dei testicoli sulle mie natiche mi dava un senso anche sonoro della profondità dei suoi affondi.
"Mi stai facendo morire.....rimettilo nella fica e sborraci dentro....dai....sborrami nella fica....godi anche tu e riempimi....riempimi di sborra...."
Gli avevo gridato al culmine di un piacere non più sopportabile.
Quando aveva cominciato a sborrare,aveva serrato le labbra per smorzare i suoi grugniti e nello stesso tempo,mi sono sentita avvampare il corpo da un calore immenso mentre sulla cervice percepivo perfettamente la potenza dei suoi fiotti di sperma.
Quando si è sfilato da me ero in piedi con le cosce divaricate e dalla mia fica rivoli bianchi e viscidi mi scivolavano tra le cosce e sulle gambe.
Fortunatamente avevo con me dei Tampax coi quali mi sono tamponata senza lavarmi e poi con il tanga che avevo nella borsa mi ero ripulita alla meglio tra le cosce.
Quella era stata la prima volta che avrei voluto incontrare ancora un mio amante sconosciuto ma,fedele agli impegni che avevo con mio marito,a malincuore ho dovuto rinunciare.
La sera poi a casa avevo lasciato le mutande sborrate sul comodino di vostro padre:
"Amore questo è il mio regalo per te per il matrimonio di nostra figlia!"
Lui mi aveva abbracciata e stringendomi a se mi aveva risposto:
"Sei una vera troia"
Il resto di quella serata lo conoscete già.-
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