La vedova consolabile
di
Quinto Stampi
genere
etero
Un petto così, lo potevo solo sognare. Avevo circa 32 anni, e mi chiamò una ragazza con cui avevamo filato alcuni mesi, mi aveva anche presentato la famiglia, la mamma, una bella donna, ma un po sfiorita, usurata da un marito violento e ubriacone, un fratello già via di casa e una sorella non molto sveglia. La ragazza mi disse che il padre era morto ( e ci credo), e che la mamma era incasinata con l’eredità, la casa, la pensione ecc, mentre loro figli non sapevano neppure da dove cominciare.
Mi recai dalla mamma che era piangente e triste, molto dimessa, tanto che nemmeno notai il bel seno, mi feci spiegare al situazione incasinata, e grazie ad amici ed al lavoro che facevo, venni a capo della situazione, gli feci avere la pensione che le spettava, sistemai i casini fatti dal padre.
Mano a mano che gli portavo belle notizie, la vedevo rifiorire. Ricominciava a truccarsi, a vestirsi un po attillato, a mettere un po in risalto le belle cose eccitanti che aveva.
Mi chiese cosa mi doveva, ma io non l’avevo aiutata per soldi e nemmeno con secondi fini, rifiutai ogni compenso, quasi offeso.
Gli dissi che ero felice che si fosse ripresa e che fosse tornata ad essere quella bella donna che era sempre stata.
La cosa la rese felice si alzò per baciarmi castamente su un guancia, ma sentii il suo seno che mi premeva, e confesso che mi si rizzò, ma non diedi a vedere.
Quella sera finì li, alcuni giorni dopo mi telefonò in ufficio per invitarmi a una cena, si sentiva in debito, diceva e voleva sdebitarsi.
Le dissi che volevo io invitarla fuori, ma lei mi disse che non gli piaceva andare per locali, e che avrebbe organizzato una cenetta per noi due, senza dire niente alle figlie.
E poi mi disse, chiamami Elena, smettila di chiamarmi signora Elena, potrei essere tua madre, ma sono una donna che ti apprezza.
Non potevo non accettare, il “pacco” sotto la scrivania era diventato enorme, a scandalo delle colleghe delle scrivanie affianco.
Così la sera fissata mi munisco di fiori, e vado da Elena, che mi accoglie sulla porta vestita in modo molto eccitante, e mi da un bacio veloce sulle labbra senza trascurare di farmi sentire le tette.
Mi fermo a guardarla, è radicalmente diversa dalla vedova dimessa che avevo conosciuto, abito al ginocchio, ed aveva belle cosce, scollatura profonda su un seno taglia 6 diciamo, tacco, calze velate.
Vede l’ammirazione nei miei occhi e compiaciuta mi chiede se gli piaccio.
Mi trema un po la voce nel rispondere che mi sento perso con una donna cosi sexy.
Non pensi che ho 20 anni più di te? No, ora siamo solo io e te, e mi sento perso, e devo confessarti, ti desidero come mai ho desiderato altre donne.
Sorride e mi dice di andare piano. Però mi dice, sai, ti sono grato di quello che ha fatto per me, ma mi intrighi per il modo che hai di guardarmi, e mi fai sentire femmina.
Un po di esitazione, poi un lunghissimo bacio, non potevo fare a meno di toccare il seno che mi premeva, durissimo eppure morbido.
Quando si staccò, la riafferrai per stringerla a me. Lei mi calmò, in fondo ero molto più giovane ed irruente e lei voleva godersela, mi disse che col marito aveva smesso di avere rapporti almeno 5 anni prima. Sapeva che un giovane può venire rapidamente e poi stancarsi.
Mi lasciai guidare la Lei, che ammirò molto il mio cazzo, non tanto per le dimensioni gli piaceva il modo in cui rimaneva sempre teso, la pelle, e a un certo punto lo prese in bocca.
Io mi stavo perdendo a ciucciare le sue tettone, le riportò le cose nel binario giusto sentivo il cazzo che mi diventava come marmo.
Era tempo di andare sul letto. Mi misi nudo, e anche lei, anche se si tenne una sottoveste nera, da cui uscivano le tette. Mi arrapava anche la sottoveste, ero frenetico, volevo scoparla.
Per fortuna avevo imparato a rallentare e a tenermi, altrimenti avrei sborrato appena entrato in quella figona, calda, umida, con quelle tette che mi avvolgevano.
Pensai bene di farla salire a cavallo del cazzo, cosi si sarebbe regolata lei, io mi sarei scatenato altrimenti.
E lei non mi deluse comincio un movimento sapiente, mentre mi teneva i capezzoli in bocca.
Quando mi accorsi che aveva avuto un primo orgasmo, e si vedeva perché aveva urlato, venni anche io, non ce la facevo più a tenermi.
Ma avevo 32 anni, ero forte, lei era vicino a me , mi eccitava e ci misi poco a ripartire, anche perchè lei dopo avermi fatto lavare in bagno, cominciò a succhiarlo con sapienza.
Stavolta me la godevo anche io, lei un po mi sfotteva, chiedendomi se la figlia me li facesse, io godevo ogni tanto mi baciava, poi riprendeva con calma.
Era ora di scopare ancora, ma lei era scatenata ormai, voleva recuperare gli anni persi, e si sdraiò a faccia in giù sul letto mostrando un culo tondo liscio rotondo. Capii, e lei guidò il cazzo sul buco stretto, un po di fatica, ma ero dentro le afferrai le tette la baciavo sul collo, mentre era lei a muovere i fianchi. Siamo stati parecchio, il buco è più freddo della fica, resistevo bene poi avevo già sborrato prima.
Finalmente si gira, me lo prende ancora in bocca, si sdraia sulla schiena e vedo che lo vuole forte, a quella età è un invito che si raccoglie subito e cominciai a dare colpi forti e costanti.
La sentii urlare dopo alcuni minuti, mi rilassai e venni copioso anche io.
Ora eravamo nudi affianco un po stremati, ma a vedere quelle tettone, non resistevo alla voglia di toccarle ed affondare la faccia.
Certo era la più bella scopata della mia vita. Ma non era finita. Lei aveva preparato una cenetta deliziosa, e voleva proprio farmela gustare.
Cosi ci sedemmo a tavola, felici, lei di potermi anche offrire la cena fatta con le sue mani, io di starle vicino.
Passammo alcune ore così, all’epoca non c’erano telefonini a disturbare, ebbe una telefonata dalle figlie se la sbrigò in due parole, poi mi invitò a rimanere con lei la notte.
Fu una notte meravigliosa, non contai più quante volte abbiamo fatto l’amore, ed il giorno dopo proprio non ce la feci ad andare al lavoro. Non per la stanchezza, ma tornare al grigio dell’ufficio dopo emozioni cosi forti sarebbe stato impossibile.
Con Lei mi rividi molte altre volte, invecchiava, ma mi proteggeva un po, mi consigliavo per i rapporti con le ragazze, era , diciamo materna, poi trovò un “fidanzato” , ma appena poteva e vedeva che ero disponibile, anche se ero ormai sposato, ci vedevamo frementi.
Una specie di incesto? Non so. Una donna ed un uomo, che importa la differenza di età.
Mi recai dalla mamma che era piangente e triste, molto dimessa, tanto che nemmeno notai il bel seno, mi feci spiegare al situazione incasinata, e grazie ad amici ed al lavoro che facevo, venni a capo della situazione, gli feci avere la pensione che le spettava, sistemai i casini fatti dal padre.
Mano a mano che gli portavo belle notizie, la vedevo rifiorire. Ricominciava a truccarsi, a vestirsi un po attillato, a mettere un po in risalto le belle cose eccitanti che aveva.
Mi chiese cosa mi doveva, ma io non l’avevo aiutata per soldi e nemmeno con secondi fini, rifiutai ogni compenso, quasi offeso.
Gli dissi che ero felice che si fosse ripresa e che fosse tornata ad essere quella bella donna che era sempre stata.
La cosa la rese felice si alzò per baciarmi castamente su un guancia, ma sentii il suo seno che mi premeva, e confesso che mi si rizzò, ma non diedi a vedere.
Quella sera finì li, alcuni giorni dopo mi telefonò in ufficio per invitarmi a una cena, si sentiva in debito, diceva e voleva sdebitarsi.
Le dissi che volevo io invitarla fuori, ma lei mi disse che non gli piaceva andare per locali, e che avrebbe organizzato una cenetta per noi due, senza dire niente alle figlie.
E poi mi disse, chiamami Elena, smettila di chiamarmi signora Elena, potrei essere tua madre, ma sono una donna che ti apprezza.
Non potevo non accettare, il “pacco” sotto la scrivania era diventato enorme, a scandalo delle colleghe delle scrivanie affianco.
Così la sera fissata mi munisco di fiori, e vado da Elena, che mi accoglie sulla porta vestita in modo molto eccitante, e mi da un bacio veloce sulle labbra senza trascurare di farmi sentire le tette.
Mi fermo a guardarla, è radicalmente diversa dalla vedova dimessa che avevo conosciuto, abito al ginocchio, ed aveva belle cosce, scollatura profonda su un seno taglia 6 diciamo, tacco, calze velate.
Vede l’ammirazione nei miei occhi e compiaciuta mi chiede se gli piaccio.
Mi trema un po la voce nel rispondere che mi sento perso con una donna cosi sexy.
Non pensi che ho 20 anni più di te? No, ora siamo solo io e te, e mi sento perso, e devo confessarti, ti desidero come mai ho desiderato altre donne.
Sorride e mi dice di andare piano. Però mi dice, sai, ti sono grato di quello che ha fatto per me, ma mi intrighi per il modo che hai di guardarmi, e mi fai sentire femmina.
Un po di esitazione, poi un lunghissimo bacio, non potevo fare a meno di toccare il seno che mi premeva, durissimo eppure morbido.
Quando si staccò, la riafferrai per stringerla a me. Lei mi calmò, in fondo ero molto più giovane ed irruente e lei voleva godersela, mi disse che col marito aveva smesso di avere rapporti almeno 5 anni prima. Sapeva che un giovane può venire rapidamente e poi stancarsi.
Mi lasciai guidare la Lei, che ammirò molto il mio cazzo, non tanto per le dimensioni gli piaceva il modo in cui rimaneva sempre teso, la pelle, e a un certo punto lo prese in bocca.
Io mi stavo perdendo a ciucciare le sue tettone, le riportò le cose nel binario giusto sentivo il cazzo che mi diventava come marmo.
Era tempo di andare sul letto. Mi misi nudo, e anche lei, anche se si tenne una sottoveste nera, da cui uscivano le tette. Mi arrapava anche la sottoveste, ero frenetico, volevo scoparla.
Per fortuna avevo imparato a rallentare e a tenermi, altrimenti avrei sborrato appena entrato in quella figona, calda, umida, con quelle tette che mi avvolgevano.
Pensai bene di farla salire a cavallo del cazzo, cosi si sarebbe regolata lei, io mi sarei scatenato altrimenti.
E lei non mi deluse comincio un movimento sapiente, mentre mi teneva i capezzoli in bocca.
Quando mi accorsi che aveva avuto un primo orgasmo, e si vedeva perché aveva urlato, venni anche io, non ce la facevo più a tenermi.
Ma avevo 32 anni, ero forte, lei era vicino a me , mi eccitava e ci misi poco a ripartire, anche perchè lei dopo avermi fatto lavare in bagno, cominciò a succhiarlo con sapienza.
Stavolta me la godevo anche io, lei un po mi sfotteva, chiedendomi se la figlia me li facesse, io godevo ogni tanto mi baciava, poi riprendeva con calma.
Era ora di scopare ancora, ma lei era scatenata ormai, voleva recuperare gli anni persi, e si sdraiò a faccia in giù sul letto mostrando un culo tondo liscio rotondo. Capii, e lei guidò il cazzo sul buco stretto, un po di fatica, ma ero dentro le afferrai le tette la baciavo sul collo, mentre era lei a muovere i fianchi. Siamo stati parecchio, il buco è più freddo della fica, resistevo bene poi avevo già sborrato prima.
Finalmente si gira, me lo prende ancora in bocca, si sdraia sulla schiena e vedo che lo vuole forte, a quella età è un invito che si raccoglie subito e cominciai a dare colpi forti e costanti.
La sentii urlare dopo alcuni minuti, mi rilassai e venni copioso anche io.
Ora eravamo nudi affianco un po stremati, ma a vedere quelle tettone, non resistevo alla voglia di toccarle ed affondare la faccia.
Certo era la più bella scopata della mia vita. Ma non era finita. Lei aveva preparato una cenetta deliziosa, e voleva proprio farmela gustare.
Cosi ci sedemmo a tavola, felici, lei di potermi anche offrire la cena fatta con le sue mani, io di starle vicino.
Passammo alcune ore così, all’epoca non c’erano telefonini a disturbare, ebbe una telefonata dalle figlie se la sbrigò in due parole, poi mi invitò a rimanere con lei la notte.
Fu una notte meravigliosa, non contai più quante volte abbiamo fatto l’amore, ed il giorno dopo proprio non ce la feci ad andare al lavoro. Non per la stanchezza, ma tornare al grigio dell’ufficio dopo emozioni cosi forti sarebbe stato impossibile.
Con Lei mi rividi molte altre volte, invecchiava, ma mi proteggeva un po, mi consigliavo per i rapporti con le ragazze, era , diciamo materna, poi trovò un “fidanzato” , ma appena poteva e vedeva che ero disponibile, anche se ero ormai sposato, ci vedevamo frementi.
Una specie di incesto? Non so. Una donna ed un uomo, che importa la differenza di età.
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