La villetta a schiera 3

di
genere
incesti

Anna Giulia pensava spesso a quello che accadeva in casa giornalmente: aldilà della questione morale, a cui ormai non prestava alcun interesse, sapeva di star tradendo ripetutamente il marito, a cui alla fine voleva bene. Ciò che la turbava era l'aggravante che l'amante era il loro stesso figlio Marco. Allo stesso tempo, però, non aveva alcuna intenzione di smettere: Anna non era mai stata così soddisfatta sessualmente in vita sua.
Per quanto volesse bene al marito, ormai i rapporti mensili tra di loro si contavano sulle dita di una mano. Inoltre a lui bastavano cinque minuti ed un paio di spinte per venire, ed alla fine Giulia si ritrovava a doversi soddisfare da sola. Con Marco era diverso. Marco la faceva sentire desiderata.

"Sarà la forza dei vent'anni", si diceva, ma Anna Giulia era incredula riguardo alla resistenza ed ai tempi di reazione di Marco. Ormai appena rientrava dall'università nel pomeriggio, Marco cercava la madre in casa, si spogliava davanti a lei e già eretto la baciava e la toccava. Le loro scopate erano energiche, lunghe e comprendevano vari cambi di posizione e pratiche. Ma soprattutto, non finiva tutto al primo schizzo. Dopo i canonici dieci minuti per riprendersi dal periodo refrattario, Marco era di nuovo pronto ed eretto per Giulia. Spesso la conclusione si svolgeva sotto la doccia, dove si coccolavano ulteriormente e si ripulivano. Tutto questo ogni giorno della settimana in cui il marito era in ufficio. O almeno, inizialmente.

Con il tempo Marco divenne più spavaldo. Anche con il padre in casa, per esempio durante i fine settimana, non perdeva occasione per stuzzicare Anna. All'inizio allungava le mani quando lui e la madre erano nella stessa stanza senza che il padre potesse vederli: strette al seno, leggeri schiaffi sul culo, oppure si infilava nelle mutandine di Giulia e le accarezzava il sesso. Poco a poco alzava il limite: ora le infilava la lingua in bocca e la baciava, si appoggiava a lei e le faceva sentire l'erezione e le sussurrava porcate all'orecchio. Anna Giulia non aveva alcuna intenzione di farsi scoprire, e per questo lo rimproverava sempre più spesso, ma allo stesso tempo non sapeva resistere.

Marco continuava ad alzare l'asticella. Adesso, specialmente la sera, si spogliava e con una scusa faceva venire nella propria camera Anna, con lo scopo di farsi praticare un pompino. Mentre il marito era di sotto a guardare la televisione, Giulia baciava il glande di Marco, scorreva l'asta con la lingua e succhiava i testicoli. Con una mano gli prendeva il cazzo, lo accarezzava e lo masturbava, per poi riprenderlo in bocca e continuare a succhiarlo fino a farlo eiaculare, con il rumore bagnato che riecheggiava per tutta la stanza. Stavano rischiando troppo.

Il punto di non ritorno lo raggiunsero una domenica verso l'ora di pranzo, mentre Giulia stava cucinando. Marco entrò in cucina, chiuse la porta dietro di sé, si avvicinò alla madre, le abbassò improvvisamente pantaloni e mutandine e le infilò la lingua tra le natiche.

-"Fermo! Se entra tuo padre siamo finiti!"

-"Adesso ti faccio godere."

Baciava e leccava vagina ed ano con foga, masturbandole il clitoride con le dita e bevendo i succhi che colavano dal suo sesso, mentre Anna Giulia era impietrita, appoggiata sul bancone della cucina.

-"Ah! Così è troppo, è troppo rischioso!"
-"Non preoccuparti, ci mettiamo poco."

La fa piegare completamente sul bancone, si abbassa i pantaloni e, già eretto, la penetra. Inizia così a scoparla con foga, scivolandole dentro fino alle palle. L'adrenalina del rischio amplifica il piacere di Anna, che geme e gode. Raggiunge l'orgasmo velocemente, seguita nel giro di un minuto da Marco, che le scarica dentro tutto quello che ha nei testicoli. Si sistemano in fretta, per quello che possono.

-"Non farlo mai più! Te lo vieto! Se fosse entrato tuo padre sarebbe finita malissimo!"
-"Non mi interessa, io voglio solo te."
scritto il
2023-02-04
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