Andrea
di
Meri
genere
etero
Andrea non l’ho mai conosciuto. Non ricordo ci sia stato un giorno preciso in cui mi abbiano detto: Sissy, questo è Andrea, Andrea, questa è Sissy. Ricordo però perfettamente il giorno in cui l’ho visto per la prima volta al mio paese. Avrò avuto 20 anni… no, dai forse ne avevo 25. Ero comunque fidanzata con mio marito e c’era questa splendida ragazza che aveva portato il suo fidanzato a far conoscere la sua famiglia. Lei era all’epoca molto bella, ma lui era sette volte più bello. Dio mio, come era bello! Ricordo ancora di averlo intravisto nella folla e di aver pensato che fosse meraviglioso.
Si sono sposati dopo qualche anno. Lui praticava sport come me e spesso ci eravamo trovati ma io ho sempre avuto una sorta di timore reverenziale nei suoi confronti. Lo evitavo come la peste, risultando alla fine impacciata o davvero insopportabile. Si, alla fine avrò dato questa impressione un po’ a tanta gente.
Sono passati vent’anni da quando ho visto Andrea per la prima volta e nonostante sia invecchiato un po’, mi fa ancora quell’effetto strano, tipo che me lo vorrei portare a letto. La cosa più interessante è che per svariate circostanze, siamo diventati amici e in qualche modo noto che qualche briciola di interesse per me esiste e i social sono una cartina al tornasole molto esplicita a volte.
Andrea, mio caro, io però non me ne faccio niente degli sguardi mentre brindiamo con una birra in mano, dei cuoricini alle mie storie e delle risposte nella chat di gruppo…io ho proprio voglia di baciarti e spogliarti. Voglio toccare la tua pelle olivastra e sentire il tuo odore. Ammirare il tuo corpo statuario e leccarlo tutto, dalla testa ai piedi.
E forse ieri sera Andrea l’ha capito un po’ cosa volevo, perché dopo una strategica cena con amici comuni, una volta arrivati al parcheggio, mi ha accompagnato fino alla mia macchina a piedi, chiacchierando di inutili cose sportive per perdere tempo.
“Ecco la mia macchina” ed ho cercato le chiavi nella mia grandissima borsa disordinata. Speravo di non trovarle e invece sì sono attaccate alle mie mani subito, maledette! Ma Andrea mi si era accostato davvero troppo, forse mi stava per baciare. Si, mi ha baciata. Non serviva perdere tempo, Andrea ci era arrivato da solo, volevamo la stessa cosa. Ma che bellezza!
L’ho baciato tenendo la sua faccia tra le mie mani e mi sono presa tutta la sua passione. Ho respirato nella sua bocca e gli ho sussurrato che era bellissimo. Lui mi ha spinta nella mia macchina, sui sedili posteriori, mi ha tolto via la giacca e si è levato la sua e ha cercato subito il mio seno con le mani. Odio la macchina, mi fa sentire chiusa in una scatoletta e io vorrei invece sperimentare di tutto.
Andrea si è quasi spogliato, io mi sono seduta a cavalcioni su di lui, indossavo una gonna morbida e i texani ai piedi, forse me l’ero prefigurata questa notte pazza! Andrea mi ha infilato una mano negli slip, ero bagnata, zuppa direi. Avevo una voglia matta di cavalcarlo e sentire il suo cazzo. Così l’ho preso tra le mie mani. Aveva un cazzo grosso, duro come una pietra, lungo ma non troppo, una giusta misura per la mia fica. L’ho accarezzato un po’, poggiandolo di tanto in tanto sulla mia fica, facendolo strusciare… sentivo che a lui piaceva quanto piaceva a me. Mi faceva impazzire questa cosa. Continuavamo a baciarci con passione. Mi diceva qualche parola sconcia, ma tutto nella norma di un sesso consumato senza preavviso. Ad un certo punto mi ha preso il culo con le mani e mi ha letteralmente seduta sul suo cazzo e mi ha detto: cavalcami! Avevo la camicia sbottonata e il seno scoperto che ballava e accarezzava il suo petto, ho iniziato a cavalcare come un’amazzone, aiutata dalle sue mani che mi stringevano il culo e mi sollevavano a ritmo. La mia fica era finalmente sua. Il suo cazzo finalmente mio. Il mio orgasmo non ha esitato ad arrivare, il clitoride era solleticato dalla sua pelle, ho avuto un doppio orgasmo vaginale e clitorideo. Ho urlato e ansimato mentre mi tenevo le tette con le mani. Avevo voglia di vederlo sborrare ora e nonostante la macchina fosse lo spazio meno adatto, mi sono sollevata e inginocchiata sul sedile, mostrando il mio culo dal finestrino. Era eccitante anche questo. Ho preso il suo cazzo in bocca… gli mancava poco, era duro, lo sentivo gonfiarsi sempre di più ad ogni mio risucchio, ad ogni mia leccata, ad ogni mio affondo con la gola. Ho sperato mi avvisasse quando veniva per aumentare la mia pressione e diminuirla anche.. e l’ha fatto. Mi ha detto: “sto venendo, cazzo sto venendo! Cazzo che orgasmo, sto venendo!”. Mi ha eccitato così tanto sentirglielo dire, che ho aumentato la mia foga e il suo schizzo è arrivato direttamente nella mia gola. Poi ho mollato un po’ e tenuto le mie labbra strette attorno al suo cazzo lasciando poi scendere tutto il suo seme lungo il membro.
Mi ha accarezzato a lungo i capelli e quando ci siamo ricomposti ci siamo baciati con passione e abbiamo riso della nostra passionalità... Ora possiamo prenderci una birra, Andrea, una birra birra seria!
Si sono sposati dopo qualche anno. Lui praticava sport come me e spesso ci eravamo trovati ma io ho sempre avuto una sorta di timore reverenziale nei suoi confronti. Lo evitavo come la peste, risultando alla fine impacciata o davvero insopportabile. Si, alla fine avrò dato questa impressione un po’ a tanta gente.
Sono passati vent’anni da quando ho visto Andrea per la prima volta e nonostante sia invecchiato un po’, mi fa ancora quell’effetto strano, tipo che me lo vorrei portare a letto. La cosa più interessante è che per svariate circostanze, siamo diventati amici e in qualche modo noto che qualche briciola di interesse per me esiste e i social sono una cartina al tornasole molto esplicita a volte.
Andrea, mio caro, io però non me ne faccio niente degli sguardi mentre brindiamo con una birra in mano, dei cuoricini alle mie storie e delle risposte nella chat di gruppo…io ho proprio voglia di baciarti e spogliarti. Voglio toccare la tua pelle olivastra e sentire il tuo odore. Ammirare il tuo corpo statuario e leccarlo tutto, dalla testa ai piedi.
E forse ieri sera Andrea l’ha capito un po’ cosa volevo, perché dopo una strategica cena con amici comuni, una volta arrivati al parcheggio, mi ha accompagnato fino alla mia macchina a piedi, chiacchierando di inutili cose sportive per perdere tempo.
“Ecco la mia macchina” ed ho cercato le chiavi nella mia grandissima borsa disordinata. Speravo di non trovarle e invece sì sono attaccate alle mie mani subito, maledette! Ma Andrea mi si era accostato davvero troppo, forse mi stava per baciare. Si, mi ha baciata. Non serviva perdere tempo, Andrea ci era arrivato da solo, volevamo la stessa cosa. Ma che bellezza!
L’ho baciato tenendo la sua faccia tra le mie mani e mi sono presa tutta la sua passione. Ho respirato nella sua bocca e gli ho sussurrato che era bellissimo. Lui mi ha spinta nella mia macchina, sui sedili posteriori, mi ha tolto via la giacca e si è levato la sua e ha cercato subito il mio seno con le mani. Odio la macchina, mi fa sentire chiusa in una scatoletta e io vorrei invece sperimentare di tutto.
Andrea si è quasi spogliato, io mi sono seduta a cavalcioni su di lui, indossavo una gonna morbida e i texani ai piedi, forse me l’ero prefigurata questa notte pazza! Andrea mi ha infilato una mano negli slip, ero bagnata, zuppa direi. Avevo una voglia matta di cavalcarlo e sentire il suo cazzo. Così l’ho preso tra le mie mani. Aveva un cazzo grosso, duro come una pietra, lungo ma non troppo, una giusta misura per la mia fica. L’ho accarezzato un po’, poggiandolo di tanto in tanto sulla mia fica, facendolo strusciare… sentivo che a lui piaceva quanto piaceva a me. Mi faceva impazzire questa cosa. Continuavamo a baciarci con passione. Mi diceva qualche parola sconcia, ma tutto nella norma di un sesso consumato senza preavviso. Ad un certo punto mi ha preso il culo con le mani e mi ha letteralmente seduta sul suo cazzo e mi ha detto: cavalcami! Avevo la camicia sbottonata e il seno scoperto che ballava e accarezzava il suo petto, ho iniziato a cavalcare come un’amazzone, aiutata dalle sue mani che mi stringevano il culo e mi sollevavano a ritmo. La mia fica era finalmente sua. Il suo cazzo finalmente mio. Il mio orgasmo non ha esitato ad arrivare, il clitoride era solleticato dalla sua pelle, ho avuto un doppio orgasmo vaginale e clitorideo. Ho urlato e ansimato mentre mi tenevo le tette con le mani. Avevo voglia di vederlo sborrare ora e nonostante la macchina fosse lo spazio meno adatto, mi sono sollevata e inginocchiata sul sedile, mostrando il mio culo dal finestrino. Era eccitante anche questo. Ho preso il suo cazzo in bocca… gli mancava poco, era duro, lo sentivo gonfiarsi sempre di più ad ogni mio risucchio, ad ogni mia leccata, ad ogni mio affondo con la gola. Ho sperato mi avvisasse quando veniva per aumentare la mia pressione e diminuirla anche.. e l’ha fatto. Mi ha detto: “sto venendo, cazzo sto venendo! Cazzo che orgasmo, sto venendo!”. Mi ha eccitato così tanto sentirglielo dire, che ho aumentato la mia foga e il suo schizzo è arrivato direttamente nella mia gola. Poi ho mollato un po’ e tenuto le mie labbra strette attorno al suo cazzo lasciando poi scendere tutto il suo seme lungo il membro.
Mi ha accarezzato a lungo i capelli e quando ci siamo ricomposti ci siamo baciati con passione e abbiamo riso della nostra passionalità... Ora possiamo prenderci una birra, Andrea, una birra birra seria!
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