Solitudine

di
genere
sentimentali

Lei si chiama Giovanna, lavora qui al nord da tre anni, ma proviene dalla Puglia. È mediterranea nel senso più sensuale del termine,ha i capelli neri,lisci,di media altezza, due bellissimi occhi scuri,penetranti,un seno pieno,sodo, le gambe snelle con le coscie tornite e un bellissimo culo. L'ho conosciuta un paio di anni fa, all'interno di un gruppo religioso, tra l'altro pieno di giovani coppie,con fighe notevoli,ma Giovanna mi ha colpito da subito. Molto gentile,educata,se ne stava spesso in disparte,preferendo ascoltare piuttosto che parlare. Già la prima sera che ci siamo presentati,i suoi occhi mi hanno sciolto l'anima, e per una settimana non ho fatto altro che pensare a lei. Dopo alcuni incontri, assieme agli altri,circa una decina, abbiano iniziato ad andare a bere qualcosa,o a mangiare delle piadine in un locale aperto da poco,e ho notato che lei cercava sempre di sedersi o al mio fianco o di fronte. Rideva alle mie battute e non ci ho messo molto a capire che con me si trovava bene. Siccome io abitavo vicino al contrario di lei,succedeva spesso che venivo a piedi, così lei aveva preso l'abitudine di portarmi a casa. Ha iniziato a parlare di lei,del suo lavoro,della fatica a vivere da sola,della solitudine. Mi diceva spesso che con me si sentiva bene,che gli veniva voglia di ridere,di uscire,anche se il suo lavoro gli concedeva pochissimo tempo. Uscimmo un paio di volte da soli, sempre molto timido e timorosi di fare qualcosa che forse avrebbe potuto rovinare l'amicizia. Ci scrivevamo qualche volta su wathsapp, ma non ci telefonavamo mai. Io ero cotto di lei ma tutto dava da pensare che più di amici non saremmo stati. Quella sera fu tutto strano, già dall'inizio, quando si presentò con una minigonna forse un poco esagerata per il posto in cui ci trovavamo. Iniziarono da subito da parte del sacerdote le occhiate,le battute fino a quando stanco di tutto ciò, mi sedetti al suo fianco prestandole la giacca per coprirsi. A fine serata mi accompagnò con la macchina. Era demoralizzata e dispiaciuta,si sentiva in colpa. Io le dissi che non aveva fatto niente di male tranne che mettersi una minigonna. < Sei una bella donna,non vedo peccato.> Lei mi mise una mano sul braccio < Grazie Nicola,sei una cara persona>. Avrei voluto stringerla a me,baciarla,ma non ci riuscii. Uscii dalla macchina con una voglia tremenda di lei,e decisi che non l'avrei più rivista.Se dovevo essergli solo amico era meglio rinunciarvi fin da quella sera. Il messaggio che mi giunse poco dopo iniziava così" Carissimo Nicola..." Buttai il cellulare sul divano e andai a farmi una doccia. Quando più tardi decisi di continuare la lettura,il cuore mi scoppiava in gola." ,non so che mi è preso ma non vorrei usare le parole sbagliate . Non sono più una ragazzina e ti ringrazio di essere uscito dalla macchina perché avevo una tremenda voglia di baciarti. Perdonami se ti dico che preferisco non vederti più piuttosto di avere un tuo rifiuto. Sei stato un raggio di sole nella mia vita grigia.Ti auguro tutto il bene di questo mondo. Rilessi il messaggio non so quante volte,poi le scrissi che avevo pensato la stessa cosa,e che sentivo di volerle bene. Poi spensi il cellulare. Ci vedemmo dopo tre sere, prima non poteva per i turni di lavoro,e appena salii in macchina ci baciammo appassionatamente. La sua bocca aveva il sapore più buono che ci sia,e per tutta la cena in pizzeria ci siamo tenuti per mano e baciato. All'uscita,nel posteggio deserto l'ho baciata e con le mani le ho sfiorato i seni. Erano gonfi,pieni,e il suo fremito era la risposta che speravo. In macchina nell'oscurità del piazzale, le ho baciato il collo,i lobi delle orecchie mentre le aprivo la camicetta. Lei teneva gli occhi chiusi e la testa reclinata indietro. Con la lingua sono sceso a leccarle le tette ,ma lei aveva ancora il reggiseno. Con la mano se lo è abbassato mettendo a nudo i capezzoli. Con la lingua li ho stuzzicati mentre mi accarezzava dolcemente i capelli. Stavo esplodendo e con una mano mi sono aperto i pantaloni e ho liberato il pisello,continuando a baciarla. Poi le ho preso la sua mano e l'ho posata delicatamente sopra. < Come ce l'hai duro,e com'è grosso Nicola> mi disse quasi impaurita. Si è avvicinata con la testa per osservarlo meglio,mentre con la mano me lo ha scappellato. < È tutto bagnato > mi ha detto con un filo di voce. Poi ha mosso delicatamente la mano . < Grazie Nicola,non sai da quanto tempo non lo toccavo> e mentre continuava con la mano lo ha preso in bocca. Per poco non ho fatto un infarto. Aveva la gestualità goffa e timida di un'adolescente. < Giovanna,ma non è che sei alla prima esperienza?> gli chiesi sorpreso. < No ma ho avuto un solo ragazzo,tanti anni fa,poi sono sempre stata sola.> < Se non te la senti possiamo smettere gli proposi poco convinto. Mi rispose concitata< no,per favore no, continuiamo ti prego> Continuò a segarmi con la mano mentre la lingua pennellava la cappella. Quando l'ha ripreso in bocca non ho più resistito e gli ho detto che stavo per venire. L'ha tirato fuori e con la bocca aperta di stupore ha guardato il primo schizzo che gli è arrivato sulla schiena,il secondo sui capelli e il terzo nell'occhio destro. Ha urlato come gli avessero amputato una mano. Sorpresa dalla quantità di sborra si è allontanata mentre facevo altre due schizzate. Lei quando ho finito si è messa a ridere. Ho riso anch'io guardandola,con l'occhio chiuso dalla sborra e i capelli sporchi. Poi ha fatto quello che non mi sarei mai aspettato. Si è avvicinata al mio cazzo che seppur svuotato era ancora gonfio e con la lingua ha assaggiato la sborra che avevo sulla punta. < Ho sempre rifiutato perché mi faceva schifo,ma con te è diverso> A quelle parole,e con la bocca a un centimetro ,il cazzo mi si è indurito più di prima. < Mi piaci Giovanna,tutto qui.> Mi rimisi a posto i calzoni e accesi la macchina, a casa mia. Quando poco dopo fummo in camera da letto,la spogliai e la misi a gambe aperte. Gli aprii le grandi labbra e con la lingua leccai a spatola,in giù e in su le piccole. Su e giù,per un'eternità,alternando dei piccoli bacetti sulla clitoride. Giovanna stava godendo con dei forti orgasmi e pareva quasi se ne volesse vergognare., mi diceva dispiaciuta. Ho continuato con la lingua e due dita che ogni tanto le mettevo dentro fino a quando mi ha implorato di smettere perché stava morendo dal piacere. Solo allora ho preso in mano il mio arnese e appoggiato la punta ho spinto piano piano. Non avevo mai sentito una fica così stretta, avevo la sensazione di avere attorno al cazzo un guanto aderente. Ho continuato facendole provare diverse posizioni,e ogni volta insegnandole quasi tutto. Certamente non aveva avuto in passato una vita sessuale completa e fantasiosa. Questa volta volle che gli sborrassi sulle tette,cosa che feci con sommo piacere. Lo prese in bocca dopo per pulirlo,ingoiando stavolta un poco di sborra. Ci facemmo le coccole per tutta notte,venni altre tre volte prima del mattino, e gli leccai anche il buchetto dietro. Non mi chiese di metterglielo dentro,aveva paura perché ce lo avevo troppo grosso. Al mattino,mi sono svegliato tardi e ho trovato un foglio sul tavolo.< Caro Nicola, sono corsa al lavoro. Ti ringrazio perché mi hai regalato una notte da fiaba. Con te ho avuto voglia di fare quello che in tutta la mia vita mi sono sempre rifiutata di fare. Ora ho voglia solo di fare all'amore con te,di succhiarti,di accarezzarti, di leccarti. Se vuoi finisco il turno alle 18,ci possiamo vedere a casa mia se preferisci. Fammi sapere. Un grosso bacio sulla tua grossa banana. Ciao>
La lettura mi fece arrapare così tanto che mi segai sborrando sul foglio. Poi feci una cosa che mi venne in mente in quel momento. Gli mandai la foto sul cellulare del foglio sborrato,con il messaggio,< non aspetto altro>. Poi mi infilai nel letto sognando di lei.
scritto il
2023-03-02
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