Aurora

di
genere
tradimenti

Sono seduto al tavolo di un bar, il solito bar per essere precisi. È un posto dove vengo a fare la pausa pranzo quando lavoro in ufficio. Sono sposato, ho due figli, sono felice, però…c’è sempre un però ed in questo caso ha anche un nome: Aurora. È una delle cameriere del bar, bella e simpatica. Come tutte le sue colleghe veste con leggins neri che le mettono in risalto il fondoschiena e una polo del locale che non nasconde la sua terza di seno.

Con lei non c’è mai stato nulla in realtà, solo scambi di battute, alle volte stupide, alle volte più piccanti.

Finisco di mangiare e vado in bagno ed una volta finito apro la porta e mi ritrovo di fronte Aurora che esce dalla porta del magazzino proprio di fronte alla mia. È un attimo. Mi spinge dentro il bagno mentre mi salta addosso baciandomi. Chiudiamo la porta e la prendo in braccio, non ci stacchiamo un secondo, le sue mani si stringono alla mia testa mentre le mie la tengono e la stringono per il sedere. La metto a sedere sul davanzale, le tolgo leggins e mutandine. Ho il cuore a mille, la testa scollegata e il cazzo duro come non mai. La lecco in mezzo alle gambe, ansima dal piacere mentre mi tiene la testa per non farmi smettere. Sento i suoi piedi sulla schiena. Mi alzo, ho la bocca piena dei suoi umori, la bacio mentre lei inizia a sbottonarmi i pantaloni, si inginocchia davanti a me liberandomi il cazzo e prendendolo in bocca. Mi godo quel pompino fantastico. Poi la prendo per i capelli e la faccio alzare per rimetterla sul davanzale della finestra. Le entro dentro, le sue gambe si stringono intorno al mio corpo, con una mano si aggrappa alle mie spalle mentre son l’altra si tiene in equilibrio appoggiandola sul davanzale. Non parliamo, ci basta guardarci negli occhi. Nell’aria si respira tutta la nostra eccitazione. La sento arrivare al limite dell’orgasmo, così aumento la forza dei colpi, lei butta indietro la testa, si morde le labbra e si lascia andare al piacere. Mi abbraccia, riprende fiato, si inginocchia di nuovo davanti a me e riprende in bocca il mio cazzo pieno del suo orgasmo. Fa su e giù con la bocca aiutandosi con una mano. È la mia volta di venire, i fiotti di sperma le riempiono la bocca, ma lei non se ne lascia scappare nemmeno una goccia.

Ci ricomponiamo, ho ancora il cuore a mille. Usciamo dal bagno, io torno al mio tavolo, lei al suo lavoro.

Arriva il mio caffè, c’è anche un biglietto.

“ne voglio ancora” con le impronte delle labbra lasciate con il suo rossetto.

Sorrido, mi alzo, pago e me ne vado.
scritto il
2023-03-08
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