Il tradimento
di
Conte Wronskiy
genere
trio
Prendere sonno, mentre un tarlo ti buca il cervello non è affatto semplice. Ti logora dentro e ti lascia una traccia irreversibile come un legno di noce tarlato. Al mattino poi, il viso urla e racconta i segni della nottata infausta.
È così che guardandomi allo specchio mi rendo conto sempre di più che mi sto consumando giorno dopo giorno. In tutto questo c’entra lei, mia moglie.
Cinzia è una donna straordinariamente bella. Una cinquantenne in piena fioritura. Una venere di Milo con le forme giuste e con un fisico meraviglioso ed elegante. Non è mai volgare anche quando indossa qualcosa di corto o attillato perché lei è sempre dignitosa e soprattutto ha un che di aristocratico. Si la definisco così una femminilità che più che scoprire “copre” lasciando immaginare ciò che cela con i suoi abiti.
Il tarlo che mi tormenta e mi tiene sveglio si chiama tradimento. Credo, anzi ne ho quasi la certezza, che mia moglie mi tradisca con un altro uomo. Per dirla tutta ne sono sicuro ma sono alla ricerca delle prove. La voglio svergognare davanti ai miei figli; lo voglio urlare davanti al mondo intero; vorrei con tutto me stesso che non fosse vero. Il dolore mi dilania. Ed è così che passo tutto il giorno a pensare a cosa stia facendo in quel momento. La immagino tra le braccia di un altro uomo, amante focoso e prestante mentre mi deride e svaluta la mia virilità. Divento un investigatore di fatto. Cerco di hackerare il suo cellulare senza successo. Provo a nascondere delle cimici per ascoltarla ed è proprio da quest’ultima che viene fuori la prima prova. Li sento scambiarsi parole dolci, orari d’incontro, piccoli litigi su alcune sciocchezze proprio come due fidanzatini. Ma la prova regina mi viene da una lettera indirizzata a lui in cui lei dichiara che è disposta a tutto pur di stargli vicino e, scrive ancora lei, non le bastano più i piccoli momenti rubati, le parole non dette, il sesso occasionale qua e là ma, specifica nella lettera, vorrebbe fare del buon sesso con lui fino ad assuefarsene.
Devastante leggere tali parole che diventano coltellate inferte sulla mia anima.
Ma devo affrontare la realtà.
Mi faccio coraggio e come se fossi in un aula di tribunale decido di indossare le vesti del giudice e chiamarla come imputata per il reato più doloroso che un uomo, per di più innamorato della propria moglie, possa subire:Il tradimento!!!
Il cuore mi batte forte all’impazzata e sembra volermi uscire dal petto. Le vene con leggero ritardo rispetto al cuore mi percuotono le tempie e mi ricordano ad ogni battito un dolore ridondante.
Lei adesso è davanti a me con lo sguardo da agnellino innocente. Sembra sorpresa della mia chiamata al banco degli imputati. Mi guarda incredula. Le dico che so tutto ma lei finge di non sapere nulla. Mi dice anche di non sapere di cosa stia parlando. Allora comincio una lenta inquisizione senza giocarmi tutte le carte. La voglio mettere all’angolo. Mi sentivo come un gatto con la sua preda per eccellenza: il topo. Dopo averle detto il nome del suo amante, il luogo degli incontri, gli orari, lei trova delle scuse farraginose che sostiene e che un giudice oggettivamente potrebbe ritenere sufficienti. Allora vado giù pesante e le faccio ascoltare l’audio di una delle conversazioni incriminate. Lei prova a giustificarle in vari modi dicendo che era uno scherzo. Il giudice (che sarei io) trova queste prove abbastanza compromettenti ma ammette che potrebbe esserci il beneficio del dubbio pur essendo una prova di fatto. Ecco allora che tiro fuori come un giocatore di scacchi la mia prova regina. La lettera scritta da lei ed indirizzata al suo amante.
Scacco matto!
Sgrana gli occhi, sento che trattiene il respiro per alcuni istanti e che a me sembrano una eternità. Poi sentendosi ormai in trappola scoppia in un pianto a singhiozzi. Non dice niente. Rimane lì senza scappare o dire qualcosa. Singhiozza ed il suo verso ricorda un ululato di un lupo in cerca del branco.
Io, mesto e dolorante nell’anima, apro i cassetti e comincio ad appoggiare i miei abiti, biancheria intima e calzini sul letto. Lei continua nel suo deplorevole lamento mentre io prendo la valigia e comincio a mettere dentro in maniera disordinata le mie cose sbattendole dentro.
“che fai?” Chiede lei.
Io non rispondo.
“che fai? Che stai facendo?” ancora.
Io continuo imperterrito come un automa a mettere dentro i miei abiti disordinatamente senza piegarli.
Lei mi prende le mani e mi dice “che stai facendo. Cosa vuoi fare?…..Dove vai?”.
Ed io con voce ferma e determinata scandendo le parole rispondo malamente ”me ne vado! Adesso arrangiati tu con la famiglia e con la casa!”.
Continuò a prendere tutto ciò che mi capita a tiro e continuo a ficcarlonella valigia. Lei urla e mentre mi allontano per prendere altre cose rovescia la valigia per terra e singhiozzando mi dice: “ non te ne andare,ti prego…..nooooo ti prego!”.
Io non la ascolto e continuò a prendere non so cosa ed a rimettere gli abiti caduti a terra per rificcarli nella valigia.
Lei mi si mette davanti e urla:” non puoi lasciarmi, dove vai, non puoi….. noooo !”.
Ed io continuo senza impietosirmi. Lei allora mi si mette in ginocchio e mi urla:” ti prego no, non mi fare una cosa del genere, ti prego no….no….”, e singhiozza ancora.
Presi il fiato per raccogliere tutta l’energia che potessero incamerare i miei polmoni ed urlai:” mi hai tradito, ti sei approfittata di me, mi hai fatto passare 25 anni a sospirare per fare qualche volta l’amore e me lo hai fatto sempre pesare. Ed adesso scopro che fai la puttana con un altro uomo e gli ti concedi anche come mai hai fatto con me. Sei la cosa peggiore che mi potesse capitare. Ed io… si io…. Mi sono ridotto a 50 anni a farmi le seghe ….. e mi dovrei pure vergognare…. Io … mi hai fatto sentire sporco solo perché volevo fare l’amore con te…. Mentre tu ti scopavi un altro e non solo…. conosco tutti i particolari…. e non vado oltre”.
Lei si zittisce e mentre piagnucola guarda il soffitto estraniata. Mi osserva mentre chiudo la valigia. La metto a terra. Lei mi si butta ai miei piedi e fingendomi la gamba mi dice :” ti prego perdonami, non lasciarmi…. ti prego ho sbagliato….. e poi non ho mai scopato con lui….. ti prego…!”.
A queste parole mi arrabbio ancora di più e le dico che lui la chiamava e le diceva cose del tipo:” ho l’uccello in mano e ti sto pensando. Vieni da me che voglio che me lo succhi.”. Ed ancora :” voglio incularti, voglio che tu senta il mio cazzo dentro di te…”.
La osservo con disprezzo ed aggiungo :” e tu saresti quella che non aveva mai voglia di fare l’amore mentre facevi la troia con lui?”. Finisco col dire :” ti ringrazio per avermi fatto scoprire chi sei veramente!”.
Lei adesso è alle corde. Piange e non riesce a dire nulla. Mi osserva mentre sollevo la valigia e comincio a scendere le scale per andare via.
Non finisco di scendere la prima rampa che lei corre verso di me, mi abbraccia da dietro e stringendomi mi dice:” ti prego non lasciarmi, morirei, ti prego… farò tutto quello che vuoi… ti prego…..”.
“Troppo comodo adesso”, rispondo io.
“Tutti questi anni, senza avere una donna, mi hai tolto il ruolo di uomo, ….. sono stato solo.. sempre solo… poi sempre le scuse per non fare l’amore. Quante volte ti ho aspettato invano… ma certo! Ce l’avevi chi ti scopava e ti faceva godere… anzi tu lo facevi godere…. Giusto o no?”.
Lei mi stringe ancora più forte ed urla piangendo:” perdonami, perdonami, farò tutto quello che vuoi… ma non mi lasciare…. Non mi lasciare… ti pregoooo….sigh….”.
“ ed io che mi sentivo in colpa perché mi masturbavo…. mi sentivo pure sporco…. Mentre tu te la spassavi…. glielo prendevi in bocca tutte le volte e glielo ripulivi… bene, brava…. a me solo le briciole”.
“ Farò tutto quello che vuoi, te lo giuro….ma non mi lasciare!”.
“ pensa che io sono arrivato anche a sognare di fare l’amore con te insieme a 2 uomini e mi sono sentito anche in colpa…. Mi sentivo anche sporco….. mentre tu…. Beh vuoi che ti racconti i particolari?”.
“ perdonami…. perdonami ti prego…. farò tutto ciò che vuoi…..”.
Allora con aria di sfida lascio la valigia sulle scale mi giro verso di lei e con un moto di disprezzo le dico “ succhiami l’uccello “ e mi sbottono la patta.
Lei incredula si sofferma sul mio sesso mi guarda perplessa.
“ dai… avanti… fammi vedere come facevi con lui e rimedia … dai “ e le sbatto il mio cazzo sul viso schiaffeggiandola sonoramente con la mia cappella.
Lei è impietrita. Io la guardo e le dico :” che c’è? Non vuoi…. Vuoi che chiami lui? Vuoi il suo di cazzo? Se ne vuoi due te li procuro non preoccuparti, troia che non sei altro!”.
Lei piange e rimane ferma davanti al mio uccello che oramai è durissimo e violaceo per la rabbia e l’eccitazione. Vedendo la sua indecisione mi allontano e rimetto il mio pene nello slip.
E lei :” no dove vai…non te ne andare… ti prego…. farò tutto ciò che vuoi…. Ma non mi lasciare… senza di te sono finita…” e dicendo questo si avvicina ai miei pantaloni si inginocchia e mi tira fuori l’uccello.
Lo comincia a leccare con la lingua che morbida mi avvolge tutta la cappella. Poi la invito a metterci tutta la zoccola che c’è in lei e quindi lo prende tutto in bocca fino quasi alla base. Sento la sua gola! Poi lo fa scivolare fuori e con le labbra e me lo preme con leggere intermittenze. Poi lo rimette in bocca e me lo struscia sulla guancia interna. Sento i suoi denti che sfiorano il mio sesso. Il calore della sua bocca mi provoca delle sensazioni straordinarie. Sto per venire. Glielo dico :” vengo e voglio che ingoi tutto e che me lo ripulisca come facevi con lui!”.
Sento il mio uccello esplodere nella sua bocca tanto che lei tossisce per l’inaspettata ondata. Alcuni rivoli di sperma le escono dalla bocca. Io esco dal caldo rifugio e le struscio la cappella sul mento per catturare alcune gocce fuoriuscite e glielo rimetto dentro. Con attenzione e dovizia lei me lo succhia fino all’ultima goccia che si affaccia di tanto in tanto sulla cappella. Ah che goduria. In 30 anni di matrimonio non avevo mai goduto cosi tanto.
La guardo con disprezzo e giudizio e le dico :” che mi sono perso in tutti questi anni….. bene… se vuoi che resti dovrai fare tutto ciò che dico io. Fare sesso in tutte le maniere e quando voglio. Questo è il minimo prezzo che tu possa pagare per compensare tutto ciò che mi hai fatto”.
Lei si asciuga le lacrime, mi abbraccia e sussurra:” svuota la valigia…. rimetti a posto i vestiti… dai!”.
Io, sazio per il momento dell’anticipo sugli arretrati, eseguo la sua indicazione. Salgo sopra e mentre comincio a svuotare la valigia sento lei che va in bagno a sciacquarsi la bocca ed i denti.
Le dico che ho voglia ancora di fare l’amore. Lei non dice nulla, inerme. Le dico che non mi piace così che la voglio un po’ zoccola ed un po’ intraprendente.
Le dico di mettersi un abito che ricordo mi faceva eccitare in quanto era molto sexy. Era un abito bianco di pelle. Era un tailleur composto da una giacca abbottonata davanti con solo 2 bottoni che mettevano in risalto i suoi seni per la scollatura profonda e la gonna sotto il ginocchio ma con uno spacco laterale che si apriva sul davanti proprio al centro. Poi apro il suo cassetto dell’intimo e le faccio indossare uno slip di pizzo color glicine con una lavorazione che lasciava delle trasparenze. Non aveva le auto reggenti e quindi ho lasciato stare le calze.
Lei si veste silenziosa e dopo alcuni minuti mi si presenta davanti. Ha ancora gli occhi lucidi e rossi per il pianto. Ma non mi faccio impietosire ripensando a ciò che avevo dovuto sopportare.
È bellissima e molto sexi.
Lei mi dice :” eccomi… sono tua!”.
Io le dico di sedersi sul letto. Lei mi guarda con aria interrogativa. Io con le mani le rinforzo ciò che le avevo chiesto indicandole il letto.
Lei si siede e mi guarda perplessa. Io le chiedo di accavallare le gambe. Inevitabilmente lo spacco si apre quasi all’inguine. Lei di riflesso si ricompone. Io le dico di lasciar stare lo spacco e di farlo aprire. La osservo voglioso. La desidero. La voglio. L’ho sempre desiderata e voluta ma non me la mai concessa. Ora è alla mia mercé.
Mi avvicino a lei. I miei pantaloni mostrano già il rigonfiamento per la mia eccitazione.
Le dico di aprire le gambe. Lei tentenna. La guardo con espressione eccitata ma perentoria. Lei allora apre le gambe e complice lo spacco p, il suo pube vestito da una sottile striscia di pizzo glicine si mostra in mezzo alle cosce. Lei si copre con la mano imbarazzata. Ed io con un po’ di cattiveria le dico :” ti copri con me….. mentre con lui…..”.
Lei allora capisce dove voglio arrivare e toglie le mani lasciandomi come unico spettatore di quel ben di Dio che tanto avevo desiderato e sognato.
“ Toccati…. stringi lo slip….. tiralo su…. dai….”. Lei tentenna un po’ e poi, dopo il mio sguardo feroce, afferra lo slip sulla pancia e lo tira verso l’alto. Il tessuto si tende, si stringe e poi entra tra le grandi labbra. I peli fanno capolino ai lati della sua magnifica fica. Io mi avvicino e comincio a sentire l’odore del suo sesso. Le dico di tirarsi un po’ più indietro e le faccio appoggiare una gamba sola sul letto piegandola. L’altra gamba rimane a terra con il suo tacco in bilico. La sua fica adesso è anche un po’ più aperta data la posizione. Le apro un po’ la giacca senza sbottonarla e libero i suoi seni che meravigliosi aggiungono alla scena già piccante il massimo dell’erotismo. Il mio cazzo esplode dentro i pantaloni ma non voglio andare subito al sodo. Voglio godermela tutta e con calma.
Ritorno vicino alle sue cosce e le comincio a baciare il suo interno. Scivolo con la lingua e mi avvicino alla sua calda cavità. Vedo che lo slip ha un alone. È più scuro nei pressi delle grandi labbra. È bagnata. È umida di umori. La zoccola si sta eccitando. Con la lingua cerco di scostare lo slip. È teso e quindi non c’è la faccio. Mi aiuto con le dita. Lo scosto spostandolo di lato e quello che vedo è una fica straordinariamente calda, umida, zeppa di umori che sa di sesso. Con la lingua esploro tutta la sua femminilità. Sulla lingua mi si formano tanti filamenti di umori della sua fica che mi procurano sensazioni sconosciute perché solo immaginate. Lei ha degli spasmi e si contorce quando la lecco in particolari punti. Le dico di afferrarmi la testa e guidarmi per farmi capire se le sta piacendo. Mi prende per i capelli e dolcemente mi spinge a se. Io arrotondo un po’ la lingua e imitando un forma cilindrica e la penetro per metà della sua vagina. Sento che lei adesso mi preme più forte. È il segnale che le sta piacendo. Intanto il mio cazzo urla nei pantaloni ma lo tengo a bada. Voglio godermela ancora tutta la situazione. Intanto che con la mia mano destra le tengo la gamba sollevata la mia sinistra cerca i suoi seni che morbidi e voluttuosi aggiungono sensazioni ed eccitazione al mio tatto. Adesso lei mi preme tantissimo sulla sua fica tanto che non riesco a respirare. Forzo un po’ la sua presa e mi allontano qualche centimetro per prendere aria. Solo alcuni secondi perché adesso con la lingua cerco il suo buco più stretto che trovò già impregnato degli umori della sua fica con la mia saliva. Come la tocco con la lingua lei si contorce e mi si sposta un po’. Lascio il suo seno e con la mano le premo la pancia per farla stare ferma. Ritorno sul suo orifizio mentre cerco di aprirlo e forzarlo con la mia lingua. Niente da fare è chiuso e contratto. Allora uso le mie dita sulla sua fica. Le infilo l’indice ed il medio per tutta la lunghezza. È calda e scivolosa come il burro. Essendo dentro di lei faccio leggermente forza verso l’alto per inarcarla. Adesso il suo buchetto è proprio davanti a me in una posizione più comoda. La comincio a scivolare e bagnare tutta. Lei cerca di dimenarsi ma le mie dite la ancorano al mio piacere. Sento che sta cedendo . Lei mugola, urla leggermente con la voce strozzata. Riesco ad entrare per alcuni centimetri e sento una esondazione di umori in piena nella sua fica. Sta godendo la troia. Non mi ha mai voluto dare il suo culo, per tanti motivi. Faceva la schizzinosa ed adesso invece tradiva il piacere nel sentirselo come oggetto del desiderio e della penetrazione. Il mio cazzo pulsa nei pantaloni ed sono tentato di penetrarla proprio in quel momento. Ma resisto perché voglio dilatare e gustare ogni istante di questo amore cercato invano durante tutti gli anni di matrimonio.
Adesso le mie dita si fermano un attimo dentro di lei e con il pollice cerco l’altro buco. Le appoggio il pollice al suo ingresso e premo leggermente. Lei contrae il muscolo e oppone resistenza. Forzo un po’ ma è tesa contratta. Allora comincio a rimuovere tutta la mia mano e la sua fica si riaccende agli spasmi di piacere. Sincronizzo i suoi spasmi e mugolii ed al momento di uno di essi il mio pollice entra con decisione nel suo culo. Urla e mi dice :” mi fai male… mi fai male…. ma io non demordo”. Cerco di entrare un altro po’ fino a a quando non sento il suo orifizio che si abbandona e si ammorbidisce.
“ ah….mhhhh….. dai…. dai……..”. Allora le dico :” ma non ti faceva male fino a qualche istante fa?”.
“Sei una troia lo so, e ti piace il cazzo…. l’ho sempre sospettato ma non ne avevo le prove”.
“Mmmmhhh ….. dai……dai……daiiiiiiiii….. “ e urlando di piacere mi preme le mani per aumentare il suo piacere.
“ si ti piace il cazzo….. ma non il mio… ne cercavi un altro…… come ce l’aveva lui? Eh… allora come ce l’aveva lui?…. Dimmelo su?”.
Lei mugola e ansima senza rispondere ma io la incalzò.
“ come ce l’aveva il tuo amante dimmelo su?…. Ce l’aveva grosso?…… più del mio?…. Dimmelo zoccola…. sei una zoccola…..” Il mio cuore batteva all’ impazzata.
“….. si aveva un cazzone…. più del tuo…. siiiii…. era grosso……mmhhhhhh era un bel cazzo…..”.
Allora io preso dalla gelosia e dalla rabbia mi slacciai i pantaloni e le sollevai entrambe le gambe appoggiandomele sul mio petto e senza indugio la penetrai lì dove per me era sempre stato tabù.
Lei urlò di dolore e chiuse gli occhi. Io la stantuffai è la penetrai per tutta la lunghezza del mio cazzo e mi fermai quel poco che bastava per non venire.
La guardo e le dico :” quando ti inculava ti faceva male? Su dimmelo….. non parli più adesso…. ci vorrebbe il suo cazzone qui per tapparti la bocca…..anzi… la prossima te lo trovo io un cazzone per scoparti in due…. Così godi doppiamente e mostri la zoccola che sei”.
“Mmmmhhhhh…. siiiii……..” adesso sento che le piace. Le mie dita vanno a cercare il suo clitoride e mentre la sbatto con veemenza e glielo stimolo.
Sento che urla adesso. Sta venendo. Esplodo anch’io dentro di lei. I miei movimenti si fanno più scivolosi. Lei mi preme con le sue mani per sentirmi il più possibile. È evidente che le piace. Mi stringe ancora più forte per sentirmi tutto dentro ma ormai il mio cazzo si sta affievolendo. Sono anche un po’ sudato. Lo tirò fuori e sento un rumore come di bottiglia stappata. Il suo culetto stretto mi ha regalato delle sensazioni inimmaginabili.
La bacio in bocca. Sento la sua saliva leggermente salata che è mischiata con le sue lacrime. Mi sussurra all’orecchio:” perdonami…. perdonami!”.
Io inebriato da quel momento le dico :” ti amo…. ti amo tantissimo…. ma mi hai fatto soffrire tanto…. Quindi non pensare che finisca tutto con una scopata”. La guardo, sospiro e aggiungo :” vediamo come ti comporti in futuro!”.
Adesso sono soddisfatto a metà per quello che mi stava accadendo. Mi sento appagato ma con un senso di colpa che non mi abbandona. Ma imperterrito voglio perseguire la mia vendetta e riappropriarmi della vita sessuale. La mia vita sessuale, si, a cui ogni uomo ha diritto.
Lei si alza e corre in bagno. La sento scaricare l’acqua. Probabilmente si sta svuotando del mio seme. Entra poi sotto la doccia. Io scendo di sotto e mi siedo a guardare un po’ di tv. Lei scendo dopo una decina di minuti. Non dice niente. Indossa un abito a fiorellini lungo che solitamente usa per casa. Non porta i tacchi ma è comunque elegante e sempre bella. Ecco, questo è per me fonte di dolore e piacere. Dolore perché non riesco a possederla,almeno questo fino a poche ore fa, piacere perché essere sposato ad una donna del genere è anche motivo di piacere.
Io guardo la tv come se niente fosse e lei comincia a preparare qualcosa da mangiare. Io intanto comincio già a fantasticare con la mente sul sesso. Adesso mi sento come un bambino con un giocattolo nuovo e che fantastica su come usarlo.
Lei non mi rivolge la parola. Lo sento che è irritata per il trattamento che le ho riservato ma tale è il suo senso di colpa che tace. Sa benissimo che se vado via si troverebbe in un mare di guai.
Io comincio a fantasticare sul fare l’amore con un altro uomo insieme a mia moglie. Mi eccito a pensarla con un cazzone in bocca mentre io le lecco la fica oppure la scopo. Si magari il cazzone di un ragazzo di colore. Oppure di un uomo dotato che le spacchi tutti i suoi buchi. Mi sorprendo con l’uccello di nuovo in tiro. Sono tentato dal tirarmelo fuori e farmelo succhiare. Ci rifletto un po’ mentre lei armeggia in cucina. Conscio di tutto ciò che ho dovuto reprimere mi slaccio i pantaloni me lo tiro fuori.
La chiamo e lei mi risponde bruscamente “che vuoi?”.
Il suo tono mi fa leggermente irritare allora la chiamo con forza e le dico :” Cinzia vieni qui, il mio cazzo ti desidera!”, mentre armeggio con il mio uccello.
Lei dice “: basta, ma cosa vuoi da me?…..,finiscila!!!”.
Ed io“….cosa voglio?…….. Tutto ciò che mi hai negato negli anni. Vieni e prendimelo in bocca e con amore altrimenti davvero me ne vado e ti mollo da sola!”.
Lei si avvicina mi guarda e scoppia a piangere. Io non mi impietosisco perché il ricordo dell’audio in cui il suo amante si tirava fuori l’uccello menandoselo e le diceva che l’aspettava per sborrarle sul viso mi rendeva spietato. E lei correva subito dal lui per accontentarlo.
Io allora le dico:” perché piangi, dici che mi ami e che ti devo perdonare e va bene. Ma se ti chiedo di fare quello che facevi a lui piangi. Non mi torna qualcosa. Vuoi che ti faccia sentire come gli rispondevi? Oppure come correvi subito da lui?”.
“avanti prendimelo tutto in bocca e con passione altrimenti te lo tolgo dalla bocca il mio cazzo. Lui si merita il meglio!”.
Mi si avvicina, esita un po’, poi si tira indietro i capelli e mi prende il cazzo con una mano e comincia menarmelo. Poi dopo un po’ che la guardo con espressione interrogativa comincia a leccarlo. Lo lecca meccanicamente, lo sento. È arrabbiata, forse ho esagerato. Allora cambio strategia. Le sussurro all’orecchio :” ti voglio, ti desidero tanto, il mio cazzo vuole solo te. Amalo, è il tuo bambino. Accarezzalo come fosse una cosa preziosa!”.
Lei allora si ferma e rimane immobile con la cappella proprio sulle labbra. Mi guarda. Mi fissa. È insistente! Mi sfida! Io la guardo ancora più insistentemente. La sfido anch’io. Rimaniamo così immobili per un tempo che non saprei calcolare. Forse alcuni secondi o forse un minuto. Non so!.
Allora mi arrabbio, le tolgo l’uccello dalla bocca e mi alzo.
Lei urla :” no aspetta… aspetta!” e non faccio in tempo a dire nulla che mi spinge indietro e ricado sulla poltrona. Mi riapre la patta dei pantaloni e mi tira fuori senza difficoltà l’uccello e comincia prima con uno strofinio delle labbra su tutta la cappella poi apre la bocca e la circonda con il calore dalla sua lingua senza farlo entrare tutto. Lo ritira fuori e con le labbra semi aperte mi scivola tutto il cazzo fino alla base. Arrivata sulla zona dei peli me lo mordicchia un po’ per poi ripartire questa volta con la lingua che morbida e dilatata il più possibile me lo scalda ed inumidisce tutto.
Che goduria! Dove era prima questo capolavoro di femmina?
Adesso arriva alla cappella e con un rumore tipico del risucchio lo ingoia letteralmente con una lentezza da vera maestra facendomi provare sensazioni estatiche.
Non resisto e quando le tocco la gola con la cappella il mio cazzo esplode con tutta la sborra rimasta della giornata. La sento tossire ma non se lo toglie dalla bocca. Respira, si ferma un po’ poi deglutisce e con la stessa lentezza con cui mi ha ingoiato l’uccello lo ritrae dalla bocca . Si ferma con le labbra appoggiate sul prepuzio. Un ultimo spasmo di piacere mi fa emettere qualche gocciolina di sperma che lei strofina con le labbra su tutta la cappella per poi leccarla tutta.
Ora sì che sono soddisfatto! E glielo dico :” ecco…. questo è un pompino…. anzi questo è il pompino migliore della mia vita. Si vede che lo hai fatto con amore!”.
La guardo impietosito e le dico sottovoce :” vieni qui….. vieni….dai”., e la abbraccio e le do un bacio sulla bocca. Sapeva ancora del mio sesso.
Mi abbraccia e rimaniamo in silenzio per qualche minuto. Poi si alza e sale per andare in bagno a lavarsi.
Ceniamo senza scambiarci troppe parole. La sento in difficoltà. Ma non esagero nel maltrattarla. È sempre mia moglie e la donna della mia vita.
Andiamo a letto presto perché stanchi date le forti emozioni della giornata. La bacio in bocca prima di chiudere gli occhi e le sussurro:” ti amo!”.
“ anch’io!”, e tira un lungo sospiro.
Il mattino seguente mi alzo presto e decido di chiamare in ufficio per prendermi un giorno di permesso. Voglio approfittare di questo momento particolare e, affamato di sesso, comincio a fantasticare sulla giornata che mi si apre davanti.
Lei si alza verso le 08:00 ben due ore più tardi di me. Porta il suo pigiama. I suoi capelli sono sgualciti e tirati indietro da una molletta. I suoi occhi mostrano il make Up sbavato che le danno un che di donna sonnambula. Mi accenna un sorriso e mi dice buongiorno.
La saluto stampandole un bacio sulla guancia e stringendola a me per abbracciarla. Lei non partecipa più di tanto ma non me ne preoccupo. So che è presa dal senso di colpa e stizzita per averle fatto soddisfare le mie pulsioni.
Si siede per fare colazione accanto a me mentre io comincio a fantasticare sul partner che posso coinvolgere nel mio gioco di dominazione erotica.
Un ragazzo di colore sarebbe fantastico ma non voglio rischiare di macchiare il nostro nome e la nostra famiglia e far passare mia moglie per una zoccola. È pur sempre mia moglie.
Allora faccio una lista mentale degli uomini papabili e comincio a scartarli ad uno ad uno. Il meccanico no, il ragazzo del caffè no, l’idraulico non mi sembra adatto, un mio collega è troppo rischioso. Penso anche di trovarlo su internet ma ho troppa paura di chi potrebbe farci del male.
Poi all’improvviso ho una illuminazione. Me la tengo per me!
Dico a mia moglie di prepararsi che usciamo a fare delle compere. Le voglio fare acquistare degli abiti e dei completi intimi per soddisfare le mie fantasie. Ora la mia mente è illuminata dai fuochi pirotecnici per le tante situazioni e scenografie che mi si compongono. Ero eccitato di eccitazione. Un vulcano in piena eruzione.
Le dico perentorio di rimettersi la gonna di pelle bianca che le ho fatto indossare il giorno prima con la sua giacca. Il tacco deve essere vertiginoso. Poi le chiedo di indossare le calze a rete colore nude che a me piacciono tanto. E l’intimo lo scelgo io con cura. Stavolta il pizzo è nero.
Io intanto mi faccio una doccia ed esco già con l’uccello dritto per la fantasia che si animava nella mia testa. La immaginavo mentre scopava con un altro uomo ed ovviamente insieme a me. Ed oggi avrei fatto di tutto per arrivare a questo.
Sono indeciso se farmi fare un pompino oppure no. Declino per avere tutta l’energia per l’eventuale incontro a tre del giorno. Ma non mi nascondo agli occhi di mia moglie anzi glielo mostro. Resisto alla tentazione e mi vesto anch’io. Lei adesso si sta mettendo un po’ di make Up come il suo solito. Controllo che abbia capito cosa deve indossare e scendo sotto ad aspettarla. Fantasticavo sul mio progetto . Se tutto va secondo i miei piani oggi avrei realizzato il mio sogno erotico di una vita.
Lei scende. Il suo umore è greve. Io le sorrido e le ricordo che la amo e che le vie dell’amore sono infinite.
Sorride forzatamente e mi dice :” andiamo su!”.
Lei è bellissima con il bianco che le sta a meraviglia. Poi questo completo la stringe in vita e le esalta il seno facendolo diventare prorompente. La pelle bianca poi chissà perché mi eccita al contrario della pelle nera che trovo quasi sadomaso e che odio.
Indossa una décolleté nera lucida tacco dodici con un doppio laccio alla caviglia che la avvolge. È molto femminile.
Insomma è una vera donna di classe attraente e soprattutto non volgare. Ma il pezzo forte di questo abito e lo spacco che si apre verso il centro e che quindi la rende particolarmente sexi.
Saliamo in macchina ed ovviamente quando si siede le si scoprono le gambe. Lei si ricompone subito come farebbe qualsiasi donna bon ton. E lei lo è. È proprio questo particolare che me la rende eccitante. Se fosse una zoccola non proverei questa attrazione fatale per lei.
Prendo la superstrada per andare nel centro commerciale a fare compere e dopo alcuni kilometri mi fermo per fare benzina. Conosco il ragazzo che lo gestisce perché mi fermo sempre a fare il pieno. È sempre gentile. È carino, ha circa 35 anni, fisico da palestra e abbastanza curato. Ha una leggera barba che lo fa sembrare un po’ arabo ed in parte lo è essendo di nazionalità marocchina e questo me lo fa immaginare apparentemente dotato. Si perché vista la ghiotta occasione non vorrei sprecarla con qualcuno che non sia all’altezza di mia moglie.
Arrivo davanti alla pompa e Farouk, questo è il nome del ragazzo, mi si avvicina sorridendo. Io scendo e gli dico di farmi il pieno. Poi scambio qualche parola con lui ed infine gli chiedo se può pulirmi per gentilezza il parabrezza.
Lui ovviamente mi risponde di sì e mentre la pompa di benzina continua ad andare lui prende il lavavetro e con la spugna spruzza il detergente sul vetro. Vedo che lui è subito attratto dalla vista di mia moglie ma per rispetto a me non lo dà a vedere. Io mi avvicino e vedo mia moglie con lo spacco chiuso dalla mano che teneva il lembo della gonna. Allora mi viene in mente un’idea. Prendo il cellulare e gli mando un whatsapp e le scrivo:” apriti subito quella cazzo di gonna. Subito!”. Sento subito il suono del messaggio e vedo lei che alza la mano per leggerlo. Intanto Farouk era ancora intento a passare il sapone dalla parte del guidatore. Non passo davanti a vedere se mia moglie ha eseguito l’ordine ma vedo che Farouk sgrana gli occhi e rallenta il gesto della pulizia del vetro. Immagino cosa stia vedendo. Immagino che mia moglie abbia eseguito il mio ordine. Io faccio finta di niente e guardo il contatore dei litri della benzina che continua ad andare ma cerco sul vetro della pompa il riflesso di quello che sta accadendo. È impercettibile ma lo colgo. Lui insiste nella pulizia del vetro e fa finta forse di togliere un moscerino. Io lo osservo celato dal mio sguardo sulla pompa. Track! La pompa si ferma all’improvviso perché il serbatoio è pieno e lui allora fa un’ultima passata stavolta dalla parte del passeggero. Gli vedo già la sua patta che mostra un contenuto che dovrebbe essere all’altezza delle aspettative. Staremo a vedere.
Lui viene da me e toglie il manicotto della benzina stampandomi un bel sorrisone. Forse voleva sondare se mi ero accorto della situazione. Ma io feci finta di niente. Data la confidenza che avevo con lui in questi anni di rifornimenti continui mi chiede :” oggi dove sei diretto?”
Io rispondo :” sono in città oggi e non vado fuori. Oggi mi godo la giornata”. E nel dire questo mi avvicino al finestrino di mia moglie e le dico di prendermi la tessera nel cruscotto. Lei abbassa il finestrino e me lo passa. Nel fare questo saluta con un sorriso il benzinaio. Lui rivolgendosi a me mi chiede :” È tua moglie?”.
“ si caro, e mia moglie. Cinzia!… Cinzia lui e Farouk. Lui è bravo perché mi mette sempre i punti sulla tessera”.
“ Piacere!”, disse lei porgendole la mano. Vedo lui che la guarda negli occhi ma per un impercettibile istante li abbassa per guardargli le gambe. Me ne accorgo! Il mio piano comincia a realizzarsi.
“Oggi andiamo a fare un po’ di spesa e poi ci facciamo un bel piatto di gnocchi al pomodoro così ci godiamo la giornata”, dico io sorridendo :”oggi niente lavoro!“.
“ Buoni gli gnocchi, In Italia è uno dei piatti più buoni che ho trovato. Peccato che non li mangio spesso perché la mia compagna non li sa fare!”.
L’esca stava funzionando. Io lesto rispondo :” se vuoi venire oggi sei nostro ospite a pranzo. Mangi e poi torni al lavoro. Tanto abitiamo qui vicino!.
Lui risponde :” grazie no…..non vorrei disturbare, non lo so! “.
Guardo mia moglie che aveva sgranato gli occhi perché aveva intuito il mio piano.
Lei dice:” ma se Farouk deve lavorare forse non fa in tempo”, cercando di sviare la situazione.
Farouk risponde che il pomeriggio lui non è di turno e che per lui non è un problema. Ma aggiunge :” davvero non voglio disturbare!.
Io entro a gamba tesa e gli dico :” alle 13:30 ti aspettiamo! Davvero ci fa piacere. Mangi e poi se hai da fare vai. Tieni questo è l’indirizzo”.
Gli stringo la mano, dice buongiorno e ringrazia mia moglie mentre mi riavvio in macchina per andare a fare spese.
Adesso sento lo sguardo penetrante di Cinzia addosso e mi dice:” che ti sei messo in mente? Sei pazzo?”.
“ non sono pazzo…. Voglio solo quello che ho desiderato per tanto tempo! Prendere o lasciare! Io non ti obbligo. I patti sono chiari!”.
Dopo un attimo di silenzio aggiungo :”Scegli tu se mi devo fermare a comprare gli gnocchi”.
Lei non risponde. Io comunque mi fermo davanti alla gastronomia ed aspetto. Lei è di ghiaccio. Rimane ferma lì senza dire una parola. Io intanto ho spento la macchina. Lei guarda fuori dal finestrino. Minuti di immobilità sospesi in bilico tra l’accettazione o la ribellione.
Io mi spazientisco ed accendo la macchina. Lei come sempre mi porta al limite per saggiare la mia determinazione. Infatti non faccio in tempo ad ingranare la marcia che lei apre la porta e scende. È andata. Ho vinto! Ha accettato. Per forza! Sa cosa le aspetta se mi dice no.
Per la via di casa mi fermo in un negozio di intimo e scendiamo a comprare qualcosa. Le suggerisco le auto reggenti bianche e quelle color nude. Anche il rosso mi piace ma per non spendere troppo ci fermiamo ai primi due. La sua fica ancora folta di ciuffi sale e pepe risaltano benissimo sul intimo bianco o sul nude per cui li preferisco.
Arriviamo a casa e subito glieli faccio indossare. Con la gonna di pelle bianca scelgo il color nude. Lei sale sopra mentre io comincio ad apparecchiare la tavola. Lei riascende poco dopo. Le chiedo di farmela vedere ma lei è troppo arrabbiata. Comunque vedo le sue gambe che indossano le calze appena acquistate.
Mi sento già l’uccello in tiro. Ma ho imparato l’arte dell’aspettare e di godere le cose a fuoco lento.
Lei improvvisa un sugo fresco con del pomodoro e basilico. Io metto in freezer un rosato per accompagnare il piatto. L’acqua nel frattempo bolle.
“Driiiinnn”. Facciamo un sobbalzo per la sorpresa o forse per la tensione. Mi affaccio. Si è lui, Farouk.
Lo invito ad entrare. Porta un mazzo di fiori. Sono dei tulipani colorati bellissimi. Li porge a mia moglie. Lei lo guarda stupita e ringrazia. Non se l’aspettava e nemmeno io onestamente.
Farouk è più carino del solito. Io lo vedevo sempre con la divisa da benzinaio. Ora indossa una tuta da ginnastica dell’Adidas. I pantaloni sono grigio chiari stretti e leggermente aderenti. La t-shirt è bianca con la scritta Adidas ed il giubbetto nero reca le tre strisce bianche del logo. Sembra più giovane del solito.
Poi, i pantaloni di un tessuto leggero abbastanza aderente, mostra in funzione della postura, un pacco promettente.
Lo faccio accomodare a tavola mentre Cinzia, dopo aver messo i tulipani in un vaso, fa scivolare gli gnocchi nell’acqua bollente.
Apro la bottiglia di vino e ne verso un po’ a lui ed a me. Poi osservo il bicchiere vuoto di mia moglie e ne verso un po’ anche a lei. La chiamo e la invito a brindare assieme al nostro ospite.
Mentre cammina e si avvicina al tavolo ad ogni suo passo la gonna le scopre un po’ la coscia. Vedo che lui comunque la guarda. Si avvicina e senza sedersi prende il bicchiere e li facciamo tinyinnare brindando agli gnocchi. Il vino è fresco ed accogliente e dopo alcuni minuti l’allegria ci contagia. Arriva Cinzia con il vassoio di gnocchi e lo appoggia al centro tavola. La tavola è quadrata. Io sono di fronte a Farouk. Mia moglie è di fianco a tutti e due.
Serve prima lui e poi me. I piatti sono fumanti ed abbondanti. Il suo è appena riempito. Lei ci tiene alla linea.
“ buon appetito!” dico io iniziando a mangiare.
Lui subito esordisce dicendo :”mmmm…. sono buonissimi signora!”, ed io aggiungo :” ma che signora, lei si chiama Cinzia!”.
Lui sorride in segno di gratitudine. È educato. Sento dentro di me che è la persona giusta.
Mangiamo ascoltando le parole di Farouk che elogia la bontà di quel piatto aggiungendo che nel suo paese non si fanno.
Io sorrido e vedo che anche mia moglie comincia a sorride un po’ più distesa. Forse un po’ le piace. Lo spero. Sento che è l’uomo giusto per il mio sogno erotico.
“Farouk come mai sei venuto in Italia?” Chiedo io.
“Sono quasi vent’anni che sono qui”. Risponde lui
“ in cerca di lavoro ?”
“No, mio padre si è sposato una Italiana e quindi poi si è trasferito definitivamente”.
“ Ah, quindi la mamma è Italiana?”.
“Si,si”, risponde lui.
“ E tuo padre si trova bene in Italia?”.
“Beh, all’inizio ha avuto tante difficoltà. Gli Italiani hanno molti pregiudizi su noi africani. Ovviamente non tutti”, aggiunse riferendosi a noi.
“certamente ci sono persone e persone” annuisco.
Poi Farouk aggiunge :” gli Italiani pensano che gli africani siano delinquenti, che trattano male le donne, che sono inclini a spacciare la droga, che siamo venuti a rubarvi il lavoro…..insomma un sacco di cose brutte”.
Io lo interrompo e dico :” beh, ci sono anche voci che dicono bene di voi…..che voi…. beh…. voi africani insomma mi hai capito!?” e termino la frase con un sorrisetto ironico.
Lui non intende e risponde:” che cosa? ……non capisco!”.
Ed io che lo incalzo:” Farouk …. intendo che voi africani …….”, mi scosto con la sedia indietro e mi tocco il pacco per fargli capire ed aggiungo :” insomma ce l’avete più grosso di noi……mah!”, esclamo io “ sarà vero?!?”.
E scoppiamo in una fragorosa risata mentre mia moglie è attonita perché intuisce dove voglio arrivare.
Vedo Farouk che è imbarazzato soprattutto per il fatto che mia moglie non ride. Poi deglutisce ed aggiunge :” mica tutti sono uguali…. dipende….. comunque mediamente si”, e sorride.
“Quindi sono svantaggiato io. Se mia moglie conoscesse un uomo africano mi lascierebbe!” esclamo io scherzando e poi mi rivolgo con lo sguardo a mia moglie.
Cinzia imbarazzata biascica qualcosa e dice :” piantala con queste sciocchezze “.
Io la incalzò e dico :” come faccio a sapere se io sono dotato se non mi confronto con un altro uomo?….scusa eh!”.
Poi continuo :” io devo sapere….. se non mi tolgo questo dubbio rimango sempre con una incertezza!”.
Farouk sorride maliziosamente e aggiunge :” beh con me perdi!…. non ti conviene”.
Io gli guardo in direzione della patta che è coperta dal tavolo e facendo questo mi stringo i pantaloni per mostrargli lo spessore del contenuto.
Lui allora scosta la sedia, si alza e con le mani si preme la tuta per evidenziare il suo di pacco. Mi ravvedo! Onestamente ha ragione a prima vista.
Io allora dico a Cinzia di fare da giudice. La invito dicendogli :” Cinzia secondo te? Chi c’è l’ha più grosso il pacco?”.
Lei è impietrita. Io le batto una spalla in senso di dire o fare qualcosa e lei reagisce dicendo che devo smetterla.
Io oramai sono invasato e dico :” Farouk che ci vuoi scommettere?”.
“Quello che vuoi” risponde lui.
“….mmmmhhh…. Allora se vinco io mi fai un pieno di benzina gratis, se vinci tu …………..mmmmmm vediamo…….ehm….ehm…..mia moglie ti fa un pompino con i fiocchi in mia presenza.”.
Lui sgrana gli occhi e guarda mia moglie che nello stesso istante diventa paonazza ed i suoi occhi esprimono tutta la rabbia della situazione. Farouk non crede alle sue orecchie. Rimane perplesso ed in silenzio per alcuni istanti.
Poi io lo incalzo e dico:” tu poi non me la racconti bene…. il tuo pacco è tutta stoffa dei pantaloni ed è per questo che sembra più grande……. insomma ci stai con la scommessa?”.
Lui risponde :” …ma sei sicuro?”.
“ CERTAMENTE!!!!” gli rispondo con tono alto di voce e di sfida.
“beh, allora d’accordo……facciamo come dici tu….”, dice lui.
Tolgo i piatti ed i bicchieri dalla tavola in un baleno e dico rimanendo in piedi :” ecco la prova del nove” e mi slaccio i pantaloni ed appoggio il mio uccello semi eretto sul piano del tavolo.
Lui allora fa la stessa cosa. Si abbassa i pantaloni della tuta. La sua cappella era già fuori dallo slip che non lo conteneva. Come lo abbassa si srotola sul tavolo un qualcosa che definirlo cazzone era riduttivo. Non era nemmeno eretto ma era il doppio del mio.
Io sgranò gli occhi e dico per giustificare la evidente sconfitta :” aspetta che il mio si deve indurire cosi guadagna un po’ di spessore e lunghezza”.
Farouk sorride ed aggiunge :” questo è un pisello africano caro mio…. non puoi vincere…..dai…che dici?”.
Aspetta faccio un tentativo per vedere se recupero e nel dire questo mi avvicino a mia moglie e le metto il mio uccello oramai quasi eretto sulla bocca.
Le dico :” dai prendimelo in bocca ….fammi vincere la scommessa…. fammelo diventare duro…. non voglio perdere”.
Lei come al solito tentenna e non partecipa, vuole sempre portarmi al limite. Le dico una cosa all’orecchio e questo le fa aprire la bocca per cominciare a succhiarmelo.
Comincia il suo lavoro con le labbra ed io per renderla ancora più eccitante le tirò fuori i seni dalla giacca. Glieli accarezzo. Socchiudo gli occhi per qualche istante quando sento il calore della sua lingua su tutta la mia cappella. Li riapro ed osservo Farouk che oramai ha un uccello duro come il marmo che sta su fino allo sterno. Infatti è lungo forse 30 centimetri o poco più. È anche abbastanza largo da far paura. Lui se lo tiene alla base con una mano e lo volteggia come un’arma.
La sua cappella è leggermente più chiara. Ha un colore violaceo quasi bluastro che contrasta con il marrone ambrato del resto del suo cazzone. Le nervature del sangue in pressione lo fanno sembrare una scultura greca. Poi i suoi addominali scolpiti su cui svetta maestosamente il suo sesso lo incoronano vincitore unico della scommessa.
Mia moglie come apre per un momento gli occhi rimane sorpresa da quella vista. Infatti si ferma con la bocca per ammirare quel ben di Dio che si prospettava ai suoi occhi.
Le spingo la testa per farle capire di continuare per ben due volte prima di riprendersi. Infatti è ipnotizzata da quel cazzone. Ho scelto proprio bene il candidato per il mio proposito, non c’è che dire. Superdotato, educato e fisicato.
Gli faccio cenno di avvicinarsi a noi. Lui con fare tranquillo si avvicina e si mette con la sua proboscide a pochi centimetri da mia moglie. Io le faccio roteare il mio cazzo sulla guancia e poi lo sfilo con decisione e liberata la sua bocca dal mio sesso la spingo premendole la nuca verso Farouk.
Lei indugia poi, complice la presbiopia, si allontana leggermente per metterlo a fuoco e per osservarlo meglio. Le è stupita. La curiosità e la sorpresa di vedere un cazzone di quella portata le fa dimenticare la mia pressione.
Allora le prendo la testa e gliela avvicino forzatamente fino ad assicurarmi del contatto delle labbra di mia moglie con la sua cappella.
Lei apre la bocca come per prendergli la misura. Non riesce a circondargliela è troppo grossa. Incredibile! Lo comincia a slinguare dapprima con lentezza poi con movimenti sempre più ritmici usando le labbra e parte della lingua. Poi si ferma sul prepuzio e spalanca al massimo la bocca e praticamente riesce a catturargli tutta la punta mentre con entrambe le mani lo strofina dalla base. Lui comincia a grugnire. Allora Cinzia si stacca un attimo con la bocca mentre lui con una mano le toglie l’uccello dalle mani e lo sbatte schiaffeggiandoli sulla sua fronte. Io approfitto per appoggiarle il mio di uccello che trova subito l’accoglienza calorosa della sua lingua.
Lei mentre me lo spompina cerca con le mani il cazzone di Farouk. Lo trova e lo continua a segare mentre io sto quasi per sborrare. Ma non voglio allora lo tiro fuori. Non faccio in tempo a farlo che lui glielo risbatte sulle labbra che trova subito la sua calorosa accoglienza. E meno male che lei non voleva.
“Sei proprio un troia, l’ho sempre saputo che ti piace il cazzo!” esordisco con la voce rotta dall’eccitazione.
Lei :“Mmmhhhh……mmmhhhh!” non risponde nulla. Sento solo questo mugolio.
Mi sposto, mi metto in ginocchio, allargo le sue gambe in cerca della sua fica.
Non trovo nessuna resistenza ma anzi lei le apre oscenamente.
Vedo le mutandine di pizzo color nude che sono intrise dei suoi umori. Le calze autoreggenti lasciano una parte delle cosce scoperte che è molto sexy e con la lingua mi dirigo li. La bacio un po’ con le labbra ed un po’ con la lingua avvicinandomi sempre più vicino alla sua fica in fiamme. La sentivo pulsare come fosse un animale inseguito dal suo naturale predatore.
Mi aiuto con il dito a scostare lo slip ed allargo la lingua per assaporare il più possibile gli umori della sua fica.
Che sapore di femmina! Che donna! Che fica!!! Straordinaria e soprattutto voluttuosamente ed oscenamente alla mia mercè.
Lei mugola con un verso che mi fa capire che ha la bocca impastata e che sta respirando a malapena con il naso. Sento anche lui che ansima. Io preso da una febbrile eccitazione la stringo a me che quasi mi cade dalla sedia. Il cazzone di Farouk si sfila all’improvviso dalla bocca di mia moglie per il movimento improvviso. Io la sollevo prendendola in braccio e la adagio con vigore sul tavolo. Lei allora urla per il dolore che gli ho provocato ma non fa in tempo a dire nulla perché la penetro con forza con tutto il mio arrapento. Cerco la parete più interna della sua fica come a volerne grattare il fondo. Lei strilla un po’ dicendo qualcosa che non capisco perché non riesce a dirlo, in quanto la sua bocca viene riempita di nuovo dal super cazzone di Farouk. Adesso lui è di lato e le mette in bocca la cappella. Ritmicamente la scopa e le forza la guancia che si deforma ad ogni colpo di reni. Pare quasi che riesca a forargliela tanto è la sua foga.
A quella vista il mio cazzo esplode riversando nella sua fica calda e già bagnata di umori la mia sborra calda e bollente. Farouk aumenta ritmicamente i suoi movimenti fino a quando il suo urlo precede di alcuni secondi la sua esplosione di sborra calda. Cinzia è adagiata di lato. Parte del liquido seminale le esce da un lato della bocca. Il cazzone di Farouk adesso è appoggiato sulle sue labbra. Lui continua a strusciarlo con la complicità attiva di Cinzia. Ansima ancora ed ecco che altri fiotti di sperma arrivano e le inondano il mento fino a grondare sotto la gola.
Io sono ancora dentro di lei. Sento attraverso le pareti della sua fica,le sue contrazioni, il suo desiderio ed il suo godimento. Il mio uccello diventa uno stetoscopio che indaga i battiti del sesso in questo caso.
Lei con le dita si strofina le labbra e poi le porta dentro la bocca leccando ed ingoiando il suo nettare.
Lui allora le strofina il suo cazzone sulla gola intingendolo del suo seme che poi lo riporta alle sue labbra. Lei esegue. Glielo ripulisce fino a lucidargli la cappella che non ne vuol sapere di afflosciarsi. Questo giochino va avanti per un po’ fino a quando lei dice :”fermatevi…. ho bisogno di lavarmi”.
Tiro fuori il mio cazzo che oramai è già floscio. Sento il rumore del risucchio sfilandoglielo. È il rumore del sesso. Sospiro, mi gira un po’ la testa. Mi sento febbricitante.
Ho realizzato il mio sogno.
Farouk si ritira su i pantaloni e mi guarda sorridendo.
Gli sorrido anch’io complice.
Non so se vorrò rivederlo. Non so se desidero ancora che accada. Forse sono geloso. Si mi scopro geloso.
A volte il desiderio di realizzare un sogno è più eccitante di quanto non lo realizzi. Ma del resto come si fa ad ottenere una simile conferma se non dopo che l’hai effettivamente realizzato?
E pensare che fino a poche ore prima ero infelice e consumato dal dolore ed adesso ero felice ed appagato.
Beh, del resto la felicità è come un onda del mare che bagna gli scogli e la rinfresca con la sua spuma ma poi si ritrae e ritorna al mare. Così come il sesso!
È così che guardandomi allo specchio mi rendo conto sempre di più che mi sto consumando giorno dopo giorno. In tutto questo c’entra lei, mia moglie.
Cinzia è una donna straordinariamente bella. Una cinquantenne in piena fioritura. Una venere di Milo con le forme giuste e con un fisico meraviglioso ed elegante. Non è mai volgare anche quando indossa qualcosa di corto o attillato perché lei è sempre dignitosa e soprattutto ha un che di aristocratico. Si la definisco così una femminilità che più che scoprire “copre” lasciando immaginare ciò che cela con i suoi abiti.
Il tarlo che mi tormenta e mi tiene sveglio si chiama tradimento. Credo, anzi ne ho quasi la certezza, che mia moglie mi tradisca con un altro uomo. Per dirla tutta ne sono sicuro ma sono alla ricerca delle prove. La voglio svergognare davanti ai miei figli; lo voglio urlare davanti al mondo intero; vorrei con tutto me stesso che non fosse vero. Il dolore mi dilania. Ed è così che passo tutto il giorno a pensare a cosa stia facendo in quel momento. La immagino tra le braccia di un altro uomo, amante focoso e prestante mentre mi deride e svaluta la mia virilità. Divento un investigatore di fatto. Cerco di hackerare il suo cellulare senza successo. Provo a nascondere delle cimici per ascoltarla ed è proprio da quest’ultima che viene fuori la prima prova. Li sento scambiarsi parole dolci, orari d’incontro, piccoli litigi su alcune sciocchezze proprio come due fidanzatini. Ma la prova regina mi viene da una lettera indirizzata a lui in cui lei dichiara che è disposta a tutto pur di stargli vicino e, scrive ancora lei, non le bastano più i piccoli momenti rubati, le parole non dette, il sesso occasionale qua e là ma, specifica nella lettera, vorrebbe fare del buon sesso con lui fino ad assuefarsene.
Devastante leggere tali parole che diventano coltellate inferte sulla mia anima.
Ma devo affrontare la realtà.
Mi faccio coraggio e come se fossi in un aula di tribunale decido di indossare le vesti del giudice e chiamarla come imputata per il reato più doloroso che un uomo, per di più innamorato della propria moglie, possa subire:Il tradimento!!!
Il cuore mi batte forte all’impazzata e sembra volermi uscire dal petto. Le vene con leggero ritardo rispetto al cuore mi percuotono le tempie e mi ricordano ad ogni battito un dolore ridondante.
Lei adesso è davanti a me con lo sguardo da agnellino innocente. Sembra sorpresa della mia chiamata al banco degli imputati. Mi guarda incredula. Le dico che so tutto ma lei finge di non sapere nulla. Mi dice anche di non sapere di cosa stia parlando. Allora comincio una lenta inquisizione senza giocarmi tutte le carte. La voglio mettere all’angolo. Mi sentivo come un gatto con la sua preda per eccellenza: il topo. Dopo averle detto il nome del suo amante, il luogo degli incontri, gli orari, lei trova delle scuse farraginose che sostiene e che un giudice oggettivamente potrebbe ritenere sufficienti. Allora vado giù pesante e le faccio ascoltare l’audio di una delle conversazioni incriminate. Lei prova a giustificarle in vari modi dicendo che era uno scherzo. Il giudice (che sarei io) trova queste prove abbastanza compromettenti ma ammette che potrebbe esserci il beneficio del dubbio pur essendo una prova di fatto. Ecco allora che tiro fuori come un giocatore di scacchi la mia prova regina. La lettera scritta da lei ed indirizzata al suo amante.
Scacco matto!
Sgrana gli occhi, sento che trattiene il respiro per alcuni istanti e che a me sembrano una eternità. Poi sentendosi ormai in trappola scoppia in un pianto a singhiozzi. Non dice niente. Rimane lì senza scappare o dire qualcosa. Singhiozza ed il suo verso ricorda un ululato di un lupo in cerca del branco.
Io, mesto e dolorante nell’anima, apro i cassetti e comincio ad appoggiare i miei abiti, biancheria intima e calzini sul letto. Lei continua nel suo deplorevole lamento mentre io prendo la valigia e comincio a mettere dentro in maniera disordinata le mie cose sbattendole dentro.
“che fai?” Chiede lei.
Io non rispondo.
“che fai? Che stai facendo?” ancora.
Io continuo imperterrito come un automa a mettere dentro i miei abiti disordinatamente senza piegarli.
Lei mi prende le mani e mi dice “che stai facendo. Cosa vuoi fare?…..Dove vai?”.
Ed io con voce ferma e determinata scandendo le parole rispondo malamente ”me ne vado! Adesso arrangiati tu con la famiglia e con la casa!”.
Continuò a prendere tutto ciò che mi capita a tiro e continuo a ficcarlonella valigia. Lei urla e mentre mi allontano per prendere altre cose rovescia la valigia per terra e singhiozzando mi dice: “ non te ne andare,ti prego…..nooooo ti prego!”.
Io non la ascolto e continuò a prendere non so cosa ed a rimettere gli abiti caduti a terra per rificcarli nella valigia.
Lei mi si mette davanti e urla:” non puoi lasciarmi, dove vai, non puoi….. noooo !”.
Ed io continuo senza impietosirmi. Lei allora mi si mette in ginocchio e mi urla:” ti prego no, non mi fare una cosa del genere, ti prego no….no….”, e singhiozza ancora.
Presi il fiato per raccogliere tutta l’energia che potessero incamerare i miei polmoni ed urlai:” mi hai tradito, ti sei approfittata di me, mi hai fatto passare 25 anni a sospirare per fare qualche volta l’amore e me lo hai fatto sempre pesare. Ed adesso scopro che fai la puttana con un altro uomo e gli ti concedi anche come mai hai fatto con me. Sei la cosa peggiore che mi potesse capitare. Ed io… si io…. Mi sono ridotto a 50 anni a farmi le seghe ….. e mi dovrei pure vergognare…. Io … mi hai fatto sentire sporco solo perché volevo fare l’amore con te…. Mentre tu ti scopavi un altro e non solo…. conosco tutti i particolari…. e non vado oltre”.
Lei si zittisce e mentre piagnucola guarda il soffitto estraniata. Mi osserva mentre chiudo la valigia. La metto a terra. Lei mi si butta ai miei piedi e fingendomi la gamba mi dice :” ti prego perdonami, non lasciarmi…. ti prego ho sbagliato….. e poi non ho mai scopato con lui….. ti prego…!”.
A queste parole mi arrabbio ancora di più e le dico che lui la chiamava e le diceva cose del tipo:” ho l’uccello in mano e ti sto pensando. Vieni da me che voglio che me lo succhi.”. Ed ancora :” voglio incularti, voglio che tu senta il mio cazzo dentro di te…”.
La osservo con disprezzo ed aggiungo :” e tu saresti quella che non aveva mai voglia di fare l’amore mentre facevi la troia con lui?”. Finisco col dire :” ti ringrazio per avermi fatto scoprire chi sei veramente!”.
Lei adesso è alle corde. Piange e non riesce a dire nulla. Mi osserva mentre sollevo la valigia e comincio a scendere le scale per andare via.
Non finisco di scendere la prima rampa che lei corre verso di me, mi abbraccia da dietro e stringendomi mi dice:” ti prego non lasciarmi, morirei, ti prego… farò tutto quello che vuoi… ti prego…..”.
“Troppo comodo adesso”, rispondo io.
“Tutti questi anni, senza avere una donna, mi hai tolto il ruolo di uomo, ….. sono stato solo.. sempre solo… poi sempre le scuse per non fare l’amore. Quante volte ti ho aspettato invano… ma certo! Ce l’avevi chi ti scopava e ti faceva godere… anzi tu lo facevi godere…. Giusto o no?”.
Lei mi stringe ancora più forte ed urla piangendo:” perdonami, perdonami, farò tutto quello che vuoi… ma non mi lasciare…. Non mi lasciare… ti pregoooo….sigh….”.
“ ed io che mi sentivo in colpa perché mi masturbavo…. mi sentivo pure sporco…. Mentre tu te la spassavi…. glielo prendevi in bocca tutte le volte e glielo ripulivi… bene, brava…. a me solo le briciole”.
“ Farò tutto quello che vuoi, te lo giuro….ma non mi lasciare!”.
“ pensa che io sono arrivato anche a sognare di fare l’amore con te insieme a 2 uomini e mi sono sentito anche in colpa…. Mi sentivo anche sporco….. mentre tu…. Beh vuoi che ti racconti i particolari?”.
“ perdonami…. perdonami ti prego…. farò tutto ciò che vuoi…..”.
Allora con aria di sfida lascio la valigia sulle scale mi giro verso di lei e con un moto di disprezzo le dico “ succhiami l’uccello “ e mi sbottono la patta.
Lei incredula si sofferma sul mio sesso mi guarda perplessa.
“ dai… avanti… fammi vedere come facevi con lui e rimedia … dai “ e le sbatto il mio cazzo sul viso schiaffeggiandola sonoramente con la mia cappella.
Lei è impietrita. Io la guardo e le dico :” che c’è? Non vuoi…. Vuoi che chiami lui? Vuoi il suo di cazzo? Se ne vuoi due te li procuro non preoccuparti, troia che non sei altro!”.
Lei piange e rimane ferma davanti al mio uccello che oramai è durissimo e violaceo per la rabbia e l’eccitazione. Vedendo la sua indecisione mi allontano e rimetto il mio pene nello slip.
E lei :” no dove vai…non te ne andare… ti prego…. farò tutto ciò che vuoi…. Ma non mi lasciare… senza di te sono finita…” e dicendo questo si avvicina ai miei pantaloni si inginocchia e mi tira fuori l’uccello.
Lo comincia a leccare con la lingua che morbida mi avvolge tutta la cappella. Poi la invito a metterci tutta la zoccola che c’è in lei e quindi lo prende tutto in bocca fino quasi alla base. Sento la sua gola! Poi lo fa scivolare fuori e con le labbra e me lo preme con leggere intermittenze. Poi lo rimette in bocca e me lo struscia sulla guancia interna. Sento i suoi denti che sfiorano il mio sesso. Il calore della sua bocca mi provoca delle sensazioni straordinarie. Sto per venire. Glielo dico :” vengo e voglio che ingoi tutto e che me lo ripulisca come facevi con lui!”.
Sento il mio uccello esplodere nella sua bocca tanto che lei tossisce per l’inaspettata ondata. Alcuni rivoli di sperma le escono dalla bocca. Io esco dal caldo rifugio e le struscio la cappella sul mento per catturare alcune gocce fuoriuscite e glielo rimetto dentro. Con attenzione e dovizia lei me lo succhia fino all’ultima goccia che si affaccia di tanto in tanto sulla cappella. Ah che goduria. In 30 anni di matrimonio non avevo mai goduto cosi tanto.
La guardo con disprezzo e giudizio e le dico :” che mi sono perso in tutti questi anni….. bene… se vuoi che resti dovrai fare tutto ciò che dico io. Fare sesso in tutte le maniere e quando voglio. Questo è il minimo prezzo che tu possa pagare per compensare tutto ciò che mi hai fatto”.
Lei si asciuga le lacrime, mi abbraccia e sussurra:” svuota la valigia…. rimetti a posto i vestiti… dai!”.
Io, sazio per il momento dell’anticipo sugli arretrati, eseguo la sua indicazione. Salgo sopra e mentre comincio a svuotare la valigia sento lei che va in bagno a sciacquarsi la bocca ed i denti.
Le dico che ho voglia ancora di fare l’amore. Lei non dice nulla, inerme. Le dico che non mi piace così che la voglio un po’ zoccola ed un po’ intraprendente.
Le dico di mettersi un abito che ricordo mi faceva eccitare in quanto era molto sexy. Era un abito bianco di pelle. Era un tailleur composto da una giacca abbottonata davanti con solo 2 bottoni che mettevano in risalto i suoi seni per la scollatura profonda e la gonna sotto il ginocchio ma con uno spacco laterale che si apriva sul davanti proprio al centro. Poi apro il suo cassetto dell’intimo e le faccio indossare uno slip di pizzo color glicine con una lavorazione che lasciava delle trasparenze. Non aveva le auto reggenti e quindi ho lasciato stare le calze.
Lei si veste silenziosa e dopo alcuni minuti mi si presenta davanti. Ha ancora gli occhi lucidi e rossi per il pianto. Ma non mi faccio impietosire ripensando a ciò che avevo dovuto sopportare.
È bellissima e molto sexi.
Lei mi dice :” eccomi… sono tua!”.
Io le dico di sedersi sul letto. Lei mi guarda con aria interrogativa. Io con le mani le rinforzo ciò che le avevo chiesto indicandole il letto.
Lei si siede e mi guarda perplessa. Io le chiedo di accavallare le gambe. Inevitabilmente lo spacco si apre quasi all’inguine. Lei di riflesso si ricompone. Io le dico di lasciar stare lo spacco e di farlo aprire. La osservo voglioso. La desidero. La voglio. L’ho sempre desiderata e voluta ma non me la mai concessa. Ora è alla mia mercé.
Mi avvicino a lei. I miei pantaloni mostrano già il rigonfiamento per la mia eccitazione.
Le dico di aprire le gambe. Lei tentenna. La guardo con espressione eccitata ma perentoria. Lei allora apre le gambe e complice lo spacco p, il suo pube vestito da una sottile striscia di pizzo glicine si mostra in mezzo alle cosce. Lei si copre con la mano imbarazzata. Ed io con un po’ di cattiveria le dico :” ti copri con me….. mentre con lui…..”.
Lei allora capisce dove voglio arrivare e toglie le mani lasciandomi come unico spettatore di quel ben di Dio che tanto avevo desiderato e sognato.
“ Toccati…. stringi lo slip….. tiralo su…. dai….”. Lei tentenna un po’ e poi, dopo il mio sguardo feroce, afferra lo slip sulla pancia e lo tira verso l’alto. Il tessuto si tende, si stringe e poi entra tra le grandi labbra. I peli fanno capolino ai lati della sua magnifica fica. Io mi avvicino e comincio a sentire l’odore del suo sesso. Le dico di tirarsi un po’ più indietro e le faccio appoggiare una gamba sola sul letto piegandola. L’altra gamba rimane a terra con il suo tacco in bilico. La sua fica adesso è anche un po’ più aperta data la posizione. Le apro un po’ la giacca senza sbottonarla e libero i suoi seni che meravigliosi aggiungono alla scena già piccante il massimo dell’erotismo. Il mio cazzo esplode dentro i pantaloni ma non voglio andare subito al sodo. Voglio godermela tutta e con calma.
Ritorno vicino alle sue cosce e le comincio a baciare il suo interno. Scivolo con la lingua e mi avvicino alla sua calda cavità. Vedo che lo slip ha un alone. È più scuro nei pressi delle grandi labbra. È bagnata. È umida di umori. La zoccola si sta eccitando. Con la lingua cerco di scostare lo slip. È teso e quindi non c’è la faccio. Mi aiuto con le dita. Lo scosto spostandolo di lato e quello che vedo è una fica straordinariamente calda, umida, zeppa di umori che sa di sesso. Con la lingua esploro tutta la sua femminilità. Sulla lingua mi si formano tanti filamenti di umori della sua fica che mi procurano sensazioni sconosciute perché solo immaginate. Lei ha degli spasmi e si contorce quando la lecco in particolari punti. Le dico di afferrarmi la testa e guidarmi per farmi capire se le sta piacendo. Mi prende per i capelli e dolcemente mi spinge a se. Io arrotondo un po’ la lingua e imitando un forma cilindrica e la penetro per metà della sua vagina. Sento che lei adesso mi preme più forte. È il segnale che le sta piacendo. Intanto il mio cazzo urla nei pantaloni ma lo tengo a bada. Voglio godermela ancora tutta la situazione. Intanto che con la mia mano destra le tengo la gamba sollevata la mia sinistra cerca i suoi seni che morbidi e voluttuosi aggiungono sensazioni ed eccitazione al mio tatto. Adesso lei mi preme tantissimo sulla sua fica tanto che non riesco a respirare. Forzo un po’ la sua presa e mi allontano qualche centimetro per prendere aria. Solo alcuni secondi perché adesso con la lingua cerco il suo buco più stretto che trovò già impregnato degli umori della sua fica con la mia saliva. Come la tocco con la lingua lei si contorce e mi si sposta un po’. Lascio il suo seno e con la mano le premo la pancia per farla stare ferma. Ritorno sul suo orifizio mentre cerco di aprirlo e forzarlo con la mia lingua. Niente da fare è chiuso e contratto. Allora uso le mie dita sulla sua fica. Le infilo l’indice ed il medio per tutta la lunghezza. È calda e scivolosa come il burro. Essendo dentro di lei faccio leggermente forza verso l’alto per inarcarla. Adesso il suo buchetto è proprio davanti a me in una posizione più comoda. La comincio a scivolare e bagnare tutta. Lei cerca di dimenarsi ma le mie dite la ancorano al mio piacere. Sento che sta cedendo . Lei mugola, urla leggermente con la voce strozzata. Riesco ad entrare per alcuni centimetri e sento una esondazione di umori in piena nella sua fica. Sta godendo la troia. Non mi ha mai voluto dare il suo culo, per tanti motivi. Faceva la schizzinosa ed adesso invece tradiva il piacere nel sentirselo come oggetto del desiderio e della penetrazione. Il mio cazzo pulsa nei pantaloni ed sono tentato di penetrarla proprio in quel momento. Ma resisto perché voglio dilatare e gustare ogni istante di questo amore cercato invano durante tutti gli anni di matrimonio.
Adesso le mie dita si fermano un attimo dentro di lei e con il pollice cerco l’altro buco. Le appoggio il pollice al suo ingresso e premo leggermente. Lei contrae il muscolo e oppone resistenza. Forzo un po’ ma è tesa contratta. Allora comincio a rimuovere tutta la mia mano e la sua fica si riaccende agli spasmi di piacere. Sincronizzo i suoi spasmi e mugolii ed al momento di uno di essi il mio pollice entra con decisione nel suo culo. Urla e mi dice :” mi fai male… mi fai male…. ma io non demordo”. Cerco di entrare un altro po’ fino a a quando non sento il suo orifizio che si abbandona e si ammorbidisce.
“ ah….mhhhh….. dai…. dai……..”. Allora le dico :” ma non ti faceva male fino a qualche istante fa?”.
“Sei una troia lo so, e ti piace il cazzo…. l’ho sempre sospettato ma non ne avevo le prove”.
“Mmmmhhh ….. dai……dai……daiiiiiiiii….. “ e urlando di piacere mi preme le mani per aumentare il suo piacere.
“ si ti piace il cazzo….. ma non il mio… ne cercavi un altro…… come ce l’aveva lui? Eh… allora come ce l’aveva lui?…. Dimmelo su?”.
Lei mugola e ansima senza rispondere ma io la incalzò.
“ come ce l’aveva il tuo amante dimmelo su?…. Ce l’aveva grosso?…… più del mio?…. Dimmelo zoccola…. sei una zoccola…..” Il mio cuore batteva all’ impazzata.
“….. si aveva un cazzone…. più del tuo…. siiiii…. era grosso……mmhhhhhh era un bel cazzo…..”.
Allora io preso dalla gelosia e dalla rabbia mi slacciai i pantaloni e le sollevai entrambe le gambe appoggiandomele sul mio petto e senza indugio la penetrai lì dove per me era sempre stato tabù.
Lei urlò di dolore e chiuse gli occhi. Io la stantuffai è la penetrai per tutta la lunghezza del mio cazzo e mi fermai quel poco che bastava per non venire.
La guardo e le dico :” quando ti inculava ti faceva male? Su dimmelo….. non parli più adesso…. ci vorrebbe il suo cazzone qui per tapparti la bocca…..anzi… la prossima te lo trovo io un cazzone per scoparti in due…. Così godi doppiamente e mostri la zoccola che sei”.
“Mmmmhhhhh…. siiiii……..” adesso sento che le piace. Le mie dita vanno a cercare il suo clitoride e mentre la sbatto con veemenza e glielo stimolo.
Sento che urla adesso. Sta venendo. Esplodo anch’io dentro di lei. I miei movimenti si fanno più scivolosi. Lei mi preme con le sue mani per sentirmi il più possibile. È evidente che le piace. Mi stringe ancora più forte per sentirmi tutto dentro ma ormai il mio cazzo si sta affievolendo. Sono anche un po’ sudato. Lo tirò fuori e sento un rumore come di bottiglia stappata. Il suo culetto stretto mi ha regalato delle sensazioni inimmaginabili.
La bacio in bocca. Sento la sua saliva leggermente salata che è mischiata con le sue lacrime. Mi sussurra all’orecchio:” perdonami…. perdonami!”.
Io inebriato da quel momento le dico :” ti amo…. ti amo tantissimo…. ma mi hai fatto soffrire tanto…. Quindi non pensare che finisca tutto con una scopata”. La guardo, sospiro e aggiungo :” vediamo come ti comporti in futuro!”.
Adesso sono soddisfatto a metà per quello che mi stava accadendo. Mi sento appagato ma con un senso di colpa che non mi abbandona. Ma imperterrito voglio perseguire la mia vendetta e riappropriarmi della vita sessuale. La mia vita sessuale, si, a cui ogni uomo ha diritto.
Lei si alza e corre in bagno. La sento scaricare l’acqua. Probabilmente si sta svuotando del mio seme. Entra poi sotto la doccia. Io scendo di sotto e mi siedo a guardare un po’ di tv. Lei scendo dopo una decina di minuti. Non dice niente. Indossa un abito a fiorellini lungo che solitamente usa per casa. Non porta i tacchi ma è comunque elegante e sempre bella. Ecco, questo è per me fonte di dolore e piacere. Dolore perché non riesco a possederla,almeno questo fino a poche ore fa, piacere perché essere sposato ad una donna del genere è anche motivo di piacere.
Io guardo la tv come se niente fosse e lei comincia a preparare qualcosa da mangiare. Io intanto comincio già a fantasticare con la mente sul sesso. Adesso mi sento come un bambino con un giocattolo nuovo e che fantastica su come usarlo.
Lei non mi rivolge la parola. Lo sento che è irritata per il trattamento che le ho riservato ma tale è il suo senso di colpa che tace. Sa benissimo che se vado via si troverebbe in un mare di guai.
Io comincio a fantasticare sul fare l’amore con un altro uomo insieme a mia moglie. Mi eccito a pensarla con un cazzone in bocca mentre io le lecco la fica oppure la scopo. Si magari il cazzone di un ragazzo di colore. Oppure di un uomo dotato che le spacchi tutti i suoi buchi. Mi sorprendo con l’uccello di nuovo in tiro. Sono tentato dal tirarmelo fuori e farmelo succhiare. Ci rifletto un po’ mentre lei armeggia in cucina. Conscio di tutto ciò che ho dovuto reprimere mi slaccio i pantaloni me lo tiro fuori.
La chiamo e lei mi risponde bruscamente “che vuoi?”.
Il suo tono mi fa leggermente irritare allora la chiamo con forza e le dico :” Cinzia vieni qui, il mio cazzo ti desidera!”, mentre armeggio con il mio uccello.
Lei dice “: basta, ma cosa vuoi da me?…..,finiscila!!!”.
Ed io“….cosa voglio?…….. Tutto ciò che mi hai negato negli anni. Vieni e prendimelo in bocca e con amore altrimenti davvero me ne vado e ti mollo da sola!”.
Lei si avvicina mi guarda e scoppia a piangere. Io non mi impietosisco perché il ricordo dell’audio in cui il suo amante si tirava fuori l’uccello menandoselo e le diceva che l’aspettava per sborrarle sul viso mi rendeva spietato. E lei correva subito dal lui per accontentarlo.
Io allora le dico:” perché piangi, dici che mi ami e che ti devo perdonare e va bene. Ma se ti chiedo di fare quello che facevi a lui piangi. Non mi torna qualcosa. Vuoi che ti faccia sentire come gli rispondevi? Oppure come correvi subito da lui?”.
“avanti prendimelo tutto in bocca e con passione altrimenti te lo tolgo dalla bocca il mio cazzo. Lui si merita il meglio!”.
Mi si avvicina, esita un po’, poi si tira indietro i capelli e mi prende il cazzo con una mano e comincia menarmelo. Poi dopo un po’ che la guardo con espressione interrogativa comincia a leccarlo. Lo lecca meccanicamente, lo sento. È arrabbiata, forse ho esagerato. Allora cambio strategia. Le sussurro all’orecchio :” ti voglio, ti desidero tanto, il mio cazzo vuole solo te. Amalo, è il tuo bambino. Accarezzalo come fosse una cosa preziosa!”.
Lei allora si ferma e rimane immobile con la cappella proprio sulle labbra. Mi guarda. Mi fissa. È insistente! Mi sfida! Io la guardo ancora più insistentemente. La sfido anch’io. Rimaniamo così immobili per un tempo che non saprei calcolare. Forse alcuni secondi o forse un minuto. Non so!.
Allora mi arrabbio, le tolgo l’uccello dalla bocca e mi alzo.
Lei urla :” no aspetta… aspetta!” e non faccio in tempo a dire nulla che mi spinge indietro e ricado sulla poltrona. Mi riapre la patta dei pantaloni e mi tira fuori senza difficoltà l’uccello e comincia prima con uno strofinio delle labbra su tutta la cappella poi apre la bocca e la circonda con il calore dalla sua lingua senza farlo entrare tutto. Lo ritira fuori e con le labbra semi aperte mi scivola tutto il cazzo fino alla base. Arrivata sulla zona dei peli me lo mordicchia un po’ per poi ripartire questa volta con la lingua che morbida e dilatata il più possibile me lo scalda ed inumidisce tutto.
Che goduria! Dove era prima questo capolavoro di femmina?
Adesso arriva alla cappella e con un rumore tipico del risucchio lo ingoia letteralmente con una lentezza da vera maestra facendomi provare sensazioni estatiche.
Non resisto e quando le tocco la gola con la cappella il mio cazzo esplode con tutta la sborra rimasta della giornata. La sento tossire ma non se lo toglie dalla bocca. Respira, si ferma un po’ poi deglutisce e con la stessa lentezza con cui mi ha ingoiato l’uccello lo ritrae dalla bocca . Si ferma con le labbra appoggiate sul prepuzio. Un ultimo spasmo di piacere mi fa emettere qualche gocciolina di sperma che lei strofina con le labbra su tutta la cappella per poi leccarla tutta.
Ora sì che sono soddisfatto! E glielo dico :” ecco…. questo è un pompino…. anzi questo è il pompino migliore della mia vita. Si vede che lo hai fatto con amore!”.
La guardo impietosito e le dico sottovoce :” vieni qui….. vieni….dai”., e la abbraccio e le do un bacio sulla bocca. Sapeva ancora del mio sesso.
Mi abbraccia e rimaniamo in silenzio per qualche minuto. Poi si alza e sale per andare in bagno a lavarsi.
Ceniamo senza scambiarci troppe parole. La sento in difficoltà. Ma non esagero nel maltrattarla. È sempre mia moglie e la donna della mia vita.
Andiamo a letto presto perché stanchi date le forti emozioni della giornata. La bacio in bocca prima di chiudere gli occhi e le sussurro:” ti amo!”.
“ anch’io!”, e tira un lungo sospiro.
Il mattino seguente mi alzo presto e decido di chiamare in ufficio per prendermi un giorno di permesso. Voglio approfittare di questo momento particolare e, affamato di sesso, comincio a fantasticare sulla giornata che mi si apre davanti.
Lei si alza verso le 08:00 ben due ore più tardi di me. Porta il suo pigiama. I suoi capelli sono sgualciti e tirati indietro da una molletta. I suoi occhi mostrano il make Up sbavato che le danno un che di donna sonnambula. Mi accenna un sorriso e mi dice buongiorno.
La saluto stampandole un bacio sulla guancia e stringendola a me per abbracciarla. Lei non partecipa più di tanto ma non me ne preoccupo. So che è presa dal senso di colpa e stizzita per averle fatto soddisfare le mie pulsioni.
Si siede per fare colazione accanto a me mentre io comincio a fantasticare sul partner che posso coinvolgere nel mio gioco di dominazione erotica.
Un ragazzo di colore sarebbe fantastico ma non voglio rischiare di macchiare il nostro nome e la nostra famiglia e far passare mia moglie per una zoccola. È pur sempre mia moglie.
Allora faccio una lista mentale degli uomini papabili e comincio a scartarli ad uno ad uno. Il meccanico no, il ragazzo del caffè no, l’idraulico non mi sembra adatto, un mio collega è troppo rischioso. Penso anche di trovarlo su internet ma ho troppa paura di chi potrebbe farci del male.
Poi all’improvviso ho una illuminazione. Me la tengo per me!
Dico a mia moglie di prepararsi che usciamo a fare delle compere. Le voglio fare acquistare degli abiti e dei completi intimi per soddisfare le mie fantasie. Ora la mia mente è illuminata dai fuochi pirotecnici per le tante situazioni e scenografie che mi si compongono. Ero eccitato di eccitazione. Un vulcano in piena eruzione.
Le dico perentorio di rimettersi la gonna di pelle bianca che le ho fatto indossare il giorno prima con la sua giacca. Il tacco deve essere vertiginoso. Poi le chiedo di indossare le calze a rete colore nude che a me piacciono tanto. E l’intimo lo scelgo io con cura. Stavolta il pizzo è nero.
Io intanto mi faccio una doccia ed esco già con l’uccello dritto per la fantasia che si animava nella mia testa. La immaginavo mentre scopava con un altro uomo ed ovviamente insieme a me. Ed oggi avrei fatto di tutto per arrivare a questo.
Sono indeciso se farmi fare un pompino oppure no. Declino per avere tutta l’energia per l’eventuale incontro a tre del giorno. Ma non mi nascondo agli occhi di mia moglie anzi glielo mostro. Resisto alla tentazione e mi vesto anch’io. Lei adesso si sta mettendo un po’ di make Up come il suo solito. Controllo che abbia capito cosa deve indossare e scendo sotto ad aspettarla. Fantasticavo sul mio progetto . Se tutto va secondo i miei piani oggi avrei realizzato il mio sogno erotico di una vita.
Lei scende. Il suo umore è greve. Io le sorrido e le ricordo che la amo e che le vie dell’amore sono infinite.
Sorride forzatamente e mi dice :” andiamo su!”.
Lei è bellissima con il bianco che le sta a meraviglia. Poi questo completo la stringe in vita e le esalta il seno facendolo diventare prorompente. La pelle bianca poi chissà perché mi eccita al contrario della pelle nera che trovo quasi sadomaso e che odio.
Indossa una décolleté nera lucida tacco dodici con un doppio laccio alla caviglia che la avvolge. È molto femminile.
Insomma è una vera donna di classe attraente e soprattutto non volgare. Ma il pezzo forte di questo abito e lo spacco che si apre verso il centro e che quindi la rende particolarmente sexi.
Saliamo in macchina ed ovviamente quando si siede le si scoprono le gambe. Lei si ricompone subito come farebbe qualsiasi donna bon ton. E lei lo è. È proprio questo particolare che me la rende eccitante. Se fosse una zoccola non proverei questa attrazione fatale per lei.
Prendo la superstrada per andare nel centro commerciale a fare compere e dopo alcuni kilometri mi fermo per fare benzina. Conosco il ragazzo che lo gestisce perché mi fermo sempre a fare il pieno. È sempre gentile. È carino, ha circa 35 anni, fisico da palestra e abbastanza curato. Ha una leggera barba che lo fa sembrare un po’ arabo ed in parte lo è essendo di nazionalità marocchina e questo me lo fa immaginare apparentemente dotato. Si perché vista la ghiotta occasione non vorrei sprecarla con qualcuno che non sia all’altezza di mia moglie.
Arrivo davanti alla pompa e Farouk, questo è il nome del ragazzo, mi si avvicina sorridendo. Io scendo e gli dico di farmi il pieno. Poi scambio qualche parola con lui ed infine gli chiedo se può pulirmi per gentilezza il parabrezza.
Lui ovviamente mi risponde di sì e mentre la pompa di benzina continua ad andare lui prende il lavavetro e con la spugna spruzza il detergente sul vetro. Vedo che lui è subito attratto dalla vista di mia moglie ma per rispetto a me non lo dà a vedere. Io mi avvicino e vedo mia moglie con lo spacco chiuso dalla mano che teneva il lembo della gonna. Allora mi viene in mente un’idea. Prendo il cellulare e gli mando un whatsapp e le scrivo:” apriti subito quella cazzo di gonna. Subito!”. Sento subito il suono del messaggio e vedo lei che alza la mano per leggerlo. Intanto Farouk era ancora intento a passare il sapone dalla parte del guidatore. Non passo davanti a vedere se mia moglie ha eseguito l’ordine ma vedo che Farouk sgrana gli occhi e rallenta il gesto della pulizia del vetro. Immagino cosa stia vedendo. Immagino che mia moglie abbia eseguito il mio ordine. Io faccio finta di niente e guardo il contatore dei litri della benzina che continua ad andare ma cerco sul vetro della pompa il riflesso di quello che sta accadendo. È impercettibile ma lo colgo. Lui insiste nella pulizia del vetro e fa finta forse di togliere un moscerino. Io lo osservo celato dal mio sguardo sulla pompa. Track! La pompa si ferma all’improvviso perché il serbatoio è pieno e lui allora fa un’ultima passata stavolta dalla parte del passeggero. Gli vedo già la sua patta che mostra un contenuto che dovrebbe essere all’altezza delle aspettative. Staremo a vedere.
Lui viene da me e toglie il manicotto della benzina stampandomi un bel sorrisone. Forse voleva sondare se mi ero accorto della situazione. Ma io feci finta di niente. Data la confidenza che avevo con lui in questi anni di rifornimenti continui mi chiede :” oggi dove sei diretto?”
Io rispondo :” sono in città oggi e non vado fuori. Oggi mi godo la giornata”. E nel dire questo mi avvicino al finestrino di mia moglie e le dico di prendermi la tessera nel cruscotto. Lei abbassa il finestrino e me lo passa. Nel fare questo saluta con un sorriso il benzinaio. Lui rivolgendosi a me mi chiede :” È tua moglie?”.
“ si caro, e mia moglie. Cinzia!… Cinzia lui e Farouk. Lui è bravo perché mi mette sempre i punti sulla tessera”.
“ Piacere!”, disse lei porgendole la mano. Vedo lui che la guarda negli occhi ma per un impercettibile istante li abbassa per guardargli le gambe. Me ne accorgo! Il mio piano comincia a realizzarsi.
“Oggi andiamo a fare un po’ di spesa e poi ci facciamo un bel piatto di gnocchi al pomodoro così ci godiamo la giornata”, dico io sorridendo :”oggi niente lavoro!“.
“ Buoni gli gnocchi, In Italia è uno dei piatti più buoni che ho trovato. Peccato che non li mangio spesso perché la mia compagna non li sa fare!”.
L’esca stava funzionando. Io lesto rispondo :” se vuoi venire oggi sei nostro ospite a pranzo. Mangi e poi torni al lavoro. Tanto abitiamo qui vicino!.
Lui risponde :” grazie no…..non vorrei disturbare, non lo so! “.
Guardo mia moglie che aveva sgranato gli occhi perché aveva intuito il mio piano.
Lei dice:” ma se Farouk deve lavorare forse non fa in tempo”, cercando di sviare la situazione.
Farouk risponde che il pomeriggio lui non è di turno e che per lui non è un problema. Ma aggiunge :” davvero non voglio disturbare!.
Io entro a gamba tesa e gli dico :” alle 13:30 ti aspettiamo! Davvero ci fa piacere. Mangi e poi se hai da fare vai. Tieni questo è l’indirizzo”.
Gli stringo la mano, dice buongiorno e ringrazia mia moglie mentre mi riavvio in macchina per andare a fare spese.
Adesso sento lo sguardo penetrante di Cinzia addosso e mi dice:” che ti sei messo in mente? Sei pazzo?”.
“ non sono pazzo…. Voglio solo quello che ho desiderato per tanto tempo! Prendere o lasciare! Io non ti obbligo. I patti sono chiari!”.
Dopo un attimo di silenzio aggiungo :”Scegli tu se mi devo fermare a comprare gli gnocchi”.
Lei non risponde. Io comunque mi fermo davanti alla gastronomia ed aspetto. Lei è di ghiaccio. Rimane ferma lì senza dire una parola. Io intanto ho spento la macchina. Lei guarda fuori dal finestrino. Minuti di immobilità sospesi in bilico tra l’accettazione o la ribellione.
Io mi spazientisco ed accendo la macchina. Lei come sempre mi porta al limite per saggiare la mia determinazione. Infatti non faccio in tempo ad ingranare la marcia che lei apre la porta e scende. È andata. Ho vinto! Ha accettato. Per forza! Sa cosa le aspetta se mi dice no.
Per la via di casa mi fermo in un negozio di intimo e scendiamo a comprare qualcosa. Le suggerisco le auto reggenti bianche e quelle color nude. Anche il rosso mi piace ma per non spendere troppo ci fermiamo ai primi due. La sua fica ancora folta di ciuffi sale e pepe risaltano benissimo sul intimo bianco o sul nude per cui li preferisco.
Arriviamo a casa e subito glieli faccio indossare. Con la gonna di pelle bianca scelgo il color nude. Lei sale sopra mentre io comincio ad apparecchiare la tavola. Lei riascende poco dopo. Le chiedo di farmela vedere ma lei è troppo arrabbiata. Comunque vedo le sue gambe che indossano le calze appena acquistate.
Mi sento già l’uccello in tiro. Ma ho imparato l’arte dell’aspettare e di godere le cose a fuoco lento.
Lei improvvisa un sugo fresco con del pomodoro e basilico. Io metto in freezer un rosato per accompagnare il piatto. L’acqua nel frattempo bolle.
“Driiiinnn”. Facciamo un sobbalzo per la sorpresa o forse per la tensione. Mi affaccio. Si è lui, Farouk.
Lo invito ad entrare. Porta un mazzo di fiori. Sono dei tulipani colorati bellissimi. Li porge a mia moglie. Lei lo guarda stupita e ringrazia. Non se l’aspettava e nemmeno io onestamente.
Farouk è più carino del solito. Io lo vedevo sempre con la divisa da benzinaio. Ora indossa una tuta da ginnastica dell’Adidas. I pantaloni sono grigio chiari stretti e leggermente aderenti. La t-shirt è bianca con la scritta Adidas ed il giubbetto nero reca le tre strisce bianche del logo. Sembra più giovane del solito.
Poi, i pantaloni di un tessuto leggero abbastanza aderente, mostra in funzione della postura, un pacco promettente.
Lo faccio accomodare a tavola mentre Cinzia, dopo aver messo i tulipani in un vaso, fa scivolare gli gnocchi nell’acqua bollente.
Apro la bottiglia di vino e ne verso un po’ a lui ed a me. Poi osservo il bicchiere vuoto di mia moglie e ne verso un po’ anche a lei. La chiamo e la invito a brindare assieme al nostro ospite.
Mentre cammina e si avvicina al tavolo ad ogni suo passo la gonna le scopre un po’ la coscia. Vedo che lui comunque la guarda. Si avvicina e senza sedersi prende il bicchiere e li facciamo tinyinnare brindando agli gnocchi. Il vino è fresco ed accogliente e dopo alcuni minuti l’allegria ci contagia. Arriva Cinzia con il vassoio di gnocchi e lo appoggia al centro tavola. La tavola è quadrata. Io sono di fronte a Farouk. Mia moglie è di fianco a tutti e due.
Serve prima lui e poi me. I piatti sono fumanti ed abbondanti. Il suo è appena riempito. Lei ci tiene alla linea.
“ buon appetito!” dico io iniziando a mangiare.
Lui subito esordisce dicendo :”mmmm…. sono buonissimi signora!”, ed io aggiungo :” ma che signora, lei si chiama Cinzia!”.
Lui sorride in segno di gratitudine. È educato. Sento dentro di me che è la persona giusta.
Mangiamo ascoltando le parole di Farouk che elogia la bontà di quel piatto aggiungendo che nel suo paese non si fanno.
Io sorrido e vedo che anche mia moglie comincia a sorride un po’ più distesa. Forse un po’ le piace. Lo spero. Sento che è l’uomo giusto per il mio sogno erotico.
“Farouk come mai sei venuto in Italia?” Chiedo io.
“Sono quasi vent’anni che sono qui”. Risponde lui
“ in cerca di lavoro ?”
“No, mio padre si è sposato una Italiana e quindi poi si è trasferito definitivamente”.
“ Ah, quindi la mamma è Italiana?”.
“Si,si”, risponde lui.
“ E tuo padre si trova bene in Italia?”.
“Beh, all’inizio ha avuto tante difficoltà. Gli Italiani hanno molti pregiudizi su noi africani. Ovviamente non tutti”, aggiunse riferendosi a noi.
“certamente ci sono persone e persone” annuisco.
Poi Farouk aggiunge :” gli Italiani pensano che gli africani siano delinquenti, che trattano male le donne, che sono inclini a spacciare la droga, che siamo venuti a rubarvi il lavoro…..insomma un sacco di cose brutte”.
Io lo interrompo e dico :” beh, ci sono anche voci che dicono bene di voi…..che voi…. beh…. voi africani insomma mi hai capito!?” e termino la frase con un sorrisetto ironico.
Lui non intende e risponde:” che cosa? ……non capisco!”.
Ed io che lo incalzo:” Farouk …. intendo che voi africani …….”, mi scosto con la sedia indietro e mi tocco il pacco per fargli capire ed aggiungo :” insomma ce l’avete più grosso di noi……mah!”, esclamo io “ sarà vero?!?”.
E scoppiamo in una fragorosa risata mentre mia moglie è attonita perché intuisce dove voglio arrivare.
Vedo Farouk che è imbarazzato soprattutto per il fatto che mia moglie non ride. Poi deglutisce ed aggiunge :” mica tutti sono uguali…. dipende….. comunque mediamente si”, e sorride.
“Quindi sono svantaggiato io. Se mia moglie conoscesse un uomo africano mi lascierebbe!” esclamo io scherzando e poi mi rivolgo con lo sguardo a mia moglie.
Cinzia imbarazzata biascica qualcosa e dice :” piantala con queste sciocchezze “.
Io la incalzò e dico :” come faccio a sapere se io sono dotato se non mi confronto con un altro uomo?….scusa eh!”.
Poi continuo :” io devo sapere….. se non mi tolgo questo dubbio rimango sempre con una incertezza!”.
Farouk sorride maliziosamente e aggiunge :” beh con me perdi!…. non ti conviene”.
Io gli guardo in direzione della patta che è coperta dal tavolo e facendo questo mi stringo i pantaloni per mostrargli lo spessore del contenuto.
Lui allora scosta la sedia, si alza e con le mani si preme la tuta per evidenziare il suo di pacco. Mi ravvedo! Onestamente ha ragione a prima vista.
Io allora dico a Cinzia di fare da giudice. La invito dicendogli :” Cinzia secondo te? Chi c’è l’ha più grosso il pacco?”.
Lei è impietrita. Io le batto una spalla in senso di dire o fare qualcosa e lei reagisce dicendo che devo smetterla.
Io oramai sono invasato e dico :” Farouk che ci vuoi scommettere?”.
“Quello che vuoi” risponde lui.
“….mmmmhhh…. Allora se vinco io mi fai un pieno di benzina gratis, se vinci tu …………..mmmmmm vediamo…….ehm….ehm…..mia moglie ti fa un pompino con i fiocchi in mia presenza.”.
Lui sgrana gli occhi e guarda mia moglie che nello stesso istante diventa paonazza ed i suoi occhi esprimono tutta la rabbia della situazione. Farouk non crede alle sue orecchie. Rimane perplesso ed in silenzio per alcuni istanti.
Poi io lo incalzo e dico:” tu poi non me la racconti bene…. il tuo pacco è tutta stoffa dei pantaloni ed è per questo che sembra più grande……. insomma ci stai con la scommessa?”.
Lui risponde :” …ma sei sicuro?”.
“ CERTAMENTE!!!!” gli rispondo con tono alto di voce e di sfida.
“beh, allora d’accordo……facciamo come dici tu….”, dice lui.
Tolgo i piatti ed i bicchieri dalla tavola in un baleno e dico rimanendo in piedi :” ecco la prova del nove” e mi slaccio i pantaloni ed appoggio il mio uccello semi eretto sul piano del tavolo.
Lui allora fa la stessa cosa. Si abbassa i pantaloni della tuta. La sua cappella era già fuori dallo slip che non lo conteneva. Come lo abbassa si srotola sul tavolo un qualcosa che definirlo cazzone era riduttivo. Non era nemmeno eretto ma era il doppio del mio.
Io sgranò gli occhi e dico per giustificare la evidente sconfitta :” aspetta che il mio si deve indurire cosi guadagna un po’ di spessore e lunghezza”.
Farouk sorride ed aggiunge :” questo è un pisello africano caro mio…. non puoi vincere…..dai…che dici?”.
Aspetta faccio un tentativo per vedere se recupero e nel dire questo mi avvicino a mia moglie e le metto il mio uccello oramai quasi eretto sulla bocca.
Le dico :” dai prendimelo in bocca ….fammi vincere la scommessa…. fammelo diventare duro…. non voglio perdere”.
Lei come al solito tentenna e non partecipa, vuole sempre portarmi al limite. Le dico una cosa all’orecchio e questo le fa aprire la bocca per cominciare a succhiarmelo.
Comincia il suo lavoro con le labbra ed io per renderla ancora più eccitante le tirò fuori i seni dalla giacca. Glieli accarezzo. Socchiudo gli occhi per qualche istante quando sento il calore della sua lingua su tutta la mia cappella. Li riapro ed osservo Farouk che oramai ha un uccello duro come il marmo che sta su fino allo sterno. Infatti è lungo forse 30 centimetri o poco più. È anche abbastanza largo da far paura. Lui se lo tiene alla base con una mano e lo volteggia come un’arma.
La sua cappella è leggermente più chiara. Ha un colore violaceo quasi bluastro che contrasta con il marrone ambrato del resto del suo cazzone. Le nervature del sangue in pressione lo fanno sembrare una scultura greca. Poi i suoi addominali scolpiti su cui svetta maestosamente il suo sesso lo incoronano vincitore unico della scommessa.
Mia moglie come apre per un momento gli occhi rimane sorpresa da quella vista. Infatti si ferma con la bocca per ammirare quel ben di Dio che si prospettava ai suoi occhi.
Le spingo la testa per farle capire di continuare per ben due volte prima di riprendersi. Infatti è ipnotizzata da quel cazzone. Ho scelto proprio bene il candidato per il mio proposito, non c’è che dire. Superdotato, educato e fisicato.
Gli faccio cenno di avvicinarsi a noi. Lui con fare tranquillo si avvicina e si mette con la sua proboscide a pochi centimetri da mia moglie. Io le faccio roteare il mio cazzo sulla guancia e poi lo sfilo con decisione e liberata la sua bocca dal mio sesso la spingo premendole la nuca verso Farouk.
Lei indugia poi, complice la presbiopia, si allontana leggermente per metterlo a fuoco e per osservarlo meglio. Le è stupita. La curiosità e la sorpresa di vedere un cazzone di quella portata le fa dimenticare la mia pressione.
Allora le prendo la testa e gliela avvicino forzatamente fino ad assicurarmi del contatto delle labbra di mia moglie con la sua cappella.
Lei apre la bocca come per prendergli la misura. Non riesce a circondargliela è troppo grossa. Incredibile! Lo comincia a slinguare dapprima con lentezza poi con movimenti sempre più ritmici usando le labbra e parte della lingua. Poi si ferma sul prepuzio e spalanca al massimo la bocca e praticamente riesce a catturargli tutta la punta mentre con entrambe le mani lo strofina dalla base. Lui comincia a grugnire. Allora Cinzia si stacca un attimo con la bocca mentre lui con una mano le toglie l’uccello dalle mani e lo sbatte schiaffeggiandoli sulla sua fronte. Io approfitto per appoggiarle il mio di uccello che trova subito l’accoglienza calorosa della sua lingua.
Lei mentre me lo spompina cerca con le mani il cazzone di Farouk. Lo trova e lo continua a segare mentre io sto quasi per sborrare. Ma non voglio allora lo tiro fuori. Non faccio in tempo a farlo che lui glielo risbatte sulle labbra che trova subito la sua calorosa accoglienza. E meno male che lei non voleva.
“Sei proprio un troia, l’ho sempre saputo che ti piace il cazzo!” esordisco con la voce rotta dall’eccitazione.
Lei :“Mmmhhhh……mmmhhhh!” non risponde nulla. Sento solo questo mugolio.
Mi sposto, mi metto in ginocchio, allargo le sue gambe in cerca della sua fica.
Non trovo nessuna resistenza ma anzi lei le apre oscenamente.
Vedo le mutandine di pizzo color nude che sono intrise dei suoi umori. Le calze autoreggenti lasciano una parte delle cosce scoperte che è molto sexy e con la lingua mi dirigo li. La bacio un po’ con le labbra ed un po’ con la lingua avvicinandomi sempre più vicino alla sua fica in fiamme. La sentivo pulsare come fosse un animale inseguito dal suo naturale predatore.
Mi aiuto con il dito a scostare lo slip ed allargo la lingua per assaporare il più possibile gli umori della sua fica.
Che sapore di femmina! Che donna! Che fica!!! Straordinaria e soprattutto voluttuosamente ed oscenamente alla mia mercè.
Lei mugola con un verso che mi fa capire che ha la bocca impastata e che sta respirando a malapena con il naso. Sento anche lui che ansima. Io preso da una febbrile eccitazione la stringo a me che quasi mi cade dalla sedia. Il cazzone di Farouk si sfila all’improvviso dalla bocca di mia moglie per il movimento improvviso. Io la sollevo prendendola in braccio e la adagio con vigore sul tavolo. Lei allora urla per il dolore che gli ho provocato ma non fa in tempo a dire nulla perché la penetro con forza con tutto il mio arrapento. Cerco la parete più interna della sua fica come a volerne grattare il fondo. Lei strilla un po’ dicendo qualcosa che non capisco perché non riesce a dirlo, in quanto la sua bocca viene riempita di nuovo dal super cazzone di Farouk. Adesso lui è di lato e le mette in bocca la cappella. Ritmicamente la scopa e le forza la guancia che si deforma ad ogni colpo di reni. Pare quasi che riesca a forargliela tanto è la sua foga.
A quella vista il mio cazzo esplode riversando nella sua fica calda e già bagnata di umori la mia sborra calda e bollente. Farouk aumenta ritmicamente i suoi movimenti fino a quando il suo urlo precede di alcuni secondi la sua esplosione di sborra calda. Cinzia è adagiata di lato. Parte del liquido seminale le esce da un lato della bocca. Il cazzone di Farouk adesso è appoggiato sulle sue labbra. Lui continua a strusciarlo con la complicità attiva di Cinzia. Ansima ancora ed ecco che altri fiotti di sperma arrivano e le inondano il mento fino a grondare sotto la gola.
Io sono ancora dentro di lei. Sento attraverso le pareti della sua fica,le sue contrazioni, il suo desiderio ed il suo godimento. Il mio uccello diventa uno stetoscopio che indaga i battiti del sesso in questo caso.
Lei con le dita si strofina le labbra e poi le porta dentro la bocca leccando ed ingoiando il suo nettare.
Lui allora le strofina il suo cazzone sulla gola intingendolo del suo seme che poi lo riporta alle sue labbra. Lei esegue. Glielo ripulisce fino a lucidargli la cappella che non ne vuol sapere di afflosciarsi. Questo giochino va avanti per un po’ fino a quando lei dice :”fermatevi…. ho bisogno di lavarmi”.
Tiro fuori il mio cazzo che oramai è già floscio. Sento il rumore del risucchio sfilandoglielo. È il rumore del sesso. Sospiro, mi gira un po’ la testa. Mi sento febbricitante.
Ho realizzato il mio sogno.
Farouk si ritira su i pantaloni e mi guarda sorridendo.
Gli sorrido anch’io complice.
Non so se vorrò rivederlo. Non so se desidero ancora che accada. Forse sono geloso. Si mi scopro geloso.
A volte il desiderio di realizzare un sogno è più eccitante di quanto non lo realizzi. Ma del resto come si fa ad ottenere una simile conferma se non dopo che l’hai effettivamente realizzato?
E pensare che fino a poche ore prima ero infelice e consumato dal dolore ed adesso ero felice ed appagato.
Beh, del resto la felicità è come un onda del mare che bagna gli scogli e la rinfresca con la sua spuma ma poi si ritrae e ritorna al mare. Così come il sesso!
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