Il Finanziamento
di
Conte Wronskiy
genere
trio
Il Finanziamento
Il direttore della filiale della banca ci disse che purtroppo il finanziamento era stato rifiutato. “Purtroppo le garanzie non sono sufficienti”, aggiunse.
L’ufficio del direttore che dapprima mi sembrava caldo ed accogliente ora mi appariva ripugnante ed angusto.
E pensare che poco prima, il parquet color noce, gli scaffali in legno colmi di libri assieme a qualche quadro raffiguranti nudi di donna ci avevano accolto in un clima ospitale e speranzoso. Ricordo vividamente quella scena.
Il direttore è seduto sulla sua presidenziale nera e ci osserva dispiaciuto con i gomiti appoggiati sul portacarte di cuoio. Tiene le mani incrociate sotto il mento ed ha una espressione pensierosa. Non dice nulla ma il suo sguardo è penetrante. È un uomo sulla cinquantina, alto, brizzolato di bell’aspetto con una luce strana negli occhi. I suoi baffi curati assieme alla cera sui capelli gli davano un’aria signorile dello stile belle epoque degli anni venti. Doveva frequentare una palestra perché vidi i pettorali in tensione sotto la camicia che lasciavano intuire un fisico scolpito.
Noi per quella occasione indossavano un abito elegante. Completo blu e cravatta mentre mia moglie per non sentirsi da meno indossava un tailleur blu di Versace molto elegante, leggermente aperto davanti e con la gonna corta al ginocchio. Calzava anche delle décolleté color oro che riprendevano il colore dei bottoni dorati recanti il logo di Versace. Le calze erano color nude trasparenti.
Insomma, dato il contesto, eravamo un po’ più curati del solito anche se normalmente sceglievamo con cura il nostro outfit.
Ma il nostro aspetto non ha influenzato l’esito della nostra pratica.
Il mio cuore batte all’ impazzata perché sà quanto ne abbiamo bisogno di quei soldi.
Allora mi faccio coraggio e dico al direttore:” non c’è nessun altro modo per ottenere questo finanziamento?”.
Lui mi guarda perplesso, poi si sofferma per alcuni istanti su mia moglie che aveva una espressione pietrificata dalla preoccupazione e le sorride.
Non capisco cosa significhi. Lui si alza, e comincia a camminare lentamente intorno alla scrivania passando dietro di noi.
“ Forse un modo ci sarebbe “, dice lui con tono basso ed autorevole.
Si avvicina da dietro a mia moglie e toccandole le spalle come se dovesse farle un massaggio gli appoggia il pacco sulla schiena. Mia moglie è terrificata da quel gesto. Per alcuni istanti rimane incerta ma poi si divincola dalla sua pressione e vicinanza e si allontana. Il direttore per nulla mortificato continua a camminare intorno alla scrivania fino a quando non si risiede davanti a noi.
“Pensavo…….che forse un modo ci sarebbe …… si per avvallare il finanziamento con la direzione generale. Ci vorrebbe un garante che dia ….. diciamo così…….un parere positivo e garantisca per voi. Capite che il rischio è alto. Quindi questo garante vorrebbe delle garanzie da voi”, e dicendo questo il suo sguardo si sofferma su mia moglie.
“Io temo di non capire direttore”, rispondo io trafelato.
Lui allora si rialza e si mette di nuovo spudoratamente dietro a mia moglie e gli appoggia il pacco sulla schiena. Noto che adesso ha un gonfiore nei pantaloni che è evidente.
Mia moglie è un gran bella donna. Si chiama Cinzia ed è una cinquantenne niente male con le curve giuste al posto giusto. Sempre elegante e raffinata.
Ha una femminilità aristocratica che fa pensare ad un fiore meraviglioso nascosto tra i rovi che è ben celato.
Ma comunque è pur sempre una cinquantenne e, seppur a volte vedo i ragazzi che la guardano, questo non mi ha mai destato una particolare gelosia ma anzi, mi faceva piacere.
Adesso la situazione è alquanto diversa. Mi assale un moto di gelosia mista a qualcos’altro che non realizzo in quel momento.
Lei rimane per alcuni istanti immobile e mi guarda con un aria stupita mista a sdegno. Poi respinge il contatto sollevandosi dalla sedia.
Il direttore per nulla imbarazzato si risiede sulla sedia e ci dice senza peli sulla lingua :”la mia garanzia ha un prezzo. Pensateci bene ….. in fondo non chiedo molto ……ma in cambio potete avere quel finanziamento …….anche domani!” conclude lui.
Ci alziamo stizziti e sdegnati e lasciamo l’ufficio senza salutarci.
Io e mia moglie ci rimettiamo in macchina e torniamo verso casa.
Lei non dice una parola. Io stranamente mi sento preoccupato ma mi accorgo che il mio pene è in erezione. Me ne rendo conto solo quando sono seduto in macchina perché mi da fastidio la costrizione dei pantaloni.
Arriviamo a casa ed appena dentro le sollevo la gonna, la appoggio sul tavolo e la punto con il mio cazzo. Lei è riottosa ma io infoiato insisto. Le scosto le mutandine viola di pizzo e la penetro con un colpo secco che sposta il tavolo di un passo. La sbatto freneticamente mentre la prendo per i capelli. Lei geme e poi comincia a dirmi “….. mmmmhhh….. dai……dai……daiiiiiii….” ed io “…..siiii…vengooooo”.
Le sborro tutto dentro la sua calda fica accogliente. Mi fermo dentro di lei e le dico :” sono arrabbiato per quello stronzo di direttore!”.
Lei:”….mmmhhh….non mi sembri arrabbiato…..anzi ti sento come…..eccitato da questa cosa…”.
Ed io :” starai scherzando vero? Se mi trovo faccia a faccia con lui è capace che lo schiaffeggio……questo lurido……che porco!”.
Mia moglie sorride ed esclama:” l’avresti dovuto fare quando eravamo lì in quel momento. Lui mi si è appoggiato addosso e l’ho sentito che era eccitato. Ma tu sei rimasto lì immobile!”.
“Che dovevo fare?” rispondo io.
E continuo :“ero sorpreso dal suo comportamento e non ci ho capito nulla. Anzi sai che faccio? Adesso vado in ufficio e gliene dico quattro davanti a tutti e lo denuncio.”
Mia moglie adesso non sorride e con uno sguardo severo aggiunge:” così i soldi ce li scordiamo! E chissà come faremo!”.
“ vuoi farti scopare da lui allora?” rispondo io sentendomi provocato.
“ no…. sei stupido……non sto dicendo questo……..anche se è un bell’uomo e distinto….ma potremo giocarci questa carta a favore. Rialziamo la posta e raddoppiamo il prestito e vediamo come si comporta. Se dobbiamo rimanere incastrati in questa situazione melmosa almeno alziamo la posta……. vediamo che fa!”.
Io mi scopro sorpreso ed eccitato da quelle parole ma non lo do a vedere.
Chiamo subito la banca e mi faccio passare il direttore. Fisso con lui un appuntamento un’ora più tardi.
Dico a mia moglie di cambiarsi e di mettersi qualcosa di più provocante. Lei perentoria mi dice che cambierà solo l’intimo.
Busso alla porta ed il direttore ci fa accomodare sulle sedie. Lui sorride ed avverto già il suo sentimento di vittoria che si trapela dalla sua espressione.
Ma lo interrompo io bruscamente:” direttore io e mia moglie siamo sdegnati dal suo comportamento e dalla sua proposta. Ci sembra un ricatto”. Lui mi interrompe subito alza la voce :” io non ho fatto nessun ricatto. Chiariamo questa cosa. Voi avete libera scelta!”.
Ed io continuo :” calma direttore, siamo qui per farle noi una proposta”.
Lo guardo fisso negli occhi:” Il finanziamento lo raddoppi e poi vediamo che possiamo fare! Questa è la richiesta!”.
Rimaniamo sospesi in un buco temporale. Non so se sono passati alcuni secondi o alcuni minuti tale è la tensione di quel momento.
Lui si alza e si avvicina a mia moglie. Le si mette davanti. La guarda con desiderio. Avvertiamo i suoi respiri più profondi che presagiscono i battiti del cuore aumentati.
Cinzia era seduta con le gambe accavallate davanti a lui. Lei lo guarda incuriosita.
Lui si siede sul bordo della scrivania e con un gesto veloce e deciso si tira fuori l’uccello. Sono impressionato da quel gesto spudorato ma soprattutto vedo un enorme cazzone svettare dai suoi pantaloni. Io mi ritengo dotato ma lui aveva quello che pensavo fosse solo una dotazione dei ragazzi neri africani. Lui vede che siamo stupiti entrambi da quel vedere.
Se lo cinge alla base, lo fa roteare e guarda mia moglie con aria di sfida :” mmmmhhh…. sto riflettendo sulla vostra proposta…. ma prima voglio un assaggio della merce. Voglio vedere se ne vale la pena.”.
Io e Cinzia ci guardiamo. Ci sentiamo come quando un ascensore rimane bloccato tra i piani. Ti senti in trappola e non riesci a respirare non vedendo la via d’uscita.
“beh…. “ ci interrompe lui, :” che fate? …. sto aspettando….. voglio vedere come tua moglie mi succhia l’uccello!”. Lo dice in una maniera non volgare, che mi faceva pensare a quando si augura buon appetito a tavola.
Io guardo Cinzia e mi scopro anch’io eccitato. Ora è tutto nelle sue mani anzi, è tutto nella sua bocca.
Lei è sospesa. Sembra in uno stato di trance. So che sta combattendo una battaglia interna tra lo sdegno della situazione ed il beneficio dei soldi che arriveranno.
Vedo che ad un tratto si alza dalla sedia e si avvicina al direttore. Lei lo guarda intensamente. Si guardano, anzi si sfidano. Poi vedo mia moglie che gli prende il cazzone con la mano destra e comincia ad accarezzarlo. Per un attimo si gira a guardarmi come se volesse chiedermi il permesso. Io sono impietrito. Il mio volto non esprime nulla. Sembro morto e forse lo sono già dentro.
Lei allora riporta lo sguardo sullu’ccellone del direttore e ne comincia una lenta e doviziosa analisi visiva.
La sua cappella è di un rosa violaceo ed è un po’ più larga del resto. La vena centrale che divide i due corpi cavernosi è impressionante, sembra un fiume in piena che sta per esondare. È nodoso quasi come un albero di olivo. È maestoso per le dimensioni e proporzioni. I testicoli erano coperti dai pantaloni ma Cinzia mentre glielo accarezza li libera quasi subito e rimangono penzolanti tra le gambe.
Il direttore mugugna:” dai fammi vedere quanto sei brava e quanto sei zoccola”.
Dicendo questo il direttore prende la testa di mia moglie per avvicinargliela al suo cazzone. Devo dire che dalla mia prospettiva non vedevo molto e allora mi avvicino. La vedo con le labbra socchiuse che si strofina con lentezza la cappella del direttore. Poi scivola più giù sempre con le labbra socchiuse fino alla base dei coglioni. E li apre la bocca per morderlo un po’. Adesso la lingua è fuori. La tiene morbida ed aperta il più possibile per aumentare il contatto con quel bastone nodoso di carne umana. Certo che il direttore è ben messo! Non c’è che dire!
Cinzia dopo aver saggiato tutto il bastone spalanca la bocca e lo risucchia tutto dentro. Fa fatica a farlo entrare dato il diametro. Sento che fa fatica a respirare ma lo ingoia letteralmente fino alla gola, ne sento i conati. Allora lo ritira fuori per un po della sua lunghezza lasciando la cappella nella sua apertura calda ed accogliente. Lo risucchia e lo muove leggermente strofinandolo sulle pareti delle guance.
Impressionante vedere un simile pompino da parte di mia moglie. Io non ne ho mai avuto uno così.
Sento il direttore che ansima. Lo sento accelerare e chiudere gli occhi. Gli sborra in bocca e per paura che mia moglie se lo tiri fuori gli tiene la testa affondandoglielo nella gola. La sento tossire. Il direttore non si ferma. Il suo cazzone è ancora in bocca a mia moglie e lo vedo pulsare e capisco che gli ultimi fiotti mia moglie li sta ingoiando senza scelta. Lui allora allenta la presa e lo fa scivolare fuori e lo appoggia tra le labbra ed il naso. Invita lei a succhiare tutta la sborra che fievolmente continua ad uscire. Oramai finite le contrazioni solo qualche goccia si affaccia dal prepuzio. Lei con la lingua ripulisce tutto provocando ancora degli spasmi al direttore. Oramai il suo cazzone sta perdendo la durezza e si affievolisce ma è sempre spaventosamente grande!
Prende un fazzoletto di carta dalla scrivania e lo porge a mia moglie mentre lui si rimette il pacco nei pantaloni.
Io allora mi faccio coraggio e dico:” allora direttore? Che dice?”.
Lui mi guarda con sufficienza abbozza un sorrisetto ed esclama:” ho detto che devo controllare se ne vale la pena. Un assaggio della merce……. lei ha solo assaggiato la mia di merce!”.
Ora lui si avvicina a mia moglie che nel frattempo si è seduta. Si mette in ginocchio davanti a lei e le apre le cosce. Vedo mia moglie che fa resistenza. Lui forza la sua resistenza e le spalanca oscenamente mostrando i suoi slip. L’intimo di pizzo color glicine era più scuro in prossimità della sua fica segno che gli umori l’avevano intrisa. La striscia di pizzo le si era incanalata tra le grandi labbra e lasciavano intuire dove trovare il nettare di quella meravigliosa femmina in calore. E si, si vede che è in calore ed eccitata. I suoi umori rivelano la sua eccitazione.
Il direttore comincia a scivolare con la lingua l’interno della coscia per arrivare dopo alcuni istanti sul lembo di tessuto. Lo afferra con i denti e lo scosta da quel frutto maturo in attesa di essere colto.
Lui tira fuori la lingua e comincia a rovistare i suoi umori. Lei ansima. Lei chiude gli occhi. Lei gli preme la testa verso di se. Lei gode. A lei piace. Scopro tutto questo in quel tremendo e maledetto mattino.
Assisto a quella scena di sesso orale e mi scopro terribilmente eccitato. Lui con la lingua sembra un indemoniato. La penetra per tutta la sua lunghezza. Lei si inarca e gliela porge sfacciatamente ed oscenamente.
Io mi tiro fuori l’uccello e mi avvicino alla bocca di mia moglie. Lei assorta completamente in quel orgasmo dapprima non si rende conto. Poi realizza che è il mio cazzo e me lo prende tutto di colpo fino alla gola. Come ansima le vibrazioni strozzate si riverberano sulla mia cappella ed aggiungono sensazioni meravigliose a quelle del calore e dello strofinio. Non capisco cosa mi succede ma le sborro senza preavviso in gola dopo nemmeno un minuto. Lei sa come fare adesso e dopo aver ingoiato il mio seme lo tira fuori e me lo continua a leccare tenendolo con una mano davanti alle sue labbra. Ulula ed ansima. Il direttore quasi non si accorge di quello che è appena successo. Alza le testa e vedo i suoi baffi letteralmente intrisi di umori e filamenti di sesso.
Prende mia moglie dalle braccia e la appoggia sulla schiena sopra la scrivania. Le solleva le gambe mentre tira fuori il suo cazzone. Lo appoggia all’entrata della sua fica e gli struscia ritmicamente la sua cappella. Sembrava quasi impossibile che una dimensione del genere potesse entrare in quel buco. Eppure entra all’improvviso senza preavviso provocando un urlo soffocato da parte di Cinzia. Lui la scopa adesso con forza ma con lentezza. Glielo tira fuori quasi tutto per poi rimetterlo dentro fino ad arrivarle in pancia. Lei chiude le gambe dietro la schiena del direttore per tenerlo dentro il più possibile. Lui forza la sua presa ed esce quasi del tutto per poi risprofondare nella sua fica. Adesso sento che il direttore sta ansimando. Stavolta la sua cappella non si affaccia più sulle grandi labbra ma la stantuffa sempre più forte e velocemente. All’improvviso le tira fuori quel cazzone nodoso e girando di fianco alla scrivania glielo porge sulla bocca.
“Succhiamelo dai che sto venendo”, ansima il direttore.
Cinzia non fa in tempo ad aprire la bocca che uno schizzo di sborra calda le bagna il viso. Poi il resto se lo sente in gola. È bollente la sborra del direttore confesserà più tardi. Lui grida, ansima, grugnisce. Le grida che è una succhiacazzi nata. È la migliore!
Lui adesso con l’uccello oramai svuotato le struscia il viso con la cappella e dopo averlo intriso nel suo seme sparso sul viso di mia moglie se lo fa ripulire con la lingua. Lei esegue ipnotizzata.
Rimangono così alcuni minuti tra lui che glielo strofina sulle labbra e lei che glielo sbaciucchia. Poi il cazzone del direttore sembra avere perso ogni velleità e si affievolisce. Lui si ritira su i pantaloni e porge un fazzoletto a mia moglie.
Mia moglie si risistema lo slip e si riabbassa il vestito.
Ci risediamo davanti al direttore che ci comunica l’esito della pratica di finanziamento. Positivo!
Beh, mia moglie se l’è meritato tutto!le sono grato!
Conte Wronskij
Il direttore della filiale della banca ci disse che purtroppo il finanziamento era stato rifiutato. “Purtroppo le garanzie non sono sufficienti”, aggiunse.
L’ufficio del direttore che dapprima mi sembrava caldo ed accogliente ora mi appariva ripugnante ed angusto.
E pensare che poco prima, il parquet color noce, gli scaffali in legno colmi di libri assieme a qualche quadro raffiguranti nudi di donna ci avevano accolto in un clima ospitale e speranzoso. Ricordo vividamente quella scena.
Il direttore è seduto sulla sua presidenziale nera e ci osserva dispiaciuto con i gomiti appoggiati sul portacarte di cuoio. Tiene le mani incrociate sotto il mento ed ha una espressione pensierosa. Non dice nulla ma il suo sguardo è penetrante. È un uomo sulla cinquantina, alto, brizzolato di bell’aspetto con una luce strana negli occhi. I suoi baffi curati assieme alla cera sui capelli gli davano un’aria signorile dello stile belle epoque degli anni venti. Doveva frequentare una palestra perché vidi i pettorali in tensione sotto la camicia che lasciavano intuire un fisico scolpito.
Noi per quella occasione indossavano un abito elegante. Completo blu e cravatta mentre mia moglie per non sentirsi da meno indossava un tailleur blu di Versace molto elegante, leggermente aperto davanti e con la gonna corta al ginocchio. Calzava anche delle décolleté color oro che riprendevano il colore dei bottoni dorati recanti il logo di Versace. Le calze erano color nude trasparenti.
Insomma, dato il contesto, eravamo un po’ più curati del solito anche se normalmente sceglievamo con cura il nostro outfit.
Ma il nostro aspetto non ha influenzato l’esito della nostra pratica.
Il mio cuore batte all’ impazzata perché sà quanto ne abbiamo bisogno di quei soldi.
Allora mi faccio coraggio e dico al direttore:” non c’è nessun altro modo per ottenere questo finanziamento?”.
Lui mi guarda perplesso, poi si sofferma per alcuni istanti su mia moglie che aveva una espressione pietrificata dalla preoccupazione e le sorride.
Non capisco cosa significhi. Lui si alza, e comincia a camminare lentamente intorno alla scrivania passando dietro di noi.
“ Forse un modo ci sarebbe “, dice lui con tono basso ed autorevole.
Si avvicina da dietro a mia moglie e toccandole le spalle come se dovesse farle un massaggio gli appoggia il pacco sulla schiena. Mia moglie è terrificata da quel gesto. Per alcuni istanti rimane incerta ma poi si divincola dalla sua pressione e vicinanza e si allontana. Il direttore per nulla mortificato continua a camminare intorno alla scrivania fino a quando non si risiede davanti a noi.
“Pensavo…….che forse un modo ci sarebbe …… si per avvallare il finanziamento con la direzione generale. Ci vorrebbe un garante che dia ….. diciamo così…….un parere positivo e garantisca per voi. Capite che il rischio è alto. Quindi questo garante vorrebbe delle garanzie da voi”, e dicendo questo il suo sguardo si sofferma su mia moglie.
“Io temo di non capire direttore”, rispondo io trafelato.
Lui allora si rialza e si mette di nuovo spudoratamente dietro a mia moglie e gli appoggia il pacco sulla schiena. Noto che adesso ha un gonfiore nei pantaloni che è evidente.
Mia moglie è un gran bella donna. Si chiama Cinzia ed è una cinquantenne niente male con le curve giuste al posto giusto. Sempre elegante e raffinata.
Ha una femminilità aristocratica che fa pensare ad un fiore meraviglioso nascosto tra i rovi che è ben celato.
Ma comunque è pur sempre una cinquantenne e, seppur a volte vedo i ragazzi che la guardano, questo non mi ha mai destato una particolare gelosia ma anzi, mi faceva piacere.
Adesso la situazione è alquanto diversa. Mi assale un moto di gelosia mista a qualcos’altro che non realizzo in quel momento.
Lei rimane per alcuni istanti immobile e mi guarda con un aria stupita mista a sdegno. Poi respinge il contatto sollevandosi dalla sedia.
Il direttore per nulla imbarazzato si risiede sulla sedia e ci dice senza peli sulla lingua :”la mia garanzia ha un prezzo. Pensateci bene ….. in fondo non chiedo molto ……ma in cambio potete avere quel finanziamento …….anche domani!” conclude lui.
Ci alziamo stizziti e sdegnati e lasciamo l’ufficio senza salutarci.
Io e mia moglie ci rimettiamo in macchina e torniamo verso casa.
Lei non dice una parola. Io stranamente mi sento preoccupato ma mi accorgo che il mio pene è in erezione. Me ne rendo conto solo quando sono seduto in macchina perché mi da fastidio la costrizione dei pantaloni.
Arriviamo a casa ed appena dentro le sollevo la gonna, la appoggio sul tavolo e la punto con il mio cazzo. Lei è riottosa ma io infoiato insisto. Le scosto le mutandine viola di pizzo e la penetro con un colpo secco che sposta il tavolo di un passo. La sbatto freneticamente mentre la prendo per i capelli. Lei geme e poi comincia a dirmi “….. mmmmhhh….. dai……dai……daiiiiiii….” ed io “…..siiii…vengooooo”.
Le sborro tutto dentro la sua calda fica accogliente. Mi fermo dentro di lei e le dico :” sono arrabbiato per quello stronzo di direttore!”.
Lei:”….mmmhhh….non mi sembri arrabbiato…..anzi ti sento come…..eccitato da questa cosa…”.
Ed io :” starai scherzando vero? Se mi trovo faccia a faccia con lui è capace che lo schiaffeggio……questo lurido……che porco!”.
Mia moglie sorride ed esclama:” l’avresti dovuto fare quando eravamo lì in quel momento. Lui mi si è appoggiato addosso e l’ho sentito che era eccitato. Ma tu sei rimasto lì immobile!”.
“Che dovevo fare?” rispondo io.
E continuo :“ero sorpreso dal suo comportamento e non ci ho capito nulla. Anzi sai che faccio? Adesso vado in ufficio e gliene dico quattro davanti a tutti e lo denuncio.”
Mia moglie adesso non sorride e con uno sguardo severo aggiunge:” così i soldi ce li scordiamo! E chissà come faremo!”.
“ vuoi farti scopare da lui allora?” rispondo io sentendomi provocato.
“ no…. sei stupido……non sto dicendo questo……..anche se è un bell’uomo e distinto….ma potremo giocarci questa carta a favore. Rialziamo la posta e raddoppiamo il prestito e vediamo come si comporta. Se dobbiamo rimanere incastrati in questa situazione melmosa almeno alziamo la posta……. vediamo che fa!”.
Io mi scopro sorpreso ed eccitato da quelle parole ma non lo do a vedere.
Chiamo subito la banca e mi faccio passare il direttore. Fisso con lui un appuntamento un’ora più tardi.
Dico a mia moglie di cambiarsi e di mettersi qualcosa di più provocante. Lei perentoria mi dice che cambierà solo l’intimo.
Busso alla porta ed il direttore ci fa accomodare sulle sedie. Lui sorride ed avverto già il suo sentimento di vittoria che si trapela dalla sua espressione.
Ma lo interrompo io bruscamente:” direttore io e mia moglie siamo sdegnati dal suo comportamento e dalla sua proposta. Ci sembra un ricatto”. Lui mi interrompe subito alza la voce :” io non ho fatto nessun ricatto. Chiariamo questa cosa. Voi avete libera scelta!”.
Ed io continuo :” calma direttore, siamo qui per farle noi una proposta”.
Lo guardo fisso negli occhi:” Il finanziamento lo raddoppi e poi vediamo che possiamo fare! Questa è la richiesta!”.
Rimaniamo sospesi in un buco temporale. Non so se sono passati alcuni secondi o alcuni minuti tale è la tensione di quel momento.
Lui si alza e si avvicina a mia moglie. Le si mette davanti. La guarda con desiderio. Avvertiamo i suoi respiri più profondi che presagiscono i battiti del cuore aumentati.
Cinzia era seduta con le gambe accavallate davanti a lui. Lei lo guarda incuriosita.
Lui si siede sul bordo della scrivania e con un gesto veloce e deciso si tira fuori l’uccello. Sono impressionato da quel gesto spudorato ma soprattutto vedo un enorme cazzone svettare dai suoi pantaloni. Io mi ritengo dotato ma lui aveva quello che pensavo fosse solo una dotazione dei ragazzi neri africani. Lui vede che siamo stupiti entrambi da quel vedere.
Se lo cinge alla base, lo fa roteare e guarda mia moglie con aria di sfida :” mmmmhhh…. sto riflettendo sulla vostra proposta…. ma prima voglio un assaggio della merce. Voglio vedere se ne vale la pena.”.
Io e Cinzia ci guardiamo. Ci sentiamo come quando un ascensore rimane bloccato tra i piani. Ti senti in trappola e non riesci a respirare non vedendo la via d’uscita.
“beh…. “ ci interrompe lui, :” che fate? …. sto aspettando….. voglio vedere come tua moglie mi succhia l’uccello!”. Lo dice in una maniera non volgare, che mi faceva pensare a quando si augura buon appetito a tavola.
Io guardo Cinzia e mi scopro anch’io eccitato. Ora è tutto nelle sue mani anzi, è tutto nella sua bocca.
Lei è sospesa. Sembra in uno stato di trance. So che sta combattendo una battaglia interna tra lo sdegno della situazione ed il beneficio dei soldi che arriveranno.
Vedo che ad un tratto si alza dalla sedia e si avvicina al direttore. Lei lo guarda intensamente. Si guardano, anzi si sfidano. Poi vedo mia moglie che gli prende il cazzone con la mano destra e comincia ad accarezzarlo. Per un attimo si gira a guardarmi come se volesse chiedermi il permesso. Io sono impietrito. Il mio volto non esprime nulla. Sembro morto e forse lo sono già dentro.
Lei allora riporta lo sguardo sullu’ccellone del direttore e ne comincia una lenta e doviziosa analisi visiva.
La sua cappella è di un rosa violaceo ed è un po’ più larga del resto. La vena centrale che divide i due corpi cavernosi è impressionante, sembra un fiume in piena che sta per esondare. È nodoso quasi come un albero di olivo. È maestoso per le dimensioni e proporzioni. I testicoli erano coperti dai pantaloni ma Cinzia mentre glielo accarezza li libera quasi subito e rimangono penzolanti tra le gambe.
Il direttore mugugna:” dai fammi vedere quanto sei brava e quanto sei zoccola”.
Dicendo questo il direttore prende la testa di mia moglie per avvicinargliela al suo cazzone. Devo dire che dalla mia prospettiva non vedevo molto e allora mi avvicino. La vedo con le labbra socchiuse che si strofina con lentezza la cappella del direttore. Poi scivola più giù sempre con le labbra socchiuse fino alla base dei coglioni. E li apre la bocca per morderlo un po’. Adesso la lingua è fuori. La tiene morbida ed aperta il più possibile per aumentare il contatto con quel bastone nodoso di carne umana. Certo che il direttore è ben messo! Non c’è che dire!
Cinzia dopo aver saggiato tutto il bastone spalanca la bocca e lo risucchia tutto dentro. Fa fatica a farlo entrare dato il diametro. Sento che fa fatica a respirare ma lo ingoia letteralmente fino alla gola, ne sento i conati. Allora lo ritira fuori per un po della sua lunghezza lasciando la cappella nella sua apertura calda ed accogliente. Lo risucchia e lo muove leggermente strofinandolo sulle pareti delle guance.
Impressionante vedere un simile pompino da parte di mia moglie. Io non ne ho mai avuto uno così.
Sento il direttore che ansima. Lo sento accelerare e chiudere gli occhi. Gli sborra in bocca e per paura che mia moglie se lo tiri fuori gli tiene la testa affondandoglielo nella gola. La sento tossire. Il direttore non si ferma. Il suo cazzone è ancora in bocca a mia moglie e lo vedo pulsare e capisco che gli ultimi fiotti mia moglie li sta ingoiando senza scelta. Lui allora allenta la presa e lo fa scivolare fuori e lo appoggia tra le labbra ed il naso. Invita lei a succhiare tutta la sborra che fievolmente continua ad uscire. Oramai finite le contrazioni solo qualche goccia si affaccia dal prepuzio. Lei con la lingua ripulisce tutto provocando ancora degli spasmi al direttore. Oramai il suo cazzone sta perdendo la durezza e si affievolisce ma è sempre spaventosamente grande!
Prende un fazzoletto di carta dalla scrivania e lo porge a mia moglie mentre lui si rimette il pacco nei pantaloni.
Io allora mi faccio coraggio e dico:” allora direttore? Che dice?”.
Lui mi guarda con sufficienza abbozza un sorrisetto ed esclama:” ho detto che devo controllare se ne vale la pena. Un assaggio della merce……. lei ha solo assaggiato la mia di merce!”.
Ora lui si avvicina a mia moglie che nel frattempo si è seduta. Si mette in ginocchio davanti a lei e le apre le cosce. Vedo mia moglie che fa resistenza. Lui forza la sua resistenza e le spalanca oscenamente mostrando i suoi slip. L’intimo di pizzo color glicine era più scuro in prossimità della sua fica segno che gli umori l’avevano intrisa. La striscia di pizzo le si era incanalata tra le grandi labbra e lasciavano intuire dove trovare il nettare di quella meravigliosa femmina in calore. E si, si vede che è in calore ed eccitata. I suoi umori rivelano la sua eccitazione.
Il direttore comincia a scivolare con la lingua l’interno della coscia per arrivare dopo alcuni istanti sul lembo di tessuto. Lo afferra con i denti e lo scosta da quel frutto maturo in attesa di essere colto.
Lui tira fuori la lingua e comincia a rovistare i suoi umori. Lei ansima. Lei chiude gli occhi. Lei gli preme la testa verso di se. Lei gode. A lei piace. Scopro tutto questo in quel tremendo e maledetto mattino.
Assisto a quella scena di sesso orale e mi scopro terribilmente eccitato. Lui con la lingua sembra un indemoniato. La penetra per tutta la sua lunghezza. Lei si inarca e gliela porge sfacciatamente ed oscenamente.
Io mi tiro fuori l’uccello e mi avvicino alla bocca di mia moglie. Lei assorta completamente in quel orgasmo dapprima non si rende conto. Poi realizza che è il mio cazzo e me lo prende tutto di colpo fino alla gola. Come ansima le vibrazioni strozzate si riverberano sulla mia cappella ed aggiungono sensazioni meravigliose a quelle del calore e dello strofinio. Non capisco cosa mi succede ma le sborro senza preavviso in gola dopo nemmeno un minuto. Lei sa come fare adesso e dopo aver ingoiato il mio seme lo tira fuori e me lo continua a leccare tenendolo con una mano davanti alle sue labbra. Ulula ed ansima. Il direttore quasi non si accorge di quello che è appena successo. Alza le testa e vedo i suoi baffi letteralmente intrisi di umori e filamenti di sesso.
Prende mia moglie dalle braccia e la appoggia sulla schiena sopra la scrivania. Le solleva le gambe mentre tira fuori il suo cazzone. Lo appoggia all’entrata della sua fica e gli struscia ritmicamente la sua cappella. Sembrava quasi impossibile che una dimensione del genere potesse entrare in quel buco. Eppure entra all’improvviso senza preavviso provocando un urlo soffocato da parte di Cinzia. Lui la scopa adesso con forza ma con lentezza. Glielo tira fuori quasi tutto per poi rimetterlo dentro fino ad arrivarle in pancia. Lei chiude le gambe dietro la schiena del direttore per tenerlo dentro il più possibile. Lui forza la sua presa ed esce quasi del tutto per poi risprofondare nella sua fica. Adesso sento che il direttore sta ansimando. Stavolta la sua cappella non si affaccia più sulle grandi labbra ma la stantuffa sempre più forte e velocemente. All’improvviso le tira fuori quel cazzone nodoso e girando di fianco alla scrivania glielo porge sulla bocca.
“Succhiamelo dai che sto venendo”, ansima il direttore.
Cinzia non fa in tempo ad aprire la bocca che uno schizzo di sborra calda le bagna il viso. Poi il resto se lo sente in gola. È bollente la sborra del direttore confesserà più tardi. Lui grida, ansima, grugnisce. Le grida che è una succhiacazzi nata. È la migliore!
Lui adesso con l’uccello oramai svuotato le struscia il viso con la cappella e dopo averlo intriso nel suo seme sparso sul viso di mia moglie se lo fa ripulire con la lingua. Lei esegue ipnotizzata.
Rimangono così alcuni minuti tra lui che glielo strofina sulle labbra e lei che glielo sbaciucchia. Poi il cazzone del direttore sembra avere perso ogni velleità e si affievolisce. Lui si ritira su i pantaloni e porge un fazzoletto a mia moglie.
Mia moglie si risistema lo slip e si riabbassa il vestito.
Ci risediamo davanti al direttore che ci comunica l’esito della pratica di finanziamento. Positivo!
Beh, mia moglie se l’è meritato tutto!le sono grato!
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