In macchina con l'amica
di
dgice
genere
prime esperienze
Racconto basato su fatti reali.
Era da molto tempo che non vedevo la mia amica Martina (nome di fantasia), finché a gennaio decidemmo di metterci d’accordo per trascorrere una serata assieme. La nostra amicizia è sempre stata abbastanza insolita. Tra i due, lei è sicuramente quella che ha la vita sessuale più attiva, a differenza della mia che in realtà non è nemmeno mai iniziata. Ogni volta che ci vediamo, quindi, sono sempre curioso di ascoltare i racconti sulle sue ultime avventure erotiche. Recentemente, l’eccitazione è tale che, una volta a casa, devo per forza dare sfogo alle mie erezioni, fantasticando su Martina, la sua esperienza e le sue voglie a volte irrefrenabili.
Forse anche a causa delle sue confessioni, tra di noi si è venuta a creare un’evidente attrazione fisica (riconosciuta da entrambi) senza che però nessuno dei due osasse fare la prima mossa.
Quella sera, dopo qualche giro di aperitivi, decidemmo di metterci in macchina e dirigerci verso un luogo un po’ appartato per dedicarci alcuni momenti di coccole reciproche. Vista la fiducia, eravamo entrambi convinti del fatto che sarebbe stato semplicemente l’occasione per scambiarci qualche abbraccio lontani da sguardi indiscreti.
Parcheggiammo in una zona poco illuminata e decidemmo di spostarci sui sedili posteriori per avere un po’ più di spazio. La temperatura esterna era fredda, ma noi sentivamo solo il calore dei nostri corpi, stretti l’uno contro l’altro. Stavo avvinghiando il suo corpo da dietro, appoggiando le mani un po’ lungo le sue gambe, un po’ sulla sua pancia. Mentre parlavamo sottovoce, le mie dita accarezzavano timidamente le sue cosce fasciate in dei pantaloni di pelle, mentre appoggiavo la mia testa sulla sua spalla e annusavo il profumo dei suoi capelli biondi. Forse può sembrare strano, ma non c’era nessuna intenzione sessuale dietro questi gesti di affetto, finché la mia mente non iniziò ad immaginare le curve di quel corpo che stavo abbracciando, il seno poco pronunciato, i glutei morbidi, le mani piccole ma esperte. Iniziai a fantasticare su quel corpo nudo mentre si ondeggiava e muoveva, alla sua bocca che baciava con foga e desiderio.
Ero così immerso nei miei pensieri da non accorgermi che Martina ora avevo smesso di parlare, e che contemporaneamente tra le mie gambe si era creato un rigonfiamento che premeva con forza sulla sua schiena. Mi ritrassi imbarazzato, allentando l’abbraccio su di lei. “Perché ti sei tirato indietro? Non sono più comoda così, mettiti come prima”. Riavvicinai il mio corpo al suo, facendo aderire il mio petto alla sua schiena. Ebbi la sensazione che anche lei cercasse di spingersi contro di me, strusciando lievemente il sedere come per trovare una posizione giusta. Il mio respiro iniziò a diventare pesante, il cuore batteva sempre più veloce. Nella penombra, sentì una cerniera che si apriva lenta. Poco dopo, la sua mano afferrò la mia e se l’avvicinò al petto. Sotto la felpa, sentivo il seno rotondo e morbido. Le mie dita iniziarono a stringere e massaggiare, mentre sentivo che anche il respiro di Martina stava accelerando. L’altra mano si mosse lungo la sua coscia, alla ricerca di quelle curve fino ad allora solo immaginate. Tutto a un tratto, Martina si staccò da me, si girò ed appoggiò le sue labbra sulle mie, mentre la sua mano si appoggiava con delicatezza tra le mie gambe. Trattenni il fiato, mentre la sua lingua calda esplorava ogni angolo della mia bocca. Nel silenzio, rotto solo dal nostro ansimare, armeggiò con la mia cintura, slacciò la zip e intrufolò le sue dite sotto le mutande, alla ricerca del mio pene ormai eretto e pulsante. Non stavo capendo più nulla, la mia testa era andata in tilt. Mi resi conto a rilento che la mia amica si era staccata dalla mia bocca, appoggiando le sue labbra sul mio glande umido e liscio. Quel calore improvviso mi fece trattenere nuovamente il fiato. Sentivo la sua lingua scorrere lungo il mio pene solcato da grosse vene, mentre le sue dite cercarono di arrivare allo scroto, nascosto tra i pantaloni. L’eccitazione era troppa. Venni scosso da dei brividi mentre sparavo il mio liquido in quella bocca che era rimasta attaccata al mio membro tutto il tempo. L’orgasmo fu lungo è liberatorio. Con il fiato ancora grosso, cercai quelle labbra che mi avevano fatto godere così tanto. La sua lingua era ancora bagnata dal mio sperma, ma la sua voracità fu tale che non me ne importava. Pensai solo a ricambiare quel bacio che stava suggellando una nuova tappa nella nostra amicizia, molto più intima e profonda di quanto fosse mai stato fino ad allora.
Era da molto tempo che non vedevo la mia amica Martina (nome di fantasia), finché a gennaio decidemmo di metterci d’accordo per trascorrere una serata assieme. La nostra amicizia è sempre stata abbastanza insolita. Tra i due, lei è sicuramente quella che ha la vita sessuale più attiva, a differenza della mia che in realtà non è nemmeno mai iniziata. Ogni volta che ci vediamo, quindi, sono sempre curioso di ascoltare i racconti sulle sue ultime avventure erotiche. Recentemente, l’eccitazione è tale che, una volta a casa, devo per forza dare sfogo alle mie erezioni, fantasticando su Martina, la sua esperienza e le sue voglie a volte irrefrenabili.
Forse anche a causa delle sue confessioni, tra di noi si è venuta a creare un’evidente attrazione fisica (riconosciuta da entrambi) senza che però nessuno dei due osasse fare la prima mossa.
Quella sera, dopo qualche giro di aperitivi, decidemmo di metterci in macchina e dirigerci verso un luogo un po’ appartato per dedicarci alcuni momenti di coccole reciproche. Vista la fiducia, eravamo entrambi convinti del fatto che sarebbe stato semplicemente l’occasione per scambiarci qualche abbraccio lontani da sguardi indiscreti.
Parcheggiammo in una zona poco illuminata e decidemmo di spostarci sui sedili posteriori per avere un po’ più di spazio. La temperatura esterna era fredda, ma noi sentivamo solo il calore dei nostri corpi, stretti l’uno contro l’altro. Stavo avvinghiando il suo corpo da dietro, appoggiando le mani un po’ lungo le sue gambe, un po’ sulla sua pancia. Mentre parlavamo sottovoce, le mie dita accarezzavano timidamente le sue cosce fasciate in dei pantaloni di pelle, mentre appoggiavo la mia testa sulla sua spalla e annusavo il profumo dei suoi capelli biondi. Forse può sembrare strano, ma non c’era nessuna intenzione sessuale dietro questi gesti di affetto, finché la mia mente non iniziò ad immaginare le curve di quel corpo che stavo abbracciando, il seno poco pronunciato, i glutei morbidi, le mani piccole ma esperte. Iniziai a fantasticare su quel corpo nudo mentre si ondeggiava e muoveva, alla sua bocca che baciava con foga e desiderio.
Ero così immerso nei miei pensieri da non accorgermi che Martina ora avevo smesso di parlare, e che contemporaneamente tra le mie gambe si era creato un rigonfiamento che premeva con forza sulla sua schiena. Mi ritrassi imbarazzato, allentando l’abbraccio su di lei. “Perché ti sei tirato indietro? Non sono più comoda così, mettiti come prima”. Riavvicinai il mio corpo al suo, facendo aderire il mio petto alla sua schiena. Ebbi la sensazione che anche lei cercasse di spingersi contro di me, strusciando lievemente il sedere come per trovare una posizione giusta. Il mio respiro iniziò a diventare pesante, il cuore batteva sempre più veloce. Nella penombra, sentì una cerniera che si apriva lenta. Poco dopo, la sua mano afferrò la mia e se l’avvicinò al petto. Sotto la felpa, sentivo il seno rotondo e morbido. Le mie dita iniziarono a stringere e massaggiare, mentre sentivo che anche il respiro di Martina stava accelerando. L’altra mano si mosse lungo la sua coscia, alla ricerca di quelle curve fino ad allora solo immaginate. Tutto a un tratto, Martina si staccò da me, si girò ed appoggiò le sue labbra sulle mie, mentre la sua mano si appoggiava con delicatezza tra le mie gambe. Trattenni il fiato, mentre la sua lingua calda esplorava ogni angolo della mia bocca. Nel silenzio, rotto solo dal nostro ansimare, armeggiò con la mia cintura, slacciò la zip e intrufolò le sue dite sotto le mutande, alla ricerca del mio pene ormai eretto e pulsante. Non stavo capendo più nulla, la mia testa era andata in tilt. Mi resi conto a rilento che la mia amica si era staccata dalla mia bocca, appoggiando le sue labbra sul mio glande umido e liscio. Quel calore improvviso mi fece trattenere nuovamente il fiato. Sentivo la sua lingua scorrere lungo il mio pene solcato da grosse vene, mentre le sue dite cercarono di arrivare allo scroto, nascosto tra i pantaloni. L’eccitazione era troppa. Venni scosso da dei brividi mentre sparavo il mio liquido in quella bocca che era rimasta attaccata al mio membro tutto il tempo. L’orgasmo fu lungo è liberatorio. Con il fiato ancora grosso, cercai quelle labbra che mi avevano fatto godere così tanto. La sua lingua era ancora bagnata dal mio sperma, ma la sua voracità fu tale che non me ne importava. Pensai solo a ricambiare quel bacio che stava suggellando una nuova tappa nella nostra amicizia, molto più intima e profonda di quanto fosse mai stato fino ad allora.
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