Il processo e il giudizio
di
Mela mangio
genere
dominazione
Oggi è il giorno del processo, mi sono svegliata alle 5:00 del mattino , per preparare la colazione a mio padre e mio zio, di solito è mia madre che si occupa del benessere degli uomini, ma in questi caso vista la vergogna arrecata alla famiglia, parte della redenzione è rendersi utili e servire con impegno e assecondare tutte le richieste. Preparo tutto pancake, biscotti, spremuta, caffè, frutta e torta e metto tutto su dei vassoi insieme al gionale.
Il primo a cui porto tutto è mio padre, penserà mia madre ad imboccarlo e servirlo. Io penserò allo zio, essendo anziano ha bisogno di essere imboccato. Appena entrò in camera sua ho l’ordine tassativo di non dire nulla, tirate su la tapparella in silenzio, appoggiare il vassoio sul comodino. Disfare le coperte da sotto i piedi e infilarmi nel letto fino a trovare il membro ancora moscio, accoglierlo nella mia bocca fino a che non si ingrossa o fino a che lo zio si risveglia lentamente. Lo zio inizia a svegliarsi e inizia a mettermi le mani sulla testa per darmi il ritmo, dopo poco mi dice “arriva il latte caldo” lo ingoio tutto e alla fine mi sborra in gola. Io ringrazio per la colazione e mi precipito a servirlo e imboccarlo.
Mi accarezza la testa e dice che l’ho soddisfatto bene stamattina, sono felice.
Finita la colazione pulisco tutti i piatti e la cucina sotto l’occhio vigile di mio zio, se dovessi farlo male o come non piace a lui, verrei punita con delle sculacciate. Sistemo tutto a dovere e usciamo ed recarci nel luogo dove si tiene il processo.
Una sala molto grande piena di sedie, per gli uomini, e donne inginocchiate o protrate al loro fianco. Al centro un banco più grande con 4 uomini, sono i saggi della nostra comunità.
Mi metto al centro della stanza, ancora nuda, cala il silenzio, mio padre e mio zio si sono seduti insieme agli altri uomini della comunità, mia madre è rimasta a casa a pulire e preparare il pranzo. Io rimango immobile, poi uno dei giudici, quello che mi guardava con aria famelica, avrà sui 45/50 anni
Il primo a cui porto tutto è mio padre, penserà mia madre ad imboccarlo e servirlo. Io penserò allo zio, essendo anziano ha bisogno di essere imboccato. Appena entrò in camera sua ho l’ordine tassativo di non dire nulla, tirate su la tapparella in silenzio, appoggiare il vassoio sul comodino. Disfare le coperte da sotto i piedi e infilarmi nel letto fino a trovare il membro ancora moscio, accoglierlo nella mia bocca fino a che non si ingrossa o fino a che lo zio si risveglia lentamente. Lo zio inizia a svegliarsi e inizia a mettermi le mani sulla testa per darmi il ritmo, dopo poco mi dice “arriva il latte caldo” lo ingoio tutto e alla fine mi sborra in gola. Io ringrazio per la colazione e mi precipito a servirlo e imboccarlo.
Mi accarezza la testa e dice che l’ho soddisfatto bene stamattina, sono felice.
Finita la colazione pulisco tutti i piatti e la cucina sotto l’occhio vigile di mio zio, se dovessi farlo male o come non piace a lui, verrei punita con delle sculacciate. Sistemo tutto a dovere e usciamo ed recarci nel luogo dove si tiene il processo.
Una sala molto grande piena di sedie, per gli uomini, e donne inginocchiate o protrate al loro fianco. Al centro un banco più grande con 4 uomini, sono i saggi della nostra comunità.
Mi metto al centro della stanza, ancora nuda, cala il silenzio, mio padre e mio zio si sono seduti insieme agli altri uomini della comunità, mia madre è rimasta a casa a pulire e preparare il pranzo. Io rimango immobile, poi uno dei giudici, quello che mi guardava con aria famelica, avrà sui 45/50 anni
2
voti
voti
valutazione
8
8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Nel boscoracconto sucessivo
Il processo e il giudizio..
Commenti dei lettori al racconto erotico