Il processo e il giudizio..

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dominazione

Oggi è il giorno del processo, mi sono svegliata alle 5:00 del mattino , per preparare la colazione a mio padre e mio zio, di solito è mia madre che si occupa del benessere degli uomini, ma in questi caso vista la vergogna arrecata alla famiglia, parte della redenzione è rendersi utili e servire con impegno e assecondare tutte le richieste. Preparo tutto pancake, biscotti, spremuta, caffè, frutta e torta e metto tutto su dei vassoi insieme al gionale.
Il primo a cui porto tutto è mio padre, penserà mia madre ad imboccarlo e servirlo. Io penserò allo zio, essendo anziano ha bisogno di essere imboccato. Appena entrò in camera sua ho l’ordine tassativo di non dire nulla, tirate su la tapparella in silenzio, appoggiare il vassoio sul comodino. Disfare le coperte da sotto i piedi e infilarmi nel letto fino a trovare il membro ancora moscio, accoglierlo nella mia bocca fino a che non si ingrossa o fino a che lo zio si risveglia lentamente. Lo zio inizia a svegliarsi e inizia a mettermi le mani sulla testa per darmi il ritmo, dopo poco mi dice “arriva il latte caldo” lo ingoio tutto e alla fine mi sborra in gola. Io ringrazio per la colazione e mi precipito a servirlo e imboccarlo.
Mi accarezza la testa e dice che l’ho soddisfatto bene stamattina, sono felice.
Finita la colazione pulisco tutti i piatti e la cucina sotto l’occhio vigile di mio zio, se dovessi farlo male o come non piace a lui, verrei punita con delle sculacciate. Sistemo tutto a dovere e usciamo ed recarci nel luogo dove si tiene il processo.
Una sala molto grande piena di sedie, per gli uomini, e donne inginocchiate o protrate al loro fianco. Al centro un banco più grande con 4 uomini, sono i saggi della nostra comunità.
Mi metto al centro della stanza, ancora nuda, cala il silenzio, mio padre e mio zio si sono seduti insieme agli altri uomini della comunità, mia madre è rimasta a casa a pulire e preparare il pranzo. Io rimango immobile, poi uno dei giudici, quello che mi guardava con aria famelica, avrà sui 45/50 anni. Ho iniziato a parlare dicendo quello che mi era successo, mio padre girava la testa dalla vergogna, per avere una figlia così sconsiderata. Ad un certo punto uno dei giudici ha portato un maxi schermo ed è partito il video fatto dai ragazzi. Si sentivano i miei gemiti e incitamenti a continuare. Finito il video mio zio si è alzato e additandomi ha iniziato a gridare “puttana” poi tutta la platea si è alzata e ha proseguito con il grido. Alla fine il giudice si è alzato, placando ogni grido senza fare nulla, mi si è avvicinato. È molto alto e possente mi inquieta al solo sguardo, inizia a chiedermi perché ho mentito, perché ho accusato cinque ragazzi innocenti di un atrocità simile e cercato di rovinare il nome delle loro famiglie, io presa dal panico mi sono messa a piangere, ancora completamente nuda, ho chiesto scusa dicendo di essere stata presa dal panico per cosa avrei spiegato a mio padre tornando a casa. Il giudice non è colpito minimamente dalle mie lacrime, mi spiega che avrei dovuto spiegare a mio padre che sono una puttana avida di cazzi. Io rimango in piedi e ascolto come in trance. Lui mi dice che adesso sarò punita e mi saranno inferte 40 sculacciate con il paddle, ad ogni colpo dovrò dire “grazie per la giusta punizione”. Mi sistemano con la pancia su una sedia possente ed il giudice inizia a percuotermi, io recito la formula ad ogni colpo, lui non si ferma nemmeno quando le mie antiche diventano molto rosse e doloranti, nemmeno quando invoco pietà, nemmeno quando cerco di dimenarmi dalla sua presa. È troppo forte e ogni volta che parlo mi intima di tacere. Finita la punizione mi lascia andare e mi ordina di prostrarmi con il culo rivolto alla platea e la faccia a terra. Io lo faccio, rimango lì per minuti, mi sembra un tempo infinito soprattutto perché il sedere mi brucia incredibilmente. Alla fine mi tira su per un braccio e mi trascina dove sono seduti i ragazzi con i loro padri, io ho la testa bassa, mi intima di guardarli in faccia e chiedere scusa per averli accusati ingiustamente che sono solo una stupida puttanella che non è stata addestrata a dovere da un uomo e mi dice anche di prostrarmi e baciagli i piedi. Io mi scuso ripetendo quelle frasi , subito dopo gli bacio i piedi piangendo e continuando a scusarmi. Il padre di uno di loro alla fine dice che posso smettere che per loro la punizione è stata sufficiente, si raccomanda che non accada più, mi dice di stare lontana dai loro figli, che sono dei bravi ragazzi. Io annuisco a da inginocchiata prometto che non farò più nulla del genere.
Il giudice mi trascina di nuovo per il braccio e mi porta davanti a mio padre e mio zio, sono molto in imbarazzo e si scusano con il giudice per il mio comportamento. Gli dicono che da oggi saranno molto più severi nella mia educazione se voglio trovare marito nelle mie condizioni.
Il giudice annuisce ma dice che non sarà necessario, perché penserà lui personalmente ad educarmi visto che intende pagare per avermi come moglie. Mio padre cerca di dissuaderlo dopo il video che abbiamo visto. Il giudice lo ringrazia per l’onestà ma è rimasto colpito dalla mia bellezza e confessa di aver sempre desiderato una giovane moglie con i capelli rossi. Quindi pagherà l’intera dote come se fossi ancora pura. Mi concede qualche giorno per radunare le mie cose e qualche vestito, per poi trasferirmi nella mia nuova dimora. Io annuisco e chinò il capo in segno di riconoscenza gli bacio una mano. Lui continua a fissarmi con uno sguardo famelico. Mi fa venire i brividi. Mio zio mi lega il collare attorno al collo aggancia il guinzaglio e mi trascina per seguirlo verso casa insieme a mio padre. Mi dice che quando sarò a casa del giudice dovrò essere una moglie brava e fedele, una schiava e una puttana provetta. Mi dice che ho avuto molta fortuna a trovare marito nonostante il mio vizio di irretire giovani ragazzi. Io ascolto e annuisco e prometto che sarò una mogliettina perfetta.
scritto il
2023-05-29
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