Barbara, casalinga fuori, troia dentro. Seconda parte: Barbara non si accontenta.

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tradimenti

Ricordate il precedente racconto? Quello dell’imbianchino Francesco…. Ebbene devo aggiungere dell’altro. La storia con lui continua, d’altra parte un cazzo così dove lo trovi? Ce l’ho e me lo tengo stretto. 23 cm di uccello: una favola! Me lo godo e me lo stragodo almeno una volta alla settimana, appena lui si libera e anche mio marito non mi sta in mezzo alle palle.

Vi ho raccontato delle restrizioni che mi ero imposta negli anni passati e della mia voglia di trasgredire, di provare. È stato così che mi sono ricordata di un amico che da un paio d’anni è rimasto vedovo. Cerco il suo numero in rubrica, controllo che abbia whatsapp e così gli scrivo: “Ciao Antonio (*), sono Barbara (*) ti ricordi di me? È dal funerale di tua moglie che non ci vediamo. Come stai? Come passi le giornate? Io in una noia tremenda! Mi piacerebbe vederti per un caffè, sei disposto ad offrirmelo? Naturalmente non diciamo nulla a Giorgio (*), neppure che ti ho scritto questo messaggio.”

Passano un paio di minuti e sento un bip sul cellulare. È un whatsapp, leggo la notifica…. È lui, è Antonio! Scrive “Ciao Barbara, quanto tempo! Scusa se ti rispondo velocemente, sono in palestra. Appena finisco, faccio una doccia e mi dedico a te per rispondere al tuo messaggio. Sono curioso di sapere perché Giorgio non deve sapere che ci siamo messaggiati. A presto. Smack!”

Ero contenta che mi avesse risposto e, per evitare problemi, silenziai il cellulare in attesa di ricevere il nuovo messaggio di Antonio. Lo silenziai perché sapevo che di lì a poco sarebbe rientrato mio marito e non volevo che sospettasse nulla.

Infatti, più tardi, mentre preparavo la cena fra un mestolo e una padella, alzai il telefono e vidi la notifica del messaggio. Finsi di dover andare in bagno perché non vedevo l’ora di capire se Antonio sarebbe stato d’accordo per un incontro all’insaputa di Giorgio, mio marito. Se avesse accettato sarebbe significato che qualcosa aveva inteso diversamente avrebbe trovato una qualsiasi scusa per non accettare.

Aprii con un po’ di ansia il messaggio e lessi: “Ciao Barbara, sono contento che tu mi abbia scritto. Lo sai che ho sempre avuto un debole per te! Rispondo brevemente alle tue domande: 1) certo che mi ricordo di te… sono domande da fare? 2) sto bene; 3) le giornate le passo un po’ annoiandomi, leggendo qualche libro, suonando il mio pianoforte e frammentando il tutto con un po’ di palestra. Prima c’era mia figlia con me, ma ora è andata a vivere con il compagno e quindi sono solo a casa. Passiamo all’ultima domanda: certo che sono disposto ad offrirti un caffè, ti offrirei anche una cenetta, ma immagino che per quella dovremmo informare Giorgio ed ho capito che non vuoi. Dammi le tue disponibilità e mi libero per il caffè. Passo io a prenderti o ci vediamo direttamente da qualche parte? Un abbraccio ed un caldo bacio”.

La parte che mi colpì di più fu quando scrisse che la figlia aveva lasciato la casa e che ora abitava da solo. Da solo! Tirai lo sciacquone e tornai ai fornelli. Stavo pensando a quando e come organizzare per vederci e per farmi portare, poi, a casa sua. Durante la cena ero persa nei miei pensieri, ma lui non se ne accorse, era concentrato sul telegiornale. Altri bombardamenti qua e là per il mondo, i prezzi che salivano, i migranti che aumentavano, …… le solite notizie. Per me la notizia importante era che Antonio abitava da solo e aveva la casa libera.

Quella sera Giorgio, mio marito, volle scoparmi ed io, per non destare sospetti o incazzature mi lasciai palpare le tette e la patata. Mi chiese come mai l’avevo rasata ed io risposi che era una moda, ma era anche per igiene. Glielo presi in mano e immediatamente venne. Mi diede un rapido bacio, si pulì con un fazzoletto da quel poco di sperma che ancora gli usciva, si girò dall’altra parte e si addormentò come un sasso.

L’indomani, lui usci come al solito per le sue consulenze (è in pensione ormai da qualche anno, ma continua a fare consulenze ai clienti più affezionati). Sapevo che non sarebbe tornato prima delle 17:00-17:30. Avevo praticamente tutto il giorno. Non era giornata di incontro con Francesco (l’imbianchino) e pensai che potevo, anzi dovevo sfruttare quella giornata. Presi il cellulare e scrissi ad Antonio: ”Oggi sono libera. Ci vediamo?”. Pochi secondi ed ecco il bip. “Certo che sì, sono libero anch’io. Visto che sono qui da solo che ne dici se il caffè lo faccio io? Ti ricordi dove abito? Ti aspetto……”.

Cavolo! Mi ha anticipata! Bene, eviterò di dovermi inventare non so cosa per farmi portare a casa sua.
Mi sono preparata con cura, senza strafare perché erano un’uscita pomeridiana, non potevo certo mettermi elegante come se fossi uscita di sera.
Misi un bel reggiseno a balconcino di pizzo nero ed un tanga di pizzo, sempre nero. Autoreggenti, ballerine, un tubino ed una camicetta bianca con sopra un golfino. Scesi nel garage, presi la macchina e mi diressi verso casa di Antonio.
Sapevo che non c'era portineria quindi ero abbastanza tranquilla. Arrivata al portone suonai al citofono, Antonio rispose e mi aprì. Presi l'ascensore e fui assalita da mille dubbi e pensieri: avevo fatto la cosa giusta? “Ma sì”, pensai. Sarà comunque una giornata piacevole.
Antonio era un amico di vecchia data. Una persona simpatica di quelle con la battuta sempre pronta. Si fece trovare in jeans e camicia, aveva addosso un buon profumo.
Mi fece accomodare nel salotto ed io mi sedetti sul divano, lui andò in cucina e preparò i due caffè. Torno con le tazzine su un vassoio che appoggiò sul tavolino di fronte al divano e si sedette vicino a me.
Cominciammo a chiacchierare, lui non finiva più di parlare e di raccontare quale era stata la sua vita da sposato. Un racconto abbastanza triste devo dire. Attaccai anch'io con la lagna della vita matrimoniale e ad un certo punto scoppiamo a ridere. “Che sfigati che stiamo” dissi e poi giù a ridere.
Fu lì che mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia. Io mi girai e gli proposi la bocca. Lui vi si attaccò e cominciò a limonarmi. Mi tirò a sé e mi ritrovai sopra di lui.
Sentivo il suo pene gonfiarsi, capivo che non era di una dimensione eccezionale, ma sicuramente era duro, molto più duro di quello di mio marito Giorgio.
Gli chiesi se fosse matto a comportarsi in quel modo ma lui mi rispose chiedendomi se non fossi andata lì proprio per quello. “Effettivamente sì”, risposi e lo baciai.
Mi fece alzare e mi condusse in camera. Lì mi slacciò la camicetta mi abbassò la cerniera della gonna e me la sfilò. Rimasi con le mutandine il reggiseno e le autoreggenti. Mi chiese di non toglierli perché gli piacevo così. Si tolse jeans e ci sdraiammo sul letto.
Fu tutto molto dolce, l’amicizia evidentemente aveva prevalso sui nostri istinti. Antonio era una cara persona. Mi prese piano baciandomi sul collo e accarezzandomi la schiena. Mi piacque anche se non è esattamente il sesso che cerco dopo l’esperienza con Francesco. Lui mi ha abituata ad un sesso intenso, profondo, virile, quasi violento. Con Antonio è stata una bella esperienza che probabilmente ripeterò, ma non è il sesso che mi appaga.
Mentre torno a casa penso a come e dove cercare nuove esperienze. Mi è venuta un’idea….!!!

Continua………..

(*) Il racconto è vero, ma i nomi sono di fantasia
scritto il
2023-08-13
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