I giovedì della signora Giulia. Parte I. Il primo incontro.
di
Don Juan De La Vega
genere
esibizionismo
"Pronto? Ciao tesoro, ho fatto un po' tardi in ufficio... Dovrebbe passare la mi amica Giulia, dille che sono in ritardo di una ventina di minuti e falla accomodare in salotto. Ci vediamo tra un po'. Baci".
Click!
Tutto cominciò con una telefonata.
All'epoca vivevo con mia madre; era divorziata e tutti i venerdì andava a giocare a bridge in un circolo molto snob insieme alla sua amica Giulia. Lei veniva a prendere la mamma alle sette di sera, bussava ma non entrava mai in casa. Non l'avevo mai vista, anche perché a quell'ora stavo sempre in camera mia.
Din don!
“Oh, buonasera! Ma che bel giovanotto, tu devi essere Giovanni... Puoi dire alla mamma che è arrivata Giulia? "
Restai di sasso. Era una fica da paura. Bionda, occhi azzurri, formosa, elegante. Gonna corta, calze beige, tacchi vertiginosi. Tra i quaranta e i cinquanta portati magnificamente. Sentii un tuffo al cuore, avevo i battiti a mille e il cazzo mi stava esplodendo nei pantaloni.
"La mamma si scusa ma arriverà tra una ventina di minuti, se nel frattempo vuole accomodarsi..."
"Ma certo caro, nessun problema. Quanti anni hai?"
mi chiese mentre la accompagnavo in salotto. Si tolse il soprabito e le sue forme apparvero in tutto il loro splendore.
"Ho diciotto anni appena compiuti"
risposi cercando goffamente di nascondere quell'evidente bozzo sulla patta.
"Oh, sei proprio un bel ragazzo sai, somigli molto a tua madre, a parte qualche dettaglio, naturalmente..."
disse sorridendo e guardando proprio li... Ero tanto arrapato quanto imbarazzato...
"Io torno a studiare, se ha bisogno di qualcosa mi chiami pure"
"vai, vai, non ti preoccupare. Non ho bisogno di nulla"
Chiusi la porta ma non potei fare a meno di guardarla dal buco della serratura.
Si siede, accavalla le cosce, si sistema la gonna tirandola un po' su, si accende una sigaretta. Ha capito che la sto guardando, perché dopo un po' si alza e tira su la gonna, mettendo in mostra un culo da urlo. Ancheggia, si china e poi si tira su, accarezzando le gambe velate dalle calze beige eleganti col righino dietro, tenute su da un reggicalze nero. La gonna è caduta a terra. Ora si volta verso di me - sa bene che sto dietro quella porta - fa l'occhiolino e poi continua il suo spogliarello. Via la camicetta e dopo un po', continuando a muoversi come un serpente, via anche il reggiseno. Mamma che tette! Tonde, sode con dei bei capezzoli turgidi. Forse era eccitata quanto me. Si stringe i seni, li accarezza, guarda verso di me e manda un bacio con la mano. Poi si china di nuovo e... via le mutandine! Guarda ancora verso di me, sorride, poi mi punta contro l'indice e con una smorfia imperiosa agita il pugno come a dire "ehi tu, ti ordino di farti una sega!".
In realtà avevo già tirato fuori il cazzo e me lo stavo menando come una scimmia, ma quel gesto mi incoraggiava a continuare senza vergogna.
Ora allarga le cosce, si tocca la fica rasata, allarga le labbra con le dita che ha appena leccato, poi se le lecca di nuovo, le strofina sul clitoride, le infila dentro. Il mio cazzo sta scoppiando, quella zoccola ora si masturba con passione e io insieme a lei. Non riesco più a trattenermi, mentre la sento ansimare non riesco a tratenere un orgasmo meraviglioso. La sborra mi sale con prepotenza dai coglioni e mi esce dal cazzo con schizzi violenti e generosi finendo sulla porta e sul pavimento. La troia ora gode e guardarla venire è un piacere.
Tornai in me. Dovevo assolutamente pulire! Mi rimisi a posto la verga e andai a prendere uno straccio nel cesso. Quando tornai lei si era già rivestita, era seduta come se niente fosse e stava fumando di nuovo.
Drin!
"Ciao tesoro, eccomi qua, finalmente. Giulia è arrivata?"
“Sono qui in salotto, Anna"
"Bene, scusa il ritardo, il tempo di cambiarmi e usciamo. Spero che tu non ti sia annoiata troppo ad aspettare"
"No, no, ho fatto un po' di... meditazione"
Dopo qualche minuto mia madre era pronta. Mi affacciai per salutare quella coppia di donne non più giovani ma ancora molto attraenti. Eh si, anche la mamma , vestita di tutto punto, faceva la sua bella figura.
Ero tremendamente imbarazzato nel salutare la mia musa ispiratrice.
"Allora ci vediamo domani, tesoro. Ti ho lasciato la cena in frigo, come sempre. Buonanotte"
Disse la mamma tirandomi un bacio
"Buonanotte Giovanni, piacere di averti conosciuto"
Giulia mi salutò con un sorriso smagliante e, con aria complice, mi fece l'occhiolino, si mise l'indice sulla bocca per suggellare il nostro segreto e infine mi mandò un bacio.
Click!
Tutto cominciò con una telefonata.
All'epoca vivevo con mia madre; era divorziata e tutti i venerdì andava a giocare a bridge in un circolo molto snob insieme alla sua amica Giulia. Lei veniva a prendere la mamma alle sette di sera, bussava ma non entrava mai in casa. Non l'avevo mai vista, anche perché a quell'ora stavo sempre in camera mia.
Din don!
“Oh, buonasera! Ma che bel giovanotto, tu devi essere Giovanni... Puoi dire alla mamma che è arrivata Giulia? "
Restai di sasso. Era una fica da paura. Bionda, occhi azzurri, formosa, elegante. Gonna corta, calze beige, tacchi vertiginosi. Tra i quaranta e i cinquanta portati magnificamente. Sentii un tuffo al cuore, avevo i battiti a mille e il cazzo mi stava esplodendo nei pantaloni.
"La mamma si scusa ma arriverà tra una ventina di minuti, se nel frattempo vuole accomodarsi..."
"Ma certo caro, nessun problema. Quanti anni hai?"
mi chiese mentre la accompagnavo in salotto. Si tolse il soprabito e le sue forme apparvero in tutto il loro splendore.
"Ho diciotto anni appena compiuti"
risposi cercando goffamente di nascondere quell'evidente bozzo sulla patta.
"Oh, sei proprio un bel ragazzo sai, somigli molto a tua madre, a parte qualche dettaglio, naturalmente..."
disse sorridendo e guardando proprio li... Ero tanto arrapato quanto imbarazzato...
"Io torno a studiare, se ha bisogno di qualcosa mi chiami pure"
"vai, vai, non ti preoccupare. Non ho bisogno di nulla"
Chiusi la porta ma non potei fare a meno di guardarla dal buco della serratura.
Si siede, accavalla le cosce, si sistema la gonna tirandola un po' su, si accende una sigaretta. Ha capito che la sto guardando, perché dopo un po' si alza e tira su la gonna, mettendo in mostra un culo da urlo. Ancheggia, si china e poi si tira su, accarezzando le gambe velate dalle calze beige eleganti col righino dietro, tenute su da un reggicalze nero. La gonna è caduta a terra. Ora si volta verso di me - sa bene che sto dietro quella porta - fa l'occhiolino e poi continua il suo spogliarello. Via la camicetta e dopo un po', continuando a muoversi come un serpente, via anche il reggiseno. Mamma che tette! Tonde, sode con dei bei capezzoli turgidi. Forse era eccitata quanto me. Si stringe i seni, li accarezza, guarda verso di me e manda un bacio con la mano. Poi si china di nuovo e... via le mutandine! Guarda ancora verso di me, sorride, poi mi punta contro l'indice e con una smorfia imperiosa agita il pugno come a dire "ehi tu, ti ordino di farti una sega!".
In realtà avevo già tirato fuori il cazzo e me lo stavo menando come una scimmia, ma quel gesto mi incoraggiava a continuare senza vergogna.
Ora allarga le cosce, si tocca la fica rasata, allarga le labbra con le dita che ha appena leccato, poi se le lecca di nuovo, le strofina sul clitoride, le infila dentro. Il mio cazzo sta scoppiando, quella zoccola ora si masturba con passione e io insieme a lei. Non riesco più a trattenermi, mentre la sento ansimare non riesco a tratenere un orgasmo meraviglioso. La sborra mi sale con prepotenza dai coglioni e mi esce dal cazzo con schizzi violenti e generosi finendo sulla porta e sul pavimento. La troia ora gode e guardarla venire è un piacere.
Tornai in me. Dovevo assolutamente pulire! Mi rimisi a posto la verga e andai a prendere uno straccio nel cesso. Quando tornai lei si era già rivestita, era seduta come se niente fosse e stava fumando di nuovo.
Drin!
"Ciao tesoro, eccomi qua, finalmente. Giulia è arrivata?"
“Sono qui in salotto, Anna"
"Bene, scusa il ritardo, il tempo di cambiarmi e usciamo. Spero che tu non ti sia annoiata troppo ad aspettare"
"No, no, ho fatto un po' di... meditazione"
Dopo qualche minuto mia madre era pronta. Mi affacciai per salutare quella coppia di donne non più giovani ma ancora molto attraenti. Eh si, anche la mamma , vestita di tutto punto, faceva la sua bella figura.
Ero tremendamente imbarazzato nel salutare la mia musa ispiratrice.
"Allora ci vediamo domani, tesoro. Ti ho lasciato la cena in frigo, come sempre. Buonanotte"
Disse la mamma tirandomi un bacio
"Buonanotte Giovanni, piacere di averti conosciuto"
Giulia mi salutò con un sorriso smagliante e, con aria complice, mi fece l'occhiolino, si mise l'indice sulla bocca per suggellare il nostro segreto e infine mi mandò un bacio.
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