L'iniziazione

di
genere
incesti

Era la fine degli anni ottanta e io frequentavo il liceo. Dimostravo meno dei miei anni e i miei compagni mi snobbavano perché non mi comportavo come loro.
In effetti sono sempre stato un tipo solitario, sono cresciuto con mia madre che con me è sempre stata comprensiva ed indulgente.
Da qualche anno avevo scoperto i piaceri del sesso solitario e mi piaceva anche indossare la biancheria di mia madre soprattutto i suoi tanga.
Mi piaceva come mi slanciavano il sedere, passavo ore a carezzarmelo allo specchio prima di masturbarmi.
Lei se ne era accorta e ci scherzava su questa mia abitudine. Un giorno che mi aveva sorpreso ad infilarmi un paio di tanga, mi suggerì la depilazione del pube, unico posto dove avevo un po’ di peluria, perché diceva era antiestetico che i peli spuntassero dai bordi del tanga.
A maggio la professoressa di storia dell’arte si ammalò e arrivò un supplente nuovo.
Si chiamava Marco ed era appena laureato, era un buon professore pieno di buona volontà ed anche simpatico.
Fu lui che un pomeriggio durante la ricreazione mi beccò a leggere Playboy. Mi ero rintanato in un posto tranquillo e stavo sfogliando avidamente il giornale.
Non capitava spesso di leggere riviste del genere e tutti quei corpi nudi mi eccitavano da morire.
Quando sentii la sua voce alle mie spalle mi prese un accidente, ero sicuro che mi avrebbe mandato dal preside invece si mostrò molto comprensivo.
“Non c’è niente di male a guardare corpi nudi” mi spiegò “La storia dell’arte ne è piena.”
Visto il suo atteggiamento amichevole mi sbilanciai e gli raccontai parecchie cose di me, finii per raccontargli anche della mia mania per gli slip di mia madre.
“Sono sicuro che stai molto bene con quell’indumento.” mi disse. “Comunque se ti piacciono quel tipo di riviste io a casa ne ho un po’ e, se mi prometti di non dirlo a nessuno, puoi venire a vederle.”
“Davvero? Mi piacerebbe molto.” Ero eccitato all’idea di guardare quel tipo di giornali con lui.
“Va bene.” acconsentì. “A condizione che tu indossi le mutandine di cui mi hai parlato.”
Ci accordammo per il giorno successivo verso le tre del pomeriggio.
Il giorno dopo ero talmente eccitato che mi presentai a casa sua con largo anticipo.
Ci incontrammo sul portone di casa, lui stava rientrando da Roma.
Sulle scale mi rinnovò la raccomandazione di non far parola con nessuno dei nostri incontri ed io lo rassicurai di nuovo.
“Bene.” esclamò un volta in casa. “Hai mantenuto la tua promessa?”
“Certo” e senza dire altro mi sfilai i jeans.
“Accidenti stai proprio bene. Puoi toglierti anche la maglietta se vuoi.”
Non me lo feci ripetere e lasciai che lui mi ammirasse nudo con il tanga preso in prestito da mia madre.
“Ho bisogno di fare una doccia.” disse scuotendosi. “Intanto guarda questi.” e mi allungò un fascio di riviste che aveva tirato fuori dalla libreria.
Mentre era in bagno mi dedicai alla lettura. Erano molto diverse da quelle che avevo visto fin ora.
Intanto erano tutti uomini e poi non erano solo nudi facevano cose che mai avrei creduto si potessero fare.
Mi stavo eccitando tantissimo, la punta dell’uccello sbucava dal bordo del tanga ed era bagnato dall’eccitazione.
Quando uscì dal bagnò Marco mi trovo assorto in contemplazione.
Aveva indosso un accappatoio azzurro.
“Che te ne pare?” mi chiese divertito.
“Bellissime” gli risposi arrossendo “Non pensavo che gli uomini facessero certe cose…”
“Le fanno, le fanno” rispose sornione “Solo che non vanno a raccontarlo in giro.”
Si avvicinò e passò il dito sulla punta del mio uccello bagnato mentre lampi di piacere mi scuotevano come scariche elettriche. “Senti come sei eccitato” sussurrò sotto voce.
Si aprì l’accappatoio e il suo uccello svettò teso davanti a me.
“Vuoi baciarlo.” disse.
Mi avvicinai e dopo averlo baciato un paio di volte non resistetti e lo ingoiai di colpo.
Mi sentivo una vera troia, succhiavo ed ingoiavo avidamente, non vedevo l’ora che mi spruzzasse il suo sperma.
Cosa che avvenne abbastanza rapidamente.
Marco si accasciò esausto poi mi guardò negli occhi e mi disse. “Sembri nato per questo.”
Gli sorrisi, lui allora si chinò fra le mie gambe e preso il mio uccello con due dita mi fece godere.
Restammo un po’ a parlare poi lo salutai. Sulla porta mi baciò sulla bocca e mi chiese di tornare due giorni dopo.
Passai il resto della giornata eccitato e assorto nei miei pensieri. Avevo scoperto un mondo nuovo e desideravo ardentemente ripetere quell’esperienza e fare tutte quelle cose che avevo visto su quei giornali.
All’incontro successivo mi preparai con cura. Presi in prestito da mia madre un tanga nero molto sgambato, un paio di calze a rete e un paio di scarpe nere con il tacco.
Mi truccai gli occhi e sistemai i capelli che portavo lunghi.
Per nascondere il trucco misi gli occhiali scuri, le calze le indossai sotto i jeans, le scarpe però non potevo metterle così le sistemai in una busta le avrei indossate sulla porta di casa di Marco.
Uscii con il cuore in gola.
Arrivato a casa di Marco mi tolsi gli occhiali, mi cambiai le scarpe e suonai alla porta. Venne ad aprirmi con indosso una vestaglia nera molto sexy.
Notò le mie scarpe e il mio trucco e sorrise compiaciuto. Lo baciai subito in bocca mentre lui mi spogliava frenetico.
Quando mi tolse i pantaloni non poté fare a meno di mormore “Sei una vera troia.”
“Sì!” gli risposi “La tua troietta.” e ripresi a baciarlo.
Gli sfilai l’accappatoio e fui felice di notare la sua erezione. Glielo presi subito in bocca poi lui mi tirò su e iniziò a succhiare me.
“Sì! Continua… Sei bravissimo…”
Riprendemmo a baciarci.
“Voglio che mi entri dentro…” gli dissi tutto d’un fiato.
“Sei sicuro?” mi chiese.
“Certo che sono sicuro… Tu ne hai voglia?” gli stavo stringendo l’uccello con la mano.
“Vieni inginocchiati…”
Sentii la sua lingua esplorarmi il buchetto che si dilatava lentamente.
“Non farmi aspettare…” lo implorai.
La punta del suo uccello cominciò a spingere. Vinsi l’istinto di irrigidire i muscoli e lo sentii entrare lentamente ma inesorabilmente.
Mi dilatava oltre ogni immaginazione ma non sentivo alcun dolore. Poi fui preso dalla frenesia e cominciai ad agitarmi e lui a spingere.
Ero scosso da fremiti di libidine e quando lo sentii schizzare fui travolto dall’orgasmo.
Ci ritrovammo stremati sulla moquette.
“Sei una forza della natura” mi disse. “Spero di non averti fatto male…”
“Mi hai fatto godere come un maialino” gli risposi baciandolo.
Bevemmo una coca e poi andammo a fare una doccia. Sdraiati sul letto continuammo a parlare e a baciarci. Lui intanto mi pizzicava i capezzoli. La voglia ci riprese a entrambi.
“Sai che mi piaceva quando me lo succhiavi.” gli dissi.
“Facciamolo insieme.” mi propose.
Ci mettemmo in posizione e cominciammo a succhiarci a vicenda. In breve l’atmosfera si fece bollente. Sentii i suoi schizzi in gola e lo ricambiai subito dopo.
Ci vedemmo ancora e ogni volta era un’esperienza nuova.
Ricordo ancora con emozione la prima volta che glielo misi dentro mi sentii la persona più potente del mondo.
Naturalmente mia madre non poté fare a meno di notare la sparizione dei suoi indumenti e intuire cosa stava accadendo.
Una sera mentre stavamo vedendo la televisione seduti sul divano mi attirò a sé e molto dolcemente mi chiese. “Mi sembra di capire che ti vedi con qualcuno da un po’ di tempo.”
Non volevo rompere il patto fatto con Marco ma neanche volevo nascondere niente a mia madre che era così comprensiva così, pur senza dirgli con chi mi vedevo, le confessai che avevo un amante.
“Vedo un ragazzo…”
“E.. fate sesso?” era un po’ imbarazzata.
“Sì! Certo.” risposi.
“E, scusa se sembro invadente, te l’ho ha messo…”
“Vuoi sapere se mi ha scopato? Sì naturalmente e anch’io l’ho scopato.”
Rimanemmo un po’ in silenzio poi lei continuò.
“Naturalmente non voglio criticare le tue scelte. Io ti voglio bene potrai sempre confidarti con me.”
La baciai: “Sei la mamma migliore che ci sia.” lo pensavo veramente.
“Naturalmente potrai saccheggiare il mio guardaroba se vorrai…”
“Non avevo nessuna intenzione di smettere.” le risposi ridendo.
Ci abbracciammo.
I pomeriggi con Marco si facevano sempre più torridi. Per andare da lui escogitavo tutti i possibili modi per truccarmi poi un pomeriggio gli dissi.
“Mi piacerebbe vestirmi da donna e farmi sbattere per bene ma non posso uscire di casa con i vestiti di mia madre. Perché non vieni tu un pomeriggio a casa mia?”
“Immagino cosa saresti capace di fare. Trovo però la tua idea pericolosa, se tornasse tua madre?”
“Mia madre lavora e poi lo sa che mi vedo con un uomo. Non c’è nessun pericolo.”
L’idea lo stuzzicava e dopo qualche tentennamento accettò.
Ci demmo appuntamento a casa mia per il venerdì successivo.
Passai parecchio tempo a prepararmi. Trucco leggero, rossetto, un bel vestito nero con spacco vertiginoso, scarpe con i tacchi e collant senza slip.
Quando mi vide per poco non gli venne un infarto.
Lo trascinai dentro e lo tenni un po’ sulle spine.
Lo portai in camera mia e gli detti modo di ammirarmi.
Lui cercava di allungare le mani ma io lo tenevo a bada. Poi, preso anch’io dalla voglia, mi alzai il vestito e gli feci leccare l’uccello da sopra il collant infine lo feci spogliare e alzatomi il vestito, mi feci sbattere per bene.
Non volle restare molto, evidentemente temeva il ritorno improvviso di mia madre, così un po’ deluso lo accompagnai alla porta e lo salutai. Stavo per tornare in camera mia quando mia madre apparve sulla porta della sua camera.
“Accidenti mamma!” esclamai “Da quanto tempo sei rientrata?”
“Da un po’.” Non sembrava arrabbiata. Però doveva avere visto tutto, avevo lasciata la porta della mia camera aperta e l’immagine di me che allungato alla scrivania con i suoi vestiti addosso mi facevo sbattere non doveva esserle sfuggita.
“Era quello il tuo amico?” Mi chiese.
“Sì! Mi dispiace…”
“Non preoccuparti. Va tutto bene.” Mi attirò fra le sue braccia. “Però non mi piace che porti le persone in casa quando non ci sono.”
“Ti giuro è la prima volta…”
“Va bene. Ora vatti a risistemare.” Mi tolsi il vestito per ridarglielo ma mi accorsi che era pieno di sperma.
“Credo sia da lavare…”
Lei lo esaminò poi scosse la testa. “Niente di irreparabile. Lo sperma si toglie facilmente” disse.
La sera, dopo cena, mi fermai a vedere la televisione in camera sua. Ad un certo punto lei mi abbracciò e mi coccolò come quando ero piccolo.
Spenta la televisione rimanemmo parlare un po’ ed ad un certo punto mi chiese.
“Ti piacciono solo gli uomini?”
“Non so.” risposi “Le donne non le frequento molto, anzi tu sei l’unica. Sulle riviste porno mi piace vederle ma con loro non ho confidenza.”
Continuammo a parlare tranquillamente, le chiesi della sua vita sessuale e mi rispose francamente che pur non avendo una relazione stabile non disdegnava rapporti occasionali sia con uomini che con donne.
“Per questo sei così comprensiva con me?” le chiesi.
“Sì. Alla tua età facevo sesso solo con le donne poi ho cominciato a farlo anche con gli uomini.”
“Forse sono anch’io bisessuale” le dissi “In fondo le donne non mi dispiacciono affatto.”
“Sicuramente” confermò lei “Vedrai che quando conoscerai una donna disponibile comincerai ad apprezzare la figa.”
Disse proprio così senza tanti giri di parole.
Scherzando le risposi che al momento l’unica donna che frequentavo era lei e che se voleva poteva togliermi la curiosità.
Lei, sempre scherzando, rispose che ad un bel ragazzo come me l’avrebbe fatta vedere volentieri.
Allora le chiesi se me la faceva vedere, non che avessi molte speranze ma così tanto per scherzare.
Invece lei ci pensò un po’ e poi mi chiese. “Davvero vorresti vedere la figa della tua mamma?”
“Certo che sì!” risposi.
Lei allora con tutta naturalezza si sfilò gli slip. Quello che era cominciato come un gioco stava prendendo una piega molto interessante.
Ci guardammo negli occhi, lei mi sorrise incoraggiante.
Scivolai lungo il suo corpo finché non mi trovai davanti un triangolo di peli neri, allora lei aprì le gambe e davanti ai miei occhi apparve un fiore di carne di varie sfumature di rosa che contrastava con il colore scuro dei peli. Mi resi conto dopo un po’ del profumo dolce e selvaggio che emanava.
Ero così affascinato che non potei fare a meno di portarci le labbra e depositarvi un bacio.
Mi sentii tirare su e mi accasciai sul suo seno mentre lei mi carezzava i capelli.
“Sono rimasto affascinato…” riuscii a dire.
“Sono molto contenta.”
“E lì dentro che si infila…”
“Sì tesoro si infila lì dentro. Quando è il momento si apre e lo accoglie dentro di sé.”
La guardai negli occhi.
“Birichino! So cosa stai pensando ma non si può, credimi.”
Colse la delusione nei miei occhi.
“È un po’ che non prendo anticoncezionali” mi spiegò “e non possiamo correre il rischio di fare un bambino.” così dicendo si girò a pancia sotto e la mia mano finì naturalmente sulle sue natiche.
Erano lisce e morbide ed era un piacere accarezzarle, lei del resto non trovò nulla da ridire.
“L’hai mai fatto da… dietro?” le chiesi.
“Vuoi dire…Sì! Perché.”
“Così .. Curiosità…”
Lei si mise a ridere. “Non è che vuoi farti la tua mamma?”
Non volevo mentirle cercai di trovare le parole per spiegarle cosa sentivo.
“È che sento che ti voglio bene…e che sei così bella. Non so vorrei sentirmi dentro di te…”
Rimase un po’ in silenzio poi mi guardò e disse.
“Dai allora fammi vedere quanto mi vuoi bene.”
Inarcò la schiena e io scesi con la bocca fra le sue natiche.
Le leccai il buchetto con dolcezza bagnandolo abbondantemente finché lei sussurrò “Sono pronta.”
Lo infilai lentamente mentre lei si dilatava accogliendomi dentro.
Anche se avrei voluto non la montai con furia. Lo facemmo con dolcezza e lei assecondava sapientemente i miei movimenti.
Fu una vera gioia eiacularle dentro.
“È stato molto bello.” mi disse quando mi accasciai sfinito su di lei.
“Sì!” confermai. “Molto.”
Spesso nei giorni successivi mi tornò in mente l’immagine di quel cespuglio nero e di quel fiore che tanto mi aveva turbato. Ripensavo a quel bacio e a quello che era successo dopo.
Finché una sera sentii mia madre uscire dal bagno e passando davanti la mia camera si fermò sulla porta e mi chiese se volevo farle compagnia.
La seguii in camera sua con il cuore in gola.
Aveva indosso l’accappatoio ed io non potevo fare a meno di immaginarla nuda.
Ci sdraiammo sul letto e l’abbracciai. Le dissi che volevo molto bene non solo perché era mia madre. Allora lei mi disse. “Senti tesoro fra qualche giorno avrò il ciclo…quindi se vogliamo farlo adesso non c’è pericolo di fare un bambino…”
“Davvero…posso mettertelo dentro?”
“Se lo desideri adesso possiamo farlo.”
“Certo che lo desidero!”.
L’aiutai a togliersi l’accappatoio e mi soffermai ad ammirare la sua nudità.
“Sei bellissima…” riuscii a dire.
“Vieni tesoro… baciami ancora fra le gambe”
A differenza dell’altra volta adesso era più grande e bagnata. La baciai più volte poi l’accarezzai con la lingua.
“Bravo…così.” mi incitava. “Adesso mettimelo dentro.” Mi attirò a sé e scivolai dentro senza sforzo. Era morbida e scivolavo dolcemente su e giù. La guardai negli occhi e mi sorrise.
Poi mi irrigidii e iniziai ad eiaculare per un tempo che mi sembrò infinito.
“Resta dentro ancora un po’” mi sussurrò all’orecchio. La baciai.
“Sai” mi disse dopo un po’ “Ho deciso di andare dal medico, mi farò prescrivere la pillola.”
La strinsi forte e la baciai di nuovo.
di
scritto il
2011-08-28
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