I due fratelli
di
aries
genere
incesti
Mancavano quasi sei mesi alla discussione della tesi di laurea, l'ultimo scoglio da superare era la partecipazione al seminario di Storia della letteratura americana. Purtroppo nel mio ateneo non c'erano più posti disponibili.
M'informai in segreteria e mi dettero l'elenco delle università dove era ancora possibile iscriversi, fra queste c'era quella di Bologna.
Chiamai mia sorella, che risiedeva là e le chiesi se poteva ospitarmi per un po' di tempo, mi rispose che non c'era nessun problema, così inviai l'iscrizione e mi preparai per trasferirmi a Bologna.
Arrivato alla stazione di Bologna chiamai mia sorella che passò a prendermi poco dopo per accompagnarmi a casa.
Erano alcuni mesi che non ci vedevamo, lei era sempre uguale: spiritosa e simpatica ed anche molto bella.
"Fidanzati?" le chiesi.
"Tanti corteggiatori" mi rispose "Ma nessuno papabile"
"Sei di gusti difficili"
"No. È che tutti hanno il livello intellettuale di un primate"
"Mica devi per forza discuterci"
"Per quello allora non servono i fidanzati"
Ridemmo di gusto.
Arrivati a casa sistemai la mia roba e mi accorsi che la casa era molto piccola, in pratica avrei dovuto dormire in camera con lei.
"Dormiremo nella stessa camera come quando eravamo ragazzi" mi fece lei
"Ti avverto che russo" replicai io.
"Ti caccio da casa in piena notte se t'azzardi" mi rispose scherzando.
"Questa sera a cena vengono due mie amiche, spero non ti dispiaccia"
"No. Non sono affatto stanco. Se vuoi ti aiuto a preparare"
"Sì grazie. Mi sarebbe d'aiuto"
Uscimmo a fare la spesa e, una volta tornati cominciammo a preparare la cena.
"Vengono Raffaela e Martina" mi informò "Raffaela lavora con me all'Università, è una psicologa, un po' bigotta ma è carina. Martina invece è una sua amica, me l'ha presentata lei un anno fa. A me è più simpatica Martina. Diciamo che invito anche Raffaela solo perché sono amiche ".
Verso le otto, le due amiche arrivarono insieme, dopo i baci e le presentazioni ci sedemmo a tavola.
La conversazione verteva principalmente sul lavoro poi, ad un certo punto Raffaela, parlando di un caso che stava seguendo, se ne uscì con l'affermazione che il paziente era molto disturbato perché, nonostante fosse sposato, continuava a masturbarsi.
"Ma Raffaela, che dici?" la interruppe Martina "figuriamoci se uno è disturbato solo perché si masturba..."
"Già" intervenne mia sorella "sarebbero tutti da ricoverare"
"Ma non capite" cercò di spiegare Raffaela "è sposato! Che bisogno ha di masturbarsi?"
"Raffaela sei fuori dal mondo" continuò Martina "Guarda anche io sono sposata eppure lo faccio ogni tanto. Anzi abbastanza spesso"
"Martina ma che dici?" Raffaela sembrava seriamente scandalizzata.
"Dico che per me è assolutamente normale masturbarsi quando se ne ha voglia. Io sono sposata e con Marco facciamo sesso una o due volte la settimana ma, quando ne ho voglia, mi coccolo da sola, e mi piace molto"
"Sì anch'io non ci vedo niente di strano" intervenne mia sorella "Anche quando sto con qualcuno mi masturbo con grande soddisfazione".
"In effetti" intervenni io "non ci vedo niente di strano. Anch'io lo faccio e non ci rinuncerei per niente al mondo".
"Vedi" concluse Martina "che il mio punto di vista è condiviso da tutti. Secondo me sei troppo rigida sulle questioni del sesso. Magari tu con tuo marito lo fate tutti i giorni..."
"Sì, tutti i giorni" replicò Raffaela "una, due volte al mese..."
"Allora la strana sei tu credimi." Raffaela fece cadere il discorso e la conversazione passò ad altri temi meno personali.
Finta la cena e salutate le nostre ospiti ci ritrovammo in cucina a sparecchiare.
"Certo che Raffaela è proprio repressa. Come farà a fare la psicologa?"
"Sicuramente è una pessima psicologa" concluse mia sorella.
Ci eravamo già preparati per andare a letto quando lei riprese il discorso "Poi figurati, una che scopa una volta al mese, ne avrà di problemi..."
"Cosa avrà contro la masturbazione? In fondo è fare sesso con una persona che stimi"
"Questa l'ho già sentita. Tu, a proposito, ti stimi sempre molto?"
"In che senso?"
"Dai non far finta di non aver capito. Voglio dire te lo meni sempre tanto?"
"E tu che sai?"
"Credevi che non mi accorgessi dei tuoi maneggi di notte?" era molto divertita della mia sorpresa.
"Pensavo che dormissi"
"No. Aspettavo che prima ti toccassi"
"Brutta porcellona..."
"E poi mi toccavo io. Noi donne però siamo più discrete se tu non te ne sei mai accorto."
"E brava la mia sorellina porcellona."
"Beh ho fatto anche di più"
"Cioè?" la cosa mi stava intrigando parecchio.
"Ti spiavo quando di giorno te le facevi al bagno. Mi accorgevo delle tue erezioni e venivo a spiarti"
Non potevo crederci. Io che avrei fatto chi sa cosa per vedere mia sorella nuda, e invece era lei che spiava me.
"Beh.. confidenza per confidenza, anch'io ti spiavo quando eri in bagno."
Eravamo tutt'e due in slip e maglietta e il mio occhio corse alle sue magnifiche gambe.
Si sedette al bordo del mio letto.
"Non sei molto scandalizzato dalle mie confessioni, vero?"
"No. Figurati, solo che avremmo potuto dircelo. Ci saremmo risparmiati di sbirciare dai buchi delle serraturre".
"Che avresti fatto?"
"Ti avrei invitato nel mio letto e lo avremmo fatto insieme. Peccato abbiamo perso delle belle occasioni per divertirci".
"E non possiamo recuperare?"
"Vuoi dire..."
"Sì" guardò verso i miei boxer "Mi sembra che il tuo amichetto reclami attenzioni, o sbaglio?"
Non sbagliava affatto, i suoi discorsi me lo avevano fatto tirare da matti. L'idea di farlo con lei era il massimo che potessi desiderare.
"A me piace farlo nudo"
"E allora spogliati che aspetti"
Ci misi un attimo, lei mi guardava incantata "Hai proprio un bel corpo sai" disse carezzandomi il petto "E a me piacciono i ragazzi nudi"
Si spogliò anche lei. Aveva un corpo bellissimo, fra le gambe spuntava un ciuffetto nero molto invitante.
Si sdraiò sul letto e aprì le gambe. Ripensai a tutte le acrobazie che avevo fatto per sbirciare la sua fighetta e adesso era lì davanti a me.
"Inginocchiati fra le mie gambe così potremo guardarci meglio"
Iniziammo a masturbarci lentamente. Osservavo le sue dite che premevano con grazia e decisione sul clitoride.
"Ti prego" mi disse con un filo di voce "schizzami tutto sulla pancia..."
La accontentai con grande piacere, la cosa doveva piacerle molto perché ai primi schizzi serrò le gambe e fu scossa dai sussulti dell'orgasmo.
Mi sdraiai vicino a lei.
"Abbiamo perso un sacco di tempo" dissi sconsolato
"Lo recupereremo vedrai" mi disse baciandomi sulla fronte
Infatti, nei giorni seguenti ripetemmo spesso il nostro giochino.
Una sera ritornò più tardi del solito, gliene chiesi il motivo ma lei mi rispose che ne avremmo parlato più tardi.
Cenammo in fretta e poco dopo ci mettemmo a letto.
"Allora cos'è che dovevi dirmi?"
"Mettiti comodo che ti racconto una storia molto eccitante"
"Bene. Sono quelle che preferisco"
"Riguarda Martina e Raffaela. La sera dopo che sono venute a cena da noi si sono viste a casa di Raffaela, suo marito non c'era, e lei voleva fargli vedere gli acquisti che aveva fatto.
Mentre erano in camera da letto che si provavano i vestiti Martina aveva ripreso il discorso dell'altra sera, rimproverandola per la sua bigottaggine. Raffaela si era difesa debolmente, era molto turbata, poi aveva confessato che quando si toccava le venivano strane idee di cui si vergognava ed era scoppiata a piangere.
Martina, dispiaciuta, aveva cercato di consolarla, erano seminude in camera da letto e, nel tentativo di consolarla, Martina aveva abbracciato l'amica baciandone i capelli, le guance. Stringendola aveva sentito i capezzoli dell'amica indurirsi e capendo quale fossero i problemi dell'amica le dato un bacio sfiorandone le labbra. A quel punto Raffaela, rompendo ogni ritegno, aveva stretto forte l'amica e incollato le sue labbra alle sue.
Fu un bacio lungo e liberatorio, le lingue si intrecciavano e succhiavano avidamente. Martina, eccitata dalla foga dell'amica, le slacciò il reggiseno e afferrato un seno cominciò a succhiarlo. Ormai erano tutt'e due nel pallone e spogliatesi in fretta e furia finirono con le loro bocche una fra le gambe dell'altra passando la notte più pornografica della loro vita."
"Cavolo che storia." dissi
"Ti vedo molto eccitato" disse lei carezzandomi l'uccello da sopra i boxer "spogliati fammi vedere quanto lo sei" L'accontentai.
"Bene" disse cominciando a spogliarsi "Adesso però devi far eccitare anche me. Raccontami una storia"
"Che storia?"
"Una qualunque. La cosa più strana che hai fatto"
Ci pensai un po' su poi decisi di raccontarle la mia avventura dell'estate scorsa.
"L'estate scorsa tornando a casa dopo una serata passata con gli amici vidi, in una stradina vicino casa, una prostituta bellissima. Era nera, nigeriana come seppi più tardi, alta come me con un seno stupendo. Io non vado mai con le puttane ma quella era troppo bella, e poi avevo una voglia di scopare che levati.
Così mi fermai e, visto che era tardi le proposi di passare il resto della notte con me. Accettò perché quella sera non si era visto un cliente. Anche il prezzo mi parve più che onesto.
Arrivati a casa cominciai a carezzarla dedicandomi in particolar modo ai suoi seni. Lei mi spogliò con calma poi cominciò a succhiarmi l'uccello. Non vedevo l'ora di scoparla così cominciai a spogliarla. Lei si girò mostrandomi la schiena e lentamente si tolse il perizoma. Aveva un culo stupendo. Pensa la mia sorpresa quando girandosi vidi che aveva un uccello di ragguardevoli dimensioni. Rimasi senza parole. Lei si accorse del mio stupore e senza perdersi d'animo mi raggiunse sul letto e dolcemente cominciò a consolarmi. Piano piano si fece sempre più audace e poco aveva di nuovo il mio uccello in bocca. Era così brava che ad un certo punto non mi importò più niente del suo sesso e dopo averle succhiato anch'io l'uccello la girai sul letto e glielo misi dentro. Assecondava a meraviglia i miei colpi, il suo culo e la sua schiena erano un vero spettacolo. Ebbi un orgasmo spettacolare. Mi accasciai sul letto in preda ai brividi. Lei fu molto dolce, mi accarezzò la schiena sussurrandomi paroline dolci tanto che dopo un po' mi addormentai. Non so dopo quanto tempo mi svegliai, lei era sempre lì che accarezzava. Con la sua dolce cantilena mi stava dicendo che ero molto bello e che l'avevo fatta godere moltissimo. Il mio uccello stava tornando duro. Mi girai e la baciai. Fu a quel punto che mi chiese se volevo provare a farmelo mettere dentro. Rimasi sorpreso dalla sua richiesta. La sua mano intanto carezzava le mie natiche. Mi disse di lasciarla provare e che avrei potuto tirarmi indietro in qualunque momento. Mi convinse con la sua dolcezza.
Mi girai a pancia in giù e lei cominciò a leccarmi la schiena poi, lentamente la sua lingua scese verso il mio buchino che d'istinto si irrigidì, ma non si perse d'animo continuò con la punta della lingua a solleticarlo fino a vincere ogni resistenza. Quando sentii il suo dito pieno di vasellina entrare dentro di me mi dilatai al massimo per facilitarle il compito. Fu molto brava, infilò la punta dell'uccello con molta dolcezza e lentamente lo fece scivolare tutto dentro. Brividi di piacere mi partivano dal fondo della schiena e finivano sulla punta dell'uccello. Quando sentii il suo orgasmo riempirmi le viscere l'uccello mi si gonfiò all'improvviso schizzando sperma come una fontana.
Restammo a coccolarci fino alla mattina.
I giorni successivi tornai a cercarla al suo angolo ma non c'era più. Non l'ho più rivista."
"Dio che storia eccitante" disse mia sorella carezzandosi fra le gambe "Sai ho deciso due cose questa sera."
"Quali?" le chiesi.
"La prima" mi disse porgendomi un tubetto di crema "è che voglio farmi inculare da te"
"Sarà con grande piacere" senza bisogno di dire altro si girò verso di me e mettendosi a quattro zampe mi offrì il so culetto. Le leccai per bene la figa poi con la punta della lingua passai a stuzzicarle il buchetto. Era morbido e cedeva facilmente ai miei assalti, lo lubrificai bene e iniziai a penetrarla. Non feci molta fatica, scivolò dentro senza sforzo. Dopo averle fatto riprendere fiato iniziai un lento movimento che piano piano si trasformò in furiosi affondi.
I miei schizzi le provocarono l'orgasmo che si manifestò con le contrazioni del suo sfintere.
"Hai un culetto favoloso" le dissi abbracciandola "Ma non mi hai ancora detto qual è la seconda cosa che hai deciso."
"La seconda cosa che ho deciso è che presto finirò nel letto fra Martina e Raffaela"
"E me lo racconterai"
"Certo. Fin nei minimi particolari."
M'informai in segreteria e mi dettero l'elenco delle università dove era ancora possibile iscriversi, fra queste c'era quella di Bologna.
Chiamai mia sorella, che risiedeva là e le chiesi se poteva ospitarmi per un po' di tempo, mi rispose che non c'era nessun problema, così inviai l'iscrizione e mi preparai per trasferirmi a Bologna.
Arrivato alla stazione di Bologna chiamai mia sorella che passò a prendermi poco dopo per accompagnarmi a casa.
Erano alcuni mesi che non ci vedevamo, lei era sempre uguale: spiritosa e simpatica ed anche molto bella.
"Fidanzati?" le chiesi.
"Tanti corteggiatori" mi rispose "Ma nessuno papabile"
"Sei di gusti difficili"
"No. È che tutti hanno il livello intellettuale di un primate"
"Mica devi per forza discuterci"
"Per quello allora non servono i fidanzati"
Ridemmo di gusto.
Arrivati a casa sistemai la mia roba e mi accorsi che la casa era molto piccola, in pratica avrei dovuto dormire in camera con lei.
"Dormiremo nella stessa camera come quando eravamo ragazzi" mi fece lei
"Ti avverto che russo" replicai io.
"Ti caccio da casa in piena notte se t'azzardi" mi rispose scherzando.
"Questa sera a cena vengono due mie amiche, spero non ti dispiaccia"
"No. Non sono affatto stanco. Se vuoi ti aiuto a preparare"
"Sì grazie. Mi sarebbe d'aiuto"
Uscimmo a fare la spesa e, una volta tornati cominciammo a preparare la cena.
"Vengono Raffaela e Martina" mi informò "Raffaela lavora con me all'Università, è una psicologa, un po' bigotta ma è carina. Martina invece è una sua amica, me l'ha presentata lei un anno fa. A me è più simpatica Martina. Diciamo che invito anche Raffaela solo perché sono amiche ".
Verso le otto, le due amiche arrivarono insieme, dopo i baci e le presentazioni ci sedemmo a tavola.
La conversazione verteva principalmente sul lavoro poi, ad un certo punto Raffaela, parlando di un caso che stava seguendo, se ne uscì con l'affermazione che il paziente era molto disturbato perché, nonostante fosse sposato, continuava a masturbarsi.
"Ma Raffaela, che dici?" la interruppe Martina "figuriamoci se uno è disturbato solo perché si masturba..."
"Già" intervenne mia sorella "sarebbero tutti da ricoverare"
"Ma non capite" cercò di spiegare Raffaela "è sposato! Che bisogno ha di masturbarsi?"
"Raffaela sei fuori dal mondo" continuò Martina "Guarda anche io sono sposata eppure lo faccio ogni tanto. Anzi abbastanza spesso"
"Martina ma che dici?" Raffaela sembrava seriamente scandalizzata.
"Dico che per me è assolutamente normale masturbarsi quando se ne ha voglia. Io sono sposata e con Marco facciamo sesso una o due volte la settimana ma, quando ne ho voglia, mi coccolo da sola, e mi piace molto"
"Sì anch'io non ci vedo niente di strano" intervenne mia sorella "Anche quando sto con qualcuno mi masturbo con grande soddisfazione".
"In effetti" intervenni io "non ci vedo niente di strano. Anch'io lo faccio e non ci rinuncerei per niente al mondo".
"Vedi" concluse Martina "che il mio punto di vista è condiviso da tutti. Secondo me sei troppo rigida sulle questioni del sesso. Magari tu con tuo marito lo fate tutti i giorni..."
"Sì, tutti i giorni" replicò Raffaela "una, due volte al mese..."
"Allora la strana sei tu credimi." Raffaela fece cadere il discorso e la conversazione passò ad altri temi meno personali.
Finta la cena e salutate le nostre ospiti ci ritrovammo in cucina a sparecchiare.
"Certo che Raffaela è proprio repressa. Come farà a fare la psicologa?"
"Sicuramente è una pessima psicologa" concluse mia sorella.
Ci eravamo già preparati per andare a letto quando lei riprese il discorso "Poi figurati, una che scopa una volta al mese, ne avrà di problemi..."
"Cosa avrà contro la masturbazione? In fondo è fare sesso con una persona che stimi"
"Questa l'ho già sentita. Tu, a proposito, ti stimi sempre molto?"
"In che senso?"
"Dai non far finta di non aver capito. Voglio dire te lo meni sempre tanto?"
"E tu che sai?"
"Credevi che non mi accorgessi dei tuoi maneggi di notte?" era molto divertita della mia sorpresa.
"Pensavo che dormissi"
"No. Aspettavo che prima ti toccassi"
"Brutta porcellona..."
"E poi mi toccavo io. Noi donne però siamo più discrete se tu non te ne sei mai accorto."
"E brava la mia sorellina porcellona."
"Beh ho fatto anche di più"
"Cioè?" la cosa mi stava intrigando parecchio.
"Ti spiavo quando di giorno te le facevi al bagno. Mi accorgevo delle tue erezioni e venivo a spiarti"
Non potevo crederci. Io che avrei fatto chi sa cosa per vedere mia sorella nuda, e invece era lei che spiava me.
"Beh.. confidenza per confidenza, anch'io ti spiavo quando eri in bagno."
Eravamo tutt'e due in slip e maglietta e il mio occhio corse alle sue magnifiche gambe.
Si sedette al bordo del mio letto.
"Non sei molto scandalizzato dalle mie confessioni, vero?"
"No. Figurati, solo che avremmo potuto dircelo. Ci saremmo risparmiati di sbirciare dai buchi delle serraturre".
"Che avresti fatto?"
"Ti avrei invitato nel mio letto e lo avremmo fatto insieme. Peccato abbiamo perso delle belle occasioni per divertirci".
"E non possiamo recuperare?"
"Vuoi dire..."
"Sì" guardò verso i miei boxer "Mi sembra che il tuo amichetto reclami attenzioni, o sbaglio?"
Non sbagliava affatto, i suoi discorsi me lo avevano fatto tirare da matti. L'idea di farlo con lei era il massimo che potessi desiderare.
"A me piace farlo nudo"
"E allora spogliati che aspetti"
Ci misi un attimo, lei mi guardava incantata "Hai proprio un bel corpo sai" disse carezzandomi il petto "E a me piacciono i ragazzi nudi"
Si spogliò anche lei. Aveva un corpo bellissimo, fra le gambe spuntava un ciuffetto nero molto invitante.
Si sdraiò sul letto e aprì le gambe. Ripensai a tutte le acrobazie che avevo fatto per sbirciare la sua fighetta e adesso era lì davanti a me.
"Inginocchiati fra le mie gambe così potremo guardarci meglio"
Iniziammo a masturbarci lentamente. Osservavo le sue dite che premevano con grazia e decisione sul clitoride.
"Ti prego" mi disse con un filo di voce "schizzami tutto sulla pancia..."
La accontentai con grande piacere, la cosa doveva piacerle molto perché ai primi schizzi serrò le gambe e fu scossa dai sussulti dell'orgasmo.
Mi sdraiai vicino a lei.
"Abbiamo perso un sacco di tempo" dissi sconsolato
"Lo recupereremo vedrai" mi disse baciandomi sulla fronte
Infatti, nei giorni seguenti ripetemmo spesso il nostro giochino.
Una sera ritornò più tardi del solito, gliene chiesi il motivo ma lei mi rispose che ne avremmo parlato più tardi.
Cenammo in fretta e poco dopo ci mettemmo a letto.
"Allora cos'è che dovevi dirmi?"
"Mettiti comodo che ti racconto una storia molto eccitante"
"Bene. Sono quelle che preferisco"
"Riguarda Martina e Raffaela. La sera dopo che sono venute a cena da noi si sono viste a casa di Raffaela, suo marito non c'era, e lei voleva fargli vedere gli acquisti che aveva fatto.
Mentre erano in camera da letto che si provavano i vestiti Martina aveva ripreso il discorso dell'altra sera, rimproverandola per la sua bigottaggine. Raffaela si era difesa debolmente, era molto turbata, poi aveva confessato che quando si toccava le venivano strane idee di cui si vergognava ed era scoppiata a piangere.
Martina, dispiaciuta, aveva cercato di consolarla, erano seminude in camera da letto e, nel tentativo di consolarla, Martina aveva abbracciato l'amica baciandone i capelli, le guance. Stringendola aveva sentito i capezzoli dell'amica indurirsi e capendo quale fossero i problemi dell'amica le dato un bacio sfiorandone le labbra. A quel punto Raffaela, rompendo ogni ritegno, aveva stretto forte l'amica e incollato le sue labbra alle sue.
Fu un bacio lungo e liberatorio, le lingue si intrecciavano e succhiavano avidamente. Martina, eccitata dalla foga dell'amica, le slacciò il reggiseno e afferrato un seno cominciò a succhiarlo. Ormai erano tutt'e due nel pallone e spogliatesi in fretta e furia finirono con le loro bocche una fra le gambe dell'altra passando la notte più pornografica della loro vita."
"Cavolo che storia." dissi
"Ti vedo molto eccitato" disse lei carezzandomi l'uccello da sopra i boxer "spogliati fammi vedere quanto lo sei" L'accontentai.
"Bene" disse cominciando a spogliarsi "Adesso però devi far eccitare anche me. Raccontami una storia"
"Che storia?"
"Una qualunque. La cosa più strana che hai fatto"
Ci pensai un po' su poi decisi di raccontarle la mia avventura dell'estate scorsa.
"L'estate scorsa tornando a casa dopo una serata passata con gli amici vidi, in una stradina vicino casa, una prostituta bellissima. Era nera, nigeriana come seppi più tardi, alta come me con un seno stupendo. Io non vado mai con le puttane ma quella era troppo bella, e poi avevo una voglia di scopare che levati.
Così mi fermai e, visto che era tardi le proposi di passare il resto della notte con me. Accettò perché quella sera non si era visto un cliente. Anche il prezzo mi parve più che onesto.
Arrivati a casa cominciai a carezzarla dedicandomi in particolar modo ai suoi seni. Lei mi spogliò con calma poi cominciò a succhiarmi l'uccello. Non vedevo l'ora di scoparla così cominciai a spogliarla. Lei si girò mostrandomi la schiena e lentamente si tolse il perizoma. Aveva un culo stupendo. Pensa la mia sorpresa quando girandosi vidi che aveva un uccello di ragguardevoli dimensioni. Rimasi senza parole. Lei si accorse del mio stupore e senza perdersi d'animo mi raggiunse sul letto e dolcemente cominciò a consolarmi. Piano piano si fece sempre più audace e poco aveva di nuovo il mio uccello in bocca. Era così brava che ad un certo punto non mi importò più niente del suo sesso e dopo averle succhiato anch'io l'uccello la girai sul letto e glielo misi dentro. Assecondava a meraviglia i miei colpi, il suo culo e la sua schiena erano un vero spettacolo. Ebbi un orgasmo spettacolare. Mi accasciai sul letto in preda ai brividi. Lei fu molto dolce, mi accarezzò la schiena sussurrandomi paroline dolci tanto che dopo un po' mi addormentai. Non so dopo quanto tempo mi svegliai, lei era sempre lì che accarezzava. Con la sua dolce cantilena mi stava dicendo che ero molto bello e che l'avevo fatta godere moltissimo. Il mio uccello stava tornando duro. Mi girai e la baciai. Fu a quel punto che mi chiese se volevo provare a farmelo mettere dentro. Rimasi sorpreso dalla sua richiesta. La sua mano intanto carezzava le mie natiche. Mi disse di lasciarla provare e che avrei potuto tirarmi indietro in qualunque momento. Mi convinse con la sua dolcezza.
Mi girai a pancia in giù e lei cominciò a leccarmi la schiena poi, lentamente la sua lingua scese verso il mio buchino che d'istinto si irrigidì, ma non si perse d'animo continuò con la punta della lingua a solleticarlo fino a vincere ogni resistenza. Quando sentii il suo dito pieno di vasellina entrare dentro di me mi dilatai al massimo per facilitarle il compito. Fu molto brava, infilò la punta dell'uccello con molta dolcezza e lentamente lo fece scivolare tutto dentro. Brividi di piacere mi partivano dal fondo della schiena e finivano sulla punta dell'uccello. Quando sentii il suo orgasmo riempirmi le viscere l'uccello mi si gonfiò all'improvviso schizzando sperma come una fontana.
Restammo a coccolarci fino alla mattina.
I giorni successivi tornai a cercarla al suo angolo ma non c'era più. Non l'ho più rivista."
"Dio che storia eccitante" disse mia sorella carezzandosi fra le gambe "Sai ho deciso due cose questa sera."
"Quali?" le chiesi.
"La prima" mi disse porgendomi un tubetto di crema "è che voglio farmi inculare da te"
"Sarà con grande piacere" senza bisogno di dire altro si girò verso di me e mettendosi a quattro zampe mi offrì il so culetto. Le leccai per bene la figa poi con la punta della lingua passai a stuzzicarle il buchetto. Era morbido e cedeva facilmente ai miei assalti, lo lubrificai bene e iniziai a penetrarla. Non feci molta fatica, scivolò dentro senza sforzo. Dopo averle fatto riprendere fiato iniziai un lento movimento che piano piano si trasformò in furiosi affondi.
I miei schizzi le provocarono l'orgasmo che si manifestò con le contrazioni del suo sfintere.
"Hai un culetto favoloso" le dissi abbracciandola "Ma non mi hai ancora detto qual è la seconda cosa che hai deciso."
"La seconda cosa che ho deciso è che presto finirò nel letto fra Martina e Raffaela"
"E me lo racconterai"
"Certo. Fin nei minimi particolari."
1
voti
voti
valutazione
4
4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Profumo di donnaracconto sucessivo
Latte
Commenti dei lettori al racconto erotico